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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6963 del 23 marzo 2009
«...spetta anche per i periodi di mancata prestazione del servizio. (Principio affermato in controversia concernente il premio annuale di rendimento ex art. 60 CCNL A.C.R.I. del 1980 per i dipendenti e funzionari delle Casse di Risparmio).»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 27806 del 21 novembre 2008
«Ne consegue la non computabilità dell'indennità di trasferta prevista dagli accordi aziendali per sopperire al disagio di quei dipendenti che, a causa dell'attività prestata fuori sede, non potevano usufruire dei servizi di mensa aziendale, non...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 24875 del 25 novembre 2005
«Affinché un compenso sia incluso nella base di calcolo della indennità di anzianità ( ex art. 2121 c.c.) o del trattamento di fine rapporto ( ex art. 1 legge n. 297 del 1982), non è necessario il carattere di definitività del compenso stesso, ma...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4251 del 23 marzo 2001
«Il principio dell'onnicomprensività della retribuzione, adottato dal secondo comma dell'art. 2120 c.c., nel testo novellato dalla legge n. 297 del 1982, benché derogabile, comporta che se la prestazione di lavoro non è occasionale, la relativa...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17614 del 10 agosto 2007
«In tema di determinazione del trattamento di fine rapporto, il principio, secondo il quale la baie di calcolo va di regola determinata in relazione al principio della onnicomprensività della retribuzione di cui all'art. 2120 c.c., nel testo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11002 del 3 novembre 1998
«Le due disposizioni vanno intese nel senso che, mentre è libera l'autonomia collettiva sia nel determinare l'ammontare della retribuzione, sia nell'individuarne le componenti, resta invece riservato alla legge, in coerenza con le finalità...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10172 del 26 maggio 2004
«Ai fini della configurabilità del carattere costante e sistematico del lavoro straordinario, computabile nella indennità di anzianità ai sensi degli artt. 2120 e 2121 c.c. (nel testo originario), devono concorrere due condizioni, dovendosi...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3888 del 1 aprile 1993
«Il servizio mensa — il quale (sia nel regime anteriore all'entrata in vigore dell'art. 6 del D.L. 11 luglio 1992, n. 333, convertito in L. 8 agosto 1992, n. 359, che in quello da tale norma espresso, che assume, pertanto, il valore di disposizione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1778 del 18 maggio 1976
«Gli elementi integrativi della retribuzione, per essere computabili nell'indennità di anzianità e in quella sostitutiva del preavviso, debbono rappresentare per il datore di lavoro una controprestazione obbligatoria, che costituisca il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4010 del 4 dicembre 1975
«...indennità di fine rapporto in base alla media dell'ultimo anno di servizio e non a quella dell'ultimo triennio, come, invece, prescritto dall'art. 2121 c.c. con esclusivo riferimento ai compensi, la cui variabilità abbia carattere intrinseco.»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 21594 del 15 novembre 2004
«Né valgono, di per sè, ad escludere la configurabilità del suddetto tipo di rapporto l'iscrizione del prestatore di lavoro all'albo delle imprese artigiane (in quanto ad una iscrizione formale, priva di valore costitutivo, può non corrispondere...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5394 del 6 giugno 1990
«L'infortunio occorso al piccolo imprenditore agricolo mentre lavora per cosiddetta «reciprocanza» nel fondo e nell'azienda altrui, in attuazione del rapporto di scambio di mano d'opera o servizi, contemplato dall'art. 2139 c.c., è indennizzabile...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18135 del 20 dicembre 2002
«Lo stesso, infatti, è definito, dalle disposizioni citate, come colui che esercita professionalmente, “in qualità di dipendente, agente o mandatario”, l'attività di offerta fuori sede di servizi finanziari; pertanto, affinché assuma la qualità di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9237 del 17 settembre 1997
«Il contratto d'opera ha in comune con l'appalto l'obbligo verso il committente di compiere dietro corrispettivo un'opera o un servizio senza vincolo di subordinazione e con assunzione del rischio da parte di chi esegue, differenziandosene invece...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13351 del 8 giugno 2006
«Pertanto, non incorre nel vizio di ultrapetizione il giudice che applichi d'ufficio il canone di cui all'art. 1176 c.c., atteso che in tal caso la decisione non si fonda su un titolo di responsabilità diverso da quello richiesto, né risultano...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 682 del 16 gennaio 2006
