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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2657 del 7 marzo 1995
«Il termine di trenta giorni, entro il quale, a norma dell'art. 2287 c.c., il socio escluso dalla società può fare opposizione davanti al tribunale, è disponibile (siccome inserito in una materia altrettanto disponibile, ai sensi dell'art. 2968...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1781 del 9 maggio 1977
«L'opposizione del socio di una società di persone, avverso la delibera di esclusione (art. 2287 c.c.), va proposta nei confronti della società, in persona del legale rappresentante, ovvero, in via equipollente, nei confronti di tutti gli altri...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 13084 del 15 giugno 2011
«Nel giudizio tributario, la responsabilità illimitata e solidale dei soci della società in nome collettivo, di cui all'art. 2291 cod. civ., operante anche nei rapporti tributari, non comporta la diretta estensione ai soci medesimi del giudicato...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8956 del 18 aprile 2006
«Il socio di una società in nome collettivo, che risponde solidalmente ed illimitatamente delle obbligazioni sociali, fondatamente eccepisce il proprio difetto di legittimazione passiva laddove, per il pagamento di debiti della società, venga...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9927 del 24 maggio 2004
«All'ipotesi di mancata prestazione del giuramento decisorio di cui all'art. 239 c.p.c. è legittimamente assimilabile quella dell'aver apportato il deferito modifiche della formula ammessa dal giudice tali da alterarne l'originaria sostanza e...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9558 del 1 ottobre 1997
«Nelle società in nome collettivo, in base al combinato disposto degli artt. 2293, 2266, 2257 c.c., la rappresentanza, sostanziale e processuale, dell'ente spetta, disgiuntamente, a ciascun socio, ed è, pertanto, irrilevante che, in un primo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3399 del 12 aprile 1994
«Il creditore di una società di persone può agire in sede di cognizione direttamente nei confronti dei soci illimitatamente responsabili, senza la necessità di chiamare in giudizio anche la società, non rilevando che l'art. 2304 c.c. preveda il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12114 del 23 maggio 2006
«In tema di legittimazione processuale di una società nella specie, in nome collettivo , alla cancellazione di questa dal registro delle imprese, e comunque al suo scioglimento, non consegue anche la sua estinzione, che è determinata, invece,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13746 del 18 settembre 2003
«In tema di scioglimento di società, l'art. 2310 c.c., richiamato, quanto alle società per azioni, dall'art. 2452, primo comma, del codice medesimo, prevede espressamente che il liquidatore è investito del potere di rappresentare la società, anche...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6597 del 7 luglio 1998
«La cancellazione dal registro delle imprese ha funzione di pubblicità e non produce estinzione della società, la quale rimane in vita fino a quando non siano liquidati i rapporti derivanti dall'attività sociale o a questa connessi. In tale ipotesi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8842 del 1 luglio 2000
«L'atto formale di cancellazione di una società dal registro delle imprese ha funzione di pubblicità, e non ne determina l'estinzione, ove non siano ancora esauriti tutti i rapporti giuridici facenti capo alla società stessa. Ne consegue che, fino...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7972 del 12 giugno 2000
«Alla cancellazione della società dal registro delle imprese ed ai relativi adempimenti previsti dall'art. 2312 c.c. (cui rinvia l'art. 2315 c.c. per le società in accomandita semplice) non consegue anche la sua estinzione, che è determinata,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5958 del 28 maggio 1993
«L'annullamento della deliberazione di esclusione di un socio (nell'ipotesi, accomandatario di una società in accomandita semplice), in esito ad opposizione proposta a norma dell'art. 2287, secondo comma, c.c., opera ex tunc e comporta la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3028 del 12 agosto 1976
«L'art. 2319 c.c., relativo alla revoca degli amministratori della società in accomandita semplice (col consenso dei soci accomandatari e l'approvazione di tanti soci accomandanti che rappresentino la maggioranza del capitale da essi sottoscritto),...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7554 del 6 giugno 2000
«È nulla la clausola dell'atto costitutivo di una società in accomandita semplice, la quale preveda la necessità del consenso scritto di tutti i soci per una determinata serie di atti, in violazione dell'articolo 2320 c.c., che istituisce una...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8174 del 7 aprile 2006
