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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2572 del 7 marzo 1998
«La rinuncia alla domanda o ai suoi singoli capi, qualora si atteggi come espressione della facoltà della parte di modificare ai sensi dell'art. 184 c.p.c. le domande e le conclusioni precedentemente formulate, rientra fra i poteri del difensore...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1743 del 14 marzo 1986
«La procura alle liti, pur non conferendo al procuratore la facoltà di compiere atti che importino disposizione del diritto in contesa (quali: transazione, confessione, rinuncia), lo abilita però, per la discrezionalità tecnica che gli spetta...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5661 del 18 novembre 1985
«Ove invece il difensore si renda promotore di atti processuali che, nel modificare l'originaria domanda, incidano sostanzialmente sul diritto controverso determinandone la perdita o la riduzione, si versa in ipotesi di atti di disposizione del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4854 del 1 marzo 2007
«... Tale norma non ha, peraltro, portata retroattiva, prevedendo espressamente il comma 4 dello stesso articolo che la disposizione del comma 1 entra in vigore il 1° gennaio 2006, applicandosi ai procedimenti instaurati successivamente a tale...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12402 del 28 maggio 2007
«Al giudice compete soltanto il potere-dovere di qualificare giuridicamente l'azione e di attribuire, anche in difformità rispetto alla qualificazione della fattispecie operata dalle parti, il nomen iuris al rapporto dedotto in giudizio, con la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4184 del 24 febbraio 2006
«Qualora la responsabilità fatta valere sia quella contrattuale, dalla natura dell'illecito (consistente nel lamentato inadempimento dell'obbligo di adottare tutte le misure necessarie a tutelare l'integrità psico-fisica del lavoratore ) non deriva...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10523 del 1 agosto 2001
«In tema di risarcimento del danno dovuto al lavoratore per effetto della reintegrazione disposta dal giudice ai sensi dell'art. 18 dello statuto dei lavoratori, l'eccezione con la quale il datore di lavoro, al fine di vedere ridotto al limite...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11181 del 22 agosto 2001
«La disposizione contenuta nell'art. 21 L. fall. (a norma del quale se la sentenza dichiarativa di fallimento è revocata restano salvi gli effetti degli atti legalmente compiuti dagli organi del fallimento), riducendo l'efficacia del fallimento ai...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9507 del 27 settembre 1997
«La disposizione dell'art. 113 c.p.p., relativa alla «ricostituzione di atti» — applicabile per analogia al rito civile, nel quale mancano specifiche norme che disciplinino la materia — prevede l'emissione di un provvedimento di natura...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13295 del 5 ottobre 2000
«...ipotesi (artt. 15, 16) considerate nello stesso provvedimento legislativo la nullità è espressamente prevista. Ne consegue che l'inosservanza della citata disposizione può comportare solo sanzioni disciplinari, ai sensi del successivo art. 37.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1071 del 4 febbraio 1987
«Per contestare le risultanze del verbale di udienza in ordine alle indicate circostanze di tempo e di luogo ed eccepire la omessa attestazione nel detto verbale di fatti processualmente rilevanti — quali la sopravvenuta impossibilità oggettiva (o...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 15144 del 11 luglio 2011
«Il mutamento della propria precedente interpretazione della norma processuale da parte del giudice della nomofilachia (c.d. "overruling"), il quale porti a ritenere esistente, in danno di una parte del giudizio, una decadenza od una preclusione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18144 del 20 dicembre 2002
«Il provvedimento del tribunale fallimentare confermativo, in sede di ricorso ai sensi dell'art. 36 legge fall., del decreto con il quale il giudice delegato abbia rigettato l'istanza di accertamento della personale responsabilità del curatore per...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3930 del 14 dicembre 1992
«.... Il medesimo principio va riconfermato nel vigore dell'attuale codice di rito avendo l'art. 521 al primo comma riprodotto sostanzialmente la disposizione del primo comma dell'art. 477 del codice abrogato. Il giudice nella sentenza anche ora...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 29262 del 12 dicembre 2008
«Soltanto all'esito infruttuoso delle ricerche da parte della cancelleria, ovvero in caso di inottemperanza della parte all'ordine di ricostruire il proprio fascicolo, il giudice potrà pronunciare sul merito della causa in base agli atti a sua...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14748 del 26 giugno 2007
