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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5737 del 21 giugno 1996
«L'opposizione a decreto ingiuntivo, essendo disciplinata come procedimento di impugnazione davanti allo stesso giudice che ha emesso il provvedimento, è devoluta alla cognizione di questi in via funzionale ed inderogabile. Pertanto tale competenza...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 10984 del 8 ottobre 1992
«L'opposizione a decreto ingiuntivo, che è disciplinata come procedimento d'impugnazione davanti allo stesso giudice che ha emesso il provvedimento, è devoluta alla cognizione di questi in via funzionale ed inderogabile. Ne consegue che tale...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6106 del 20 marzo 2006
«L'adesione dell'opposto all'eccezione dell'opponente di incompetenza territoriale del giudice che ha emesso il decreto ingiuntivo comporta, a norma dell'art. 38 cod. proc. civ,. che viene escluso ogni potere del giudice adito di decidere sulle...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10687 del 20 maggio 2005
«L'ordinanza con la quale il giudice dell'opposizione a decreto ingiuntivo, senza dichiararlo nullo, prendendo atto dell'adesione dell'opposto all'eccezione dell'opponente di incompetenza territoriale del giudice che lo ha emesso, dispone la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3779 del 2 maggio 1997
«La pronunzia con la quale il giudice dell'opposizione a decreto ingiuntivo dichiari la propria incompetenza per valore in conseguenza di una domanda riconvenzionale dell'opponente, e rimetta l'intera causa al giudice superiore, non si ricollega ad...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 21432 del 17 ottobre 2011
«Nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo - che, nel sistema delineato dal codice di procedura civile, si atteggia come un procedimento il cui oggetto non è ristretto alla verifica delle condizioni di ammissibilità e di validità del decreto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2421 del 3 febbraio 2006
«L'opposizione a decreto ingiuntivo dà luogo ad un ordinario giudizio di cognizione, nel quale il giudice deve accertare la fondatezza della pretesa fatta valere dall'opposto, che assume la posizione sostanziale di attore, mentre l'opponente, il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7539 del 12 aprile 2005
«Nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo l'opponente assume la veste sostanziale di convenuto e, quindi, l'eccezione con la quale deduce la nullità delle clausole del contratto posto a base del provvedimento monitorio non costituisce una...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11417 del 17 novembre 1997
«L'opposizione al decreto ingiuntivo si configura come atto introduttivo di un giudizio ordinario di cognizione, nel quale il giudice deve accertare la fondatezza della pretesa fatta valere dall'ingiungente opposto (che ha posizione sostanziale di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14910 del 13 giugno 2013
«Il rimedio dell'opposizione tardiva ex art. 650 c.p.c. comprende, nell'ipotesi della irregolarità della notificazione, tutti i vizi che la inficiano e, quindi, anche la notificazione del decreto ingiuntivo oltre i termini di legge, che, ai sensi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 817 del 5 febbraio 1980
«Se, per irregolare notificazione, è stata ammessa l'opposizione tardiva ai sensi dell'art. 650 c.p.c., l'opponente tardivo, che viene a trovarsi nelle medesime condizioni di chi ha proposto l'opposizione nel termine ordinario, non può chiedere la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1305 del 15 marzo 1989
«Qualora il pretore, adito in sede di convalida di licenza o di sfratto per finita locazione, a fronte della richiesta di ordinanza di rilascio ex art. 665 c.p.c. da parte del locatore e dell'eccezione di litispendenza proposta dal conduttore (per...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3889 del 30 marzo 2000
«Il procedimento per convalida di sfratto è caratterizzato da «tipicità ed immediatezza» che non consentono alternative oltre all'adozione o non adozione del provvedimento di convalida alla prima udienza. Ciò comporta che non sono possibili rinvii...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16116 del 14 luglio 2006
«Nel procedimento per convalida di sfratto, l'intimato, il quale può costituirsi personalmente nella fase sommaria al fine di opporsi alla convalida, può anche nominare un procuratore speciale, con lo specifico compito di manifestare la volontà del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1917 del 4 marzo 1997
«È manifestamente infondata l'eccezione di incostituzionalità per contrasto con gli artt. 3 e 24 Cost. dell'art. 665 c.p.c. che dispone l'inoppugnabilità dell'ordinanza provvisoria di rilascio perché le eccezioni del convenuto sulla fondatezza del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12247 del 20 maggio 2013
