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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7266 del 28 giugno 1995
«Nella disposizione di cui al secondo comma dell'art. 1526 c.c. per la quale, qualora sia convenuto che le rate pagate restino acquisite al venditore a titolo di indennità, questa può essere ridotta dal giudice il ricorso al termine «indennità»,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 884 del 10 marzo 1975
«Nella vendita di cose immobili, vendita a corpo e vendita a misura non differiscono nel senso che solo nella prima — e non nella seconda — è possibile per il compratore avere la proprietà di un'estensione maggiore di quella indicata nel contratto,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1364 del 5 marzo 1979
«La norma dell'art. 1660 c.c., che disciplina le variazioni necessarie al progetto dell'appalto, riguarda un'ipotesi di impossibilità dell'oggetto e costituisce espressione della volontà del legislatore di non attribuire uguale efficacia a...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16089 del 27 ottobre 2003
«In tema di locazioni di immobili urbani ad uso abitativo, il diritto al rimborso per le riparazioni urgenti effettuate dal conduttore riconosciutogli dalla norma di cui all'art. 1577 c.c. non è escluso in caso di mancato previo avviso al locatore.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 28417 del 22 dicembre 2005
«In tema di appalto, l'art.1668 c.c., nell'enunciare il contenuto della garanzia prevista dall'art.1667 c.c., attribuisce al committente, oltre all'azione per l'eliminazione dei vizi dell'opera a spese dell'appaltatore o di riduzione del prezzo,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12527 del 22 settembre 2000
«In tema di locazione di immobili urbani, il pagamento del canone in misura inferiore a quella convenzionalmente stabilita integra inadempimento grave secondo la valutazione fattane dal legislatore con l'art. 2 del D.L. 30 dicembre 1988, n. 551,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 936 del 20 gennaio 2010
«In tema di inadempimento del contratto di appalto, le disposizioni speciali dettate dal legislatore attengono essenzialmente alla particolare disciplina della garanzia per le difformità ed i vizi dell'opera, assoggettata ai ristretti termini...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11791 del 6 agosto 2002
«L'art. 1751 c.c., quale risulta a seguito delle novelle di cui ai decreti legislativi n. 303 del 1991 e n. 65 del 1999, esclude la garanzia generalizzata della indennità per il caso di scioglimento del contratto di agenzia, prevedendo invece...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19066 del 5 settembre 2006
«È configurabile, accanto alla mediazione ordinaria, una mediazione negoziale cosiddetta atipica, fondata su un contratto a prestazioni corrispettive, con riguardo anche ad una soltanto delle parti interessate (c.d. mediazione unilaterale). Tale...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9380 del 27 giugno 2002
«In tema di mediazione, la necessità del-l'iscrizione nell'albo professionale è prevista per l'insorgenza del diritto alla provvigione e costituisce un'innovazione introdotta dalla legge n. 39 del 1989 (art. 6), finalizzata a porre in risalto la...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 4414 del 17 luglio 1981
«L'accertamento che un contratto sia contrario a norme imperative e quindi nullo per tale ragione (art. 1343 c.c.) non impedisce una autonoma valutazione dell'atto dal punto di vista della Sua eventuale immoralità al fine di negare l'azione di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9640 del 10 settembre 1999
«In tema di responsabilità della banca per furto del contenuto di una cassetta di sicurezza, deve ritenersi articolata in modo da rendere possibile la verifica del relativo processo logico e come tale non affetta da contraddittorietà ed...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10000 del 24 maggio 2004
«In tema di interpretazione dell'art. 1851 c.c. - norma che, riferita all'anticipazione bancaria, costituisce tuttavia la regola generale di ogni altra ipotesi di pegno irregolare - deve ritenersi che, qualora il debitore, a garanzia...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 23313 del 8 novembre 2007
«È manifestamente infondata l'eccezione d'illegittimità costituzionale relativa all'art. 186 quater c.p.c. inquadrata come norma contemplante uno strumento processuale che determinerebbe la soppressione del diritto ad ottenere una pronuncia, in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2220 del 28 febbraio 2000
«Ai fini dell'accertamento della sussistenza della responsabilità ex art. 2050 c.c., il giudizio sulla pericolosità dell'attività svolta ossia l'apprezzamento della stessa come attività che, per sua natura, o per i mezzi impiegati, rende probabile,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16612 del 19 giugno 2008
