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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9730 del 13 ottobre 1992
«L'art. 317 c.p. assume quale condotta rilevante penalmente non solo l'abuso dei poteri cioè l'esercizio delle attribuzioni in violazione delle regole giuridiche di legalità, imparzialità e buon andamento, ma anche l'abuso della qualità pubblica,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 29581 del 22 luglio 2011
«Il reato di turbata libertà degli incanti è configurabile in ogni situazione nella quale la P.A. proceda all'individuazione del contraente mediante una gara, quale che sia il "nomen iuris" conferito alla procedura ed anche in assenza di formalità....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16333 del 26 aprile 2011
«Nel reato di turbata libertà degli incanti, il mezzo della collusione riguarda tutti gli accordi preventivi intervenuti tra i partecipanti sui contenuti specifici delle rispettive offerte, diretti ad alterare il principio della libera concorrenza...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12889 del 19 dicembre 1991
«Il reato di inadempimento di contratti di pubbliche forniture, previsto dall'art. 355 c.p., appartiene alla categoria dei reati propri, configurabili solo se il loro autore rivesta quella particolare qualificazione o si trovi in quella particolare...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 33855 del 18 settembre 2001
«Non integra il delitto di calunnia (art. 368 c.p.) la condotta di colui il quale denunci un fatto realmente accaduto, qualificato con un preciso nomen iuris, ma non corrispondente ad alcuna fattispecie astratta di reato, atteso che nell'azione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10125 del 10 novembre 1997
«Ai fini della configurazione del delitto di calunnia non è richiesta una denunzia in senso formale contenente l'addebito specifico di una determinata fattispecie criminosa ma è sufficiente anche una semplice insinuazione a carico di persona, che...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 39023 del 16 ottobre 2008
«In tema di minorata difesa, l'età non può di per sè costituire condizione autosufficiente ai fini della configurabilità dell'aggravante di cui all'art. 61, n. 5, c.p., dovendo essere accompagnata da fenomeni di decadimento o di indebolimento delle...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10531 del 10 ottobre 1994
«Ai fini della configurabilità dell'aggravante di cui all'art. 61, n. 5, c.p., l'età, specie se non accompagnata da fenomeni patologici di decadimento delle facoltà mentali, ed il basso livello culturale del soggetto passivo, non rientrano, di per...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8681 del 23 settembre 1993
«La reticenza e il mendacio sulla identità di chi ha compiuto un delitto, oggettivamente idonee a sviare e rallentare le indagini integrano il reato di favoreggiamento personale (art. 378 c.p.), essendo irrilevante che la polizia sia già a...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14655 del 30 ottobre 1989
«In tema di favoreggiamento, l'aiuto al favorito ad eludere le investigazioni ed a sottrarsi alle ricerche dell'autorità, può manifestarsi con modi e mezzi diversi, purché idonei al raggiungimento dello scopo. Ne consegue che l'intestazione di un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 25715 del 12 giugno 2003
«Il rifiuto dell'acquirente di sostanza stupefacente di rivelare il nome del fornitore non è assimilabile a dichiarazione indiziante relativa a una sua condotta pregressa, ma costituisce esso stesso il reato di favoreggiamento personale, con la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 44936 del 7 dicembre 2005
«Il reato di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice, di cui all'art. 388, comma primo, c.p., è a consumazione istantanea e si perfeziona nel momento in cui il debitore non ottempera alla ingiunzione di adempiere, in quanto il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11254 del 26 ottobre 1998
«Il reato di cui all'art. 388, secondo comma, c.p. (mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice), è configurabile tutte le volte che l'agente ponga in essere, con consapevole volontà, una condotta diversa da quella disposta dal...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 31149 del 28 luglio 2009
«Ai fini della configurabilità di una associazione a delinquere, il cui programma criminoso preveda un numero indeterminato di delitti contro il patrimonio e la conseguente distrazione dei beni dell'impresa nel cui nome gli associati compiano...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 44606 del 6 dicembre 2005
«Il problema della configurabilità della continuazione tra reato associativo e reati-fine non va impostato in termini di compatibilità strutturale, in quanto nulla si oppone a che, sin dall'inizio, nel programma criminoso dell'associazione, si...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 78 del 8 gennaio 2004
