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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5462 del 12 giugno 1984
«La capacità di intendere e di volere del minore infradiciottenne è un concetto sinonimo di quel discernimento che si sviluppa con l'età, ponendo il soggetto in grado di rendersi conto delle proprie azioni. Per il relativo accertamento non si...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1996 del 27 febbraio 1982
«L'imputabilità di un minore degli anni diciotto può ben essere desunta sia dalla natura del reato, nell'ipotesi in cui il suo contenuto illecito s'imponga anche negli stadi meno elevati dello sviluppo psichico, sia dal comportamento processuale...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8450 del 18 settembre 1997
«Pur se non è configurabile una incompatibilità assoluta ed astratta tra motivi a delinquere e condizioni inerenti alla persona, implicanti una diminuita imputabilità, (quale la minore età ed il vizio parziale di mente), è necessario, tuttavia,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13531 del 3 dicembre 1986
«La seminfermità mentale opera sul minore nello stesso modo e con gli stessi limiti con i quali incide sul maggiorenne, sicché al minorenne possono essere congiuntamente applicate le diminuzioni previste dagli artt. 89 e 98 c.p.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8326 del 28 settembre 1982
«L'imputabilità del minore infradiciottenne è compatibile con il vizio parziale di mente.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2112 del 26 giugno 2000
«Nel computo della pena detentiva stabilita per ciascun reato ai fini dell'applicazione dell'amnistia elargita con D.P.R. 12 aprile 1990, n. 75, anche la diminuente prevista dall'art. 98, comma primo, c.p. va calcolata nella sua estensione minima...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7456 del 1 luglio 1994
«A integrare la circostanza della minima partecipazione al reato non basta la minore efficacia causale dell'attività prestata da un correo rispetto a quella posta in essere da altri, ma è necessario che il contributo dato dal partecipe si sia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7190 del 17 giugno 1994
«Ai fini della sussistenza della circostanza attenuante di cui all'ultimo comma dell'art. 114 c.p., bisogna tener conto, in modo non gretto e non restrittivo, della ridotta capacità di discernimento del minore, o della sua influenzabilità da parte...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12543 del 25 marzo 2015
«Ai fini della configurabilità dell'attenuante prevista dall'art. 114, comma terzo cod.pen., non è sufficiente che il maggiorenne abbia prospettato al minore la semplice idea del reato, ma occorre che il determinatore abbia fatto insorgere...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3332 del 23 gennaio 2015
«In tema di concorso di persone nel reato, il riconoscimento dell'attenuante prevista dall'art. 114, comma terzo, c.p., con riferimento all'art. 112, comma primo, n. 3, c.p., presuppone una relazione caratterizzata da un rapporto di supremazia di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 40092 del 7 novembre 2011
«L'attenuante della partecipazione di minima importanza al reato (art. 114 c.p.) non può trovare applicazione sulla base della semplice graduazione della gravità delle condotte, ma comporta un esame dell'apporto causale delle condotte stesse; sotto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 45248 del 13 dicembre 2005
«In tema di concorso di persone nel reato, la circostanza attenuante di cui all'art. 114 comma primo c.p. è configurabile solo quando l'opera del concorrente abbia avuto minima importanza nella preparazione ed esecuzione del reato: a tal fine non...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 21082 del 5 maggio 2004
«In tema di concorso di persone nel reato, ai fini dell'integrazione della circostanza attenuante della minima partecipazione (art. 114 c.p.), non è sufficiente una minore efficacia causale dell'attività prestata da un correo rispetto a quella...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 19069 del 23 aprile 2004
«L'art. 114 c.p. costituisce un'eccezione alla regola di equiparazione delle varie forme di concorso di persona nel reato, fondata sul principio monistico del reato concorsuale. Ne consegue che essa è configurabile soltanto quando l'opera prestata...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 784 del 26 gennaio 1996
«Per integrare la circostanza attenuante della minima importanza nella partecipazione al reato (art. 114 c.p.) non basta una minore efficacia causale dell'attività prestata da un correo rispetto a quella realizzata dagli altri, ma è necessario che...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8368 del 24 luglio 1992
