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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 356 del 16 marzo 1995
«Nel delitto di maltrattamenti il dolo, dovendo caratterizzarsi con l'intento di infliggere sofferenze fisiche e morali al soggetto passivo, è sì unitario, in modo da non confondersi con la coscienza e volontà di ciascun frammento della condotta,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3965 del 19 novembre 1994
«Il dolo del delitto di maltrattamenti, dovendo caratterizzarsi per l'intento di infliggere sofferenze fisiche e morali al soggetto passivo, è sì unitario, in modo da non confondersi con la coscienza e volontà di ciascun frammento della condotta,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 468 del 20 gennaio 1992
«Per la configurabilità del delitto di maltrattamenti in famiglia (art. 572 c.p.) non è necessario un comportamento vessatorio continuo ed ininterrotto. L'elemento unificatore dei singoli episodi è costituito da un dolo unitario, e pressoché...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 18447 del 25 maggio 2006
«Non è configurabile il rapporto di specialità tra il delitto di maltrattamenti in famiglia e quello di sequestro di persona, giacché sono figure di reato dirette a tutelare beni diversi e poi, l'uno, è integrato dalla condotta di programmatici e...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 17843 del 13 maggio 2005
«Il reato di violenza sessuale concorre con quello di maltrattamenti allorché la condotta di maltrattamenti sia del tutto autonoma rispetto a quella che ha caratterizzato i rapporti sessuali, non rilevando in proposito il vincolo della...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 35849 del 3 settembre 2004
«In caso di maltrattamenti in famiglia integratisi anche attraverso la condotta di ripetute violenze sessuali, non è ipotizzabile il concorso fra il delitto di violenza sessuale, di cui all'art. 609 bis c.p., ed il delitto di maltrattamenti in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16578 del 8 aprile 2003
«Non è configurabile il reato aggravato dall'evento di cui all'art. 572, comma 2, c.p., quando la morte del familiare, che sia stato fino a quel momento sottoposto a maltrattamenti, anziché essere conseguenza non voluta della condotta abituale di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 20950 del 12 maggio 2003
«L'art. 574 c.p. configura un reato contro la famiglia, plurioffensivo in quanto lede non soltanto il diritto di chi esercita la patria potestà, ma anche quello del figlio a vivere secondo le indicazioni e determinazioni del genitore stesso. Ed...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11415 del 20 maggio 2002
«Risponde del delitto di sottrazione di persona incapace (art. 574 c.p.) il genitore che, senza consenso dell'altro, porta via con sé il figlio minore, allontanandolo dal domicilio stabilito, ovvero lo trattiene presso di sé, quando tale condotta...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 19520 del 24 aprile 2003
«Le norme di cui agli artt. 388 e 574 c.p., che prevedono rispettivamente il reato di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice e quello di sottrazione di persona incapace non danno luogo ad un concorso di norme governato dal...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 38438 del 26 ottobre 2001
«Il delitto di sequestro di persona può concorrere con quello di sottrazione di persona incapace, atteso che le due fattispecie tutelano beni giuridici e diritti soggettivi distinti (la libertà di movimento, per quanto attiene al reato di cui...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2620 del 19 marzo 1993
«Le norme di cui agli artt. 388 e 574 c.p., che prevedono rispettivamente il reato di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice e quello di sottrazione di persona incapace non danno luogo ad un concorso di norme governato dal...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8410 del 25 febbraio 2009
«Integra il delitto di omicidio aggravato dai motivi abietti la condotta di colui che uccide, per vendetta e con l'intenzione di affermare il proprio prestigio criminale, la persona offesa di un tentativo di estorsione che lo aveva denunziato,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 24903 del 26 giugno 2007
«Per la configurabilità del reato di infanticidio di cui all'art. 578 c.p. è necessario che la madre sia lasciata in balia di se stessa, senza alcuna assistenza e nel completo disinteresse dei familiari, in modo che venga a trovarsi in uno stato di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 46945 del 2 dicembre 2004
«In tema di delitti contro la persona, l'elemento distintivo delle fattispecie di soppressione del prodotto del concepimento è costituito anche dal momento in cui avviene l'azione criminosa. La condotta di procurato aborto, prevista dall'art. 19 L....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3147 del 12 marzo 1998
