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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8855 del 2 ottobre 1996
«In tema di violenza sessuale, la diminuente secondo cui «nei casi di minore gravità la pena è diminuita in misura non eccedente i due terzi», benché collocata nell'art. 609 bis c.p. (introdotto dall'art. 3 legge 15 febbraio 1996, n. 66: norme...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12277 del 28 ottobre 1999
«L'art. 18 della legge 25 giugno 1999, n. 205 ha abrogato la norma che prevedeva il delitto di oltraggio ma non ha fatto venir meno la rilevanza penale dei fatti-reato sussunti nella fattispecie di oltraggio: non può quindi trovare applicazione il...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7922 del 6 ottobre 1983
«Qualora sia stata contestata la truffa aggravata a nulla rileva, ai fini della procedibilità a querela di parte ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 640 c.p., che sia stata ritenuta in sentenza l'equivalenza tra l'aggravante contestata e le...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5838 del 22 maggio 1995
«Ai fini dell'integrazione del reato di estorsione è indifferente che l'agente abbia effettivamente la possibilità di attuare il male minacciato, ma è invece necessario che la minaccia si presenti, nella sua rappresentazione, come certa e...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4429 del 30 gennaio 2014
«È inutilizzabile l'intercettazione delle dichiarazioni indotte in una persona dall'adozione di metodi o tecniche idonei a influire sulla sua capacità di autodeterminazione, posto che il divieto dell'art. 188, primo comma, c.p.p. investe l'oggetto...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 20148 del 5 maggio 2003
«In tema di usura è manifestamente infondata l'eccezione di incostituzionalità del combinato disposto degli artt. 644, terzo comma, c.p. e 2 della legge 7 marzo 1996, n. 108 per contrasto con l'art. 25 Cost., sotto il profilo che le predette norme,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 26460 del 18 giugno 2013
«La necessità di rideterminare la pena per la sopravvenienza di nuovo titolo definitivo di detenzione - che si assuma in continuazione con fatti già oggetto di precedente provvedimento del giudice dell'esecuzione emesso a norma dell'art. 671 c.p.p....»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 16208 del 14 aprile 2014
«Non può trovare applicazione la legge penale modificativa più favorevole entrata in vigore dopo la sentenza della Corte di cassazione che dispone l'annullamento con rinvio ai soli fini della determinazione della pena, ma prima della definizione di...»
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Cassazione penale, Sez. VII, sentenza n. 18693 del 5 maggio 2014
«Nel giudizio di cassazione è rilevabile di ufficio, anche in caso di inammissibilità del ricorso, la nullità sopravvenuta della sentenza impugnata nel punto relativo al trattamento sanzionatorio in conseguenza della dichiarazione di illegittimità...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 420 del 19 gennaio 1982
«Il delitto di rivelazione dei segreti di ufficio si risolve in una fattispecie plurisoggettiva anomala, essendo la condotta incriminata legata a chi riceve la notizia e alla previsione della punizione nei confronti del solo autore della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2587 del 27 febbraio 1998
«Diversamente operando, si finirebbe inevitabilmente per conferire rilievo penale ad atti di volizione interna che possono essere valutati soltanto ai fini dell'esistenza dell'elemento psicologico, ma non anche ai fini della ravvisabilità...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3790 del 27 ottobre 1994
«La concessione del rinvio dell'esecuzione della pena con la contestuale arbitraria imposizione al condannato di obblighi tali da far configurare il periodo di differimento come un vero e proprio regime di sostanziale detenzione domiciliare...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1742 del 1 settembre 1999
«D'altronde, la sottoscrizione del predetto verbale anche da parte dell'ausiliario che assiste il giudice, è volta a garantire — con profili di responsabilità penale per un eventuale falso ideologico — la corrispondenza tra quanto attestato e...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2349 del 19 maggio 2000
«L'annullamento dell'ordine di carcerazione da parte del giudice dell'esecuzione non può trovare giustificazione nella circostanza che la pena, rideterminata a seguito della ritenuta continuazione a norma dell'art. 671 c.p.p., sia stata ridotta nei...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 40548 del 20 ottobre 2009
«Il pubblico ministero, nell'emettere l'ordine di esecuzione per pena detentiva e ai fini della determinazione della pena ancora da espiare, deve tenere conto del beneficio dell'indulto, anche se non ancora concesso dal giudice dell'esecuzione.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13583 del 27 marzo 2009
