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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4765 del 12 aprile 1980
«La situazione di necessità prevista dall'art. 384 del c.p. non è costituita da un evento di pericolo, come è per la difesa legittima e per lo stato di necessità, ma da un evento di danno; per cui, ad integrare l'esimente speciale prevista dalla...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 17979 del 5 marzo 2013
«Ne consegue che detto divieto sussiste ed è operativo quando le conversazioni o le comunicazioni intercettate siano pertinenti all'attività professionale svolta dai soggetti indicati nell'art. 200, comma primo, c.p.p. e riguardino, di conseguenza,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 33934 del 10 ottobre 2002
«Esiste una sostanziale diversità di funzione tra l'ordine di demolizione di cui all'art. 7, ultimo comma, della legge n. 47/1985 ed il potere di subordinare la sospensione della pena alla demolizione dell'opera, quale condizione prevista dall'art....»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 12263 del 12 dicembre 1995
«...per le ipotesi comuni di reato edilizio; conferma ulteriore si desume dalla sospensione dell'azione penale fino alla decisione dei ricorsi innanzi alla giurisdizione amministrativa (art. 22 legge 47/85, come modificato dall'art. 7 D.L. 400/95).»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 27699 del 20 maggio 2010
«In tema di opere soggette a presentazione di denuncia di inizio attività (DIA), assume la qualità di persona esercente un servizio di pubblica necessità e risponde, quindi, del reato di falsità ideologica in certificati, il progettista che, nella...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3717 del 7 luglio 1999
«Il principio di irretroattività della legge penale, sancito dagli artt. 2 c.p. e 25, comma secondo, Cost., è operante nei riguardi delle norme incriminatrici e non anche rispetto alle misure di sicurezza, sicché la confisca può essere disposta...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 45714 del 16 dicembre 2005
«La nuova figura di reato del falso in prospetto, prevista dall'art. 2623 c.c., nel testo introdotto dall'art. 1 del D.L.vo 11 aprile 2002 n. 61, non rientra nel novero delle fattispecie di reati societari, la cui consumazione costituisce requisito...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 23438 del 28 maggio 2003
«La disposizione dell'art. 20, comma quinto, della legge n. 40 del 1998 (oggi trasfusa in quella dell'art. 22, comma 10, D.L.vo 286 del 1998), la quale punisce il fatto del datore di lavoro che occupa alle proprie dipendenze cittadini...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 14954 del 13 aprile 2015
«In tema di intercettazione di conversazioni o comunicazioni, il presupposto della sussistenza dei gravi indizi di reato, non va inteso in senso probatorio (ossia come valutazione del fondamento dell'accusa), ma come vaglio di particolare serietà...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 22249 del 29 maggio 2014
«In tema di reati colposi, la verifica in ordine alla "prevedibilità" dell'evento impone il vaglio delle possibili conseguenze di una determinata condotta commissiva od omissiva avendo presente il cosiddetto "modello d'agente" ossia il modello...»
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Cassazione penale, Sez. VII, sentenza n. 26143 del 26 luglio 2006
«...comunque ovviarsi attraverso comportamenti non criminalmente rilevanti (Nella specie la Corte ha negato la configurabilità dell'esimente in questione nel caso di vendita illegale di supporti audiovisivi da parte di un cittadino extra-comunitario).»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3435 del 29 settembre 1994
«Conseguentemente, ai fini della recidiva specifica (art. 99, comma 2, n. 1 c.p.), esso presenta caratteri fondamentali comuni rispetto ai reati di detenzione e porto abusivo di arma comune da sparo, che pure sono indicativi dell'intenzione di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 53590 del 23 dicembre 2014
«Per "reati della stessa indole" ai sensi dell'art. 101 c.p. devono intendersi non soltanto quelli che violano una medesima disposizione di legge, ma anche quelli che, pur essendo previsti da testi normativi diversi, presentano nei casi concreti -...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12513 del 20 settembre 1990
«...le detenga e le porti illegalmente, anche il «palo» che, in ipotesi, non abbia avuto la materiale disponibilità delle armi deve rispondere, a titolo di concorso anomalo, anche dei reati di detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 14332 del 5 aprile 2006
«In tema di reati contro l'ordine pubblico, la concessione della riabilitazione successiva ad una sentenza di condanna per associazione per delinquere di tipo mafioso non estingue l'obbligo di comunicazione al nucleo della polizia tributaria delle...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1101 del 4 maggio 1994
