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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19697 del 11 settembre 2009
«In tema di fallimento, qualora sia applicabile la disciplina c.d. intermedia prevista dal D.L.vo n. 5 del 2006 per le procedure apertesi nel periodo compreso tra il 16 luglio 2006 ed il 1° gennaio 2008 (data di entrata in vigore delle ulteriori...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14471 del 9 luglio 2005
«Ne consegue che é riservato al tribunale fallimentare, investito del reclamo avverso il decreto del giudice delegato di approvazione ed esecutività del piano di riparto, il compito di interpretare, in correlazione a detto provvedimento, il...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 4126 del 15 marzo 2012
«In tema di fallimento, alla legittimazione del concessionario a far valere il credito tributario nell'ambito della procedura fallimentare deve essere attribuita una valenza esclusivamente processuale, nel senso che il potere rappresentativo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13027 del 14 luglio 2004
«Ed essendo l'amministrazione finanziaria autorizzata (a norma dell'art. 60, sesto comma, del D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633) ad emettere sulla base della dichiarazione IVA avviso di pagamento delle somme dovute in base alla dichiarazione...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 2255 del 9 aprile 1984
«Quando la domanda di ammissione del credito al passivo fallimentare, con il riconoscimento della prelazione ipotecaria sugli immobili, venga accolta con formula generica, senza alcuna specifica indicazione dei beni oggetto della garanzia medesima,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9289 del 19 aprile 2010
«Pertanto, il fallimento che agisca in revocatoria relativamente a pagamenti eseguiti nel corso dell'amministrazione controllata, è tenuto, al fine di escludere la prededucibilità dei crediti cui si riferiscono i pagamenti, a fornire la prova...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 17029 del 10 aprile 2003
«La declaratoria di inammissibilità di istanza di affidamento in prova al servizio sociale adottata de plano dal Presidente del tribunale di sorveglianza sul rilievo che l'entità della pena residua da espiare è superiore al limite massimo previsto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3521 del 24 marzo 2000
«In tema di concordato preventivo, nel procedimento di reclamo promosso dal debitore concordatario avverso il provvedimento del giudice delegato dichiarativo del mancato conseguimento delle maggioranze richieste, ex art. 177 l. fall., per...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16709 del 24 agosto 2004
«...5 della stessa legge, differenziandosi la procedura concorsuale minore soltanto per l'elemento prognostico, ossia per la previsione della possibilità di risolvere la crisi finanziaria dell'impresa nel periodo massimo indicato dall'art. 187 cit.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4350 del 9 maggio 1996
«In tema di amministrazione controllata, l'art. 189, comma 3, L. fall., ai fini delle maggioranze previste per l'approvazione della proposta di ammissione alla procedura, esclude dal calcolo della totalità dei creditori aventi diritto al voto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11082 del 28 settembre 1999
«Il giudice d'appello ha l'obbligo di disporre la rinnovazione del dibattimento solo quando la richiesta della parte sia riconducibile alla violazione del diritto alla prova, non esercitato non per inerzia colpevole, ma per forza maggiore o per la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11948 del 25 novembre 1998
«In tema di impugnazione di crediti ex art. 100 della legge fallimentare, il principio secondo il quale non spetta al creditore già ammesso l'assunzione di un ruolo di iniziativa nel giudizio di impugnazione, onde fornire nuovamente la prova del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4310 del 19 marzo 2012
«Ai fini dell'ammissibilità della domanda tardiva di ammissione del credito ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 101 legge fall. (cd. supertardiva), il mancato avviso al creditore da parte del curatore del fallimento, previsto dall'art. 92 legge...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4043 del 19 marzo 2003
«...inibizione della prova orale del diritto altrui su quei beni e conseguente obbligo, per il rivendicante, di fornire prova documentale del proprio assunto mercè la produzione di un atto recante data certa anteriore all'apertura del fallimento.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 25825 del 10 dicembre 2009
«La disciplina di cui all'art. 320 c.p.c. non comporta alcuna deroga al principio della revocabilità di tutte le ordinanze - salvo quelle espressamente dichiarate non revocabili - da parte del giudice che le ha emesse; ne consegue che l'ordinanza...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 8203 del 20 aprile 2005
