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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 20 del 3 gennaio 1991
«La domanda di provvedimento di urgenza proposta ante causam, al pretore territorialmente competente, ai sensi dell'art. 701 c.p.c., radica la competenza dello stesso per tutta la fase cautelare, fino all'ordinanza che la conclude, sicché,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5683 del 27 dicembre 1995
«L'art. 116, comma 2, c.p.p., secondo il quale sulla richiesta di copie, estratti e certificati di atti, «provvede il pubblico ministero o il giudice che procede al momento della presentazione della domanda ovvero, dopo la definizione del...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 10485 del 7 marzo 2008
«L'inammissibilità della domanda di riparazione per ingiusta detenzione può essere rilevata dal giudice anche d'ufficio, trattandosi di sanzione processuale espressamente disposta dall'art. 645, comma primo, c.p.p., norma richiamata dall'art. 315,...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 4 del 10 giugno 1999
«I verbali di sopralluogo e di osservazione, con le riprese fotografiche connesse, in quanto riproducenti fatti e persone individuati in situazioni soggette a mutamento costituiscono atti irripetibili ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 431...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14 del 5 gennaio 1998
«In tema di procedimento per la riparazione dell'ingiusta detenzione, la disposizione di cui al primo comma dell'art. 315 c.p.p., che prevede la sanzione di inammissibilità della domanda soltanto con riferimento alla mancata osservanza del termine...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 923 del 5 maggio 1995
«In tema di riparazione per l'ingiusta detenzione, la proposizione della domanda, che può essere fatta direttamente dalla parte ai sensi dell'art. 645 c.p.p. richiamato dall'art. 315 n. 2 c.p.p., è cosa diversa dal deposito della stessa presso la...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 22327 del 21 maggio 2003
«Il giudice penale che abbia concorso, in camera di consiglio, alla deliberazione collegiale non può essere richiesto — trattandosi di attività coperta da segreto di ufficio — di deporre come testimone in merito al relativo procedimento di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 12482 del 28 marzo 2011
«La disciplina prevista per lo svolgimento della discussione in dibattimento dall'art. 523 c.p.p., secondo il quale è possibile la replica ed in ogni caso l'imputato e il difensore devono avere la parola per ultimi se la domandano non trova...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 47039 del 3 dicembre 2004
«L'art. 23 della Convenzione europea di estradizione, resa esecutiva in Italia con legge 30 gennaio 1963 n. 300, nello stabilire che «gli atti da produrre saranno redatti sia nella lingua della parte richiedente, sia in quella della parte...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 843 del 27 maggio 1995
«Anche l'ordine di esecuzione della pena emanato ai sensi dell'art. 656 c.p.p. è soggetto alle disposizioni di cui all'art. 143 stesso codice in materia di traduzione degli atti destinati allo straniero che non conosca la lingua italiana. La...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1141 del 27 ottobre 2000
«Con riferimento al criterio del «luogo in cui l'evento è avvenuto», utilizzata dall'art. 5, n. 3, della Convenzione di Lugano 16 settembre 1988 sulla giurisdizione, ratificata dalla legge 10 gennaio 1992, n. 198 - analogo all'art. 5, n. 3, della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 28996 del 16 luglio 2001
«In tema di notificazione con il rito degli irreperibili, risulta correttamente eseguita la notifica della sentenza secondo le forme dell'art. 159 del c.p.p. allorché l'imputato si è volontariamente sottratto alla possibilità di ricevere le...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4851 del 24 aprile 1998
«I termini per la proposizione della domanda di oblazione, previsti dagli artt. 162 e 162 bis c.p., sono da considerare perentori, pur in presenza della innovativa disposizione (rispetto al codice di rito previgente), contenuta nell'art. 173, comma...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1846 del 9 ottobre 1990
«L'art. 670, comma terzo, nuovo c.p.p. dispone che nel caso in cui il condannato abbia proposto richiesta perché sia dichiarata la non esecutività del provvedimento ed abbia eccepito che sussistono i presupposti per la restituzione nel termine, il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 35361 del 21 settembre 2007
«Nel caso di contestuale pendenza dinanzi al giudice dell'esecuzione di una richiesta diretta all'accertamento della mancanza o della non esecutività del titolo esecutivo e della domanda di restituzione nel termine per l'impugnazione della sentenza...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 32678 del 3 ottobre 2006
