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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6482 del 13 dicembre 1980
«Se è vero che, fin quando non si sia formato il consenso per il contratto definitivo o non sia passata in giudicato la sentenza costitutiva ex art. 2932 c.c., il contratto preliminare non si può considerare eseguito, peraltro, quando la parte...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1513 del 27 febbraio 1990
«La disposizione dell'art. 1373, primo comma, c.c., per la quale la facoltà di recedere dal contratto, attribuita ad una delle parti, può essere esercitata finché il contratto non abbia avuto un principio di esecuzione, non opera relativamente ai...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1101 del 4 febbraio 1988
«La somma di denaro che, all'atto della conclusione di un contratto di compravendita, una parte consegna all'altra a titolo di caparra confirmatoria e principio di pagamento deve intendersi impiegata per la sua intera entità per assolvere la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6582 del 15 dicembre 1984
«Il principio che il diritto della parte di recedere dal contratto, anche se collegato alla prestazione di una caparra penitenziale, non si sottrae alla regola generale, stabilita dall'art. 1373, primo comma c.c., secondo cui il recesso non può...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2625 del 26 aprile 1984
«Costituisce «principio di esecuzione» del contratto preliminare di vendita ostativo, ai sensi dell'art. 1373, primo comma, c.c., all'esercizio del recesso, il versamento di parte del prezzo, anche se con cambiali emesse al momento della stipula,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2615 del 27 aprile 1982
«Il «principio di esecuzione» del contratto — che l'art. 1373, primo comma, c.c. considera ostativo all'esercizio della facoltà di recesso attribuita ad uno dei contraenti — deve ravvisarsi nella consegna della cosa promessa in vendita in tempo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4023 del 2 settembre 1978
«Il principio, proprio del recesso unilaterale previsto nell'art. 1373 c.c. - in base al quale, eccezion fatta per i contratti a esecuzione continuata e periodica, la facoltà di recedere non può essere esercitata quando il contratto abbia avuto un...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15629 del 26 luglio 2005
«In base ad una lettura conforme a buona fede deve ritenersi che, in un contratto di durata, in presenza di una pattuizione che riconosca ad una parte, in difetto di una unilaterale manifestazione di una volontà di disdetta dell'altra da compiersi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8360 del 20 settembre 1996
«Qualora un contratto collettivo — che costituisce uno strumento di composizione di conflitti sorti in un determinato momento — venga stipulato senza l'indicazione di una scadenza, detta mancanza non implica che gli effetti del contratto perdurino...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4473 del 15 aprile 1993
«Nel contratto di associazione in partecipazione agli utili dell'impresa o di uno o più affari, il diritto di recesso deve riconoscersi a ciascuno dei contraenti ove manchi la previsione del termine di durata del rapporto, con la conseguenza che...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1884 del 14 marzo 1983
«La regola dell'integrazione del contratto secondo gli usi di cui all'art. 1374 c.c. opera esclusivamente in relazione a quegli effetti del contratto in ordine ai quali le parti non abbiano espresso la loro volontà o l'abbiano espressa in modo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3065 del 14 ottobre 1972
«L'art. 1374 c.c. trova applicazione soltanto in sede di integrazione degli effetti di una già manifestata volontà negoziale. Siffatta funzione integrativa non modifica il contratto, con l'aggiungere ad esso qualcosa, in quanto le ulteriori...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 25047 del 27 novembre 2009
«I principi di buona fede e correttezza sono previsti dal codice civile, come tali, in riferimento alla fase dello svolgimento delle trattative contrattuali (art. 1337), a quella dell'interpretazione del contratto (art. 1366) ed a quella della sua...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 20106 del 18 settembre 2009
«I princìpi di correttezza e buona fede nell'esecuzione e nell'interpretazione dei contratti, di cui agli artt. 1175, 1366 e 1375 c.c., rilevano sia sul piano dell'individuazione degli obblighi contrattuali, sia su quello del bilanciamento dei...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3462 del 15 febbraio 2007
«L'obbligo di buona fede oggettiva o correttezza costituisce un autonomo dovere giuridico, espressione di un generale principio di solidarietà sociale, applicabile in ambito contrattuale ed extracontrattuale, che impone di mantenere, nei rapporti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 24274 del 14 novembre 2006
