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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 940 del 4 aprile 1973
«Le riparazioni e le ricostruzioni del muro comune sono a carico di coloro che vi hanno diritto, in proporzione di tale diritto ed indipendentemente sia da ogni interesse particolare che il ricostruttore possa avere, perché l'obbligo della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 129 del 15 gennaio 1976
«A norma dell'art. 883 c.c., il proprietario che demolisca un edificio sostenuto da muro comune, può rinunciare alla comunione di questo, ove non intenda più utilizzarlo, ma è obbligato alle riparazioni ed alle opere di ripristino del muro...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10482 del 22 ottobre 1998
«La sopraelevazione di una costruzione unita ad un'altra, pur avendo in comune il muro divisorio, non è disciplinata dall'art. 885 c.c., ma soggiace ai limiti del regolamento locale, anche se, nel caso di distanza inderogabile dal confine, ne...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6407 del 7 luglio 1994
«Il comproprietario può innalzare il muro comune senza il consenso del condomino e senza alcun vincolo di destinazione, salvo i limiti costituiti dal divieto di atti emulativi e dalle esigenze di contemperamento dei reciproci interessi e di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11125 del 17 novembre 1990
«La facoltà di innalzamento del muro comune, prevista dall'art. 885 c.c., non può essere esercitata in violazione delle distanze legali stabilite specificamente per le vedute dall'art. 907 dello stesso codice. Pertanto l'innalzamento del muro...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3330 del 6 aprile 1987
«L'esercizio da parte del comproprietario della facoltà di innalzare il muro comune ai sensi dell'art. 885 c.c. non richiede chela sopraelevazione sia estesa a tutto lo spessore del muro, potendo essere contenuta nei limiti della linea mediana...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 908 del 15 febbraio 1986
«Ai sensi dell'art. 885 c.c. il comproprietario del muro comune può innalzarlo, ma se questo non è atto a sostenere la sopraedificazione, deve prima procedere a sue spese al rafforzamento o alla ricostruzione del muro stesso per renderlo idoneo a...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 854 del 12 febbraio 1986
«Al fine di configurare una veduta da terrazze, lastrici solari e simili, è necessario che queste opere, oggettivamente considerate, abbiano quale destinazione normale e permanente, anche se non esclusiva, quella di rendere possibile l'affacciarsi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1201 del 26 aprile 1974
«Il condomino che sopraeleva per primo il muro comune può non estendere la nuova costruzione all'intero spessore, purché esegua la stessa verso l'area di sua esclusiva proprietà e senza invadere il muro sottostante oltre la linea mediana....»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10709 del 7 luglio 2003
«Poiché le norme tecniche di attuazione dei piani territoriali paesaggistici della Regione, che hanno la finalità di tutelare interessi generali o urbanistici o di salvaguardia dell'ambiente, non sono integrative del codice civile, le disposizioni...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7675 del 18 dicembre 1986
«L'art. 886 c.c., prevedendo un obbligo, a carico del vicino, di contribuire per metà nella spesa di costruzione del muro di cinta, è norma per sua natura eccezionale e, pertanto, insuscettibile di applicazione analogica ad altre ipotesi, come...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1687 del 15 marzo 1982
«Il limite di altezza per i muri di cinta di proprietà comune posto dall'art. 886 c.c. (tre metri, ovvero altezza diversa determinata convenzionalmente o dai regolamenti locali) concerne soltanto l'obbligo di contribuzione del vicino e, pertanto,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 17692 del 29 luglio 2009
«La norma di cui all'art. 887 c.c. non individua un diritto diverso da quello, previsto dall'art. 886 c.c., di costringere il vicino a contribuire alle spese di costruzione del muro di cinta, ma specifica soltanto che tali spese devono essere...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4031 del 21 febbraio 2007
«La fattispecie prevista dall'art. 887 c.c. (a norma del quale nei fondi a dislivello negli abitati il proprietario del fondo superiore deve sopportare per intero le spese di costruzione e di manutenzione del muro di sostegno dalle fondamenta fino...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13406 del 29 ottobre 2001
«L'art. 887 c.c., nel disciplinare il regime delle spese di costruzione e conservazione del muro di confine comune tra fondi a dislivello negli abitati, pone una presunzione semplice di comproprietà di detto muro, salvo il diritto degli interessati...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8171 del 18 agosto 1998
