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Cassazione civile, Sez. III, ordinanza n. 19984 del 7 ottobre 2004
«Anche a seguito del D.L.vo 19 febbraio 1998, n. 51, istitutivo del giudice unico di primo grado, il quale ha novellato (con l'art. 14) l'art. 48 del regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12 e introdotto (con l'art. 56) nel codice di procedura civile...»
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Cassazione civile, Sez. I, ordinanza n. 18680 del 5 dicembre 2003
«A norma dell'art. 38 c.p.c., nel testo introdotto dalla legge n. 353 del 1990, che ha comportato il superamento della distinzione tra criteri di competenza «forti» e «deboli», l'incompetenza per materia o per territorio, nei casi previsti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1009 del 23 gennaio 2003
«Quando il giudice dinanzi al quale la causa è stata riassunta a seguito della dichiarazione di incompetenza di quello precedentemente adito abbia a sua volta declinato la propria competenza senza richiedere d'ufficio il regolamento di competenza,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5396 del 2 giugno 1999
«La richiesta del regolamento di competenza d'ufficio è proponibile ex art. 45 c.p.c. esclusivamente dal giudice per l'immediato rilievo della propria incompetenza, non può essere riferita alla volontà delle parti, le quali nella procedura speciale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5328 del 29 maggio 1998
«Presupposto indefettibile per la configurabilità del conflitto positivo di competenza, denunciabile ex art. 45 c.p.c., è la dichiarazione da parte di due diversi giudici, di competenza inderogabile a conoscere una medesima questione. Non ricorre...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11266 del 17 dicembre 1996
«Il regolamento di competenza d'ufficio è ammissibile, quando ricorrano i presupposti di cui all'art. 45 c.p.c., anche dopo l'entrata in vigore del nuovo testo dell'art. 38 c.p.c., introdotto dall'art. 4 della legge n. 353 del 1990 - che ha...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 17261 del 6 maggio 2010
«La causa di non punibilità di cui all'art. 649 c.p. non è applicabile nell'ipotesi in cui la cosa sottratta appartenga a persona diversa dal congiunto, il quale ne abbia soltanto la custodia, anche temporanea ed a qualsiasi titolo.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 41317 del 18 dicembre 2006
«Non è applicabile l'esimente di cui all'art. 649 c.p. (fatti commessi in danno di congiunti), al reato di illecito uso di una tessera bancomat (di cui all'art. 12 D.L 3 maggio 1991, convertito in L. 5 luglio 1991, n. 197), nel caso in cui tale uso...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 20110 del 22 maggio 2002
«L'art. 649, comma 3, c.p., nella parte in cui esclude l'operatività delle disposizioni di favore contenute nei commi precedenti in materia di reati contro il patrimonio commessi in danno di prossimi congiunti quando trattasi di delitti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 47469 del 11 dicembre 2003
«In tema di rifiuto di generalità (art. 651 c.p.), atteso che il bene giuridico protetto dalla norma incriminatrice è costituito dal potere-dovere di vigilanza attribuito dalla legge all'amministrazione di appartenenza del pubblico ufficiale al...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1804 del 23 febbraio 1985
«Il reato di cui all'art. 651 c.p. si perfeziona con il semplice rifiuto di indicare la propria identità personale, onde è irrilevante ai fini della sussistenza dell'illecito, che successivamente vengano fornite le generalità o che l'identità del...»
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Corte costituzionale, sentenza n. 49 del 15 luglio 1959
«È infondata, in relazione all'art. 13 Cost., la questione di legittimità costituzionale dell'art. 652, parte prima, in quanto tale norma sancisce l'infrazione di un obbligo di solidarietà sociale e precisamente dell'obbligo di prestazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6347 del 8 febbraio 2013
«Integra il reato di adunata sediziosa la condotta di chi prenda parte ad una riunione o ad un assembramento di dieci o più persone con uno scopo prestabilito e manifesti comportamenti di ribellione e di ostilità nei confronti di chi rappresenta...»
