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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 21952 del 31 maggio 2001
«In tema di procedimento a carico di imputati appartenenti a minoranze linguistiche riconosciute presenti nella regione Trentino Alto Adige, il requisito del bilinguismo del giudice — che non può essere inteso come condizione di sua capacità — non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5678 del 10 febbraio 1997
«Nel procedimento di camera di consiglio disciplinato dall'art. 127 c.p.p., pur non prevedendosi espressamente l'obbligo di deposito dei relativi atti, prima dell'udienza di discussione (come invece previsto, ad esempio, dagli artt. 309, comma...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8112 del 19 febbraio 2003
«In tema di misure cautelari reali, qualora il decreto di sequestro preventivo notificato all'indagato sia viziato da nullità per il difetto di tempestiva comunicazione della nomina del difensore d'ufficio, ex art. 369 bis c.p.p., il termine per...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 923 del 5 maggio 1995
«In tema di riparazione per l'ingiusta detenzione, la proposizione della domanda, che può essere fatta direttamente dalla parte ai sensi dell'art. 645 c.p.p. richiamato dall'art. 315 n. 2 c.p.p., è cosa diversa dal deposito della stessa presso la...»
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Cassazione penale, Sez. I, ordinanza n. 2076 del 23 agosto 1994
«In tema di impugnazioni dell'imputato detenuto, qualora l'atto sia trasmesso per mezzo del servizio postale, il requisito dell'autenticazione della sottoscrizione, prescritto a pena di inammissibilità dagli artt. 583 e 591 c.p.p. e riguardante...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 379 del 3 febbraio 1994
«In materia di riesame di misure cautelari personali, nel caso in cui l'interessato sia detenuto in luogo esterno al circondario ove ha sede il tribunale competente, l'audizione del detenuto da parte del magistrato di sorveglianza non esclude il...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 12 del 16 giugno 1995
«È manifestamente infondata, in relazione agli artt. 76 e 77 Cost., la questione di legittimità costituzionale dell'art. 305 c.p.p. prospettata sul rilievo dell'eccesso di delega in relazione alla direttiva 61 comma 3 della legge 16 febbraio 1987...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3119 del 13 ottobre 1992
«La congruità o meno della motivazione di un provvedimento giurisdizionale non può dipendere dal fatto che il giudice abbia o non abbia usato le parole usate dal legislatore, dovendosi invece aver riguardo solo al fatto che egli abbia o meno...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 9439 del 9 marzo 2011
«La motivazione "per relationem", nella specie: di decreti d'intercettazione di urgenza, non implica la necessità della formale e fisica allegazione del documento specificamente richiamato, essendo sufficiente che quest'ultimo sia acquisito agli...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 14738 del 18 aprile 2002
«È legittima la motivazione per relationem anche quando ad essere richiamata sia la richiesta, non del pubblico ministero, ma di un'altra parte, purché, i fatti cui si fa riferimento siano conosciuti o conoscibili dall'interessato, in modo che egli...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 754 del 22 marzo 1999
«A differenza delle sentenze, per le quali, in caso di contrasto tra motivazione e dispositivo, vige il principio della prevalenza di quest'ultimo, in tema di ordinanze e decreti vale il principio secondo cui occorre stabilire quale sia stata...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4353 del 22 gennaio 1994
«Quando il provvedimento del giudice emesso in forma di ordinanza non decide su questioni contingenti o temporanee, sia di forma che di sostanza, ma statuisce su determinate situazioni giuridiche con carattere di definitività ed è soggetto ad...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4992 del 9 febbraio 2012
«Una volta disposto dalla Corte di Cassazione l'annullamento della sentenza di patteggiamento in relazione al calcolo riguardante l'ammontare del prezzo oggetto di confisca per equivalente, il giudizio di rinvio deve proseguire davanti al giudice...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3820 del 30 settembre 1998
«Il richiamo all'art. 127 c.p.p. contenuto nell'ottavo comma dell'art. 309 stesso codice implica che il procedimento del riesame si conformi al principio del contraddittorio, in forza del quale il giudice può pronunciarsi solo su atti che abbiano...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 44387 del 10 dicembre 2001
«La norma dell'art. 45 bis disp. att. c.p.p., che disciplina la partecipazione a distanza dell'imputato o del condannato all'udienza nel procedimento camerale, non attribuisce all'interessato detenuto fuori della circoscrizione del giudice...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6665 del 7 giugno 1995
