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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 25104 del 3 giugno 2004
«Integra il reato di devastazione previsto dall'art. 419 c.p., e non quello di danneggiamento previsto dall'art. 635 stesso codice, in quanto lede l'ordine pubblico inteso come forma di civile e corretta convivenza, la condotta tenuta da un...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11394 del 13 novembre 1991
«Il criterio distintivo tra il delitto di strage e quello di incendio e gli altri delitti contro la pubblica incolumità è costituito dal fine di uccidere: l'incendio, quando sia stato determinato dal fine di uccidere, integra sempre il delitto di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3334 del 14 marzo 1988
«Nel delitto di strage il pericolo per la pubblica incolumità deve derivare direttamente dalla condotta e non già da una sua conseguenza, sicché è ininfluente la circostanza della mancata deflagrazione di un ordigno esplosivo per il cattivo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5914 del 23 aprile 1990
«Ai fini della configurabilità del delitto di strage, il fine di uccidere — proprio perché integra il dolo specifico del reato — non può mai essere surrogato da forme degradate con quella del dolo eventuale. Ne consegue che la morte di una o più...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4851 del 21 aprile 1988
«L'elemento soggettivo del reato deve essere desunto, sul piano della concretezza processuale, cioè della prova, principalmente (quando manchino le ammissioni) dalle azioni che, estrinsecando le intenzioni, sono sintomatiche della volontà in tal...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4017 del 24 maggio 1986
«Il dolo del delitto di strage consiste nella volontà di compiere atti diretti a mettere in pericolo la pubblica incolumità con la consapevolezza di tale pericolo, il quale è elemento essenziale del reato e non mera condizione di punibilità. Il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7489 del 26 settembre 1984
«Ai fini della sussistenza del delitto di strage, di cui all'art. 422 c.p., il fine di uccidere, proprio perché integra il dolo specifico del reato, non può essere mai surrogato del dolo omicida eventuale. Pertanto, la morte di una o più persone...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4683 del 21 maggio 1983
«Per la sussistenza del delitto di strage non è richiesta la volontà di provocare il pericolo per la pubblica incolumità, poiché questo deve essere considerato oggettivamente, in relazione alla natura dei mezzi adoperati e alle modalità del fatto,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10845 del 25 ottobre 1976
«La prova del dolo tipico del delitto di strage può anche ricavarsi dalla straordinaria potenzialità del mezzo usato, di per sé indicativa della evidente intenzione di cagionare la morte di più persone.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3333 del 15 marzo 1999
«Correttamente il giudice di merito ritiene la sussistenza del delitto di strage e non di quello di omicidio volontario plurimo nel comportamento di appartenenti a un'associazione criminosa che, dopo avere fatto irruzione in un luogo aperto al...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2805 del 20 febbraio 1989
«In tema di reati di pericolo, va fatta distinzione tra il concetto di fuoco e quello d'incendio, in quanto si ha incendio solo quando il fuoco divampi irrefrenabilmente, in vaste proporzioni, con fiamme divoratrici che si propaghino con potenza...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4417 del 2 febbraio 2009
«Integra il delitto di incendio tentato l'appiccare un fuoco che sia poi domato sul nascere, prima di poter divampare in vaste proporzioni, con fiamme divoratrici che si propaghino con potenza distruttrice, sì da porre in pericolo l'incolumità di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11688 del 23 ottobre 1986
«Il primo comma dell'art. 424 c.p. prevede, rispetto al capoverso, un'ipotesi meno grave che esclude l'evento incendio, cioè esclude l'evento in cui il fuoco assuma i caratteri propri dell'incendio per le proporzioni, la diffusività, la difficoltà...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 33577 del 13 settembre 2001
«Il fatto che taluno sia titolare di una posizione di garanzia e risulti colposamente venuto meno all'osservanza di adempimenti connessi a detta posizione non implica, di per sè, che egli possa essere automaticamente ritenuto responsabile di ogni...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6569 del 14 luglio 1984
«Il concetto di «inondazione» inerisce ad un disastro, cagionato dall'elemento liquido di vaste dimensioni per entità ed estensione, con carattere della prorompente diffusione e diffusibilità e coinvolgente un numero indeterminato di persone o...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 10391 del 6 ottobre 1987