«Al fine di stabilire se un provvedimento abbia natura di sentenza o di ordinanza, è decisiva non già la forma adottata ma il suo contenuto (cosiddetto principio della prevalenza della sostanza sulla forma), di modo che allorquando il giudice,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4236 del 24 aprile 1998
«In tema di società. di capitali, nella ipotesi di sottoscrizione di un aumento del capitale sociale, l'oggetto del conferimento, da parte del socio, non deve, necessariamente, identificarsi in un bene suscettibile di espropriazione forzata, bensì...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 25275 del 29 novembre 2006
«È configurabile una holding di tipo personale allorquando una persona fisica, che sia a capo di più società di capitali in veste di titolare di quote o partecipazioni azionarie, svolga professionalmente, con stabile organizzazione, l'indirizzo,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17696 del 4 agosto 2006
«In tema di «gruppi» di società collegate tra loro in senso economico e dirigenziale (ma non anche sotto il profilo giuridico), la validità di atti compiuti dall'organo amministrativo di una di esse in favore di altra ad essa collegata è...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5123 del 8 maggio 1991
«Il gruppo di imprese non costituisce un soggetto giuridico o comunque un centro di interessi autonomo rispetto alle società collegate e, pertanto, anche ai fini della responsabilità degli amministratori — quando manchi la prova di un accordo fra...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11161 del 17 agosto 2001
«L'art. 2362 c.c. prevede, in caso di insolvenza della società, la responsabilità dell'unico azionista, il quale risponde in via sussidiaria senza subentrare nei rapporti e nei diritti della società, la cui personalità resta distinta ed autonoma....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15950 del 17 luglio 2007
«Non può essere annullata, per conflitto d'interessi, una delibera di società di capitali, di modificazione della denominazione sociale se non risulti, oltre al conseguimento dell'interesse personale del socio che ha esercitato in modo determinante...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11017 del 21 dicembre 1994
«Il conflitto di interessi che, ai sensi dell'art. 2373 c.c., può essere causa di annullamento delle deliberazioni assembleari, è quello che si traduce in una contrapposizione tra l'interesse particolare di un socio (o di un gruppo di soci) e...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5772 del 22 maggio 1991
«La disciplina in tema di assemblee speciali, prevista dall'art. 2376 c.c. con riguardo alle società per azioni, è applicabile anche alle società cooperative a r.l. nel caso in cui siano individuabili differenze categoriali tra gruppi di soci, le...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13360 del 7 giugno 2007
«Il provvedimento di diniego della sospensione della delibera impugnata, emanato nell'ambito del giudizio ex art. 2378 c.c., è destinato ad essere assorbito nella sentenza che definirà il giudizio e, quindi, non essendo né definitivo né...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15721 del 27 luglio 2005
«L'art. 386 c.p.c. — in forza del quale la decisione sulla giurisdizione è determinata dall'oggetto della domanda e, quando prosegue il giudizio, non pregiudica le questioni sulla pertinenza del diritto e sulla proponibilità della domanda — trova...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6834 del 22 luglio 1994
«Con riguardo all'impugnazione della delibera di approvazione del bilancio per sottovalutazione dell'attivo, l'interesse ad agire di un socio (nella specie, di società a responsabilità limitata) può derivare dalla mera possibilità di un danno...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6013 del 10 maggio 2000
«Qualora lo statuto di una società per azioni attribuisca il potere di rappresentare la società in giudizio al presidente e ai consiglieri delegati e non anche al consiglio di amministrazione deve considerarsi invalida la delibera del consiglio di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15942 del 17 luglio 2007
«A fronte dell'attribuzione all'amministratore di compensi sproporzionati o in misura eccedente i limiti della discrezionalità imprenditoriale, è possibile impugnare la delibera dell'assemblea della società di capitali per abuso o eccesso di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 23180 del 27 ottobre 2006
«Per l'esercizio dell'azione di responsabilità nei confronti dell'amministratore di una società di capitali non è sufficiente invocare genericamente il compimento di atti di mala gestio e riservare una più specifica descrizione di tali...»