-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1679 del 8 febbraio 1990
«Nel giudizio di comparazione fra circostanze attenuanti ed aggravanti, ex art. 69 c.p., il giudice non è tenuto a specificare le ragioni che lo hanno indotto a dichiarare l'equivalenza piuttosto che la prevalenza, a meno che non vi sia stata...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5913 del 23 aprile 1990
«Ai fini della comparazione delle circostanze, nel sistema penale vigente, il criterio generale che deve essere osservato dal giudice, è quello risultante dallo schema dell'art. 133 c.p.; dal coordinamento di detta norma con quello dell'art. 69...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9995 del 10 luglio 1990
«Qualora il giudizio conclusivo di comparazione fra le circostanze aggravanti e quelle attenuanti sia di prevalenza, il giudice non è tenuto ad applicare nel massimo l'aumento stabilito per le prime o la riduzione della pena consentita per le...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5161 del 9 maggio 1991
«Le attenuanti generiche, negate dal primo giudice, non impongono al giudice d'appello, che le concede, di diminuire la pena precedentemente inflitta quando, nel procedere al giudizio di comparazione imposto dal concorso di circostanze di segno...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7847 del 24 luglio 1991
«...esclusioni oggettive dal beneficio (art. 8, n. 36 D.P.R. 16 dicembre 1986, n. 865). Né rileva il risultato del giudizio di comparazione effettuato tra le circostanze accidentali della fattispecie, dovendosi avere riguardo unicamente al nomen...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8072 del 17 luglio 1992
«Il giudice di merito non può negare le attenuanti generiche solo perché, indipendentemente dalla loro applicazione, considera adeguata la pena, ma deve prima stabilire se le attenuanti generiche devono essere applicate, poi, quando occorre,...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9398 del 4 settembre 1992
«Ai fini del giudizio di comparazione delle circostanze attenuanti ed aggravanti, il giudice di merito non è tenuto a prendere in considerazione tutti gli elementi prospettati dalle parti, essendo sufficiente, invece, che egli dia rilievo a quelli...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7010 del 14 luglio 1993
«Il quinto comma dell'art. 597 c.p.p. (cognizione del giudice di appello) prevede interventi ope iudicis in ordine a benefici, a concessione di attenuanti nonché a giudizi di comparazione di circostanze: anche in assenza di richiesta di attenuante...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2285 del 24 febbraio 1994
«Ne consegue che, per quanto attiene in particolare il giudizio di bilanciamento delle circostanze, il medesimo può dirsi adeguatamente motivato anche quando, in assenza di elementi macroscopicamente rivelatori di inadeguatezza, il giudice si...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8788 del 30 settembre 1996
«Il giudizio di comparazione tra circostanze di diverso segno regolato all'art. 69 c.p. è imposto dalla necessità di una valutazione complessiva del fatto delittuoso, tale che, fermo il principio di proporzione tra pena e reato, consenta nel...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2094 del 6 marzo 1997
«Allorquando si ometta il dovuto giudizio di comparazione tra circostanze aggravanti ed attenuanti, di qualunque specie, ma venga tuttavia apportata, sulla pena prevista per la fattispecie autonomamente aggravata, una diminuzione per effetto delle...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4322 del 10 maggio 1997
«Nel caso di reato continuato, ai fini della determinazione della pena base, la violazione più grave deve essere individuata con riferimento alla pena da infliggere in concreto per ciascuna di esse, dopo la valutazione di ogni singola circostanza e...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3148 del 12 marzo 1998
«Sussiste il vizio di mancata ammissione di prova decisiva di cui all'art. 606 comma primo lett. d) c.p.p., allorquando l'elemento probatorio pretermesso di per sè abbia un contenuto tale da risolvere il thema decidendum; al riguardo, non può...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7530 del 26 giugno 1998
«In materia di valutazione del concorso di circostanze attenuanti e aggravanti, il potere discrezionale di cui all'art. 69 c.p. è illegittimo se fondato su un elemento di giudizio che prenda in considerazione il comportamento difensivo o...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9250 del 11 agosto 1998
«.... Ciò si giustifica con la esigenza di evitare una reformatio in peius del precedente giudizio di comparazione: una reformatio in peius certamente configurabile se il giudizio di equivalenza fosse ribadito nonostante l'esclusione di una...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7200 del 8 giugno 1999
«La diminuente per il rito abbreviato ex art. 442 c.p.p., assolvendo funzione premiale in relazione al rito alternativo prescelto, ha natura processuale e dunque disomogenea rispetto a quella sostanziale che deve caratterizzare le circostanze ex...»
