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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15396 del 1 dicembre 2000
«L'accettazione del creditore di una somma di danaro di un assegno bancario di corrispondente importo rilasciatogli da debitore non estingue l'obbligazione, se il titolo di credito non va a buon fine, pur se per una ragione diversa dalla mancanza...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1326 del 3 febbraio 1995
«L'invio di un assegno di conto corrente per effettuare il pagamento del canone di locazione non ha efficacia liberatoria se non venga accettato dal creditore locatore. Tuttavia, l'efficacia liberatoria può ravvisarsi qualora la pregressa e...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4205 del 3 luglio 1980
«L'invio di assegni bancari o circolari da parte del debitore obbligato al pagamento di somme di danaro si configura come una datio in solutum o, più precisamente, come proposta di una datio pro solvendo , la cui efficacia solutoria dipende...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7217 del 25 marzo 2009
«In tema di iscrizione di ipoteca e di successiva annotazione della surrogazione, qualora l'adempimento dell'obbligazione sia avvenuto con surrogazione per volontà del debitore, è legittima la sottoscrizione della nota di iscrizione dell'ipoteca da...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10052 del 29 aprile 2006
«Anche nell'appalto di opere pubbliche, stante la natura privatistica del contratto, è configurabile, in capo all'amministrazione committente, creditrice dell' opus, un dovere — discendente dall'espresso riferimento contenuto nell'art. 1206 c.c....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 522 del 18 gennaio 1995
«Nell'ipotesi in cui la prestazione del debitore abbia per oggetto denaro, gli effetti della mora del creditore - compreso fra questi l'obbligo del risarcimento dei danni - si verificano dal giorno dell'offerta, che, a seconda dei casi, deve essere...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5518 del 18 marzo 2004
«Il lavoratore che, ottenuta una pronunzia di conversione in un unico rapporto di lavoro a tempo indeterminato di una pluralità di rapporti di lavoro a termine, contrastanti con le previsioni della legge 18 aprile 1962 n. 230, non venga riammesso...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9202 del 30 agosto 1995
«Nelle obbligazioni che hanno ad oggetto la prestazione di una somma di danaro l'offerta reale al creditore è inserita in un procedimento le cui fasi sono rappresentate dalla verbalizzazione dell'offerta, compiuta da un pubblico ufficiale a ciò...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15395 del 28 giugno 2010
«La sentenza che subordina la condanna al pagamento di una somma di denaro all'adempimento dell'obbligo di consegna o di restituzione di una cosa determinata acquista efficacia di titolo esecutivo solo dopo l'effettiva restituzione o il deposito...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4281 del 14 aprile 1995
«In tema di offerta reale l'art. 1210 c.c. richiede il passaggio in giudicato della sentenza di accertamento della validità dell'offerta e del deposito della somma rifiutata dal debitore solo per il prodursi degli effetti estintivi...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4818 del 17 maggio 1994
«La sentenza che subordina la condanna di pagamento ad una somma di denaro all'adempimento dell'obbligo di restituzione di una cosa determinata acquista efficacia di titolo esecutivo solo dopo l'effettiva restituzione o il deposito della cosa, ai...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 1337 del 20 gennaio 2011
«In tema di riconsegna dell'immobile locato, mentre l'adozione della complessa procedura di cui agli artt. 1216 e 1209, secondo comma, c.c., costituita dall'intimazione al creditore di ricevere la cosa nelle forme stabilite per gli atti giudiziari,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7524 del 27 marzo 2009
«In presenza di situazioni di permanenza giuridica del rapporto di lavoro, privo tuttavia di funzionalità di fatto, l'onere del lavoratore di offrire la prestazione presuppone necessariamente che non sia configurabile "mora credendi" del datore di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 20316 del 23 luglio 2008
«Al dipendente che sospenda volontariamente l'esecuzione della prestazione lavorativa, finché non provveda a mettere nuovamente a disposizione la stessa, anche se per facta concludentia e senza ricorrere a specifici requisiti formali,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 20858 del 27 ottobre 2005
«Nel caso di trasformazione in unico rapporto di lavoro a tempo indeterminato di più contratti a termine succedutisi tra le stesse parti, per effetto dell'illegittimità dell'apposizione dei termini, o comunque dell'elusione delle disposizioni...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15827 del 22 ottobre 2003