«Nel contratto d'opera, la denuncia dei vizi dell'opera è valida ed efficace anche se ai vizi lamentati il committente colleghi conseguenze dannose non ascrivibili all'opera eseguita, purché comunque essi pregiudichino, in tutto o in parte,...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 15781 del 28 luglio 2005
«Le disposizioni dell'art. 2226 c.c., in tema di decadenza e prescrizione dell'azione di garanzia per vizi dell'opera, sono inapplicabili alla prestazione d'opera intellettuale, ed in particolare alla prestazione del professionista che abbia...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3295 del 6 marzo 2003
«In tema di contratto d'opera ed in ipotesi di difformità e vizi dell'opera, ai sensi dell'art. 2226 c.c. ed al fine di individuare il termine di decadenza per la denunzia di essi, occorre distinguere i vizi noti al committente o facilmente...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2724 del 25 febbraio 2002
«Il committente di una prestazione di opera intellettuale (nella specie, progettazione di edificio da destinare ad attività alberghiera) rivelatasi inadeguata, non ha il diritto di pretendere l'eliminazione delle difformità e dei vizi, ma, neppure,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1874 del 18 febbraio 2000
«In tema di esecuzione di contratto d'opera, la mancata denunzia dei vizi della stessa, da parte del committente, nel termine stabilito dall'art. 2226, secondo comma, c.c., ne determina la non incidenza sulla efficacia del contratto, con la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 163 del 10 gennaio 1996
«Per accertare la natura professionale di una prestazione che utilizzi sistemi di elaborazione elettronica come tale riservata non alle società di servizi, bensì a professionisti iscritti negli appositi albi professionali il giudice deve valutare...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14085 del 11 giugno 2010
«Al di fuori di tali attività vige, infatti, il principio generale di libertà di lavoro autonomo o di libertà di impresa di servizi, a seconda del contenuto delle prestazioni e della relativa organizzazione, salvi gli oneri amministrativi o...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2404 del 6 aprile 1983
«Nel rapporto di prestazione d'opera intellettuale avente ad oggetto un progetto di costruzione o ristrutturazione edilizia, il professionista non può invocare una diminuzione della propria responsabilità verso il cliente per il solo fatto che...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8546 del 22 aprile 2005
«...peraltro, la domanda di risarcimento del danno, basata sulla colpa grave, contiene quella per colpa lieve, senza che, pertanto, la pronuncia di condanna fondata su colpa lieve del professionista possa dar luogo a vizio di ultrapetizione.»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8989 del 7 aprile 2008
«...e per il diverso apporto del professionista, involgente una prevalente azione di organizzazione, ossia di coordinamento e di controllo dei fattori produttivi, che si affianca all'attività tecnica ai fini della produzione del servizio.»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16681 del 27 luglio 2007
«In tema di lavoro domestico, la qualificazione giuridica del rapporto di lavoro effettuata dal giudice di merito è censurabile in sede di legittimità soltanto limitatamente alla scelta dei parametri normativi di individuazione della natura...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1961 del 22 febbraio 2000
«L'esistenza di una qualunque società, semplice, di persone, di capitali, regolare, irregolare, e quindi anche di una società di fatto, richiede il concorso di un elemento oggettivo, rappresentato dal conferimento di beni o servizi, con la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5961 del 11 marzo 2010
«...ragionevole affidamento circa l'esistenza della società. Tali accertamenti, risolvendosi nell'apprezzamento di elementi di fatto, non sono censurabili in sede di legittimità, se sorrette da motivazioni adeguate ed immuni da vizi logici o...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 4588 del 25 febbraio 2010
«La società di fatto prescinde dalle qualità o capacità personali dei contraenti e si fonda sul concorso di un elemento oggettivo (conferimento di beni o servizi in un fondo comune) ed uno soggettivo (comune intenzione dei contraenti di collaborare...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 27088 del 13 novembre 2008
«...dei necessari beni e servizi. (Nella specie, la S.C. ha cassato la sentenza impugnata che non aveva valorizzato gli elementi presuntivi indicati dall'amministrazione ai fini dell'accertamento del reddito IRPEF-ILOR derivante da società di fatto).»