«È configurabile un'associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati di insolvenza fraudolenta, allorché il programma criminoso dei compartecipi preveda un numero indeterminato di delitti di truffa o di insolvenza fraudolenta e la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 39543 del 24 settembre 2013
«In tema di associazione di tipo mafioso, la condotta di partecipazione è riferibile a colui che si trovi in rapporto di stabile e organica compenetrazione con il tessuto organizzativo del sodalizio, tale da implicare, più che uno "status" di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 25147 del 11 luglio 2005
«In tema di commercio di prodotti con segni falsi, la riproduzione del personaggio di fantasia tutelato dal marchio registrato — ancorché non fedele ma espressiva di una forte similitudine — integra il reato quando, con giudizio di fatto demandato...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1358 del 6 febbraio 1987
«Ai fini della sussistenza del delitto di falsità, materiale o ideologica, in atto pubblico, è sufficiente il dolo generico. Ciò non importa, però, che il dolo inest in re ipsa; al contrario, esso deve essere sempre rigorosamente provato e deve...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3667 del 19 marzo 1999
«La falsità ideologica riguarda l'atto nel suo contenuto ideale il quale risulta così non veritiero, mentre quella materiale attiene alla realtà fenomenica del medesimo nel senso che fa apparire venuto ad esistenza un atto che non è mai stato formato.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6388 del 8 febbraio 2013
«In tema di falso ideologico per induzione in errore (artt. 48 e 479 c.p.), la responsabilità dell’autore mediato della falsità posta in essere dal pubblico ufficiale presuppone che l’atto da quest’ultimo redatto debba essere da lui formato sulla...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7719 del 7 agosto 1996
«In materia di falsità ideologica, il cartellino segnatempo, non può essere considerato un documento rappresentativo di un unitario atto di attestazione delle ore di effettiva presenza del pubblico funzionario in ufficio. Deve piuttosto ritenersi...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 28529 del 20 luglio 2010
«Non integra il reato di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico (art. 483 c.p.) la condotta del privato che - in sede di atto di compravendita - dichiari falsamente al notaio rogante la sussistenza della procura, in realtà...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9014 del 21 luglio 1980
«La sottoscrizione di una cambiale col proprio nome e cognome, ma con la falsa aggiunta della qualifica di rappresentante di una società commerciale, costituisce falsità ideologica e non materiale. In tal caso, infatti, non viene meno la genuinità...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11087 del 16 marzo 2015
«Integra il delitto di sostituzione di persona la condotta ingannevole che induce il soggetto passivo in errore sull'attribuzione all'agente di un falso nome o di un falso stato o di false qualità personali cui la legge attribuisce specifici...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4394 del 30 gennaio 2014
«Integra il delitto di sostituzione di persona qualsiasi condotta ingannevole tesa a far attribuire all'agente, da parte del soggetto passivo, un falso nome o un falso stato o false qualità personali cui la legge attribuisce specifici effetti...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 36094 del 31 ottobre 2006
«Integra il delitto di sostituzione di persona (art. 494 c.p.) la condotta di colui che si attribuisca un falso nome in modo da poter avviare una corrispondenza con soggetti che, altrimenti, non gli avrebbero concesso la loro amicizia e confidenza....»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2542 del 19 marzo 1985
«Il fatto costitutivo del delitto di sostituzione di persona, di cui all'art. 494 c.p., consiste nell'indurre taluno in errore, sostituendo illegittimamente la propria all'altrui persona, o attribuendo a sé o ad altri un falso nome, o un falso...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 340 del 17 febbraio 1967
«La norma dell'art. 494 c.p., che reprime l'induzione di altri in errore ottenuta con i mezzi indicati dalla legge, richiede il concorso del dolo specifico dell'agente di procurare a sé o ad altri un vantaggio o di recare ad altri un danno. Ma il...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4531 del 13 aprile 1988
«In caso di falsa dichiarazione o attestazione sull'identità o su qualità proprie o di altri, fatta a un pubblico ufficiale in un atto pubblico o destinata ad essere riprodotta in atto pubblico, per la concessione della diminuzione di pena prevista...»