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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 45 del 15 gennaio 1974
«La contravvenzione di partecipazione a giuochi d'azzardo ha carattere di reato collettivo, ed esige una pluralità di soggetti attivi (concorso necessario); ad essa sono quindi applicabili le regole dettate dagli artt. 110 e seguenti c.p., le...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1738 del 26 febbraio 1983
«La nozione del giuoco d'azzardo è data dall'art. 721 c.p. che stabilisce che sono tali quelli nei quali ricorre il fine di lucro e la vincita o la perdita è interamente o quasi interamente aleatoria. Sicché per aversi giuoco d'azzardo è necessario...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 48489 del 18 dicembre 2003
«Il fine di lucro richiesto in materia di gioco d'azzardo ricorre ogni qual volta il giocatore partecipi al gioco anche per conseguire vantaggi economicamente rilevanti, e va identificato in relazione al giocatore e non all'organizzatore o gestore...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10674 del 24 novembre 1997
«Il conquin, derivato dal più antico “ramino”, si bilancia tra abilità - esperienza, capacità, intuito, tempestività delle decisioni da parte del giocatore - ed alea. Tuttavia è quest'ultima ad assumere un ruolo prevalente, sia pure minimo, poiché...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11670 del 29 novembre 1985
«Il giuoco del poker praticato con gli apparecchi elettronici (cosiddetti videogames), come nella specie, così come quello praticato col mezzo delle «carte», è giuoco d'azzardo.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 580 del 20 marzo 1970
«Il giuoco della «stoppa», che non è incluso nell'elenco dei giuochi di azzardo e di quelli proibiti prescritti dall'art. 110 T.U. legge P.S. - valutato nel suo complesso, nell'economia cioè totale del giuoco, e non limitatamente alla prima fase di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1461 del 4 febbraio 1999
«In materia di gioco d'azzardo, il denaro che a norma dell'art. 722 c.p. deve essere confiscato non è solo quello impegnato nel giuoco al momento della constatazione da parte dei verbalizzanti, ma anche quello «esposto» a tal fine, vale a dire...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 5 del 23 aprile 1993
«Anche nel caso di estinzione del reato, astrattamente non incompatibile con la confisca in forza del combinato disposto degli artt. 210 e 236, comma secondo, c.p., per stabilire se debba farsi luogo a confisca deve aversi riguardo alle previsioni...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 16438 del 27 aprile 2011
«Ai fini dell'integrazione del reato di inosservanza dell'obbligo di istruzione dei minori la mancata conoscenza, da parte dei genitori, della omessa frequentazione scolastica dei propri figli non esclude l'elemento soggettivo, incombendo comunque...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 22037 del 10 giugno 2010
«L'inosservanza dell'obbligo di frequentare la scuola media superiore non configura la contravvenzione di cui all'art. 731 c.p., in quanto all'estensione dell'obbligo scolastico oltre la scuola media (art. 2, lett. c), L. 28 marzo 2003, n. 53) non...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 42893 del 24 ottobre 2008
«In tema di tutela penale delle cose di antichità e d'arte, la qualifica di soggetto attivo del reato di danneggiamento (art. 733 c.p. ) compete anche a chi riveste la carica pubblica di sindaco nel caso in cui i beni danneggiati costituiscano...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3624 del 19 marzo 1999
«La contravvenzione di cui all'art. 733 c.p. (danneggiamento al patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale) costituisce un presidio esterno al sistema di tutela apprestato dalla legge 1 gennaio 1939, n. 1089, che tra le sue figure di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6199 del 21 giugno 1993
«Il soggetto attivo del reato ex art. 733 c.p. può essere rappresentato sia dal proprietario sia dal possessore o dal detentore, dato che un'interpretazione eccessivamente restrittiva del termine «proprio» paradossalmente escluderebbe dalla tutela...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7083 del 17 giugno 1988
«Le due ipotesi di reato previste dall'art. 733 c.p. (danneggiamento al patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale) e dagli artt. 11 e 59 L. 1 giugno 1939, n. 1089 (violazione delle disposizioni per la conservazione, integrità e...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6200 del 21 giugno 1993
«La contravvenzione di deturpamento o alterazione di bellezze naturali (nella specie sistemazione di un cartellone pubblicitario stradale) ha natura di reato permanente, poiché la condotta non si esaurisce con la sistemazione dell'ostacolo alle...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 107 del 3 marzo 1997
