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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14946 del 25 giugno 2009
«In tema di malattia professionale ed infortuni sul lavoro, va esclusa la responsabilità del datore di lavoro ai sensi dell'art. 2087 c.c. ove la normativa specifica sulla pericolosità ambientale delle attività inerenti la prestazione lavorativa...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12445 del 25 maggio 2006
«Posta la natura contrattuale della responsabilità incombente sul datore di lavoro in relazione al disposto dell'art. 2087 c.c., sul piano della ripartizione dell'onere probatorio al lavoratore spetta lo specifico onere di riscontrare il fatto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2728 del 8 febbraio 2010
«Costituisce requisito fondamentale del rapporto di lavoro subordinato - ai fini della sua distinzione dal rapporto di lavoro autonomo - il vincolo di soggezione del lavoratore al potere direttivo, organizzativo e disciplinare del datore di lavoro,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 20669 del 25 ottobre 2004
«Ai fini della configurabilità del lavoro subordinato e la distinzione da quello autonomo, sono decisivi l'assoggettamento del lavoratore al potere direttivo e disciplinare del datore di lavoro con la conseguente limitazione della sua autonomia e...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 22539 del 30 maggio 2001
«Nell'ipotesi di arresto o fermo non convalidati, la contestazione nel corso dell'udienza camerale di reati diversi da quello per cui era avvenuto l'arresto e l'emissione dell'ordinanza di custodia cautelare solo per questi ultimi, rende necessario...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8295 del 19 giugno 2000
«La clausola del contratto individuale di lavoro con cui sia previsto un periodo di prova di durata maggiore di quella massima prevista
dal contratto collettivo applicabile al rapporto — fermo restando il limite di sei mesi di cui all'art. 10 della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5496 del 14 marzo 2006
«Anche nel contratto di lavoro subordinato - fermo restando il divieto di unilaterale riduzione della retribuzione di cui all'art. 2099 c.c. è possibile concordare la modifica delle originarie condizioni contrattuali relative agli aspetti...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17564 del 2 agosto 2006
«Il lavoratore — cui l'art. 2103 c.c. (nel testo sostituito dall'art. 13 della legge 20 maggio 1970, n. 300), con norma applicabile anche ai dirigenti, riconosce esplicitamente il diritto a svolgere le mansioni per le quali è stato assunto ovvero...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1175 del 15 febbraio 1996
«Il principio dell'irriducibilità della retribuzione in relazione al mutamento di mansioni, posto dall'art. 2103 c.c. nel testo vigente, si riferisce all'aspetto qualitativo delle mansioni e non a quello quantitativo. Conseguentemente, se il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5618 del 15 marzo 2006
«In relazione alla disciplina dell'art. 2103 c.c. ed ai fini della cosiddetta promozione automatica prevista da tale norma, sono equiparabili l'ipotesi in cui muti il contenuto materiale delle mansioni, a seguito dell'adibizione del lavoratore a...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7126 del 23 marzo 2007
«In materia di sostituzione di lavoratore assente con diritto alla conservazione del posto con altro lavoratore di qualifica inferiore l'art. 2103 c.c. non prescrive che perché sia escluso il diritto del sostituto alla definitiva assegnazione alle...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8268 del 29 aprile 2004
«Ai fini dell'efficacia del provvedimento di trasferimento del lavoratore, non è necessario che vengano contestualmente enunciate le ragioni del trasferimento stesso, atteso che l'art. 2103 c.c., nella parte in cui dispone che le ragioni tecniche,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11092 del 26 maggio 2005
«Il licenziamento per superamento del periodo di comporto è assimilabile non già ad un licenziamento disciplinare, sebbene ad un licenziamento per giustificato motivo oggettivo, causale di licenziamento a cui si fa riferimento anche per le ipotesi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14065 del 14 dicembre 1999
«In caso di malattia del lavoratore, l'art. 2110, comma secondo, c.c. — il quale prevede che il recesso del datore di lavoro può essere esercitato solo dopo il protrarsi dell'impossibilità della prestazione per il periodo di tempo stabilito dalla...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 18377 del 19 agosto 2009
«Mentre non può considerarsi legittima la disposizione di un contratto collettivo che esoneri il recedente dall'obbligo del preavviso, è invece del tutto legittima quella che, fermo restando tale obbligo, riconosca la facoltà, per la parte non...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1591 del 12 febbraio 2000