«Ai sensi dell'art. 6, primo comma, L. 22 maggio 1975, n. 152 la confisca prevista dall'art. 240 c.p. deve applicarsi a tutti i reati concernenti le armi, ogni altro oggetto atto ad offendere nonché le munizioni e gli esplosivi: diviene pertanto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6038 del 13 maggio 1999
«Ai fini dell'integrazione dei reati di cui agli articoli 318 e 319 c.p., acquistano la qualità di pubblici ufficiali ai sensi dell'articolo 357 c.p., coloro che concorrono in qualità di organi a formare la volontà e ad attuare gli scopi...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 44369 del 24 ottobre 2014
«In tema di reati associativi, ai fini della competenza per territorio assume rilievo non tanto il luogo in cui è costituito il "pactum sceleris", quanto, piuttosto, quello in cui si manifesta e realizza l'operatività della struttura. (Nella...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12019 del 18 marzo 2008
«Il reato di cui all'art. 95 D.P.R. n. 115 del 2002 - che sanziona le falsità o le omissioni nelle dichiarazioni o nelle comunicazioni per l'attestazione delle condizioni di reddito in vista dell'ammissione al patrocinio a spese dello Stato - è...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8703 del 4 agosto 1992
«Con particolare riferimento alla diffamazione, alla stregua dell'art. 21 della Costituzione che garantisce a chiunque il diritto alla libera manifestazione del pensiero, nel caso di una persona che dia notizia di fatti veri offensivi dell'altrui...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3597 del 23 gennaio 2008
«L'intervista televisiva «in diretta» presuppone che siano comunicate notizie provenienti da una fonte «non filtrata» con la conseguenza che, in tal caso, non si può esigere dal giornalista l'esecuzione di un sia pur rapido controllo prima della...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1615 del 11 febbraio 1998
«...sia di schiavitù come «istituzione», quando in un ordinamento una persona può essere oggetto di proprietà, che di condizione analoga alla schiavitù quale «pratica» sociale, per via della replica di fatto della schiavitù in una qualsiasi comunità.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1235 del 10 gennaio 2013
«La valutazione del giudice in ordine all'attitudine a testimoniare e alla credibilità del minore vittima di reati sessuali deve essere fondata su una perizia e, qualora tale accertamento non sia stato svolto o non abbia rispettato i protocolli...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 42905 del 14 ottobre 2014
«In tema di reati fallimentari, l’ipotesi della pluralità dei fatti di bancarotta, prevista dall’art. 219, comma secondo, n. 1, L.F., benché non assimilabile, sotto il profilo strutturale, alle comuni circostanze aggravanti, mantiene tuttavia,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6884 del 22 febbraio 2016
«Il delitto di cui al primo comma dell'art. 2638 cod. civ. è un reato di mera condotta, integrato sia dall'omessa comunicazione di informazioni dovute che dal ricorso a mezzi fraudolenti volti ad occultare l'esistenza di fatti rilevanti per la...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 35590 del 29 agosto 2016
«...contrassegno SIAE da parte di cittadino extracomunitario, nella quale la Corte ha negato la configurabilità dell'esimente, osservando che alle esigenze delle persone indigenti è possibile provvedere per mezzo degli istituti di assistenza sociale).»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 30704 del 19 luglio 2016
«In tema di rapporti fra il reato di maltrattamenti in famiglia e quello di atti persecutori (art. 612-bis, cod. pen.), salvo il rispetto della clausola di sussidiarietà prevista dall'art. 612-bis, comma primo, cod. pen. - che rende applicabile il...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 18621 del 14 aprile 2017
«Ai fini della attribuzione della giurisdizione al giudice ordinario in caso di procedimenti per reati connessi, comuni e militari, la maggiore gravità del reato comune è individuata sulla base delle regole stabilite dall'art 4 cod. proc. pen.,...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 10959 del 16 marzo 2016
«...artt. 612-bis e 572 cod. pen., in quanto l'espressione "violenza alla persona" deve essere intesa alla luce del concetto di "violenza di genere", risultante dalle pertinenti disposizioni di diritto internazionale recepite e di diritto comunitario.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 13222 del 20 marzo 2017
«...distrettuale, in un procedimento rubricato per reati comuni, con riferimento al quale il P.M., in una memoria depositata dinanzi al tribunale, aveva prospettato che la commissione dei fatti era maturata in un contesto di criminalità organizzata).»