«Per l'applicabilità dell'attenuante facoltativa prevista dall'art. 114 c.p. non è sufficiente che, nella preparazione e nella esecuzione del reato, il soggetto abbia prestato un'opera di minore importanza rispetto a quella prestata da altri, ma è...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8247 del 22 luglio 1992
«La cooperazione consistita nel fungere da «palo» mentre altro soggetto si apprestava a prelevare la droga, pur ritenuta idonea — nella specie — a giustificare la concessione dell'attenuante del fatto di lieve entità di cui all'art. 73, quinto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2302 del 15 febbraio 1989
«L'attenuante di cui all'art. 114 c.p. è configurabile solo quando l'opera prestata da taluno dei concorrenti sia stata non solo minore rispetto a quella degli altri concorrenti, ma addirittura minima, sì da aver esplicato un'efficacia eziologica...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6207 del 27 maggio 1994
«La gestione di un impianto di depurazione dei fumi che, per una carenza progettuale ab origine la quale lo renda funzionante con una resa più bassa del previsto, provochi emissione di fumi e di vapori nell'atmosfera, atti a molestare le persone...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10019 del 11 marzo 2010
«La dichiarazione di estinzione della pena per indulto è provvedimento più favorevole all'imputato rispetto all'applicazione di una sanzione sostitutiva, la quale, seppure afflittiva in minore grado rispetto alla detenzione, costituisce purtuttavia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 43423 del 1 dicembre 2001
«La riabilitazione speciale prevista per i minorenni dall'art. 24 del R.D.L. 20 luglio 1934, n. 1404, sopravvissuto all'entrata in vigore del codice di procedura penale del 1988, può essere concessa solo in relazione ad istanza presentata...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15108 del 31 marzo 2003
«Il peculato è un reato istantaneo che si consuma nel momento in cui l'agente si appropria del danaro o della cosa mobile della pubblica amministrazione di cui ha il possesso per ragione del suo ufficio, o dà ad essi una diversa destinazione. Ne...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3021 del 8 marzo 1991
«Il peculato è un reato istantaneo che si consuma nel momento in cui l'agente si appropria del danaro o della cosa mobile della pubblica amministrazione di cui ha il possesso per ragione del suo ufficio, o dà ad essi una diversa destinazione. Ne...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 464 del 20 gennaio 1992
«In tema di reati contro la pubblica amministrazione, anche alla luce della nuova formulazione dell'art. 358 c.p. introdotta dall'art. 18 della L. 26 aprile 1990, n. 86, va attribuita la qualifica di incaricato di pubblico servizio...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 49538 del 31 dicembre 2003
«Nella nozione di concussione per «induzione» va ricompresa qualsiasi condotta capace di creare nel privato uno stato di soggezione psicologica che lo porti ad agire nel senso voluto dall'agente, che può assumere svariate forme (quali l'inganno, la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6578 del 11 febbraio 2013
«La prospettazione da parte del pubblico ufficiale di una minaccia ingiusta che sia idonea a costituire una vis compulsiva configura la condotta di costrizione, che integra l'elemento oggettivo del delitto di concussione di cui all'art. 317 c.p.,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 42795 del 17 novembre 2008
«Risponde del delitto di concorso in concussione l'estraneo, libero professionista, che non si limiti a farsi portavoce presso la vittima, sua cliente, della richiesta di denaro e a rappresentare le possibili conseguenze negative degli...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 29338 del 9 luglio 2013
«A seguito dell'entrata in vigore della l. n. 190 del 2012, l'elemento che differenzia le nozioni di induzione e costrizione, che costituiscono l'elemento oggettivo rispettivamente dei delitti di cui gli artt. 319 quater e 317 c.p., non va...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 17593 del 17 aprile 2013
«A seguito dell'entrata in vigore della l. n. 190 del 2012, l'elemento che differenzia le nozioni di induzione e costrizione, che costituiscono l'elemento oggettivo rispettivamente dei delitti di cui gli artt. 319 quater e 317 cod. pen., non va...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 446 del 24 gennaio 1997
«Deve ritenersi integrato il reato di abuso di ufficio, sussistendo il requisito della doppia ingiustizia, dal comportamento del custode di beni mobili sequestrati dall'autorità giudiziaria il quale, violando i doveri connessi al suo ufficio,...»