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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 727 del 29 luglio 1995
«Una volta acquisite ai sensi dell'art. 238 bis c.p.p., le sentenze irrevocabili sono valutabili entro i limiti ben precisi indicati dagli artt. 187 e 192 comma 3 stesso codice. Pertanto il giudice, perché tali sentenze, assimilate alle...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2450 del 26 settembre 1997
«È nullo il decreto di perquisizione e sequestro emanato in seguito a denuncia anonima e, quindi, utilizzato come mezzo di acquisizione di una notizia di reato e non come mezzo di ricerca della prova. Infatti, la denuncia confidenziale o anonima —...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4086 del 8 maggio 1997
«Dal combinato disposto dell'art. 241 c.p.p. e secondo comma dell'art. 425 c.p.p., emerge l'esistenza, nell'ordinamento processuale, di un principio che impone al giudice la declaratoria della falsità di atti o documenti, quando essa sia accertata...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2473 del 29 luglio 1997
«L'ordinamento processuale colloca i provvedimenti di perquisizione e sequestro tra i mezzi di ricerca della prova, tali provvedimenti presuppongono perciò l'esistenza di una notitia criminis e l'avvenuta iscrizione del procedimento nel relativo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2834 del 5 gennaio 1996
«I provvedimenti dispositivi di perquisizioni e sequestri ex art. 247 c.p.p. devono da un lato, specificare le imputazioni a fondamento della ricerca dei corpi di reato e delle cose pertinenti al reato mediante l'indicazione anche sommaria delle...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 489 del 3 maggio 1995
«Ai fini della legittimità del provvedimento che dispone la perquisizione domiciliare, è necessaria la enunciazione, almeno sommaria e provvisoria, dell'ipotesi accusatoria, non limitata, di regola, alla mera indicazione degli articoli di legge che...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1686 del 8 giugno 1993
«La perquisizione, che è mezzo di ricerca della prova, presuppone l'esistenza di un fondato motivo che consente di ritenere che il corpo del reato o cose pertinenti al reato si trovino sulla persona o in un determinato luogo. La legittimazione a...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1012 del 27 gennaio 1993
«In tema di contenzioso elettorale amministrativo, le controversie nelle quali si deduce l'irregolare ammissione a votare, con l'ausilio di un accompagnatore, di elettori non fisicamente impediti, riguardano posizioni di interesse legittimo e sono...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5153 del 18 gennaio 1995
«Ai fini della perquisizione locale di cui all'art. 247, comma 1, seconda parte, c.p.p., non è necessario che il luogo venga indicato con esatta specificazione di città, via, numero civico, ecc., essendo sufficiente che vengano forniti elementi...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 20228 del 13 giugno 2006
«Il provvedimento, con cui il pubblico ministero ordina al direttore della Casa circondariale di esibire alla polizia giudiziaria tutta la corrispondenza relativa ad un detenuto e di consentirle l'estrazione di copia, dà luogo, in assenza di un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1786 del 11 giugno 1998
«In tema di motivazione del decreto di sequestro probatorio, anche in relazione alle cose che costituiscono corpo del reato occorre indicare la ragione della necessità del sequestro in funzione dell'«accertamento dei fatti», come si ricava, in...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7065 del 22 febbraio 2002
«In tema di liquidazione del compenso per la custodia di mezzi di trasporto sottoposti a sequestro, non possono applicarsi alla custodia di imbarcazioni le tariffe stabilite per gli autoveicoli, ostandovi la specificità dei luoghi e delle modalità...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 223 del 6 febbraio 1995
«In tema di spese relative a sequestro penale di un bene, poiché le tariffe correnti sono di regola comprensive sia della custodia che dell'apprestamento di mezzi e strutture per la conservazione del bene sequestrato, non è consentito liquidare al...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 904 del 21 settembre 1994
«La conservazione del bene sequestrato non richiede, salvo il caso di bene deteriorabile, una specifica ed ulteriore attività oltre quella della semplice custodia in luogo idoneo. D'altro canto, la destinazione di un'area a luogo di custodia — con...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2967 del 28 marzo 1997
