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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16264 del 7 dicembre 1990
«In tema di truffa, qualora sia stato accertato il nesso di causalità tra l'artificio o il raggiro e l'altrui induzione in errore, non è necessario stabilire l'idoneità in astratto dei mezzi usati, quando in concreto essi si siano dimostrati idonei...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3168 del 25 febbraio 1989
«L'evento non voluto è valutabile ai sensi dell'art. 83 c.p. ed è quindi addebitabile all'agente a solo titolo di colpa, soltanto quando sia assolutamente diverso e, cioè, di altra natura rispetto all'altro, perché, ove, invece, tale diversità sia...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10961 del 14 novembre 1988
«L'art. 116 c.p. non è norma speciale rispetto a quello dell'art. 83 c.p. in quanto mentre quest'ultima riguarda esclusivamente la posizione del colpevole che risponde, a titolo di colpa, dell'evento non voluto allorché il fatto è preveduto dalla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5250 del 30 aprile 1988
«L'art. 116 c.p. assoggetta, nel quadro della maggiore pericolosità della delinquenza associata, la deviazione individuale dal piano concordato da parte di uno dei concorrenti, ad una disciplina più severa di quella predisposta dall'art. 83 stesso...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 541 del 28 gennaio 1989
«La possibilità del lavoratore di procedere all'esecuzione sulla base della sola copia del dispositivo, ai sensi dell'art. 431, secondo comma, c.p.c., in pendenza del termine per il deposito della sentenza presuppone il riconoscimento, ad opera del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2851 del 10 gennaio 1989
«Anche quando l'abitualità nel reato è presunta dalla legge, non è consentito il permanere di uno status di delinquenza qualificata in caso di insussistenza di un'attuale concreta pericolosità sociale. Ne consegue pertanto, qualora ricorra un caso...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 39292 del 21 ottobre 2008
«Ai fini dell'applicabilità dell'art. 117 c.p., che disciplina il mutamento del titolo del reato per taluno dei concorrenti, è necessario che il fatto commesso dall'estraneo costituisca comunque reato anche in mancanza della qualifica rivestita...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2167 del 21 febbraio 1994
«In tema di mutamento del titolo del reato per taluno dei concorrenti, l'art. 117, secondo comma, c.p., con l'espressione «. . . il giudice può, rispetto a coloro per i quali non sussistono le condizioni, le qualità o i rapporti predetti, diminuire...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5522 del 12 maggio 1992
«Il richiamo operato dall'art. 117 c.p. alle condizioni o qualità personali del colpevole o ai suoi rapporti con l'offeso non si riferisce ad uno qualsiasi dei concorrenti, ma ad un concorrente che agisca in maniera analoga a quella che, nei casi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7624 del 30 luglio 1981
«Nel concorso di persone nel reato, ed anche in quello anomalo, la desistenza può assumere rilevanza soltanto se consiste in un comportamento che impedisce il compimento dell'evento, voluto nel caso del concorso pieno, o soltanto prevedibile in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 48219 del 17 dicembre 2003
«Alla stregua della vigente formulazione dell'art. 118 c.p., introdotta dall'art. 3 della L. 7 febbraio 1990 n. 19, deve escludersi la compatibilità tra l'aggravante del nesso teleologico di cui all'art. 61, n. 2, c.p. e il concorso anomalo di cui...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9979 del 5 marzo 2003
«L'art. 517 c.p., nel prevedere come condotta penalmente rilevante, accanto a quella del porre in vendita, anche quella del porre «altrimenti in circolazione» opere dell'ingegno o prodotti industriali con segni mendaci, si differenzia dal...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9077 del 12 ottobre 1985
«Il reato contravvenzionale, di cui all'art. 5, lett. a) della L. n. 283 del 1962, è assorbito in quello delittuoso di cui all'art. 516 c.p., sul presupposto che le operazioni di messa in commercio delle sostanze alimentari non genuine siano...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 23514 del 6 luglio 2006
«In tema di vendita di prodotti industriali con segni mendaci, l'espressione «mette altrimenti in circolazione» comporta la configurabilità del reato di cui all'art. 517 c.p. a seguito di qualsiasi attività con la quale si miri a fare uscire a...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11671 del 13 ottobre 1999
«È configurabile il tentativo nel reato di cui all'art. 517 c.p., allorché vengano presentati per lo sdoganamento prodotti industriali con segni mendaci in quanto può costituire atto idoneo, diretto in modo non equivoco, a mettere la merce in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4053 del 21 marzo 1990
