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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1762 del 18 marzo 1982
«L'azione di regresso spettante al debitore solidale che abbia effettuato il pagamento è in sostanza un'azione di surrogazione, mediante la quale egli subentra nei diritti del creditore soddisfatto nelle stesse condizioni di questo, di modo che, se...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1939 del 29 marzo 1982
«La risoluzione consensuale di un contratto, che l'attore pone a fondamento di una sua pretesa, costituendo fatto successivo al contratto stesso ed estintivo delle obbligazioni da esso derivanti, non è rilevabile ex officio, ma deve formare oggetto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4091 del 9 luglio 1982
«Qualora la domanda riconvenzionale, nelle cause soggette al rito del lavoro, quali le controversie in tema di rapporti agrari, sia stata tempestivamente proposta dal convenuto in sede di costituzione, a norma dell'art. 416 c.p.c., l'eventuale...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1949 del 19 marzo 1983
«Qualora il terzo spieghi volontariamente intervento litisconsortile assumendo esser lui — e non il convenuto — il soggetto nei cui confronti si rivolge la pretesa dell'attore, la domanda originaria, anche in mancanza di espressa istanza, si...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4600 del 8 luglio 1983
«La volontà negoziale diretta allo scioglimento di un contratto per mutuo consenso non può essere desunta dal comportamento di chi, pur senza chiedere in via riconvenzionale l'adempimento del contratto o la sua risoluzione per colpa dell'attore, si...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5258 del 5 agosto 1983
«Proposta dall'attore una domanda in relazione a rapporti caratterizzati dalla cosiddetta parasubordinazione a termini dell'art. 409 n. 3 c.p.c., incombe al convenuto la prova che il rapporto dedotto in giudizio si sia invece svolto con...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7458 del 17 dicembre 1983
«Quando il convenuto contesti l'obbligazione verso l'attore, attribuendo la titolarità attiva del rapporto obbligatorio ad altro soggetto, non si dà luogo a litisconsorzio necessario nei confronti del preteso legittimato non chiamato in causa ma,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1104 del 14 febbraio 1984
«A norma dell'art. 111 c.p.c. — che concerne non la capacità di agire applicata al processo (legittimatio ad processum), bensì la titolarità attiva e passiva dell'azione (legittimatio ad causam) — l'alienazione del diritto controverso per atto tra...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1929 del 23 marzo 1984
«Nel rito del lavoro, l'instaurazione del rapporto giuridico processuale viene determinata col deposito del ricorso in cancelleria, il quale perfeziona la costituzione dell'attore come quella dell'appellante, a norma degli artt. 415 e 434 c.p.c.;...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2199 del 5 aprile 1984
«L'art. 320 c.c. richiede l'autorizzazione del giudice tutelare nei confronti del genitore solo per «promuovere» giudizi, nell'interesse del minore, relativi ad atti eccedenti l'ordinaria amministrazione, vale a dire per la proposizione iniziale di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3808 del 28 giugno 1984
«Nel giudizio soggetto al rito del lavoro, la decadenza del convenuto, ai sensi del secondo comma dell'art. 416 c.p.c., dal diritto di proporre eccezioni processuali e di merito che (come quella di prescrizione) non siano rilevabili d'ufficio...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4941 del 4 ottobre 1984
«Nelle controversie soggette al rito del lavoro, la sola contumacia del convenuto non è sufficiente all'attore per ottenere l'ordinanza di pagamento delle somme non contestate (art. 423 cpv. c.p.c.), in quanto, a tal fine, è necessario che il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5694 del 12 novembre 1984
«Appartiene alla competenza per materia del pretore quale giudice del lavoro, ai sensi dell'art. 409 n. 3 c.p.c., la domanda diretta a far valere il diritto di partecipazione agli utili dell'impresa familiare a norma dell'art. 230 bis c.c., senza...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5981 del 21 novembre 1984
«Le prescrizioni dell'art. 416 c.p.c., che, a pena di decadenza, impongono al convenuto di proporre tempestivamente le eccezioni processuali e di merito e di prendere posizione, in maniera precisa e non limitata ad una generica contestazione, circa...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1006 del 8 febbraio 1985
«Poiché la procura alle liti è il presupposto della valida costituzione del rapporto processuale, l'azione intrapresa dal procuratore sfornito di mandato non è suscettibile di ratifica nel corso del procedimento, salva soltanto la possibilità di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1077 del 9 febbraio 1985
