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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3484 del 9 aprile 1999
«Non può ritenersi idonea la procura in calce al ricorso per cassazione — e deve quindi dichiararsi l'inammissibilità del ricorso — qualora essa sia rilasciata, in nome e per conto di una società di capitali, da soggetto che, pur qualificandosi...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 15408 del 15 ottobre 2003
«Si ha domanda nuova — inammissibile in appello — per modificazione della causa petendi quando i nuovi elementi, dedotti dinanzi al giudice di secondo grado, comportino il mutamento dei fatti costitutivi del diritto azionato, modificando l'oggetto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4804 del 6 marzo 2006
«A norma dell'art. 345 c.p.c. non è configurabile come domanda nuova in appello quella con cui non vengano mutati il bene della vita richiesto, ossia il petitum né i fatti posti a base della domanda, ossia la causa petendi ma solo la qualificazione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11470 del 21 giugno 2004
«Il principio generale dell'esclusione dello ius novorum nel giudizio di appello comporta la preclusione del mutamento in secondo grado degli elementi materiali del fatto costitutivo della pretesa e non della diversa qualificazione giuridica del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5006 del 11 marzo 2004
«A norma dell'art. 345 c.p.c., può configurarsi un mutamento di domanda non consentito, riguardo al petitum, solo quando risulti innovato l'oggetto della pretesa, inteso non come petitum immediato (ossia come provvedimento richiesto), bensì come...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9356 del 8 giugno 2012
«Qualora, proposta in via principale un'"actio negatoria servitutis", il convenuto, nel costituirsi, si limiti ad invocare il rigetto dell'avversa domanda, per la supposta esistenza di un titolo costitutivo contrattuale del controverso diritto di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 23949 del 22 ottobre 2013
«In tema di domanda di risarcimento danni derivanti da attività di dequalificazione e mobbing del datore di lavoro (nella specie, una pubblica amministrazione), deve ritenersi domanda nuova - e come tale preclusa in appello - quella volta ad...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4591 del 22 febbraio 2008
«La domanda di affermazione della responsabilità per cosa in custodia (in virtù dell'art. 2051 c.c.) deve essere considerata, dal giudice d'appello, diversa e nuova e, dunque, inammissibile, rispetto a quella che in primo grado aveva avuto ad...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8564 del 29 maggio 2012
«Costituisce mutamento inammissibile della domanda invocare in primo grado l'esistenza d'un contratto preliminare e chiederne l'esecuzione in forma specifica, e qualificare, invece, in appello quel contratto non come preliminare, ma come patto di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6257 del 20 novembre 1982
«L'eccezione di decadenza dell'attore dal diritto fatto valere, da qualificarsi eccezione in senso improprio, non è soggetta ad alcuna preclusione, potendo essere dedotta non solo quando la causa sia stata rimessa nuovamente all'istruttore, ma...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 21729 del 23 settembre 2013
«Alla regola secondo cui nel giudizio di legittimità l'elenco dei documenti relativi all'ammissibilità del ricorso, che siano stati prodotti successivamente al deposito di questo, debba essere notificato alle altre parti (art. 372, secondo comma,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16562 del 25 novembre 2002
«In materia di responsabilità civile, la contestazione circa la qualificazione in termini di diritto soggettivo o di interesse legittimo della posizione giuridica di cui è denunciata la lesione davanti al giudice ordinario ai fini del relativo...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3815 del 24 febbraio 2005
«Nell'udienza di discussione dinanzi alla Corte di Cassazione, le brevi osservazioni per iscritto sulle conclusioni del P.M., che gli avvocati delle parti possono presentare nella stessa udienza ai sensi dell'art. 379 c.p.c., non possono assumere...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 24743 del 23 novembre 2011
«Il potere della Corte di cassazione di dichiarare d'ufficio che l'azione non poteva essere proposta, previsto dall'art. 382, terzo comma, secondo inciso, c.p.c., può essere esercitato anche in sede di regolamento di competenza, nell'ipotesi in cui...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24581 del 20 novembre 2006
«La pronuncia delle Sezioni unite dichiarativa della giurisdizione del giudice ordinario risolve implicitamente in senso positivo la questione dell'ammissibilità dell'intera impugnazione e della ricorribilità immediata per cassazione della...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 4894 del 8 marzo 2006