«Anche nel giudizio di appello avverso sentenza pronunciata nel giudizio abbreviato ex art. 442 c.p.p., in virtù del richiamo operato dall'art. 443 ultimo comma c.p.p. all'art. 599, il quale a sua volta al primo comma richiama «le forme previste...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1212 del 7 febbraio 1995
«Nel giudizio di appello avverso sentenza pronunciata con il rito abbreviato, che si svolge, ai sensi degli artt. 443 e 599 c.p.p., in camera di consiglio con le forme previste dall'art. 127 c.p.p., deve essere l'imputato, il quale sia sottoposto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 37725 del 8 novembre 2002
«In tema di archiviazione, qualora il giudice per le indagini preliminari non accolga la richiesta di archiviazione presentata dal pubblico ministero e provveda a fissare la data dell'udienza in camera di consiglio ex art. 409, comma 2, c.p.p....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2911 del 21 ottobre 2002
«Una volta proposto ricorso straordinario per errore di fatto a norma dell'art. 625 bis c.p.p., la Corte di cassazione deve compierne una delibazione preliminare di ammissibilità, il cui eventuale esito negativo comporta la declaratoria di ufficio...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4014 del 18 dicembre 1992
«L'ordinanza emessa in esito all'udienza camerale svoltasi secondo il rito previsto dall'art. 127 c.p.p. va comunicata al P.M. e notificata alle parti solo nel caso in cui non sussiste specifica disposizione che stabilisca altrimenti. Pertanto il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1748 del 18 febbraio 1992
«Il giudicato che si forma in relazione ad un procedimento incidentale riguardante l'applicazione di una misura cautelare copre il dedotto, ma non il deducibile. Diversamente, si introdurrebbe un limite preclusivo di ammissibilità ignoto allo...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1713 del 16 gennaio 2003
«Il principio dell'immutabilità del giudice, sancito dall'art. 525, secondo comma c.p.p., pur essendo espressamente riferito alla sentenza pronunciata a seguito di dibattimento, è applicabile anche all'ordinanza emessa all'esito della procedura...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2950 del 10 marzo 1998
«Poiché la partecipazione delle parti e dei loro difensori al giudizio di appello che si svolge in camera di consiglio nelle forme di cui all'art. 599 c.p.p. è solo eventuale, l'imputato, una volta regolarmente avvisato, non ha diritto ad un rinvio...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9962 del 20 settembre 1994
«La partecipazione delle parti e dei loro difensori al giudizio di appello che si svolge in camera di consiglio secondo quanto stabilito dall'art. 599 c.p.p., è solo eventuale. L'imputato perciò, una volta regolarmente avvisato, non ha diritto ad...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 435 del 27 febbraio 1998
«La comunicazione di un'ordinanza è svolta, a norma dell'art. 128 c.p.p., mediante deposito dell'originale in cancelleria, entro cinque giorni dalla deliberazione, ovvero dall'udienza camerale di cui all'art. 127 c.p.p. Quando non è stata data...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2764 del 2 agosto 1991
«A norma dell'art. 128 c.p.p., l'avviso di deposito del provvedimento impugnabile «è comunicato al pubblico ministero e notificato a tutti coloro cui la legge attribuisce il diritto di impugnazione»: e allo stesso principio si ispirano le norme che...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5386 del 10 maggio 1994
«Il verbale di dibattimento è nullo solo se la sottoscrizione del pubblico ufficiale che lo ha redatto manchi nell'ultima pagina, e non anche quando non sia sottoscritto su ogni foglio, non essendo prevista tra le cause di nullità l'inosservanza di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11914 del 12 dicembre 1992
«La trascrizione delle registrazioni, non soltanto non costituisce mezzo di prova, ma non può neppure identificarsi come una tipica attività di documentazione, fornita di una propria autonomia conoscitiva, rappresentando esclusivamente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11313 del 21 marzo 2001
«In mancanza di una specifica e tempestiva richiesta di parte, l'eventuale mancata trasmissione al tribunale del riesame dei decreti autorizzativi all'effettuazione di intercettazioni di comunicazioni, non determina, di per sè, la inutilizzabilità...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2322 del 21 aprile 1997
«L'obbligo previsto dall'art. 141 bis c.p.p., di documentazione integrale, a pena di inutilizzabilità di “ogni interrogatorio di persona che si trovi, a qualsiasi titolo, in stato di detenzione”, salvo il caso in cui esso abbia luogo in udienza,...»