«In tema di limitazioni legali della proprietà di fondi cosiddetti «a dislivello», la norma codicistica di cui all'art. 887 non trova applicazione né quando la creazione di un dislivello ex novo — ovvero l'aumento dell'originario dislivello...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12457 del 2 dicembre 1995
«Le spese di costruzione e conservazione del muro di confine tra fondi a dislivello naturale sono a carico del proprietario del fondo superiore, ai sensi dell'art. 887 c.c., fino al piano di campagna di tale fondo, del quale il muro ha funzione di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 473 del 20 gennaio 1994
«La disposizione dell'art. 887 c.c. che, per i fondi a dislivello negli abitati, pone sul proprietario del fondo superiore l'onere della costruzione e manutenzione del muro di sostegno, non si applica ai fondi rustici, in relazione ai quali, per il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9156 del 27 agosto 1991
«In tema di fondi a dislivello, il proprietario del fondo superiore è tenuto a costruire a proprie spese il muro di sostegno sul confine, quando tale costruzione si renda necessaria per contenere il franamento del terreno che arrechi pregiudizio al...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1954 del 26 aprile 1978
«L'art. 887 c.c., che disciplina la costruzione del muro di separazione tra fondi a dislivello, si limita a stabilire la ripartizione delle spese di costruzione e di conservazione del muro stesso, senza imporre al proprietario che costruisce il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12491 del 4 dicembre 1995
«L'art. 889 c.c. (il quale prescrive la distanza legale minima di un metro tra il confine ed i tubi d'acqua pura o lurida, e loro diramazioni) pone una presunzione assoluta di dannosità della condotta in caso di distanza inferiore ad un metro. Ne...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6928 del 19 giugno 1995
«Chi esegue opere per estrarre acque dal sottosuolo, oltre a rispettare la distanza di cui all'art. 889 c.c., deve osservare il dettato della norma di cui all'art. 911 c.c., la quale è diretta a tutelare il proprietario del fondo che già usi delle...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2665 del 26 maggio 1978
«L'esonero dall'obbligo di osservare le distanze per l'apertura di vedute, qualora fra i fondi vicini vi sia una via pubblica, è limitato alle vedute dirette, ai sensi dell'art. 905 terzo comma c.c. Pertanto, la veduta laterale od obliqua, da un...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 351 del 10 gennaio 2011
«In tema di distanze legali per pozzi e cisterne, l'art. 889 c.c. è norma di carattere generale, mentre il successivo art. 890 c.c. è norma di carattere specifico, che riguarda i depositi nocivi o pericolosi per i quali sussiste una presunzione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 25 del 6 gennaio 1982
«L'apertura di nuovi pozzi deve rispettare non solo la distanza dal confine prescritta dall'art. 889 c.c., ma anche l'utilizzazione delle acque del fondo vicino precostituita dal titolare e tutelata autonomamente dalla legge, che impone di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3026 del 28 agosto 1975
«L'art. 889 c.c. vigente — a differenza del corrispondente art. 573 c.c. del 1865, che si riferiva espressamente ai pozzi di acqua viva, consentendo, inoltre, nell'ultimo capoverso, la possibilità di stabilire una distanza maggiore di quella di due...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10146 del 28 novembre 1994
«Il termine «cisterna» richiamato nella disciplina delle distanze dall'art. 889 c.c., deve essere riferito non solo ai manufatti, in tutto o in parte, interrati adibiti per la raccolta di acque piovane, ma, più in generale, ad ogni manufatto in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2959 del 19 settembre 1968
«Ai sensi dell'art. 889 c.c. (che disciplina la distanza dal confine da osservarsi per «pozzi, cisterne, fossi»), il termine «cisterna» va inteso con esclusivo riferimento ai manufatti interrati, adibiti alla raccolta e conservazione delle acque...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3292 del 14 luglio 1989
«Ai fini del rispetto delle distanze dal confine, un deposito di acqua (nella specie una piccola vasca per acqua potabile), in quanto destinato alla conservazione statica del liquido, deve essere mantenuto ad almeno due metri dal confine dovendosi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 25475 del 16 dicembre 2010
«La distanza di almeno un metro dal confine è prescritta dall'art. 889, secondo comma, c.c., per l'installazione dei tubi dell'acqua, del gas e simili, giacché per tali condutture, aventi un flusso costante di sostanze liquide o gassose, il...»