«In tema di contratto di agenzia, l'art. 1750, comma quarto, c.c., nel porre la regola inderogabile secondo cui i termini di preavviso devono essere gli stessi per le due parti del rapporto, esprime un precetto materiale che vieta pattuizioni che...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13345 del 7 giugno 2006
«In tema di contratti, il principio della buona fede oggettiva, cioè della reciproca lealtà: di condotta, deve presiedere all'esecuzione del contratto, cosa come alla sua formazione ed alla sua interpretazione e, in definitiva, accompagnarlo in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10127 del 2 maggio 2006
«Il semplice fatto di ritardare l'esercizio di un proprio diritto (nel caso di specie, di agire in giudizio per far valere l'inadempimento contrattuale), se non finalizzato a produrre un danno alla controparte e senza un apprezzabile interesse per...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5240 del 15 marzo 2004
«La clausola generale di buona fede nell'esecuzione del contratto impone a ciascuna delle parti del rapporto obbligatorio il dovere di agire in modo da preservare gli interessi dell'altra, a prescindere dall'esistenza di specifici obblighi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15482 del 16 ottobre 2003
«In relazione a una pluralità di rapporti contrattuali tra loro collegati per la realizzazione di un'unica operazione economica - nella specie, la regolamentazione della concorrenza attraverso la creazione di una nuova società rispetto a quella...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 569 del 11 gennaio 2008
«Nella vendita ad effetti reali, un volta concluso il contratto, l'acquirente consegue immediatamente, e senza necessità di materiale consegna, non solo la proprietà ma anche il possesso giuridico ( sine corpore ) della res vendita con l'obbligo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5724 del 23 marzo 2004
«Gli atti contrattuali con i quali una società cooperativa trasferisca ad alcuni soci la proprietà di alloggi, da essa costruiti, a condizioni più favorevoli rispetto a quelle praticate (o che in futuro è prevedibile possano essere praticate) ad...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10522 del 7 dicembre 1994
«Nel mandato ad alienare — come nella commissione, quando abbia ad oggetto tale tipo di mandato — è ravvisabile un contratto in cui l'effetto traslativo dei beni, derivante dal consenso manifestato dalle parti (art. 1376 c.c.), non si verifica...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9062 del 4 novembre 1994
«Nel giudizio di cassazione, la facoltà di cui all'ultimo comma dell'art. 379 c.p.c. di presentare nella stessa udienza di discussione brevi osservazioni per iscritto sulle conclusioni del pubblico ministero deve intendersi attribuita ai soli...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6680 del 9 dicembre 1988
«Con riguardo a convenzione comportante la costituzione di reciproci diritti di servitù tra proprietari confinanti non è ammissibile azione di risoluzione per inadempimento atteso che, a norma dell'art. 1376 c.c., a seguito della prestazione del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 108 del 9 gennaio 1997
«L'ordine di borsa in forza del quale una banca si sia impegnata ad acquistare e a trasferire al cliente la proprietà di un certo numero di azioni di una società cooperativa a responsabilità limitata, ha ad oggetto il trasferimento di cose...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3559 del 25 marzo 1995
«Nella vendita di cose determinate solo nel genere, l'individuazione del bene avviene, salvo diversa specifica intesa tra le parti, mediante la consegna (al vettore, quando trattasi di prodotti che devono essere trasportati da un luogo all'altro)....»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8872 del 28 novembre 1987
«Nell'ipotesi in cui, locato un immobile adibito all'esercizio di un'attività commerciale o artigianale e ceduta dal conduttore l'azienda insieme al contratto di locazione, il conduttore cedente, anziché effettuare la consegna al cessionario,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12973 del 20 dicembre 1995
«Con la promessa del fatto del terzo, il promittente assume una prima obbligazione di facere , consistente nell'adoperarsi affinché il terzo tenga il comportamento promesso, onde soddisfare l'interesse del promissario, ed una seconda obbligazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5216 del 5 maggio 1993
«Quando l'inserimento della promessa del fatto del terzo è operato nel contesto di un contratto a prestazioni corrispettive, con effetti integrativi dell'obbligazione gravante su uno dei contraenti a vantaggio dell'altro, sì da condizionare la...»