«Il delitto di cui all'art. 517 c.p. può essere commesso, oltre che dall'imprenditore, anche dai suoi collaboratori sia a titolo di concorso nel reato qualora essi cooperino consapevolmente con lui nella consumazione del fatto-reato, sia a titolo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11351 del 29 ottobre 1976
«Per la configurabilità del delitto di cui all'art. 517 c.p. (vendita di prodotti industriali con segni mendaci) è sufficiente la coscienza e volontà della condotta a tal fine posta in essere dall'agente, essendo tale reato punibile a titolo di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 37139 del 13 ottobre 2005
«È configurabile il tentativo nel reato di cui all'art. 517 c.p., allorché vengano presentati per lo sdoganamento prodotti industriali con segni mendaci in quanto può costituire atto idoneo, diretto in modo non equivoco, a mettere la merce in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6072 del 30 gennaio 2008
«Il delitto di violenza carnale di cui all'art. 519 c.p. rientra nel catalogo di quelli ostativi ai fini dell'applicazione dell'indulto benché la legge n. 241 del 2006 non ne faccia menzione, perché essa fa espresso riferimento al delitto di cui...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8907 del 4 ottobre 1996
«Il dolo eventuale di lesioni è configurabile in tutti i casi nei quali un soggetto privi della libertà un'altra persona, poiché egli accetta il rischio che quest'ultima, per sottrarsi al suo stato, possa riportare danno. (Nella specie, relativa a...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5513 del 13 maggio 1978
«Ai fini del delitto di atti osceni la cella carceraria è luogo aperto al pubblico. Infatti, per luogo aperto al pubblico deve intendersi quell'ambiente anche ad accessibilità non generalizzata e libera per tutte le persone che vogliano...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1702 del 13 novembre 1972
«La esibizione di organi genitali maschili ad una donna, anche se compiuta al fine di offesa o disprezzo anziché di soddisfacimento di impulso sessuale, è per sua natura offensiva del comune senso del pudore ed integra il delitto di atti osceni. Il...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4149 del 6 maggio 1981
«Il delitto di cui all'art. 528 c.p. è punito esclusivamente a titolo di dolo, specifico nella prima parte, che si concreta nello «scopo» di fare commercio, distribuzione o pubblica esposizione di scritti, disegni, immagini o altri oggetti osceni...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 44822 del 30 novembre 2007
«In tema di delitti contro il sentimento per gli animali, sussiste un rapporto di continuità normativa tra le nuove fattispecie contemplate dal Titolo IX bis del libro II del c.p., inserito dalla L. 20 luglio 2004, n. 189, e le condotte prima...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 479 del 20 gennaio 1992
«In tema di violazione degli obblighi di assistenza familiare, le diverse ipotesi previste dall'art. 570 c.p. non configurano una pluralità di reati distinti, ma pur nella varietà dei fatti incriminabili, si riferiscono ad un unico titolo di reato,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4078 del 8 maggio 1984
«Il soggetto obbligato a fornire i mezzi di sussistenza non può opporre, a titolo di compensazione, al fine di escludere l'ipotizzabilità del reato di cui all'art. 570 c.p., un suo credito verso l'avente diritto.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8998 del 5 marzo 2010
«Ai fini della configurabilità del delitto di violazione degli obblighi di assistenza familiare, il soggetto obbligato in sede di separazione legale dei coniugi non ha la facoltà di sostituire, di sua iniziativa, la somma di denaro stabilita dal...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12670 del 20 settembre 1989
«Ai fini della configurabilità del delitto di omessa prestazione di mezzi di sussistenza, ai sensi dell'art. 570, secondo comma, n. 2, c.p., in favore dei figli minori affidati alla moglie separata, il provvedimento del giudice civile con cui è...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7003 del 19 giugno 1995
«L'oggetto della tutela dell'art. 591 c.p. (abbandono di persona minore o incapace), diversamente da quello dell'art. 570 c.p. (violazione degli obblighi di assistenza familiare), non è il rispetto dell'obbligo legale di assistenza in quanto tale,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14413 del 2 novembre 1990
«Il reato di maltrattamenti in famiglia, previsto dall'art. 572 c.p., può concorrere (materialmente) con il reato di cui all'art. 610 stesso codice, qualora le violenze e le minacce del soggetto attivo siano adoperate, oltre che con la coscienza e...»