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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 135 del 28 febbraio 2000
«In caso di concorso delle aggravanti speciali previste per la rapina dall'art. 628 terzo comma c.p. (e richiamate per l'estorsione dall'art. 629 secondo comma c.p.) il giudice, ai sensi dell'art. 63 quarto comma c.p., nell'esercizio del suo potere...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2036 del 21 settembre 1996
«Per la determinazione della pena agli effetti dell'applicazione delle misure cautelari, in caso di concorso delle aggravanti ad effetto speciale del reato di estorsione si deve far riferimento all'art. 629, comma secondo, c.p., che stabilisce la...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1786 del 16 gennaio 2009
«Ai fini della determinazione della pena il giudice, nel valutare la gravità del danno cagionato dal reato, deve fare riferimento non soltanto a quello derivato, con relazione di diretta immediatezza, dalla lesione del bene protetto, ma anche alle...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8773 del 6 agosto 1994
«Il principio dell'«indivisibilità» della querela, stabilito dall'art. 123 c.p., trova il limite nel fatto-reato in essa considerato ed opera, quindi, unicamente rispetto ai soggetti che quel fatto hanno commesso, anche se la loro individuazione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 14660 del 29 dicembre 1999
«Il termine di tre mesi, previsto per la presentazione della querela, decorre dal momento in cui il titolare ha conoscenza certa, sulla base di elementi seri, del fatto-reato nella sua dimensione oggettiva e soggettiva, conoscenza che può essere...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1817 del 14 agosto 1996
«L'imputato con il ricorso per cassazione aveva sostenuto che le norme disciplinanti la custodia cautelare hanno carattere misto, sono cioè anche di natura sostanziale in quanto svolgono pure una funzione repressiva, sono dirette a prevenire...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 689 del 19 gennaio 2000
«Il carattere della univocità non è riscontrabile, in relazione a querela presentata da un coniuge nei confronti dell'altro, per i reati di lesioni personali e ingiurie, nella rinuncia «ai reciproci addebiti» nel corso della causa civile per...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5551 del 3 giugno 1982
«Gli atti interruttivi hanno effetto nei confronti di chi (per lo stesso reato) ha assunto la qualità d'imputato dopo il decorso del normale termine di prescrizione. Con l'espressione «hanno commesso il reato» di cui all'art. 161 comma primo, c.p.,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11344 del 10 maggio 1993
«Ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 307 c.p. (assistenza ai partecipi di cospirazione o di banda armata), nella nozione di «rifugio» rientra anche un luogo di cura nel quale, in assenza di immediata urgenza di trattamenti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10233 del 19 ottobre 1988
«Trattasi di condotta che pone in essere un reato di pericolo attraverso una complessità di atti predisposti al fine, sicché il risultato è la conseguenza di una più o meno lunga serie di concatenate azioni umane, ognuna delle quali, se suffragata...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1569 del 27 novembre 1968
«...il meccanismo della progressione o dell'assorbimento. Ne consegue che, mancando un'espressa disposizione che stabilisca la consumazione della fattispecie minore (art. 435) in quella maggiore (art. 305), tra di esse può sussistere concorso di...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 1 del 18 marzo 1970
«La idoneità della condotta con cui si commette tale delitto (in relazione ai caratteri strutturali dello stesso ed in applicazione dei criteri con cui il giudizio di idoneità deve svolgere nei reati di pericolo) sussiste quando sia insorta,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4060 del 25 gennaio 2008
«Un simile controllo deve, poi, svilupparsi per tutto il successivo corso del processo alla stregua delle risultanze probatorie via via acquisite, nel senso che il giudice deve costantemente verificare, anche ex officio i presupposti fattuali e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 49579 del 31 dicembre 2003
«I reati di millantato credito e di truffa possono concorrere anche se la violazione consista in una unica azione, in quanto allo specifico raggiro considerato nella fattispecie di millantato credito, consistente nelle vanterie di ingerenze o...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11326 del 10 novembre 1994
«La condotta materiale punibile, ai sensi dell'art. 356 c.p., consiste in una qualunque inesecuzione, imperfezione, inadempienza posta in essere dolosamente dal reo nella pubblica fornitura; il reato si consuma, per quanto riguarda la prestazione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11951 del 25 marzo 2005