«In tema di restituzione nel termine per proporre impugnazione contro una sentenza contumaciale, il giudice è tenuto a conformarsi alla decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo che, in accoglimento del ricorso proposto dal condannato,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11214 del 28 dicembre 1994
«In relazione all'art. 389 c.p.c., il principio secondo cui (in sede di rinvio) la risoluzione della lite principale non deve ritardare la pronuncia sulla domanda di restituzione di quanto versato in esecuzione della sentenza cassata va correlato...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 19103 del 23 aprile 2004
«Nel giudizio abbreviato, dovendosi fare applicazione, ai sensi dell'art. 441, comma 1, c.p.p., delle disposizioni previste per l'udienza preliminare, ivi comprese, in difetto di espressa esclusione, quelle di cui all'art. 421 stesso codice,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2783 del 16 marzo 1992
«Allorché l'imputato abbia richiesto l'applicazione della circostanza attenuante prevista dall'art. 114 c.p., il giudice è tenuto a motivare sulla sua mancata concessione, a nulla rilevando che si tratta di circostanza di natura facoltativa.»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2050 del 22 gennaio 2004
«Il procedimento per la riparazione dell'errore giudiziario, pur avendo connotazioni di natura civilistica, attiene comunque ad un rapporto obbligatorio di diritto pubblico, cui consegue un rafforzamento dei poteri officiosi del giudice, il quale,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2555 del 17 marzo 1994
«Il trattamento spettante all'invalido civile ai sensi della L. 30 marzo 1971, n. 118 costituisce oggetto di un credito produttivo, prima dell'entrata in vigore dell'art. 16, sesto comma, L. 30 dicembre 1991, n. 412, di interessi e rivalutazione...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2724 del 31 maggio 1995
«L'autorità giudiziaria che, ai sensi dell'art. 258, comma primo, c.p.p., può disporre l'estrazione di copia degli atti e dei documenti sequestrati, restituendo gli originali, non è il tribunale del riesame, cui compete la restituzione solo nelle...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 9149 del 17 ottobre 1996
«Il giudice dell'esecuzione, competente alla restituzione delle cose sequestrate, deve accertare l'effettiva sussistenza del diritto alla restituzione a favore del richiedente, attuando, in caso negativo, la norma di cui all'art. 264 c.p.p., stante...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1613 del 11 aprile 1994
«Per l'accoglimento della domanda di restituzione delle cose sequestrate, avanzata dal possessore prosciolto — nel caso in cui manchi la prova dell'altruità delle cose e non vi siano state domande di restituzione da parte di altri soggetti — non è...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 287 del 7 marzo 2000
«In tema di sequestro probatorio, l'organo deputato alla esecuzione del provvedimento di dissequestro disposto dal giudice è il pubblico ministero, in base alla disposizione generale dettata dall'art. 655, comma 1, c.p.p. La competenza del giudice...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 3 del 10 marzo 1999
«In tema di misure coercitive, ove il giudice non ritenga di accogliere, sulla base degli atti, la richiesta di revoca o di sostituzione della custodia cautelare in carcere basata sulla prospettazione di condizioni di salute incompatibili con lo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2469 del 21 luglio 1998
«Il giudice competente all'applicazione delle misure cautelari una volta iniziata la fase dibattimentale deve individuarsi, secondo quanto dispone l'art. 279 c.p.p., nel «giudice che procede», intesa questa espressione non nel senso generico di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 51791 del 10 marzo 1998
«Il principio della c.d. domanda cautelare, stabilito dall'art. 291, comma 1, c.p.p., è rispettato quando l'adozione della nuova misura, conseguita alla scarcerazione disposta per scadenza termini ex art. 307, comma 1, c.p.p., è intervenuta a...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3475 del 14 aprile 1994
«Il mero silenzio serbato dalla parte in ordine alla domanda riconvenzionale irritualmente proposta non implica accettazione del contraddittorio, con la conseguenza che esso non preclude la successiva deduzione dell'inammissibilità della domanda...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 8388 del 24 febbraio 2009
«L'ammissibilità della richiesta di applicazione di misure cautelari personali, presentata dal magistrato dell'ufficio del pubblico ministero, assegnatario del procedimento non implica l'assenso scritto del procuratore della Repubblica, previsto...»