-
Cassazione penale, Sez. III, ordinanza n. 369 del 5 giugno 2000
«Le attenuanti generiche previste dall'art. 62 bis c.p. sono state introdotte con la funzione di mitigare la rigidità dell'originario sistema di calcolo della pena nell'ipotesi di concorso di circostanze di specie diversa, e tale funzione, ridotta...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9387 del 2 settembre 2000
«In tema di circostanze del reato, con riferimento alla globalità del giudizio di comparazione tra circostanze attenuanti ed aggravanti, previsto dall'articolo 69 c.p., tale giudizio può ritenersi adeguatamente motivato se il giudice pone in...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 41481 del 16 novembre 2005
«Ai fini della determinazione della pena per il delitto tentato nel caso di concorso di circostanze anche ad effetto speciale, deve farsi riferimento alla pena base per il reato consumato e aggravato, qualora il giudizio di comparazione si sia...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 34193 del 12 ottobre 2006
«La circostanza attenuante speciale della dissociazione attuosa, prevista per i delitti di cui all'articolo 416 bis c.p. e per quelli commessi avvalendosi delle condizioni previste dal predetto articolo ovvero al fine di agevolare l'attività delle...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 47144 del 20 dicembre 2007
«In tema di continuazione, la violazione più grave va individuata, in astratto, in base alla pena edittale ma con riguardo al reato ritenuto in concreto per rapporto alle singole circostanze in cui la fattispecie si è manifestata e dell'eventuale...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2095 del 15 gennaio 2008
«Ne consegue che, una volta ritenuta l'unicità del disegno criminoso tra fatti commessi tutti in data anteriore all'entrata in vigore dell'art. 5 della legge 5 dicembre 2005 n. 251 (modifiche al c.p. in materia di attenuanti generiche, di recidiva,...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 41964 del 30 ottobre 2009
«L'esclusione della prescrizione dei delitti per i quali la legge prevede la pena dell'ergastolo, quantunque oggetto di formalizzazione con L. 5 dicembre 2005 n. 251 (modifiche al c.p. e alla L. 26 luglio 1975 n. 354, in materia di attenuanti...»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 25939 del 13 giugno 2013
«In tema di reato continuato, la violazione più grave va individuata in astratto in base alla pena edittale prevista per il reato ritenuto dal giudice in rapporto alle singole circostanze in cui la fattispecie si è manifestata e all'eventuale...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1845 del 17 gennaio 2014
«L'ipotesi del fatto di particolare tenuità, prevista dall'art. 648, comma secondo c.p., non costituisce una figura autonoma di reato, ma una circostanza attenuante della ricettazione e, come tale, deve essere inclusa nel giudizio di comparazione...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 44555 del 4 novembre 2015
«In tema di circostanze del reato, la ritenuta prevalenza delle circostanze attenuanti sulle aggravanti all'esito del giudizio di comparazione, influendo solo sulla determinazione della pena e non anche sulla connotazione giuridica della condotta...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6828 del 17 febbraio 2015
«In tema di continuazione tra reati diversi, l'individuazione del reato ritenuto in concreto più grave incontra un limite invalicabile costituito dal fatto che la pena prescelta non può mai essere inferiore a quella irrogabile per un reato...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 47519 del 18 ottobre 2018
«In tema di furto in abitazione, qualora più circostanze aggravanti ed attenuanti,soggette a giudizio di comparazione, concorrano con la circostanza aggravante ad effetto speciale di cui agli art. 624-bis, terzo comma e 625 cod. pen. (esclusa dal...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 35617 del 24 gennaio 2019
«Ai fini della determinazione della pena per il delitto tentato nel caso di concorso di circostanze anche ad effetto speciale, deve farsi riferimento alla pena-base per il reato consumato e aggravato, qualora il giudizio di comparazione si sia...»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 20808 del 15 maggio 2019
«In tema di recidiva, la valorizzazione da parte del giudice dei precedenti penali dell'imputato ai fini del diniego delle circostanze attenuanti generiche non implica il riconoscimento della recidiva contestata in assenza di aumento della pena a...»