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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8829 del 5 marzo 2010
«In tema di reati fallimentari, è applicabile la circostanza aggravante comune della pluralità di fatti di bancarotta di cui all'art. 219, comma secondo, n. 1 l. fall. all'ipotesi della bancarotta fraudolenta impropria, sia alla previsione di cui...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 24468 del 12 giugno 2009
«In caso di abrogazione di una norma incriminatrice, per accertare se le tipologie di fatti in essa comprese siano riconducibili ad altra disposizione generale preesistente, è necessario procedere al confronto strutturale tra le due fattispecie...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4618 del 9 gennaio 1998
«In caso di sospensione dei termini di durata massima della custodia cautelare ex art. 304, comma secondo, c.p.p., non può farsi luogo al riconoscimento di posizioni individuali differenziate tra imputati, sempreché si tratti di soggetti cui sia...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11973 del 22 maggio 2006
«Nel procedimento dinanzi al giudice di pace, l'art. 320 terzo comma c.p.c., stabilendo la possibilità di fissare un'udienza successiva per ulteriori produzioni e mezzi di prova quando ciò sia reso necessario dalle attività svolte dalle parti in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7827 del 19 maggio 2003
«In tema di condominio, il principio della «rappresentanza reciproca», in forza del quale ciascun condomino può agire, anche in sede di impugnazione, a tutela dei diritti comuni nei confronti dei terzi, in quanto l'interesse per il quale agisce è...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13265 del 16 dicembre 1992
«Il chiamato in causa per garanzia impropria non è legittimato ad impugnare le statuizioni sfavorevoli al chiamante, aventi per oggetto il rapporto principale, in mancanza di impugnazione della parte rimasta soccombente nell'ambito di tale...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5836 del 23 novembre 1985
«Qualora l'impugnazione sia stata proposta da uno soltanto dei coobbligati soccombenti a tutela di propri interessi, l'esercizio del potere di impugnazione non può essere riferito anche agli altri suoi litisconsorti in primo grado, che, notificati...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3349 del 7 aprile 1999
«...della occupazione, ciò che aveva dato luogo alla eccezione, in appello, da parte del Comune soccombente, di prescrizione del diritto fatto valere, accolta dalla corte d'appello proprio sul presupposto del difetto di appello incidentale sul punto).»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24902 del 10 ottobre 2008
«La parte parzialmente soccombente può proporre appello incidentale tardivo, ai sensi dell'art. 334 c.p.c., anche in riferimento ai capi della sentenza di merito non oggetto di gravame con l'impugnazione principale, a condizione che si tratti di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5215 del 7 aprile 2001
«L'appello incidentale tardivo, se nella sua portata oggettiva può investire anche capi della sentenza diversi da quelli impugnati in via principale, non può tuttavia introdurre nel giudizio, sotto il profilo soggettivo, anche parti diverse da...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9497 del 19 luglio 2000
«La parte chiamata direttamente a contraddire rispetto all'impugnazione principale può proporre impugnazione incidentale tardiva nei confronti di una parte del giudizio di primo grado diversa dall'appellante principale solo a condizione che a quel...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 9478 del 11 giugno 2012
«impugnata - trova applicazione allorché gli effetti dichiarativi o costitutivi della sentenza invocata siano pregiudiziali all'oggetto del processo nel quale si fanno valere, e presuppone, pertanto, la necessità di due decisioni: una nella...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 28739 del 3 dicembre 2008
«...del Comune, e la Corte di appello aveva riformato anche la statuizione che ne aveva escluso la titolarità passiva in capo all'Assessorato regionale, solo perchè il proprietario aveva insistito nella condanna di entrambi gli enti pubblici).»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7327 del 2 giugno 2000
«...altra persona (non identificata neppure nell'intestazione dell'atto) «per» il sindaco, poiché, mancando la sottoscrizione dell'organo dell'ente locale e la delega al sottoscrittore per conferire la procura, il gravame non è riferibile al Comune.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1905 del 27 gennaio 2009
«...un ricorso in cassazione in quanto la procura era stata rilasciata da un Comune "per tutti i possibili futuri giudizi concernenti le opposizioni alle sanzioni amministrative in materia di violazione del codice della strada irrogate dal Comune").»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 11531 del 19 maggio 2009