«La decisione delle Sezioni Unite della Corte di cassazione sul regolamento di giurisdizione non presuppone l'accertamento della situazione di fatto da parte del giudice di merito, atteso che, ai fini della decisione sulla giurisdizione,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11839 del 5 agosto 2003
«Qualora la decisione sulla giurisdizione, resa dalle Sezioni Unite della Suprema Corte, sia fondata sulla qualificazione del rapporto dedotto in giudizio, il giudicato sulla giurisdizione si estende anche a tale qualificazione e diventa pertanto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8057 del 14 giugno 2001
«L'art. 386 c.p.c. dispone che la decisione sulla giurisdizione è determinata dall'oggetto della domanda e, quando prosegue il giudizio, non pregiudica le questioni sulla pertinenza del diritto, pertanto la statuizione sulla giurisdizione non deve...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15806 del 2 luglio 2010
«In materia di diritti dei lavoratori, la transazione intervenuta innanzi al giudice straniero può essere qualificata transazione giudiziale, per gli effetti di cui all'art. 410 c.p.c., ove siano assicurate dinanzi all'autorità giudiziaria...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13217 del 22 maggio 2008
«L'accordo tra il lavoratore ed il datore di lavoro, nel quale sia identificata la lite da definire ovvero quella da prevenire (unitamente, in tal caso, all'individuazione dell'interesse del lavoratore ) e che contenga lo scambio tra le parti di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13910 del 11 dicembre 1999
«Una conciliazione sindacale, per essere qualificata tale ai fini degli artt. 411, terzo comma, c.p.c. e 2113, quarto comma, c.c., deve risultare da un documento sottoscritto contestualmente dalle parti nonché dal rappresentante sindacale di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3974 del 1 aprile 2000
«In tema di competenza territoriale nel rito del lavoro, la previsione da parte dell'art. 413 c.p.c. del foro della dipendenza aziendale fa riferimento ad una nozione che non coincide con quella di unità produttiva rilevante ai fini di altre norme...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 29039 del 27 dicembre 2011
«Qualora il lavoratore agisca nei confronti di più datori di lavoro, addebitando loro una attività coordinata di dequalificazione e "mobbing" chiedendo, quale effetto della condotta materia, al risarcimento dei danni, sussiste tra le domande una...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3249 del 10 febbraio 2011
«Nel rito del lavoro la domanda per il conseguimento di una qualifica superiore e per il pagamento delle differenze retributive conseguenti include anche le somme dovute per il periodo successivo al ricorso, per le quali non occorre una espressa e...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4557 del 25 febbraio 2009
«Nel rito del lavoro la nullità del ricorso introduttivo, per mancata determinazione dell'oggetto della domanda ed insufficiente esposizione dei fatti e degli elementi di diritto addotti a sostegno della stessa (art. 414, nn. 3 e 4 cod. proc....»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3228 del 6 marzo 2001
«Nel rito del lavoro, il corretto esercizio del potere officioso conferito al giudice dalla norma di cui all'art. 421 c.p.c. in tema di ricerca di prove suppletive od integrative a supporto della domanda postula l'esistenza, in seno al processo,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19234 del 21 settembre 2011
«In tema di licenziamento per superamento del periodo di comporto, qualora il dipendente abbia impugnato in sede giudiziale il licenziamento, contestando l'avvenuto superamento del periodo, per essere applicabile nel caso di specie il termine...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19345 del 18 settembre 2007
«L'ordinanza con la quale il giudice del lavoro dispone il mutamento del rito e rimette la causa promossa con il rito speciale al capo dell'ufficio per l'assegnazione ad una sezione ordinaria non ha contenuto decisorio e non ha portata vincolante...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1330 del 24 gennaio 2006
«Nel rito del lavoro, applicabile alle controversie in materia di locazione, la regola desumibile dall'art. 416 c.p.c., secondo la quale il convenuto è tenuto a proporre con la memoria di costituzione tutte le eccezioni, processuali e di merito,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1916 del 16 febbraio 1993
«Anche ai fini degli artt. 427 e 439 c.p.c., la competenza si determina con riferimento alla domanda e, in particolare, al petitum ed alla causa petendi con essa esposti, indipendentemente dalla fondatezza della domanda medesima. Pertanto,...»