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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7785 del 16 giugno 1999
«In base alla disposizione transitoria dettata dall'art. 3 della legge 19 gennaio 1999, n. 14, il procuratore generale presso la Corte di cassazione e l'imputato possono esercitare, entro il termine di cui al comma 4 dell'art. 585 c.p.p., la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 23264 del 27 ottobre 2006
«Né rileva l'eventuale instaurarsi di una illegittima prassi delle Conservatorie che richiedano la presentazione di una nota di trascrizione da parte del curatore, sul quale incombe soltanto l'obbligo di cui alla disposizione sopraindicata, senza...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 39709 del 23 novembre 2002
«La disposizione dell'art. 698, comma primo, c.p.p., che prevede quale causa ostativa alla estradizione la fondata ragione per ritenere che l'imputato o il condannato verranno sottoposti ad atti persecutori o discriminatori per motivi, fra gli...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1625 del 4 giugno 1996
«La disposizione dell'art. 698, comma 1, c.p.p., che prevede quale causa ostativa all'estradizione la fondata ragione per ritenere che l'imputato o il condannato verranno sottoposti ad atti persecutori o discriminatori per motivi, fra gli altri, di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 284 del 16 febbraio 1999
«In tema di estradizione per l'estero, a fronte di una richiesta proposta da uno stato aderente alla Convenzione europea di estradizione, firmata a Parigi il 13 dicembre 1957, e ratificata con legge 30 gennaio 1963, n. 300, l'autorità giudiziaria...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3787 del 15 febbraio 2008
«In tema di prelazione in favore dell'imprenditore il quale, a titolo di affitto, ha assunto dal curatore la gestione, anche parziale, di aziende appartenenti ad imprese assoggettate a procedure fallimentari, la disposizione di legge speciale...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16380 del 20 novembre 2002
«È manifestamente in fondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 120, secondo comma, legge fall., nella parte in cui prevede che i creditori riacquistano il libero esercizio delle azioni verso il debitore per la parte non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 18441 del 24 aprile 2013
«La presentazione al P.M. dell'istanza di misura alternativa alla detenzione in pendenza della sospensione ex art.656, comma quinto, c.p.p., dell'esecuzione della pena detentiva, può avvenire o mediante materiale deposito dell'atto nella segreteria...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 43117 del 7 novembre 2012
«Non può essere disposta la sospensione dell'esecuzione della pena detentiva irrogata per il delitto di violenza sessuale, ai sensi dell'art. 656, comma nono, c.p.p., che, a tal fine, richiama le fattispecie indicate dall'art. 4 bis della legge 26...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 41958 del 30 ottobre 2009
«La sospensione dell'esecuzione di condanna inflitta per il delitto di atti sessuali con minorenne previsto dall'art. 609-quater c.p. non può essere disposta ai sensi dell'art. 656, comma nono, c.p.p., neanche ove sia stata riconosciuta la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 25919 del 26 giugno 2001
«In tema di esecuzione di pene detentive, quando il condannato si trova agli arresti domiciliari per il fatto oggetto della condanna, deve essere applicato il decimo comma dell'art. 656 c.p.p. e, nel caso in cui il tribunale di sorveglianza abbia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4583 del 25 ottobre 2000
«In materia di esecuzione di pene detentive, qualora debba trovare applicazione la disciplina dettata dall'art. 656, comma 10, c.p.p. per il caso del condannato che si trovi già in regime di arresti domiciliari relativamente al fatto oggetto della...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2517 del 11 maggio 2000
«La disposizione di cui al quinto comma dell'art. 656 c.p.p. nella parte in cui consente al pubblico ministero di sospendere l'esecuzione della pena, è norma del tutto eccezionale rispetto al principio generale di immediata esecuzione dei giudicati...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6364 del 29 marzo 2000
«La suddetta disposizione normativa non contiene, infatti, alcuna deroga analoga a quella prevista, in favore dei medesimi «collaboratori», con riguardo alla sola fruibilità dei benefici penitenziari, dall'art. 13 ter, comma 1, del D.L. 15 gennaio...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1436 del 6 aprile 1998
«Tale conclusione non urta contro i principi costituzionali: la permanenza del reato, invero, non è un fatto oggettivo, sganciato dalla volontà del soggetto, ma, al contrario, dipende proprio da tale volontà, essendo nella volontà e nella...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1233 del 20 aprile 1995