«Integra il reato di infedele patrocinio la condotta del difensore che si appropri di somme ottenute in via transattiva per conto della parte assistita in un giudizio in corso. (Fattispecie nella quale l'imputato, nei confronti del quale il proprio...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2222 del 18 febbraio 1991
«Ne consegue che resta escluso il reato previsto dall'art. 393 c.p. quando trattasi di pretesa illegittima in tutto o in parte o sia giuridicamente impossibile il ricorso al giudice: in tal caso l'opinato diritto non è altro che un pretesto per...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 26830 del 2 luglio 2001
«Il delitto di devastazione previsto dall'art. 419 c.p. è un reato contro l'ordine pubblico, per cui è indifferente che i fatti di devastazione abbiano interessato in tutto o in parte i beni oggetto di aggressione o che sia stato grave il danno in...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1686 del 8 febbraio 1990
«Nel caso di incidente automobilistico, provocato da colpa dei conducenti, con conseguenze particolarmente gravi alle persone e alle cose, ben può ricorrere, col concorso di altre condizioni, l'ipotesi di disastro colposo di cui all'art. 449 c.p....»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1503 del 17 maggio 1966
«L'ultimo comma dell'art. 440 c.p., che ipotizza non un distinto titolo di reato bensì una circostanza che aggrava la pena, menziona espressamente i medicinali: consegue che gli stessi elementi che costituiscono il reato nella forma semplice...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4436 del 16 aprile 1994
«Il reato previsto dall'art. 440 c.p. e quello di cui all'art. 76 D.P.R. n. 162 del 1965 non tutelano lo stesso bene giuridico, in quanto, mentre il primo tutela la salute pubblica, il secondo tende solo alla repressione delle frodi nella...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7337 del 22 febbraio 2007
«Non integra una causa di sospensione del corso della prescrizione il rinvio del dibattimento disposto su richiesta congiunta dell'imputato e della parte civile al dichiarato fine di addivenire a un accordo in ordine al risarcimento del danno.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7296 del 11 giugno 1980
«Il delitto di rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro e le contravvenzioni di cui alle leggi antinfortunistiche danno luogo non a un conflitto di norme, ma ad un'ipotesi di concorso formale eterogeneo di reati.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 435 del 21 gennaio 1982
«.... Pertanto, ove ne derivi all'agente un ingiusto profitto con danno patrimoniale altrui, si configura il delitto di truffa in concorso formale col falso. Deve, infatti, escludersi sia l'ipotesi del reato complesso, non essendo la truffa...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6757 del 10 giugno 1994
«Non ricorre l'attenuante di cui all'art. 62 n. 6 ultima parte c.p. (essersi, prima del giudizio, adoperato spontaneamente ed efficacemente per elidere o attenuare le conseguenze dannose o pericolose del reato) nell'ipotesi in cui l'imputato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 467 del 20 gennaio 1992
«In tema di concorso in detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, può dare luogo all'applicazione delle attenuanti generiche, ma non di quella dell'attivo ravvedimento, la collaborazione prestata dall'imputato con le chiamate di correità rese...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6936 del 28 giugno 1991
«Sicché essa, che è eccezionalmente operativa dopo la consumazione del reato, non è concepibile in relazione ad un comportamento processuale di collaborazione con gli organi inquirenti, quando tale collaborazione non appaia collegabile alla minore...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5255 del 30 aprile 1988
«La circostanza che, secondo il sistema originariamente delineato dal legislatore del 1939, delle due offese costituenti la struttura dell'aberratio ictus plurioffensiva, una — ossia quella risultata più grave, che però in ipotesi potrebbe essere...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12862 del 11 novembre 1999
«La sospensione del corso della prescrizione prevista dall'art. 159, primo comma, ultima parte, c.p. «in ogni caso in cui la sospensione dei termini di custodia cautelare è imposta da una particolare disposizione di legge» implica l'esistenza di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12456 del 17 dicembre 1994
«La richiesta di emissione del decreto penale, così come la richiesta di emissione di decreto di citazione a giudizio, non hanno effetto interruttivo del decorso della prescrizione, non essendo tali atti compresi fra quelli indicati tassativamente...»