«Nel nuovo rito del lavoro, la disciplina stabilita dagli artt. 414 n. 5 e 415, primo comma, c.p.c., per la quale l'attore è tenuto ad indicare nel ricorso i documenti che intende produrre e a depositarli in cancelleria insieme con l'atto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2410 del 11 aprile 1985
«La contumacia del convenuto, di per sé sola considerata, non può assumere alcun significato probatorio in favore della domanda dell'attore, poiché, al pari del silenzio nel campo negoziale, non equivale ad alcuna manifestazione di volontà...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2444 del 12 aprile 1985
«L'essersi la parte convenuta «rimessa alla giustizia» non implica preventiva acquiescenza ad una sentenza qualunque essa sia e non preclude quindi alla stessa parte di gravarsi avverso una decisione che poi le risulti soggettivamente ingiusta; né...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4870 del 8 ottobre 1985
«Nel rito del lavoro, se da una parte, al fine di accelerare e concentrare il processo, il thema decidendum deve risultare fissato già alla stregua dell'atto introduttivo del giudizio e della prima difesa del convenuto costituito, di tal che non è...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 5680 del 19 novembre 1985
«Nel rito del lavoro, l'inammissibilità dell'eccezione del convenuto, perché non proposta nel termine fissato a pena di decadenza dall'art. 416 secondo comma c.p.c., è rilevabile d'ufficio, senza che si renda necessaria una sollecitazione da parte...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3516 del 24 maggio 1986
«Il fatto che nel rito del lavoro le preclusioni poste dagli artt. 416, comma secondo, e 437, comma secondo, c.p.c. riguardino soltanto le eccezioni in senso stretto, e non anche le deduzioni difensive concernenti questioni rilevabili d'ufficio...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3985 del 14 giugno 1986
«Anche alla stregua di quanto affermato dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 13 del 1977 (e con le successive ordinanze nn. 36 e 64 del 1978), nel rito del lavoro, l'attore convenuto in via riconvenzionale ha – con riferimento alla nuova...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 643 del 3 febbraio 1986
«Nel nuovo rito del lavoro, l'obbligo dell'attore di depositare i documenti contestualmente al ricorso è previsto, nonostante il difetto di esplicita disposizione di legge, a pena di decadenza, analogamente a quanto l'art. 416 c.p.c. stabilisce per...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 955 del 18 febbraio 1986
«L'accertamento della consistenza del patrimonio aziendale e, quindi, l'attribuzione dei diritti su di esso spettanti ai singoli membri dell'impresa familiare – per la loro collaborazione continua e coordinata – appartengono alla competenza del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 981 del 18 febbraio 1986
«Ai fini dell'individuazione del giudice competente ratione materiae, la determinazione della materia del contendere va compiuta alla stregua del contenuto della domanda, e cioè in base alla sostanza della pretesa ed ai fatti dedotti a fondamento...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4402 del 13 maggio 1987
«Nel rito del lavoro il potere del giudice di ammettere d'ufficio mezzi di prova — potere riconosciutogli dall'art. 421 c.p.c. — non può avere ad oggetto anche prove in relazione alle quali si sia verificata una decadenza per l'attore od il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6536 del 28 luglio 1987
«L'atto di riassunzione del processo dev'essere notificato a tutti i soggetti nei cui confronti si sia costituito originariamente il rapporto processuale, solo ove ricorra l'ipotesi del litisconsorzio necessario, mentre nel caso di litisconsorzio...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2472 del 16 marzo 1988
«Il risarcimento del danno mediante reintegrazione in forma specifica può esplicarsi nella eliminazione di quanto illecitamente fatto e che risulti identificato con la fonte esclusiva o concorrente di un danno attuale, continuo e destinato a...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4800 del 13 novembre 1989
«Nel rito del lavoro, applicabile anche in materia locativa, opera il principio secondo cui la contumacia del convenuto, pur essendo liberamente apprezzabile dal giudice ai sensi dell'art. 116 c.p.c., non importa ammissione della domanda, né, al...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1059 del 13 febbraio 1990
«Nell'ipotesi in cui la risoluzione della questione di competenza dipenda dalla qualificazione giuridica del rapporto controverso, la relativa decisione (non vincolante ai fini del successivo esame del merito) va adottata – salvo che la...»