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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 440 del 8 marzo 1993
«L'obbligo di verbalizzazione degli atti indicati nell'art. 357 comma secondo c.p.p. non è prescritto a pena di nullità, sicché è da ritenere che qualora la loro documentazione sia avvenuta in altro modo che ne consenta comunque l'individuazione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7605 del 15 luglio 1991
«La redazione del verbale, nelle forme di cui all'art. 373 c.p.p., imposta per numerosi atti, fra cui le «informazioni assunte, a norma dell'art. 351, nel corso delle perquisizioni ovvero sul luogo e nell'immediatezza del fatto», dall'art. 357,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 34022 del 11 ottobre 2006
«L'obbligo di redazione degli atti indicati dall'art. 357 comma secondo, c.p.p., tra i quali rientrano le operazioni e gli accertamenti urgenti, nelle forme previste dall'art. 373 c.p.p., non è previsto a pena di nullità od inutilizzabilità. Per le...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1332 del 11 giugno 1994
«Il divieto di assumere come persona informata sui fatti l'indagato per lo stesso reato o per reato connesso, senza le formalità di cui all'art. 210, commi 2, 3 e 4, c.p.p. presuppone che chi deve rendere la deposizione abbia acquisito la qualità...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 215 del 15 marzo 1993
«La persona che rende dichiarazioni al giudice o al pubblico ministero ha l'obbligo di rispondere secondo verità alle domande che gli sono rivolte, ai sensi degli artt. 198, primo comma e 362 c.p.p. e di quest'obbligo dev'essere avvertita sia...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 839 del 26 aprile 1999
«In tema di convalida del fermo o dell'arresto, al giudice per le indagini preliminari non è imposto alcun termine specifico per avvisare il difensore di fiducia della fissazione della relativa udienza, prevedendo, solo, l'art. 390, comma secondo,...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 2780 del 15 marzo 1996
«Ai fini della legge penale anche la Comunità economica europea (CEE), il cui strumento finanziario di attuazione della politica agricola è il Fondo europeo agricolo di orientamento e garanzia (Feoga), deve essere considerata come un ente pubblico...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 47909 del 16 dicembre 2003
«L'informazione della persona sottoposta alle indagini sul diritto di difesa, ex art. 369 bis c.p.p., non deve precedere a pena di nullità l'avviso di conclusioni delle indagini, di cui all'art. 415 bis c.p.p., nell'ipotesi in cui nel corso delle...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10445 del 16 marzo 2012
«Il rapporto di connessione probatoria di cui all'art. 371, comma secondo, lett. b) c.p.p., è ravvisabile quando un unico elemento di fatto proietti la sua efficacia probatoria in relazione ad una molteplicità di illeciti penali e non quando...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15789 del 27 aprile 2005
«È configurabile il reato di subornazione di teste, aggravato dalla qualità di pubblico ufficiale, e non quello di tentata concussione, qualora il pubblico ufficiale, profittando della sua posizione, prospetti al teste il conseguimento di un...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 2477 del 20 febbraio 1990
«L'art. 192 comma 3 del nuovo codice di procedura penale, che impone di valutare la chiamata di correo unitamente agli altri elementi di prova che ne confermano l'attendibilità, è di immediata applicazione anche nel giudizio di Cassazione, pure per...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2995 del 26 marzo 1993
«In materia di reati concernenti le sostanze stupefacenti, il fatto di lieve entità di cui all'art. 73, quinto comma, del D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, non configura un'ipotesi autonoma di reato ma una circostanza attenuante ad effetto speciale,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1555 del 3 luglio 1991
«L'art. 381, ultimo comma del nuovo codice di procedura penale, con lo stabilire che, in caso di reato per cui è previsto l'arresto facoltativo in flagranza, si procede all'arresto soltanto se la misura è giustificata dalla gravità del fatto ovvero...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 49124 del 22 dicembre 2003
«In sede di convalida dell'arresto il giudice deve verificare, sia pure secondo il parametro del fumus commissi delicti la configurabilità del reato per il quale l'arresto è stato eseguito e la sua riferibilità alla persona arrestata, avuto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6916 del 22 febbraio 2012
«Lo stato di quasi flagranza ricorre quando la polizia giudiziaria abbia proceduto all'arresto in esito a ricerche immediatamente poste in essere non appena avuta notizia del reato, anche se non subito concluse ma protratte senza soluzione di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1314 del 13 luglio 1995