«In tema di azione di ripetizione, l'indebito oggettivo opera non solo quando l'originaria causa di pagamento sia venuta meno, ma anche quando essa manchi fin dall'origine; ai sensi degli artt. 2033 e 2935 c.c., la prescrizione del diritto di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11163 del 19 novembre 1990
«In tema di imputabilità del fatto dannoso opera un sistema autonomo rispetto a quello previsto dal legislatore in tema di imputabilità del reato. In campo penale, infatti, è la legge stessa che fissa le cause che escludono l'imputabilità, mentre,...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 26972 del 11 novembre 2008
«Il danno non patrimoniale da lesione della salute costituisce una categoria ampia ed omnicomprensiva, nella cui liquidazione il giudice deve tenere conto di tutti i pregiudizi concretamente patiti dalla vittima, ma senza duplicare il risarcimento...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10482 del 1 giugno 2004
«Con riguardo all'art. 2054, primo e secondo comma c.c., il danno non patrimoniale di cui all'art. 2059 (salvo che per il danno non patrimoniale da lesione di valori della persona umana costituzionalmente garantiti) è risarcibile a condizione che...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10374 del 7 agosto 2000
«Il principio secondo cui il primo comma dell'art. 2070 c.c. non opera nei riguardi della contrattazione collettiva di diritto comune non assume alcuna influenza nell'ipotesi in cui si controverte in relazione ai benefici della fiscalizzazione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17310 del 25 giugno 2008
«Nei rapporti giuridici di durata, quale il rapporto di lavoro, non è interdetto al legislatore e alle parti stipulanti i contratti collettivi di modificare, in peius la posizione di una delle parti, anche mediante la modifica di un sistema di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 18278 del 5 agosto 2010
«Il potere organizzativo del datore di lavoro comprende senz'altro la predisposizione di regole finalizzate ad una migliore coesistenza delle diverse realtà operanti all'interno dei luoghi di lavoro e ad evitare conflittualità ma non può tradursi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8998 del 3 luglio 2001
«L'efficacia probatoria delle riproduzioni meccaniche di cui all'art. 2712 c.c. è subordinata — in ragione della loro formazione al di fuori del processo e senza le garanzie dello stesso — all'esclusiva volontà della parte contro la quale esse sono...»
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Cassazione penale, Sez. I, ordinanza n. 1741 del 4 luglio 1995
«Ai fini della notificazione alle altre parti della richiesta di rimessione del processo, la parte a cui il legislatore fa riferimento non va intesa in senso formale, ma in senso sostanziale, e comprende anche la persona offesa, cui non può...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11597 del 14 ottobre 1999
«La stipulazione scritta del patto di prova deve essere anteriore o, quanto meno, contestuale all'inizio dell'esecuzione del rapporto di lavoro onde non attribuire al datore di lavoro, in frode alla normativa di natura pubblicistica sui...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8596 del 5 aprile 2007
«La disposizione dell'art. 2103 c.c. sulla regolamentazione delle mansioni del lavoratore e sul divieto del declassamento di dette mansioni va interpretata — stante le. statuizioni di cui alla sentenza delle Sezioni unite n. 25033 del 2006, ed in...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 25033 del 24 novembre 2006
«Ai fini della verifica del legittimo esercizio dello ius variandi da parte del datore di lavoro, deve essere valutata, dal giudice di merito - con giudizio di fatto incensurabile in cassazione ove adeguatamente motivato - la omogeneità tra le...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 29817 del 19 dicembre 2008
«Ai dirigenti statali e, nella specie, ai dirigenti sanitari, alla stregua del combinato disposto degli artt. 2 e 19 del d.lgs. n. 29 del 1993 (anche nella sua originaria formulazione) non è applicabile l'art. 2103 cod. civ., valendo il principio...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13329 del 26 ottobre 2001
«Lo svolgimento di attività lavorativa alle dipendenze di un'impresa in concorrenza con il datore di lavoro può configurare la violazione del divieto di cui all'art. 2105 c.c., sotto il profilo della «trattazione di affari per conto terzi in...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 21695 del 14 agosto 2008
«Il principio di ragionevolezza, in base al quale l'orario, di lavoro deve comunque rispettare i limiti imposti dalla tutela del diritto alla salute, si applica anche alle mansioni discontinue o di semplice attesa per le quali la variabilità, caso...»