«Il discrimine tra il reato di omicidio del consenziente e quello di istigazione o aiuto al suicidio va individuato nel modo in cui viene ad atteggiarsi la condotta e la volontà della vittima in rapporto alla condotta dell'agente: si avrà omicidio...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2501 del 22 febbraio 1990
«La speciale configurazione data all'omicidio del consenziente e la sua sussunzione in un'autonoma e tipica ipotesi di reato, nella quale sono previste pene edittali minori rispetto al comune omicidio volontario, sono fondamentalmente derivate...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 22782 del 15 giugno 2010
«Ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 580 c.p., sotto il profilo del rafforzamento dell'altrui proposito suicida, occorre sia la dimostrazione dell'obiettivo contributo all'azione altrui di suicidio, sia la prefigurazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5097 del 5 marzo 2014
«Nel procedimento finalizzato all'accertamento del diritto del minore a conservare rapporti significativi con gli ascendenti ed i parenti del genitore scomparso, il comportamento ostativo del genitore superstite costituisce una condotta...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 800 del 31 gennaio 1984
«Il calcio, al pari della spinta e dello schiaffo, integra di per sé un'azione violenta concretandosi in un'energia fisica esercitata direttamente sulla persona e, nella generalità dei casi, costituisce il reato di percosse o di lesioni dolose;...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 35843 del 18 settembre 2008
«Il reato di percosse non è assorbito in quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni di cui all'art. 392 c.p., con la conseguenza che l'assoluzione dal primo reato non può comportare automaticamente l'insussistenza anche di quest'ultimo....»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 8222 del 3 settembre 1996
«Il porto senza giustificato motivo, disciplinato dall'art. 4 comma secondo legge 18 aprile 1975, n. 110, concerne qualsiasi strumento non considerato espressamente come arma da punta e taglio purché chiaramente utilizzabile, per le circostanze di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 30552 del 30 dicembre 2011
«In tema di divisione ereditaria, l'art. 723 c.c. prevede che dopo la vendita, se ha avuto luogo, dei mobili e degli immobili, si procede ai conti che i condividenti si devono rendere tra loro e, tra l'altro, ai relativi conguagli e rimborsi, ivi...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 48544 del 28 dicembre 2011
«In tema di diffamazione, sussiste l'esimente di cui all'art. 598 c.p. - per il quale non sono punibili le offese contenute negli scritti e discorsi pronunciati dinanzi alle autorità giudiziarie o amministrative - allorché le espressioni offensive...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9510 del 30 aprile 2014
«La liquidità del debito non è condizione necessaria della costituzione in mora, nel nostro ordinamento non valendo il principio "in illiquidis non fit mora". Ne consegue che sussiste la mora del debitore, quando la mancata o ritardata liquidazione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13526 del 12 aprile 2010
«In tema di impiego di minori nell'accattonaggio, sussiste continuità normativa tra la fattispecie contravvenzionale prevista dall'abrogato art. 671 c.p. e la nuova ipotesi delittuosa di cui all'art. 600-octies c.p., contestualmente introdotto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 40045 del 12 novembre 2010
«Ai fini della configurabilità del delitto di tratta di persone (art. 601 c.p.), non è richiesto che il soggetto passivo si trovi già in schiavitù o condizione analoga, con la conseguenza che il delitto in questione si ravvisa anche se una persona...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 23368 del 10 giugno 2008
«Ai fini della consumazione del reato di tratta di persone, con riguardo alla seconda delle ipotesi previste dall'art. 601, comma primo, c.p., non è necessario che venga consumato anche il reato di riduzione in schiavitù, quale previsto dalla...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 31715 del 21 luglio 2004
«Integra il delitto di cui all'art. 608 c.p. (abuso di autorità contro arrestati o detenuti), la condotta del pubblico ufficiale che sottoponga la persona arrestata, di cui abbia la custodia, a misure di rigore non consentite dalla legge e...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11728 del 26 maggio 2014
«L'istituto del recesso per giusta causa, previsto dall'art. 2119, primo comma, cod. civ. in relazione al contratto di lavoro subordinato, è applicabile anche al contratto di agenzia, dovendosi tuttavia tener conto, per la valutazione della gravità...»