«...della richiesta, pronunciata ai sensi dell'art. 666, comma secondo, c.p.p. Avverso detto provvedimento, quindi, in base a quanto previsto dall'ultima parte della disposizione normativa ora richiamata, è esperibile ricorso per cassazione.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 47250 del 20 dicembre 2011
«In tema di omicidio volontario, non è sicuro indice rivelatore della premeditazione, che si sostanzia in una deliberazione criminosa coltivata nel tempo e mai abbandonata, l'intervallo di una notte tra la preparazione e l'esecuzione, sì come non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4526 del 21 agosto 1997
«Nel caso di plurime applicazioni dello stesso indulto effettuate in giudizi diversi o in fase esecutiva, è il pubblico ministero l'organo che, nel procedere all'unificazione delle pene, a norma dell'art. 663 c.p.p., deve, in linea con i suoi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4042 del 4 dicembre 1991
«Da tale disposizione si desume che, in nessun caso, il termine per la dichiarazione di gravame nei confronti dell'imputato giudicato in contumacia può avere decorrenza diversa da quella della notifica dell'estratto di sentenza, com'è del resto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 720 del 14 aprile 1993
«La competenza a decidere sulla richiesta di riabilitazione, attribuita dall'art. 683 c.p.p. al tribunale di sorveglianza, pure nel caso di «condanne pronunciate da giudici speciali, quando la legge non dispone altrimenti», sussiste anche quando si...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5147 del 29 aprile 1992
«In tema di concordato fallimentare, la clausola che differisca il trasferimento dei beni del fallito all'assuntore del concordato stesso, subordinandolo all'esecuzione, da parte sua, degli obblighi ai quali si è assoggettato, comporta che...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 39704 del 30 novembre 2006
«La disposizione relativa alla valutazione dell'incidenza sulla disciplina del reato continuato dello stato di tossicodipendenza, introdotta all'art. 671 c.p.p. dall'art. 4-vicies della legge n. 49 del 2006, non va interpretata nel senso che tale...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1490 del 17 giugno 1994
«In particolare il giudice della esecuzione non può alterare il giudicato ritenendo esistente un'attenuante non ravvisata dal giudice della cognizione ovvero procedendo alla comparazione tra circostanze di segno opposto, e ciò neppure nel caso di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4855 del 4 aprile 1990
«Tanto doveva essere fatto, senza che vi fosse una espressa disposizione di legge, per non vanificare il diritto dell'imputato a fruire della più favorevole disciplina prevista dall'art. 81 c.p.p.; attualmente ciò non è più necessario in quanto la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 710 del 9 marzo 1992
«Il giudice dell'esecuzione non può svolgere sindacato o controllo sulla correttezza, o meno, della decisione del giudice della cognizione, dovendosi interpretare in senso restrittivo la disposizione del citato art. 671, in quanto derogatrice del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 47706 del 9 dicembre 2004
«La revoca, da parte del giudice dell'esecuzione, ai sensi dell'art. 674, comma 1 bis, c.p.p., della sospensione condizionale, quando venga riscontrata la sussistenza delle condizioni di cui all'art. 168, comma terzo, c.p., ha carattere di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 9536 del 20 ottobre 1993
«L'art. 601 c.p.p., concernente gli atti preliminari al giudizio di appello, è disposizione di carattere generale, sia per la sua collocazione tra le disposizioni concernenti la disciplina, in generale, dell'appello, sia per il contenuto della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12176 del 15 settembre 2000
«L'art. 30 D.P.R. n. 100 del 1997, prevedente, tra l'altro, i criteri di calcolo del compenso al liquidatore giudiziale del concordato preventivo con cessione di beni, in mancanza di espressa disposizione in tal senso, non può trovare applicazione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1095 del 14 marzo 1998
«Sicché, attesa l'espressa previsione, nell'art. 634 c.p.p., come causa autonoma di inammissibilità della richiesta, della manifesta infondatezza della medesima, risulta attribuito alla corte d'appello, nella fase preliminare prevista dalla...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 1 del 28 giugno 2000
«In tema di giudizio abbreviato, pur mancando nell'art. 599 c.p.p. una disposizione analoga a quella dell'art. 442, terzo comma, stesso codice, anche la sentenza emessa a conclusione del giudizio di appello tenutosi con le forme camerali deve...»