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Cassazione penale, Sez. Feriale, sentenza n. 32321 del 8 agosto 2007
«L'esercizio del diritto di libera espressione del pensiero, per spiegare la propria funzione scriminante in relazione al reato di molestia o disturbo delle persone, deve essere esercitato entro limiti ben definiti e non esclude la contravvenzione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8198 del 8 marzo 2006
«Il reato di cui all'art. 660 c.p. consiste in qualsiasi condotta oggettivamente idonea a molestare e disturbare terze persone, interferendo nell'altrui vita privata e nell'altrui vita di relazione. (Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10393 del 23 novembre 1996
«Qualora nel giudizio di rinvio debba essere ordinata la restituzione di somma corrisposta in base alla sentenza d'appello, a seguito dell'annullamento di tale pronuncia da parte della Corte di cassazione e del rigetto della domanda in questione da...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4053 del 27 febbraio 2004
«Il thema decidendi nel giudizio di secondo grado è delimitato dai motivi di impugnazione, la cui specifica indicazione è richiesta, ex artt. 342 e 434 c.p.c., per l'individuazione dell'oggetto della domanda d'appello e per stabilire l'ambito entro...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2766 del 2 marzo 1990
«La contravvenzione di cui all'art. 660 del c.p. richiede, come elemento costitutivo, che il soggetto agente sia mosso da petulanza o altro biasimevole motivo: è pertanto necessario il dolo specifico, la cui sussistenza deve formar oggetto di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5162 del 3 febbraio 2014
«Qualora venga eseguita un'ordinanza applicativa della custodia in carcere in sostituzione di una misura non detentiva, a causa della violazione delle relative prescrizioni da parte dell'imputato, l'avviso dato dalla polizia giudiziaria ad un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 277 del 7 gennaio 2014
«L'appello del P.M. avverso ordinanza di rigetto di misura cautelare, motivato con il mero richiamo al contenuto della originaria richiesta cautelare, è inammissibile perchè non soddisfa i requisiti di specificità tranne che nel caso in cui, per...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5657 del 5 febbraio 2014
«Il sequestro preventivo può avere ad oggetto beni appartenenti a terzi estranei al reato, incombendo, in tale caso, sul giudice un dovere specifico di motivazione sul requisito del "periculum in mora" in termini di semplice probabilità del...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9030 del 25 febbraio 2014
«La richiesta di rinvio per legittimo impedimento dell'imputato o del difensore, inviata a mezzo telefax in cancelleria, non è irricevibile né inammissibile; peraltro, l'utilizzo di tale irregolare modalità di trasmissione comporta l'onere, per la...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1497 del 15 gennaio 2014
«In tema di giudizio contumaciale, ove risulti perfezionata la "vocatio in ius" e le parti non abbiano addotto circostanze dimostrative dell'impossibilità di partecipare al giudizio, l'omissione formale di una tempestiva dichiarazione di contumacia...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2662 del 21 gennaio 2014
«Nei procedimenti con udienza preliminare, la questione dell'incompetenza derivante da connessione, anche quando la connessione incida sulla competenza per materia affidando tutti i procedimenti connessi alla cognizione del giudice superiore, può...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5132 del 3 febbraio 2014
«In tema di esame testimoniale del minorenne, il presidente può disporre modalità particolari (nella specie, l'uso di un vetro specchio) ai sensi degli artt. 498, comma quarto bis e 398, comma quinto, cod. proc. pen., non solo nei processi relativi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1143 del 13 giugno 1973
«L'aspetto soggettivo dello stampato (destinazione in qualsiasi modo alla pubblicazione) va riguardato nel momento in cui esso esce dalla sfera di disponibilità dello stampatore e diviene accessibile a un numero indeterminato di persone, non nel...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3314 del 30 giugno 1997
«Il locale ove vengono dati spettacoli ai quali può assistere chiunque, previo acquisto al botteghino della tessera di socio e del biglietto di ingresso, non può essere considerato un circolo privato, ma è un luogo aperto al pubblico, sottoposto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9371 del 28 ottobre 1996
«Ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 666 c.p. — spettacoli o trattenimenti pubblici senza licenza dell'autorità — per «trattenimento» deve intendersi qualsiasi riunione a scopo di divertimento a cui partecipano attivamente gli...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3171 del 25 febbraio 1989
«La locuzione «sale da ballo» di cui all'art. 666 c.p. non si identifica con quella «scuole di danza». La prima indica il locale ove si svolgono riunioni, per scopo di divertimento, alla quale partecipano danzando o assistendo, persone del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 197 del 8 gennaio 2003
«L'impiego dei minori nell'accattonaggio, previsto come reato dall'art. 671 c.p.p., può consistere anche nel mendicare tenendo seco un bambino, qualora questi sia già in età di recepire, sia pure in modo sommario e confuso (come nel caso di specie,...»