«Il comportamento processuale (nel cui ambito rientra anche il sistema difensivo adottato dal loro procuratore) o extraprocessuale delle parti, può costituire, ai sensi dell'articolo 116 c.p.c., non solo elemento di valutazione delle risultanze...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7329 del 5 luglio 1993
«In tema di notificazione, agli effetti della disposizione di cui all'art. 139 c.p.c., il termine «ufficio» comprende il luogo in cui il destinatario svolga in modo continuativo attività lavorativa o presti, comunque, servizio, anche se trattasi di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 14669 del 1 ottobre 2003
«La nullità derivante da vizio di costituzione del giudice, ancorché assoluta e rilevabile d'ufficio, non si sottrae, ai sensi dell'art. 158 c.p.c. (che fa espressamente salva la disposizione del successivo art. 161), al principio di conversione...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 41003 del 4 ottobre 2013
«In tema di testimonianza indiretta, la richiesta di parte finalizzata all'esame delle persone alle quali il teste si sia riferito per la conoscenza dei fatti, deve essere presentata al giudice nel momento stesso in cui il testimone riferisce le...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1151 del 13 gennaio 2006
«In tema di prova testimoniale, l'inutilizzabilità della dichiarazione « de relato» resa dal testimone deriva esclusivamente dall'inosservanza della disposizione del comma primo dell'articolo 195 cod. proc.pen., allorchè il giudice, « richiesto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10095 del 27 aprile 2007
«La disposizione di cui agli artt. 2 ter secondo e terzo comma della legge n. 575 del 1965, contenente disposizioni contro la mafia relative al sequestro e alla confisca dei beni delle persone sottoposte a misure di prevenzione, deve essere...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 17831 del 13 dicembre 2002
«In tema di assicurazione obbligatoria della r.c.a., la responsabilità ultramassimale dell'assicuratore per mala gestio — e cioè per colpevole ritardo nella corresponsione dell'indennità o comunque nel mettere a disposizione il massimale di polizza...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7730 del 15 giugno 1999
«Ai sensi dell'art. 197 lett. a) c.p.p. sussiste incompatibilità con l'ufficio di testimone per le persone imputate in procedimento connesso a norma dell'art. 12 c.p.p., disposizione che per quanto riguarda la c.d. connessione «occasionale»...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5340 del 26 maggio 1993
«Ai fini della sussistenza dell'associazione per delinquere, non è necessario che l'associazione stessa tragga origine da un regolare atto di costituzione, pur essendo necessaria un'organizzazione di fatto con predisposizione, sia pure rudimentale,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4752 del 22 aprile 1998
«La disposizione di cui all'art. 197, comma primo lett. d), c.p.p. che sancisce, tra l'altro, la incompatibilità a testimoniare per coloro che nello stesso procedimento svolgono o abbiano svolto funzioni di ausiliari del giudice o del P.M., non...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16214 del 23 luglio 2007
«L'azione di risarcimento dei danni nei confronti del curatore del fallimento, derivante da fatti illeciti che non incidano sul patrimonio fallimentare, ma danneggino direttamente beni del fallito rimasti estranei alla procedura concorsuale, in...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 26730 del 19 dicembre 2007
«In tema di liquidazione del compenso al curatore cessato dalla carica prima della conclusione della procedura fallimentare, ai sensi dell'art. 39 legge fallim. (nel testo anteriore al D.L.vo n. 5 del 2006 che, riformulando la disposizione, non si...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2991 del 10 febbraio 2006
«Nel caso in cui il fallimento si chiuda con un concordato, il compenso al curatore - che è unico e corrisponde anche all'attività svolta dopo l'omologazione (avuto riguardo al compito del curatore di sorvegliare l'adempimento del concordato,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1600 del 24 gennaio 2008
«Qualora il fallito, dopo l'apertura della procedura concorsuale, intraprenda una nuova attività economica autorizzata e si avvalga della collaborazione di un terzo, i pagamenti in favore di quest'ultimo eseguiti dal fallito ricadono nel regime...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10307 del 5 maggio 2009
«La disposizione dell'art. 46 c.c., secondo cui, qualora la sede legale della persona giuridica sia diversa da quella effettiva, i terzi possono considerare ugualmente quest'ultima come sede della persona giuridica, vale anche in tema di...»