«In tema di coltivazione di cave la competenza esclusiva riconosciuta alla regione dallo statuto speciale della Regione Siciliana (art. 14 lett. f, e lett. h) non menoma le competenze del giudice penale in materia di tutela ambientale. Per tale...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2710 del 1 marzo 1991
«In tema di configurabilità del reato di deturpamento di bellezze naturali, di cui all'art. 734 c.p., l'eventuale precedente violazione dei valori paesaggistici da parte di terzi non vale ad escludere la lesione dell'interesse pubblico tutelato dal...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 41777 del 27 ottobre 2004
«Integra il reato di maltrattamento di animali la condotta di colui il quale detiene per la vendita uccelli appartenenti alla fauna selvatica — gufi reali — mantenendoli in stato di sostanziale denutrizione e in un ambiente angusto tale da...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9668 del 29 luglio 1999
«In tema di maltrattamento di animali, l'incrudelimento presuppone concettualmente l'assenza di giustificato motivo da parte dell'agente: la crudeltà è di per sé caratterizzata dall'assenza di un motivo adeguato e dalla spinta di un motivo abietto...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 601 del 29 gennaio 1997
«Allorquando il reato di maltrattamento di animali viene in evidenza con riferimento a comportamenti che costituiscono l'esercizio di pratiche venatorie, occorre tener conto, oltre che della norma di cui all'art. 727 c.p., come modificato dalla...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8996 del 9 settembre 1986
«Nell'ipotesi di giudizio per maltrattamenti di animali, è legittima la costituzione di parte civile dell'«Unione amici del cane e del gatto», in persona del suo presidente. A detto ente è infatti riconosciuto l'interesse alla tutela di beni che le...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 36059 del 8 settembre 2004
«In tema di maltrattamenti di animali, seppure la ratio dell'incriminazione di cui all'art. 727 c.p. è l'esigenza di tutelare il sentimento di comune pietà verso gli animali e di promuovere l'educazione civile, la qualifica di persona offesa dal...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 524 del 24 gennaio 1996
«Nell'ipotesi in cui una società di capitali sia dichiarata fallita da due diversi tribunali, è esperibile da parte del socio il ricorso per regolamento facoltativo volto a denunziare il conflitto positivo attuale di competenza, in difetto di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3796 del 14 giugno 1980
«Qualora, nel corso del giudizio di opposizione avverso la dichiarazione di fallimento, il fallito chieda l'estensione della procedura concorsuale ad una società con sede nella Repubblica francese, tale domanda, da intendersi come istanza per...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 14852 del 15 novembre 1990
«Il concorso di più persone nel porto o nella detenzione di un'arma non può essere escluso dalla semplice appartenenza di detta arma ad uno solo dei concorrenti e deve ritenersi pienamente sussistente quando l'arma si trovi nella disponibilità di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10696 del 7 marzo 2013
«Il porto ingiustificato fuori dalla propria abitazione o dalle appartenenze di essa di un coltello marca "Opinel" non integra la contravvenzione di cui all'art. 699 c.p. ma quella prevista dall'art. 4, comma secondo, L. n. 110 del 1975,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10431 del 17 novembre 1997
«In tema di elemento soggettivo del reato, il crescente livello della volontà dolosa va dal dolo eventuale, caratterizzato dalla sola accettazione del rischio dell'evento, al dolo diretto, che sussiste nel caso in cui l'evento è accettato perché...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8539 del 17 settembre 1993
«In materia di porto di armi comuni da sparo, l'ipotesi «residuale» tra la originaria prescrizione dell'art. 699 c.p. (concernente il porto «fuori della propria abitazione o della appartenenza di essa») e quella di cui all'art. 10, L. 14 ottobre...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1730 del 8 febbraio 1989
«Al fine di escludere la qualificazione di arma è necessario che questa risulti totalmente ed assolutamente inefficiente, giacché soltanto in questo caso viene a mancare quella situazione di pericolo per l'ordine pubblico e per la pubblica...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9372 del 31 agosto 1994
«Il coltello a serramanico con lama di oltre nove centimetri assume le caratteristiche di un pugnale o stiletto e va, quindi, qualificato come arma bianca che, per la sua naturale pericolosità e destinazione all'offesa alle persone, non può in...»