«Ai fini del riconoscimento della ricorrenza delle condizioni personali indicate negli artt. 707 e 708 c.p., deve tenersi conto anche delle condanne per delitti determinati da motivi di lucro o per contravvenzioni concernenti la prevenzione di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10958 del 21 marzo 2005
«L'arresto in flagranza di reato da parte del privato, nei casi consentiti dalla legge ex art. 383 c.p.p., si risolve nell'esercizio di fatto dei poteri anche coattivi e nell'esplicazione delle attività procedimentali propri degli organi di polizia...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 4751 del 22 gennaio 2000
«L'arresto in flagranza di reato da parte del privato, nei casi consentiti dalla legge ex art. 383 c.p.p., si risolve nell'esercizio di fatto dei poteri anche coattivi e nell'esplicazione delle attività procedimentali propri dell'organo di polizia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3364 del 8 luglio 1998
«Ai fini della legittimità del fermo, gli elementi che possono fare ritenere fondato il pericolo di fuga devono essere, innanzitutto, specifici, e cioè direttamente riferiti alla persona sottoposta al fermo, e soprattutto, concreti, cioè connotanti...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 707 del 29 marzo 1999
«Al P.M. spetta, a norma degli artt. 389 e 390 c.p.p., il controllo preliminare rispetto all'inoltro al giudice della richiesta di convalida dell'arresto o del fermo, controllo che riguarda innanzitutto la legittimità dell'intervento della P.G. e...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2918 del 13 marzo 2000
«In materia di convalida dell'arresto in flagranza, nel caso in cui il pubblico ministero abbia rimesso in libertà l'arrestato, legittimamente il g.i.p. non convalida l'arresto, qualora il verbale di arresto non gli sia stato trasmesso, ex art. 122...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1725 del 11 agosto 1993
«La fissazione, da parte del giudice per le indagini preliminari, dell'udienza di convalida dell'arresto prima della ricezione della relativa richiesta da parte del P.M. non determina la nullità dell'udienza e del successivo provvedimento, posto...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2761 del 10 ottobre 2000
«Ai sensi dell'art. 656, comma 9, lett. a), c.p.p., deve escludersi l'operatività della sospensione obbligatoria dell'esecuzione della pena ogni qual volta questa sia stata inflitta per taluno dei delitti previsti dall'art. 4 bis dell'Ordinamento...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 309 del 10 gennaio 2007
«Nel caso di misura cautelare disposta all'esito di udienza di convalida dell'arresto cui il pubblico ministero, avvalendosi della facoltà prevista dall'art. 390, comma terzo bis, cod. proc. proc., non sia comparso, l'interrogatorio effettuato dal...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 866 del 26 gennaio 1995
«Il Gip deve procedere alla verifica della legittimità dell'arresto tramite l'udienza di convalida anche quando il P.M. abbia disposto la scarcerazione in applicazione dell'art. 121 comma primo delle disposizioni di attuazione (D.L.vo 28 luglio...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 774 del 20 febbraio 1996
«Il pubblico ministero è legittimato a proporre ricorso avverso il provvedimento di mancata convalida dell'arresto, sia per far valere l'illegittimità della situazione derivante dall'ordinanza che incide sulla libertà personale dell'indagato, sia...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6321 del 24 giugno 1996
«Ai fini dell'applicazione dell'interdizione dai pubblici uffici i limiti di pena fissati dagli artt. 29 e 32 c.p., nel caso di giudizio abbreviato, vanno individuati non con riguardo alla pena irrogata in concreto, ma a quella stabilita dal...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2017 del 22 gennaio 2004
«In sede di investigazioni difensive, gli avvertimenti che il difensore deve rivolgere al soggetto dichiarante, ai sensi dell'art. 391 bis, comma terzo, c.p.p., a pena di inutilizzabilità delle dichiarazioni, debbono essere specificamente...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1687 del 23 febbraio 1993
«L'esercizio dell'attività di prostituta non integra quel «grave impedimento» del teste che giustifica l'incidente probatorio, non rappresentando una condizione di «irreperibilità permanente». (Nella specie, relativa a rigetto di ricorso, la S.C....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1840 del 19 maggio 1998
«Il meccanismo di controllo di cui all'art. 415 c.p.p. appare preordinato solo ad assicurare il principio costituzionale dell'obbligatorietà dell'azione penale — tant'è vero che, a norma del secondo comma, il giudice investito della richiesta di...»