«Nel rito ordinario, con riguardo alla produzione di nuovi documenti in grado di appello, l'art. 345, terzo comma, c.p.c. va interpretato nel senso che esso fissa sul piano generale il principio della inammissibilità di mezzi di prova «nuovi» — la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10487 del 1 giugno 2004
«In relazione all'ammissibilità di nuove prove in appello, ex art. 345 c.p.c., qualora la parte dimostri di non aver potuto proporre la prova in primo grado per causa non imputabile, potrà ottenerne l'ammissione a prescindere dal requisito...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 17439 del 31 luglio 2006
«La richiesta di ammissione di nuove prove in appello, ex art. 345 c.p.c., è sottoposta al vaglio del giudice di merito, che le ammetterà solo ove indispensabili ai fini del decidere; il potere di apprezzamento di tale necessario presupposto di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1719 del 7 febbraio 2001
«Il requisito della novità a cui è condizionata, a norma dell'art. 345, comma secondo, c.p.c. (nel testo anteriore alla legge 26 novembre 1990, n. 353), l'ammissione dei mezzi di prova in appello, non osta a che la prova testimoniale, dichiarata...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5003 del 28 aprile 1993
«Il requisito della novità cui è condizionata, a norma dell'art. 345 comma secondo c.p.c., l'ammissione dei mezzi di prova in appello, non osta acché la prova testimoniale dichiarata inammissibile per genericità nel giudizio di primo grado possa...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 21124 del 2 ottobre 2009
«Nel rito del lavoro, l'omessa indicazione, nell'atto introduttivo del giudizio di primo grado, ovvero nella memoria difensiva del convenuto, dei documenti, e l'omesso deposito degli stessi contestualmente a tali atti, determinano la decadenza del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2577 del 2 febbraio 2009
«Nel rito del lavoro, l'omessa indicazione, nell'atto introduttivo del giudizio di primo grado, dei documenti, e l'omesso deposito degli stessi contestualmente a tale atto, determinano la decadenza del diritto alla produzione dei documenti stessi,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14696 del 25 giugno 2007
«Nel rito del lavoro, in base al combinato disposto degli artt. 416, terzo comma, c.p.c., che stabilisce che il convenuto deve indicare a pena di decadenza i mezzi di prova dei quali intende avvalersi, ed in particolar modo i documenti, che deve...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 262 del 13 gennaio 1997
«Nel rito del lavoro, qualora la parte abbia, con l'atto introduttivo del giudizio, proposto capitoli di prova testimoniale, specificamente indicando di volersi avvalere del relativo mezzo in ordine alle circostanze di fatto ivi allegate, ma...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 18924 del 5 novembre 2012
«Ne consegue che, essendo la "prova nuova" disposta d'ufficio funzionale al solo indispensabile approfondimento degli elementi già obbiettivamente presenti nel processo, non si pone una questione di preclusione o decadenza processale a carico della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11002 del 19 agosto 2000
«L'esercizio dei poteri istruttori d'ufficio da parte del giudice del lavoro non può essere diretto a sminuire l'efficacia e la portata di un'attività istruttoria già ritualmente espletata, specialmente nei casi in cui — come avviene per la prova...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6769 del 10 luglio 1998
«Tale correlazione comporta che per l'eventuale valutabilità del rifiuto di esibizione di documenti come ammissione del fatto è necessario che vi siano elementi di prova concorrenti. (Nella specie la S.C. ha confermato la sentenza di merito che...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3537 del 24 marzo 1993
«Nel rito del lavoro, il potere del giudice di disporre d'ufficio mezzi istruttori — mentre può essere esercitato, in presenza di significativi dati d'indagine e per superare l'incertezza sui fatti costitutivi dei diritti in contestazione, anche se...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3650 del 17 giugno 1985
«Nel nuovo rito del lavoro — applicabile alle controversie locatizie in virtù dell'espresso richiamo operato dall'art. 46 della legge n. 392 del 1978 — la consulenza tecnica non costituisce un mezzo di prova che l'attore ha l'onere di indicare...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2554 del 29 marzo 1990
«Il lavoratore che deduce l'insufficienza della retribuzione corrispostagli dal datore di lavoro deve provarne l'entità, mentre è compito del giudice stabilirne l'eventuale insufficienza, accertando la conformità di essa ai criteri indicati...»