«La nozione di «giustificatezza» del licenziamento del dirigente ai fini dell'indennità supplementare spettante alla stregua della contrattazione di categoria non s'identifica con quella di «giusta causa o «giustificato motivo» del licenziamento...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15373 del 9 agosto 2004
«Premesso che i fatti addebitati al lavoratore e posti a fondamento del licenziamento per giusta causa possono inerire anche alla sua vita privata, purché idonei ad incidere sulla possibilità della prosecuzione del rapporto di lavoro, a maggior...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7692 del 31 marzo 2006
«Fermo restando che è a carico dell'attore l'onere di fornire la prova del titolo posto a fondamento della domanda, stabilire se, in concreto, un determinato versamento tragga origine da un mutuo, o se invece sia stato effettuato quale apporto del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1301 del 21 febbraio 1990
«Il consenso degli altri soci all'attività concorrenziale del singolo socio, ai sensi ed agli effetti dell'art. 2301 c.c., integrando rinuncia ad un diritto disponibile, opera a prescindere dalle ragioni che lo abbiano determinato, resta fermo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 21803 del 11 ottobre 2006
«Nella società in accomandita semplice, in caso di sopravvenuta mancanza di tutti i soci accomandatari, l'art. 2323 c.c., nel prevedere la sostituzione dei soci venuti meno e la nomina in via provvisoria di un amministratore per il compimento degli...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 21831 del 10 novembre 2005
«La delibera di approvazione del bilancio di una società di capitali, resa dall'assemblea ordinaria con le prescritte maggioranze, ha efficacia vincolante nei confronti di tutti i soci, anche con riguardo ai crediti della società verso i medesimi...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3582 del 6 agosto 1994
«n sede di convalida del fermo il giudice per le indagini preliminari deve tenere conto, al fine di verificare se la misura è stata adottata nella sussistenza delle condizioni previste dall'art. 384 c.p.p., anche degli elementi emersi nel corso...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7012 del 24 giugno 1993
«La norma di cui all'art. 2386, terzo comma, c.c. secondo cui gli amministratori nominati dall'assemblea scadono insieme con quelli in carica all'atto della loro nomina non ha carattere imperativo ed è derogabile dall'atto costitutivo o dallo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18113 del 27 novembre 2003
«In materia di società consortile costituita secondo il tipo delle società di capitali (nella specie, Sri), la causa consortile può comportare la deroga delle norme che disciplinano il tipo adottato, qualora la loro applicazione sia incompatibile...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7980 del 30 marzo 2007
«Fermo restando che è a carico dell'attore l'onere di fornire la prova del titolo posto a fondamento della domanda, stabilire se un determinato versamento tragga origine da un mutuo o se invece sia stato effettuato quale apporto del socio al...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11498 del 21 ottobre 1992
«La confessione, pur dovendo cadere esclusivamente su fatti, può estendersi, sub specie facti , anche a situazioni giuridiche rilevanti, come quelle comportanti la costituzione di un rapporto contrattuale, fermo restando che la qualificazione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5240 del 10 marzo 2006
«Il deferimento del giuramento suppletorio, anche qualora sia stato espressamente richiesto da una parte, rientra nella discrezionalità del giudice di merito, le cui valutazioni in ordine alla sussistenza del requisito della cosiddetta semi-plena...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3669 del 16 giugno 1982
«Il nuovo testo dell'art. 2777 c.c., come modificato dalla L. 29 luglio 1975, n. 426 che ha rinnovato il sistema e l'ordine dei privilegi, si è limitato a disporre la collocazione preferenziale immediatamente dopo le spese di giustizia, a favore...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9052 del 5 giugno 2012
«L'art. 936, ultimo comma, c.c., il quale prevede che il proprietario del suolo, su cui un terzo abbia realizzato un'opera, non può più domandarne la rimozione trascorsi sei mesi dalla notizia dell'incorporazione, trova applicazione esclusivamente...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10053 del 24 aprile 2013
«In tema di condominio negli edifici, il principio secondo cui, in ipotesi di danni alle parti comuni ascrivibili ad uno o ad alcuni dei condomini, sussiste l'obbligo del responsabile di assumere l'onere del relativo ripristino, non osta a che,...»