«Ai fini della legge penale, deve considerarsi nave, con riguardo ai delitti di naufragio, l'imbarcazione atta al trasporto di più persone quali che siano la sua stazza, la sua portata, il suo mezzo di propulsione e la sua funzione.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16193 del 26 aprile 2010
«Risponde del reato di naufragio e del reato di omicidio plurimo dei naufraghi il soggetto che abbia partecipato all'organizzazione del trasporto illegale di immigrati clandestini procurando l'imbarcazione fatiscente sulla quale sia stato caricato...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 7817 del 31 maggio 1990
«Risponde del delitto di pericolo di disastro ferroviario colposo e, se ne deriva la morte di persone, anche del delitto di omicidio colposo, l'aiuto macchinista che, in violazione delle prescrizioni regolamentari vincolanti per il personale di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 13727 del 5 dicembre 1986
«Il pericolo di disastro ferroviario consiste in un fatto da cui è probabile che derivi effettivamente danno notevole per i trasporti e gli addetti ai servizi o per le persone che, comunque, si trovino negli impianti ferroviari; deve, perciò,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1686 del 8 febbraio 1990
«I delitti di omicidio colposo e di disastro colposo concorrono fra loro poiché la morte di una o più persone non è considerata dalla legge come elemento costitutivo né come circostanza aggravante del reato di disastro, che costituisce un'autonoma...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 7387 del 22 luglio 1981
«Deve intendersi per disastro un evento di danno, che espone a pericolo collettivamente, con effetti gravi, complessi ed estesi, un numero indeterminato di persone, generando pubblica commozione.»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 19342 del 18 maggio 2007
«Per la configurabilità del reato di disastro innominato colposo di cui agli articoli 449 e 434 c.p. è necessaria una concreta situazione di pericolo per la pubblica incolumità, nel senso della ricorrenza di un giudizio di probabilità relativo...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 8171 del 25 settembre 1985
«L'evento del delitto di crollo, sia nell'ipotesi dolosa (art. 434 c.p.) che in quella colposa (art. 449 in relazione all'art. 434 c.p.) deve possedere modi di essere ed effetti tanto gravi ed estesi da colpire collettivamente, costituendo un...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 11771 del 16 dicembre 1997
«Per la sussistenza del delitto di cui agli artt. 449 e 434 c.p. è necessario che il crollo della costruzione abbia assunto la fisionomia di un disastro, cioè proporzioni notevoli — non limitate ad un qualsiasi distacco con conseguente caduta al...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 7266 del 19 giugno 1998
«Il delitto di caduta di aeromobile previsto dall'art. 428 c.p. nella forma dolosa, e dall'art. 449 c.p. in quella colposa, è un reato di pericolo presunto per la pubblica incolumità e consiste nel cagionare la caduta di un velivolo, sia esso...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4436 del 16 aprile 1994
«Il reato previsto dall'art. 440 c.p. e quello di cui all'art. 76 D.P.R. n. 162 del 1965 non tutelano lo stesso bene giuridico, in quanto, mentre il primo tutela la salute pubblica, il secondo tende solo alla repressione delle frodi nella...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12464 del 26 marzo 2007
«Il bene giuridico tutelato dalla fattispecie di cui all'art. 437 c.p. concerne anche la sicurezza sul lavoro di una comunità ristretta di lavoratori o di singoli lavoratori, in quanto tale disposizione incrimina espressamente la rimozione o...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 10812 del 1 agosto 1989
«Per verificarsi l'ipotesi delittuosa descritta dall'art. 437 c.p. è necessario che l'omissione, la rimozione o il danneggiamento dolosi degli impianti, apparecchi o segnali destinati a prevenire infortuni sul lavoro si inserisca in un contesto...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 6638 del 16 luglio 1984
«Il reato di omissione dolosa di cautele contro gli infortuni mira a tutelare le persone inserite nell'ambiente lavorativo ed, in genere, tutti coloro che, per assolvere i compiti ad essi connessi, debbono recarsi sul luogo ove sussista la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 936 del 27 gennaio 1979
«L'attentato alla pubblica incolumità, nel reato di rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, ricorre quando il pericolo incombe su un numero indeterminato di persone che si trovano sul posto di lavoro. (Nella specie...»