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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 11779 del 16 dicembre 1997
«Nel caso di lesioni personali seguite da decesso della vittima dell'azione delittuosa, l'eventuale negligenza o imperizia dei medici non elide il nesso di causalità tra la condotta lesiva dell'agente e l'evento morte. La colpa dei medici, infatti,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 41943 del 21 dicembre 2006
«Nel caso di lesioni personali (nella specie, provocate da infortunio sul lavoro) cui sia seguito il decesso della vittima, la colpa dei medici, anche se grave, non può ritenersi causa autonoma ed indipendente — tale da interrompere il nesso...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1214 del 13 gennaio 2006
«Ai fini dell'apprezzamento dell'eventuale interruzione del nesso causale tra la condotta e l'evento (articolo 41, comma secondo, c.p.), il concetto di causa sopravvenuta da sola sufficiente a determinare l'evento non si riferisce solo al caso di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 4107 del 28 gennaio 2009
«Il concorso colposo è configurabile anche rispetto al delitto doloso, sia nel caso in cui la condotta colposa concorra con quella dolosa alla causazione dell'evento secondo lo schema del concorso di cause indipendenti, sia in quello della...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 34620 del 21 agosto 2003
«Nel caso di imprese gestite da società di capitali, gli obblighi concernenti l'igiene e la sicurezza del lavoro gravano su tutti i componenti del consiglio di amministrazione. La delega di gestione in proposito conferita ad uno o più...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8267 del 30 agosto 1993
«Per ritenere l'ipotesi del reato impossibile, l'inidoneità degli atti deve essere assoluta, in rapporto all'evento voluto, con valutazione astratta dell'inefficienza strutturale e strumentale del mezzo, che non deve consentire neppure...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11640 del 4 aprile 2006
«In tema di lesioni colpose, il consenso del paziente ad un trattamento medico — che non si identifica con quello di cui all'art. 50 c.p., ma che costituisce un presupposto per la validità e liceità dell'attività medica — perde di efficacia,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3901 del 31 gennaio 2001
«Il fatto che comportamenti oggettivamente truffaldini (quali, nella specie, la sottoscrizione di fogli di presenza da parte di dipendenti di un'azienda municipalizzata, i quali poi si assentavano arbitrariamente dal servizio), siano posti in...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 594 del 20 gennaio 1989
«In tema di lesioni personali, il consenso dell'avente diritto ha efficacia, come causa giustificatrice, se viene prestato volontariamente nella piena consapevolezza delle conseguenze lesive all'integrità personale, sempre che queste non si...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 24942 del 27 marzo 2001
«In tema di lesioni cagionate nel contesto di una attività sportiva, ricompresa nella categoria degli sports a violenza solo eventuale, non opera la scriminante di cui agli artt. 50 e 51 c.p. e si verte, invece in una ipotesi di superamento del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8999 del 3 ottobre 1997
«I presupposti essenziali della legittima difesa — scriminante ammessa nei confronti di tutti i diritti, personali e patrimoniali — sono costituiti da un'aggressione ingiusta e da una reazione legittima; mentre la prima deve concretarsi in un...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 854 del 10 gennaio 2008
«Perché possa riconoscersi la scriminante dell'uso legittimo delle armi, quale prevista dall'art. 53 c.p., occorre, nell'ordine: che non vi sia altro mezzo possibile; che tra i vari mezzi di coazione venga scelto quello meno lesivo; che l'uso di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 9961 del 22 settembre 2000
«Ai fini dell'operatività della scriminante dell'uso legittimo delle armi (art. 53 c.p.), è irrilevante la distinzione tra resistenza attiva e resistenza passiva, dovendosi invece attribuire rilievo (pur in assenza di espressa previsione), al...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 45425 del 15 dicembre 2005
«I presupposti essenziali della legittima difesa sono costituiti da un'aggressione ingiusta e da una reazione legittima: mentre la prima deve concretarsi nel pericolo attuale di un'offesa che, se non neutralizzata tempestivamente, sfocia nella...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2099 del 3 marzo 1993
«In tema di legittima difesa, l'eccesso colposo si verifica allorché per un errore di valutazione si apprestano o si usano mezzi eccessivi di difesa in rapporto all'entità del pericolo; in tal caso la colpa è, invero, identificabile nella...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12067 del 29 novembre 1991