«In base al principio di tassatività delle nullità (art. 177 c.p.p.), la mancata apposizione del sigillo su reperti che la polizia giudiziaria sia autorizzata a trattenere per esaminarli al fine di ricavarne elementi utili per le indagini, non dà...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4606 del 30 gennaio 2003
«Il giudice dell'esecuzione, nell'ambito del procedimento preordinato alla restituzione delle cose sequestrate (artt. 262 e 263 c.p.p.), ha il potere di accertare la titolarità delle stesse prima di disporne la restituzione. Detto potere spetta al...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1929 del 24 giugno 1998
«Il giudice dell'esecuzione può legittimamente disporre il dissequestro di somme di denaro relativamente ad un processo conclusosi con sentenza passata in giudicato con l'avvertenza che il sequestro permane in relazione ad altri procedimenti,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2821 del 26 agosto 1994
«Qualora il giudice per le indagini preliminari, ricevuta direttamente un'istanza di restituzione di cose sottoposte a sequestro probatorio, in luogo di trasmetterla, come dovrebbe, al P.M. per quanto di sua competenza, ai sensi dell'art. 263,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 203 del 20 aprile 1994
«Qualora insorga controversia sulla proprietà della cosa confiscata, il giudice dell'esecuzione deve procedere ai sensi degli artt. 676 e 263, comma 3, c.p.p., rimettendo la risoluzione della questione al giudice civile del luogo competente in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13979 del 31 marzo 2009
«Ai fini dell'ammissibilità dell'intercettazione di comunicazioni tra presenti, l'abitacolo di una autovettura non può essere considerato luogo di privata dimora.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 32851 del 6 maggio 2008
«Ai fini dell'ammissibilità ed utilizzabilità delle intercettazioni tra presenti di cui all'art. 266, comma secondo, c.p.p., la cella e gli ambienti penitenziari non sono luoghi di privata dimora, non essendo nel «possesso » dei detenuti, ai quali...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 776 del 9 marzo 2000
«In tema di motivazione di decreti autorizzativi di attività di intercettazione, non essendo necessaria un'analitica esposizione degli elementi dai quali è dato desumere la probabilità della avvenuta consumazione di un reato, è consentito che detta...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3901 del 28 aprile 1997
«In tema di applicazione del disposto del secondo comma dell'art. 266 c.p.p. — secondo il quale l'intercettazione di comunicazione tra presenti, quando avvenga nei luoghi indicati nell'art. 614 c.p., «è consentito solo se vi è fondato motivo di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4111 del 28 gennaio 2008
«In tema di intercettazioni di conversazioni o comunicazioni, non determina l'inutilizzabilità delle intercettazioni la circostanza che il verbale delle operazioni eseguite venga redatto in un luogo diverso da quello in cui viene effettuata la...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 29628 del 24 luglio 2001
«In tema di intercettazioni di conversazioni telefoniche, il decreto di convalida emesso dal Gip a seguito del provvedimento urgente adottato dal P.M., deve essere trasmesso al tribunale del riesame al fine di consentire, anche al soggetto...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3104 del 11 marzo 1998
«Autorizzata la intercettazione delle conversazioni telefoniche è irrilevante l'oggetto delle registrazioni, purché realizzate con lo specifico mezzo in relazione al quale è stato concesso l'atto autorizzatorio nel rispetto dei presupposti di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8365 del 20 febbraio 2013
«In tema di intercettazioni ambientali, l'abitacolo di un autoveicolo non può essere considerato luogo di privata dimora, sì che, in tal caso, non può trovare applicazione il disposto di cui all'art. 266, comma secondo, cod. proc. pen.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6962 del 12 febbraio 2003
«Il servizio di osservazione realizzato dalla polizia giudiziaria per mezzo di una telecamera installata all'interno di un bagno di un locale pubblico non configura una forma di intercettazione tra presenti ai sensi dell'art. 266 comma 2 c.p.p., in...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1831 del 10 giugno 1998
«Ai fini della individuazione delle condizioni e dei limiti di ammissibilità delle intercettazioni di comunicazioni tra presenti, rientrano nel concetto di privata dimora tutti quei luoghi che, oltre all'abitazione, assolvano alla funzione di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3133 del 12 marzo 1998
«I limiti imposti dall'art. 270 c.p.p., circa l'utilizzabilità dei risultati di intercettazioni in procedimenti diversi da quelli nei quali sono state disposte, riguardano l'utilizzabilità come elementi di prova, ma non precludono la possibilità di...»