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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1279 del 19 febbraio 1996
«Il termine annuale previsto dall'art. 184 c.c. per l'esercizio dell'azione di annullamento degli atti compiuti dal coniuge in regime di comunione legale senza il necessario consenso dell'altro è di prescrizione, e non di decadenza, al pari del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6234 del 23 giugno 1998
«Lo scioglimento della comunione legale dei beni fra i coniugi si verifica ex nunc soltanto con il passaggio in giudicato della sentenza di separazione, non spiegando effetti — al riguardo — il precedente provvedimento presidenziale (provvisorio...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5603 del 18 aprile 2002
«Ai fini del riconoscimento dell'istituto — residuale — della impresa familiare è necessario che concorrano due condizioni, e cioè, che sia fornita la prova sia dello svolgimento, da parte del partecipante, di un'attività di lavoro continuativa...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2060 del 23 febbraio 1995
«La configurazione dell'impresa familiare — con la correlativa competenza del giudice del lavoro —, pur essendo «residuale» (nel senso che ricorre quando le parti non abbiano diversamente qualificato, neanche per facta concludentia , il loro...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 323 del 22 gennaio 1990
«La circostanza che i diversi membri della famiglia trattengano per sé i proventi dei fondi da ciascuno d'essi coltivati non è preclusiva della configurabilità d'una impresa familiare coltivatrice, né è per sé dimostrativa dell'avvenuto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16093 del 14 luglio 2006
«Nell'attuale quadro normativo, in cui è rinvenibile una norma di sistema — presupposta da una serie di disposizioni regolatrici di fattispecie diverse (artt. 143 bis , 236, 237, secondo comma, 266, 299, terzo comma, c.c.; 33 e 34 del D.P.R. n....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2315 del 16 marzo 1999
«In tema di fecondazione assistita eterologa, il marito che ha validamente concordato o comunque manifestato il proprio preventivo consenso alla fecondazione assistita della moglie con seme di donatore ignoto non ha azione per il disconoscimento...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 498 del 25 gennaio 1986
«In tema di disconoscimento della paternità del figlio concepito durante il matrimonio, per effetto della L. 19 maggio 1975, n. 151, per quanto riguarda l'ipotesi della mancata coabitazione, la nuova formulazione dell'art. 235, n. 1, c.c. ha...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15089 del 6 giugno 2008
«In tema di disconoscimento della paternità, ove l'azione sia promossa per l'impotenza del marito, l'esperimento della prova ematico-genetica non è subordinato all'esito positivo della prova dell'impotenza, anche solo di generare, in tal senso...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15088 del 6 giugno 2008
«In tema di disconoscimento della paternità, ove l'azione sia promossa per celamento della gravidanza, l'esperimento della prova ematologica e genetica non è subordinato all'esito positivo della prova della predetta circostanza, in tal senso...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1749 del 15 giugno 1974
«L'art. 240 c.c. rafforza la presunzione di legittimità che l'art. 238 c.c. ricollega al possesso di stato conforme all'atto di nascita, nel senso che detta presunzione debba rimanere ferma anche se manchi la prova della celebrazione del matrimonio...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2182 del 5 marzo 1994
«In materia di accertamento della filiazione naturale, la sentenza della Corte costituzionale n. 341 del 1990, dichiarativa dell'illegittimità dell'art. 274, primo comma, c.c., nella parte in cui non prevede, se si tratti di minore infrasedicenne,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1958 del 23 febbraio 1991
«Il procedimento previsto dall'art. 250, quarto comma c.c. per conseguire dal tribunale una pronuncia che tenga luogo del mancato consenso al riconoscimento del figlio minore da parte del genitore che abbia già effettuato tale riconoscimento, è...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2338 del 16 marzo 1999
«Nel giudizio promosso per il riconoscimento della paternità o della maternità di un minore infraseadicenne, l'interesse del minore costituisce l'unico parametro di riferimento ai fini della valutazione della legittimità del rifiuto del consenso...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2463 del 15 marzo 1994
«Nell'indagine sulla legittimità o meno del rifiuto, da parte del genitore che per primo abbia riconosciuto il figlio naturale, del consenso al successivo riconoscimento ad opera dell'altro genitore (art. 250 c.c.), occorre fare esclusivo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7535 del 12 ottobre 1987