«L'estromissione di un lavoratore dall'organizzazione aziendale per scadenza di un termine illegittimamente apposto al contratto di lavoro non è da equiparare al licenziamento ingiustificato e non configura una fattispecie di recesso, e l'azione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 866 del 2 febbraio 1999
«La dichiarazione (ai sensi della legge n. 230 del 1962) d'illegittimità del termine, apposto ad un contratto di lavoro, con conversione ex lege del rapporto in rapporto a tempo indeterminato, comporta la persistenza, dopo la scadenza di quel...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5482 del 18 maggio 1995
«L'offerta della prestazione lavorativa ai fini della costituzione in mora del datore di lavoro, ai sensi dell'art. 1217 c.c., spiega effetto per l'ulteriore corso del rapporto di lavoro, senza che vi sia la necessità di reiterarla ad intervalli...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 670 del 24 gennaio 1991
«Nell'ipotesi in cui si configuri, per la violazione delle cosiddette «clausole di rientro» contenute in accordi sindacali aziendali in tema di ricorso alla cassa integrazione guadagni, il diritto dei lavoratori al risarcimento del danno per la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9714 del 3 maggio 2011
«In tema di obbligazioni, lo stato soggettivo di buona fede non è idoneo, di per sé, ad escludere l'imputabilità dell'inadempimento, incombendo sul debitore, a tal fine, l'onere di provare che l'inadempimento (o il ritardo nell'adempimento) siano...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3858 del 27 giugno 1985
«La responsabilità risarcitoria del debitore, a norma dell'art. 1218 c.c., per i danni derivanti dal ritardo nell'esecuzione della prestazione dovuta, se non viene meno per il solo fatto che il creditore abbia accettato senza riserve l'adempimento...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3979 del 3 luglio 1982
«In tema di inadempimento delle obbligazioni, se è vero che, a norma dell'art. 1218 c.c., la colpa del contraente inadempiente si presume, ove non sia provata l'impossibilità dell'adempimento della prestazione per causa a lui non imputabile,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3900 del 7 settembre 1977
«Con riguardo ad obbligazione sottoposta a termine, l'inadempimento può sussistere anche prima del decorso del termine medesimo, ove il comportamento del debitore lasci sicuramente desumere, o comunque fondatamente presagire, la mancata esecuzione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4044 del 28 aprile 1994
«Il semplice, ancorché prolungato, silenzio del mandante non comporta l'estinzione del mandato, né la revoca tacita dello stesso a norma dell'art. 1724 c.c., comportando bensì, per l'incertezza circa la prosecuzione o non del mandato, il dovere del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2439 del 18 giugno 1976
«Esercitata dal professionista l'attività in relazione al caso concreto prospettatogli, e cosa eseguita la prestazione cui il professionista si era obbligato con la conclusione del contratto d'opera professionale, incombe al cliente, il quale...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16394 del 13 luglio 2010
«Il medico è tenuto al risarcimento del danno lamentato dal paziente non ogni qual volta si sia discostato dalle regole della buona pratica clinica od abbia omesso di informare adeguatamente il paziente stesso, ma soltanto allorché la violazione di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1538 del 26 gennaio 2010
«In tema di responsabilità professionale del medico, le omissioni nella tenuta della cartella clinica al medesimo imputabili rilevano sia ai fini della figura sintomatica dell'inesatto adempimento, per difetto di diligenza, in relazione alla...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 20806 del 29 settembre 2009
«In caso di prestazione professionale medico-chirurgica di "routine", spetta al professionista superare la presunzione che le complicanze siano state determinate da omessa o insufficiente diligenza professionale o da imperizia, dimostrando che...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 975 del 16 gennaio 2009
«In tema di responsabilità civile nell'attività medico-chirurgica, ove sia dedotta una responsabilità contrattuale della struttura sanitaria e/o del medico per l'inesatto adempimento della prestazione sanitaria, il danneggiato deve fornire la prova...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19133 del 23 settembre 2004
«In tema di responsabilità contrattuale del professionista medico, l'errore o l'omissione di diagnosi integrano di per sé l'inadempimento del professionista e, anche in presenza di un quadro clinico complesso per la gravità della patologia e le...»