«Ai fini dell'ammissibilità del ricorso per cassazione proposto da un Comune, sotto il profilo della sussistenza della procura speciale in capo al difensore iscritto nell'apposito albo, è essenziale che la procura sia stata rilasciata dal soggetto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8320 del 3 maggio 2004
«Nel ricorso per Cassazione proposto da un Comune, l'illeggibilità della sottoscrizione della procura alle liti e la mancata indicazione nel ricorso del nome del sindaco che l'ha conferita non comporta la nullità della procura (e l'inammissibilità...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12435 del 20 settembre 2000
«L'omessa menzione, nel ricorso per cassazione proposto dal Sindaco di un Comune, della delibera della Giunta di autorizzazione a costituirsi non è causa di nullità dello stesso né incide sulla regolarità della costituzione dell'organo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13077 del 14 luglio 2004
«Il potere del Sindaco di emanare ordinanze contingibili ed urgenti ai fini di pubblico interesse, previsto dall'art. 153 R.D. 4 febbraio 1915, n. 48, costituisce manifestazione di prerogative statali, delle quali il Sindaco è partecipe nella veste...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7011 del 26 luglio 1997
«...a ricorso incidentale proposto da un Comune, la circostanza che nella relata di notifica dell'ufficiale giudiziario, si attesti, con formula di rito, che essa è effettuata «ad istanza del Sindaco come in epigrafe rappresentato e domiciliato».»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24847 del 24 novembre 2011
«L'interpretazione dell'atto di appello non è censurabile per violazione degli artt. 1362 e ss. c.c., non essendo questi ultimi applicabili all'interpretazione della domanda giudiziale, rispetto alla quale non si pone il problema...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7951 del 31 marzo 2010
«Il vizio di omessa pronuncia da parte del giudice di appello non è configurabile in relazione ad una domanda nuova (nella specie, domanda riconvenzionale proposta, solo in appello, da parte del Comune convenuto nel giudizio di opposizione a...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9042 del 15 aprile 2010
«...dei medesimi fatti, l'attore aveva fondato la domanda contrattuale nei confronti del Comune, chiedendo la restituzione delle somme eccedenti gli importi dallo stesso già versati, a prescindere da qualsiasi rapporto contrattuale con l'Ente locale).»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3460 del 9 marzo 2001
«In sede di gravame possono trovare ingresso (per ragioni di economia processuale, pur in mancanza di una espressa disposizione a riguardo) le pretese restitutorie conseguenti all'auspicata riforma della sentenza di primo grado, al fine di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 309 del 16 gennaio 1996
«L'art. 385, comma 2, c.p.c., secondo cui la Corte di cassazione, se cassa la sentenza impugnata per violazione delle norme sulla competenza, provvede sulle spese di tutti i precedenti giudizi, si riferisce all'ipotesi più comune di accertata...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 21699 del 20 ottobre 2011
«L'azione di restituzione e riduzione in pristino, che venga proposta, a norma dell'art. 389 c.p.c., dalla parte vittoriosa nel giudizio di cassazione, in relazione alle prestazioni eseguite in base alla sentenza d'appello poi annullata, non è...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 2841 del 13 giugno 1989
«L'azione di restituzione o riduzione in ripristino, che venga proposta, a norma dell'art. 389 c.p.c., dalla parte vittoriosa nel giudizio di cassazione, in relazione alle prestazioni eseguite in base alla sentenza d'appello poi annullata, non è...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 871 del 6 febbraio 1985
«L'art. 414 n. 2 c.p.c., nello stabilire che il ricorso deve indicare il domicilio eletto dal ricorrente nel comune in cui ha sede il giudice adito, detta una disposizione che è riferibile alla parte e non al suo procuratore, per il quale continua...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1115 del 14 febbraio 1983
«Anche in tema di controversie soggette al rito del lavoro ove è stabilito l'obbligo della parte di eleggere domicilio nel comune in cui ha sede il giudice adito (art. 414 c.p.c.), la notificazione della sentenza alla parte presso il procuratore...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6204 del 15 marzo 2010
«Le informazioni e osservazioni, che, ai sensi dell'art. 425 c.p.c., possono essere fornite in giudizio dall'associazione sindacale indicata dalla parte, sono inidonee, anche in considerazione del loro carattere unilaterale, ad identificare la...»