«Nel procedimento previsto dall'art. 250 c.c., per conseguire una pronuncia che tenga luogo del mancato consenso del genitore, che abbia già riconosciuto il figlio minore infrasedicenne, al riconoscimento da parte dell'altro genitore, l'indagine...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2654 del 13 marzo 1987
«Nel giudizio previsto dall'art. 250, quarto comma c.c. — diretto ad ottenere, da parte di chi vuole effettuare il riconoscimento, una sentenza che tenga il luogo del consenso rifiutato dal genitore che per primo ha riconosciuto il figlio naturale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11263 del 29 dicembre 1994
«Nel procedimento disciplinato dall'art. 250, comma 4, c.c. l'audizione del minore costituisce la prima fonte del convincimento del giudice circa la convenienza del secondo riconoscimento e deve, quindi, essere disposta anche d'ufficio. Tuttavia il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5575 del 13 dicembre 1989
«Il tribunale per i minorenni, adito, ai sensi dell'art. 250, quarto comma, c.c., dal genitore che intenda effettuare il «secondo» riconoscimento del minore infrasedicenne (al fine di superare la mancanza di consenso dell'altro genitore), non può...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5533 del 13 aprile 2001
«Il conflitto di interessi nel rapporto processuale tra genitore esercente la potestà e figlio è ipotizzabile non già in presenza di un interesse comune, sia pure distinto ed autonomo, di entrambi al compimento di un determinato atto, ma soltanto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10131 del 14 maggio 2005
«In tema di dichiarazione giudiziale della paternità e della maternità naturale, il consenso del figlio che ha compiuto l'età di sedici anni, necessario (ex art. 273 c.c.) per promuovere o proseguire validamente l'azione, è configurabile come un...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5291 del 22 aprile 2000
«L'interesse umano e affettivo del minore alla dichiarazione giudiziale di paternità o maternità non va più valutato dal tribunale qualora il minore abbia raggiunto i sedici anni nel corso del procedimento camerale di ammissibilità, essendo in tale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2572 del 20 marzo 1999
«In virtù del principio generale, deducibile dall'art. 354 c.p.c., dell'effetto cosiddetto devolutivo dell'impugnazione, stante la tassatività delle ipotesi di rimessione del processo al giudice di primo grado, previste dalla citata disposizione,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9829 del 5 ottobre 1990
«Con riguardo all'azione per la dichiarazione giudiziale della paternità o maternità naturale, esperita nell'ipotesi del minore infrasedicenne dal genitore esercente la potestà, l'esigenza del consenso di detto minore, ove compia i sedici anni e,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1771 del 20 febbraio 1988
«In tema di dichiarazione giudiziale di paternità o maternità, l'art. 273 secondo comma, c.c., nuovo testo, il quale, per il promuovimento o la prosecuzione dell'azione da parte del genitore esercente la potestà richiede il consenso del figlio che...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10861 del 1 ottobre 1999
«In materia di dichiarazione giudiziale di paternità o di maternità naturale, il rimborso delle spese spettanti al genitore che ha provveduto al mantenimento del figlio fin dalla nascita, ancorché trovi titolo nell'obbligazione legale di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6365 del 1 aprile 2004
«Nel quadro dell'art. 279 c.c. ed ai fini di far valere i diritti (al mantenimento, all'istruzione e all'educazione, ovvero agli alimenti) attribuiti al figlio naturale da tale norma, l'impossibilità di proporre l'azione, di cui all'art. 269 c.c.,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2426 del 3 febbraio 2006
«In tema di adozione di maggiorenne, per effetto dell'art. 30 della legge 28 marzo 2001, n. 149, che ha novellato l'art. 313 c.c., la decisione sulla richiesta di far luogo all'adozione viene assunta, ancorché in esito ad un procedimento che si...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4420 del 21 febbraio 2008
«In tema di adozione di persone maggiori di età, ai fini della prova del consenso dell'adottante, non può essere applicata la normativa regolante l'istituto del cosiddetto domicilio ai soccorso, previsto dall'art. 72 della legge 17 luglio 1980, n....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2520 del 27 giugno 1975
«Pur considerando la natura del procedimento d'adozione, in cui si dà il massimo rilievo al potere inquisitorio del giudice e all'efficacia costitutiva del provvedimento rispetto al potere dispositivo delle parti, non può negarsi carattere...»