«Nel procedimento per convalida di (licenza o) sfratto, l'opposizione dell'intimato dà luogo alla trasformazione in un processo di cognizione, destinato a svolgersi nelle forme di cui all'art. 447-bis cod. proc. civ., con la conseguenza che, non...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 11830 del 16 maggio 2013
«È inammissibile, in relazione al divieto di introdurre nuove eccezioni nel giudizio di appello, di cui all'art. 437, secondo comma, cod. proc. civ., il motivo di impugnazione con cui l'intimato di sfratto per morosità deduca il proprio difetto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1327 del 3 febbraio 1995
«L'opposizione tardiva all'ordinanza di convalida di sfratto ex art. 668 c.p.c. deve ritenersi accordata per qualsiasi irregolarità della notificazione dell'atto di intimazione, ancorché comportante una nullità dell'atto stesso in relazione alla...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12880 del 4 giugno 2009
«L'opposizione tardiva alla convalida prevista dall'art. 668 c.p.c., che introduce un procedimento con carattere ibrido al quale, ricorrendo i presupposti di legge, è assegnata la funzione di rimessione in termini nell'opposizione all'intimazione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2505 del 3 febbraio 2010
«L'omessa rilevazione dell'incompetenza (derogabile od inderogabile) da parte del giudice o l'omessa proposizione della relativa eccezione ad opera delle parti nel procedimento cautelare "ante causam" non determina il definitivo consolidamento...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 23504 del 19 novembre 2010
«L'ordinanza del tribunale che, in sede di reclamo ed in riforma del diniego da parte del giudice delegato del medesimo tribunale, abbia emesso un provvedimento cautelare, ai sensi dell'art. 669 terdecies c.p.c., non è ricorribile per cassazione,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4728 del 25 febbraio 2011
«Il divieto per il convenuto in giudizio possessorio di proporre domanda di natura petitoria, finché il primo giudizio non sia definito e la decisione non sia stata eseguita, produce effetti già al momento del deposito del ricorso e non soltanto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1795 del 29 gennaio 2007
«Nelle azioni possessorie, l'eccezione feci sed iure feci sollevata dal convenuto che deduca di essere compossessore della cosa rende necessario l'esame del titolo, per stabilire, sia pure ad colorandam possessionem l'esistenza e l'estensione del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9285 del 20 aprile 2006
«Qualora sia invocata la tutela possessoria delle distanze legali (nella specie, delle vedute dalle costruzioni), ha natura petitoria — e, come tale, non può trovare ingresso nel relativo giudizio, ai sensi dell'art. 705 c.p.c. — l'eccezione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3825 del 22 aprile 1994
«Per effetto della sentenza della Corte costituzionale n. 25 del 3 febbraio 1992, che ha dichiarato l'illegittimità, per contrasto con gli artt. 3 e 24 della Costituzione, dell'art. 705 c.p.c., nella parte in cui subordina la proposizione del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11122 del 17 novembre 1990
«L'art. 705 c.p.c., il quale sancisce il divieto per il convenuto nel giudizio possessorio di proporre il giudizio petitorio fino a quando il primo non sia stato definito e la decisione eseguita, essendo ispirato all'esigenza di ordine pubblico del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4686 del 30 marzo 2001
«Se la stessa causa di separazione personale dei coniugi viene introdotta davanti a giudici diversi, per individuare, ai fini della litispendenza, il giudice preventivamente adito occorre avere riguardo non già alla data di notifica degli atti...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14200 del 28 luglio 2004
«Il giudizio per la dichiarazione di paternità (e di maternità) naturale di minori davanti al tribunale per i minorenni è soggetto, a norma dell'art. 38 disp. att. c.c., al rito camerale (e non al rito contenzioso ordinario), nel rispetto tuttavia...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3266 del 19 febbraio 2004
«In materia di opposizione all'espulsione dello straniero, poiché l'art. 244, comma 2, del D.L.vo n. 51 del 1998 dispone che le funzioni del pretore non espressamente attribuite ad altra autorità sono devolute al tribunale in composizione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9691 del 8 ottobre 1992
«La coscienza dell'antigiuridicità o dell'antisocialità della condotta non è una componente del dolo, per la cui sussistenza è necessario soltanto che l'agente abbia la coscienza e volontà di commettere una determinata azione. D'altra parte,...»