«Ai fini della determinazione della pena detentiva da espiare va computata, ai sensi dell'art. 657 c.p.p., la custodia cautelare anche se subita nel corso del procedimento relativo ad altro reato, il quale si sia concluso con sentenza di condanna a...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 31416 del 25 luglio 2008
«Nella determinazione della pena detentiva da eseguire, occorre computare il periodo di custodia cautelare subìto per altro reato, anche nel caso in cui, per detto periodo, il condannato abbia ottenuto l'equa riparazione per ingiusta detenzione....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 26343 del 27 giugno 2001
«In tema di esecuzione, è inammissibile la richiesta di detrazione della pena espiata all'estero per il medesimo fatto che sia stata proposta direttamente al giudice dell'esecuzione e non al pubblico ministero, organo funzionalmente competente a...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1436 del 6 aprile 1998
«In tema di fungibilità delle pene, ai sensi dell'art. 657, comma quarto, c.p.p., ai fini della determinazione della pena detentiva da eseguire, si possono computare la custodia cautelare subita o le pene espiate «senza titolo» (ovvero quando il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3378 del 10 giugno 1997
«Attesa la inscindibilità fra provvedimento di conversione della pena pecuniaria per insolvibilità del condannato e provvedimento di determinazione delle modalità di esecuzione delle pene conseguenti alla conversione, di cui all'art. 107 della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3748 del 2 novembre 1993
«Nel caso di cumulo di pene detentive temporanee con la pena dell'ergastolo, la decorrenza di quest'ultima è sempre quella della data di inizio della carcerazione per il reato per il quale è stato inflitto l'ergastolo, e ciò sia che l'ergastolo sia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3397 del 13 giugno 2000
«Mentre nella determinazione della pena da eseguire va computato il periodo di applicazione provvisoria di una misura di sicurezza detentiva, solo se questa non sia stata, poi, applicata definitivamente, la custodia cautelare sofferta in costanza...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1680 del 9 giugno 2000
«Il principio sancito dall'art. 657, comma 4, per il quale sono computate soltanto la custodia cautelare o le pene “sine titulo” espiate dopo la commissione del reato per il quale deve essere determinata la pena da eseguire, trova applicazione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5097 del 8 novembre 1999
«L'intervento di una causa estintiva del reato o della pena (nella specie, la causa era costituita dall'avvenuta espiazione) non fa venir meno l'interesse del condannato al riconoscimento della continuazione in sede esecutiva. Ciò non solo al fine...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1490 del 17 giugno 1994
«La rideterminazione della pena da parte del giudice dell'esecuzione è prevista, a norma dell'art. 671 c.p.p., soltanto per la disciplina del concorso formale o della continuazione. Non può farsi ricorso a tale norma per il caso di successioni di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3090 del 26 giugno 1997
«Qualora il giudice dell'esecuzione applichi ai fatti di reato oggetto di diverse sentenze di condanna l'istituto della continuazione, e sempre che la stessa non sia stata esplicitamente esclusa nei provvedimenti di cognizione, la possibilità di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6602 del 31 gennaio 1997
«In tema di applicazione della continuazione in sede esecutiva, trattandosi di istituto ispirato al favor rei, detta applicazione deve, di regola, comportare una diminuzione della pena complessiva, per cui, ove si ritenga invece che ricorrano...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5959 del 13 febbraio 2002
«Nel procedimento di esecuzione, quando riconosca il vincolo della continuazione tra reati considerati in più sentenze o decreti di condanna, il giudice è soggetto nella determinazione della pena al limite indicato nell'art. 671, comma secondo,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5637 del 12 febbraio 2002
«Nel procedimento di esecuzione, quando riconosca il vincolo della continuazione tra reati considerati in più sentenze o decreti di condanna, il giudice è soggetto nella determinazione della pena al limite indicato nell'art. 671, comma secondo,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4093 del 21 settembre 1995
«Allorché il giudice di cognizione non abbia provveduto alla individuazione del reato più grave tra quelli unificati per continuazione, il giudice dell'esecuzione ha il potere-dovere di individuare la violazione più grave per ogni finalità inerente...»