«In tema di legittima difesa, l'eccesso colposo si verifica allorché per un errore di valutazione della necessità di difendersi, si apprestano o si usano mezzi eccessivi di difesa in rapporto all'entità del pericolo; in tal caso la colpa è, invero,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 576 del 27 marzo 1995
«Nel determinare, ai sensi dell'art. 663 c.p.p., la pena da eseguirsi nel caso di esistenza, a carico del medesimo soggetto, di pene temporanee detentive concorrenti, il giudice dell'esecuzione, in osservanza delle disposizioni di cui agli artt. 78...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7327 del 28 luglio 1982
«Ai fini dell'imputabilità, l'espressione capacità di intendere indica l'idoneità del soggetto a valutare il significato e gli effetti della propria condotta, mentre quella di volere indica l'attitudine dello stesso ad autodeterminarsi in relazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16260 del 7 aprile 2003
«L'imputabilità, quale capacità di intendere e di volere, e la colpevolezza, quale coscienza e volontà del fatto illecito, esprimono concetti diversi ed operano anche su piani diversi, sebbene la prima, quale componente naturalistica della...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 17701 del 18 aprile 2013
«In tema di imputabilità, il sordomutismo non è uno stato necessariamente psicopatologico, ma richiede soltanto che tanto la capacità, quanto l'incapacità nel sordomuto formino oggetto di uno specifico accertamento che deve essere compiuto caso per...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4861 del 21 aprile 1988
«Il grado d'incidenza della malattia sulla capacità d'intendere e di volere deve essere valutato in concreto e non con richiami a classificazioni scientifiche enunciate in astratto, poiché le malattie mentali hanno portata diversa sui singoli...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3327 del 16 marzo 2000
«In materia di concorso di persone nel reato, con riferimento alla circostanza aggravante di cui all'art. 112 n. 1 c.p., deve ritenersi che essa sia configurabile quando le modalità concrete della condotta implichino o, comunque, manifestino di per...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5991 del 23 giugno 1984
«L'aggravante del numero delle persone è applicabile indipendentemente dalla natura della partecipazione — sia morale sia materiale — e della presenza di tutti i concorrenti al momento della consumazione. (Nella specie si era chiesto l'esclusione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2003 del 18 ottobre 1980
«L'aggravante, di cui all'art. 112 n. 1 c.p., non è applicabile ai cosiddetti reati plurisoggettivi necessari, in quanto per la consumazione degli stessi è previsto un numero minimo di persone. (Fattispecie in cui la Suprema Corte ha escluso...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 16978 del 12 aprile 2013
«La cooperazione nel delitto colposo si verifica quando più persone pongono in essere una autonoma condotta, nella reciproca consapevolezza di contribuire con l'azione od omissione altrui alla produzione dell'evento non voluto. (Nella fattispecie...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 5111 del 1 febbraio 2008
«La cooperazione nel delitto colposo si caratterizza esclusivamente come reciproca consapevolezza da parte dei concorrenti della convergenza delle rispettive condotte verso un identico scopo, senza che, ai fini della sua configurabilità, rilevi...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 44623 del 10 marzo 2005
«In tema di cooperazione nel delitto colposo, perché la condotta di ciascun concorrente risulti rilevante ai sensi dell'art. 113 c.p. occorre che essa, singolarmente considerata, violi la regola di cautela, e che tra le condotte medesime esista un...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 28152 del 9 luglio 2008
«La mancata comparizione del querelante nel procedimento davanti al giudice di pace, instaurato a seguito di citazione a giudizio disposta dal PM, ex art. 20 D.L.vo n. 274 del 2000 non integra la remissione tacita di querela, in quanto, in tal...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 4023 del 30 aprile 1981
«Gli effetti dell'estinzione del reato sulle obbligazioni civili da esso derivanti e sull'azione civile esercitata nel processo penale non sono regolati dalle norme sul concorso di cause estintive del reato e della pena (art. 183 c.p.), ma trovano...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 39545 del 22 ottobre 2008
«L'atto terroristico è compatibile - alla luce della normativa internazionale ed in particolare dell'art. 2 della Convenzione di New York del 1999, recepita dalla L. n. 7 del 2003 - con un contesto bellico, considerato che riveste natura...»