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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15220 del 23 giugno 2010
«L'art. 2395 c.c. esige, ai tini dell'esercizio dell'azione di responsabilità del socio nei confronti degli amministratori, che il pregiudizio subito dal socio non sia il mero riflesso dei danni eventualmente arrecati al patrimonio sociale, ma gli...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1195 del 17 maggio 2010
«Il socio di una società di capitali è titolare, già prima che divenga esigibile il suo diritto alla quota di liquidazione, di una situazione giuridica direttamente tutelata, avente ad oggetto innanzi tutto il diritto alla durata tendenzialmente...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6870 del 22 marzo 2010
«In tema di azioni nei confronti dell'amministratore di società, a norma dell'art. 2395 c.c., il terzo (o il socio) è legittimato, anche dopo il fallimento della società, all'esperimento dell'azione (di natura aquiliana) per ottenere il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 21130 del 5 agosto 2008
«L'inadempimento contrattuale di una società di capitali non può , di per sè, implicare responsabilità risarcitoria degli amministratori nei confronti dell'altro contraente, secondo la previsione dell'art. 2395 cod. civ., atteso che tale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10271 del 28 maggio 2004
«Anche nelle società a responsabilità limitata (nel vigore della disciplina dettata dal codice civile del 1942, anteriormente alla riforma organica di cui al D.L.vo 17 gennaio 2003, n. 6) non è configurabile al pari di quanto si verifica in tema di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11554 del 9 maggio 2008
«...è incaricato delle funzioni di controllo, in presenza di situazioni idonee a compromettere tale indipendenza, quando il controllore sia direttamente implicato nell'attività sulla quale dovrebbe, in seguito, esercitare dette funzioni di controllo.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8370 del 20 giugno 2000
«Ed infatti, ove la partecipazione dei soci sia stata indiretta, la verifica della validità delle deliberazioni assembleari, che si attua attraverso l'esame dell'elenco nominativo dei partecipanti, elemento essenziale della verbalizzazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17210 del 28 agosto 2004
«...un risparmio di spesa, ma deve configurarsi quale ricavo d'impresa direttamente collegato al costo sostenuto in un determinato esercizio e tale da manifestarsi, in termini di utilità economica generata appunto dal costo, anche in anni successivi.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16707 del 24 agosto 2004
«In tema di responsabilità degli amministratori di società di capitali verso la società stessa, appartenente ad un gruppo societario, ha rilievo (anche a prescindere dal testo dell'art. 2497 c.c. come novellato dall'art. 5 D.L.vo 17 gennaio 2003,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14870 del 16 novembre 2000
«La circostanza che un socio disponga, direttamente e/o indirettamente nella specie attraverso un'Anstalt dal medesimo fondata dell'intero capitale sociale di una società di capitale, non comporta la confusione del patrimonio personale del primo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15770 del 13 agosto 2004
«Se la violazione del divieto di compiere nuove operazioni, oltre a dar luogo a responsabilità diretta degli amministratori verso il terzo, può integrare il presupposto tanto dell'azione sociale di responsabilità (per violazione dei doveri imposti...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 2716 del 25 febbraio 2002
«Nell'ipotesi in cui una società incorpori altra società da essa interamente o parzialmente posseduta, il disavanzo di fusione esprime la differenza tra il valore del patrimonio netto dell'incorporata ed il prezzo pagato per l'acquisto delle...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 28242 del 20 dicembre 2005
«La disposizione di cui all'art. 2504 quater c.c., richiamata anche per le operazioni di scissione dall'art. 2504 novies (oggi art. 2506 ter c.c.), secondo cui, una volta eseguita l'iscrizione dell'atto di fusione delle società, l'invalidità...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7592 del 17 luglio 1999
«La comunicazione della delibera di esclusione del socio ai sensi dell'art. 2527 c.c. ha la funzione di far decorrere il termine per l'impugnazione e di rendere edotto il socio delle ragioni della sanzione adottata al fine di consentirgli...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16304 del 10 luglio 2009
«In caso di scioglimento del rapporto sociale limitatamente al socio di una società cooperativa edilizia, egli ha diritto sia alla liquidazione della quota sociale, con riguardo a quanto abbia versato a titolo di conferimento, sia alla restituzione...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 22659 del 23 ottobre 2006
«In tema di società, la costituzione del rapporto societario e l'originario conferimento, pur rappresentando il presupposto giuridico del diritto del socio alla quota di liquidazione, non rilevano come fatto direttamente genetico di un contestuale...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1294 del 5 febbraio 2000
«...eseguiti, solo in ogni altra analoga ipotesi in cui si verifichi sostituzione di un imprenditore ad un altro nell'esercizio dell'impresa, come conseguenza diretta della volontà delle parti, ovvero di un fatto dalle medesime espressamente previsto.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16283 del 10 luglio 2009
«A tal fine, non costituisce idoneo elemento distintivo la mera aggiunta, in diretta continuità lessicale con il patronimico, della categoria di prodotti commercializzati. (Nella fattispecie, la Corte, confermando la sentenza di secondo grado, ha...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5152 del 27 luglio 1983
«...(art. 2573, comma secondo, c.c.), e quindi, ove il marchio stesso sia stato oggetto di precedente trasferimento ad altri e affetto da nullità, anche l'azione diretta a far dichiarare tale nullità ed a recuperare il marchio all'azienda medesima.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12196 del 28 dicembre 1990
«Il cosiddetto obbligo di contrarre — stabilito dalla legge a carico degli imprenditori che esercitino servizi di interesse generale in regime di monopolio giuridico — comporta che l'imprenditore debba stipulare il contratto con chiunque faccia...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 560 del 13 gennaio 2005
«La nozione di azienda di cui al n. 3 dell'art. 2598 sopra citato, difatti, coincide con quella di cui al precedente art. 2555, stesso codice, sicché (pur essendo innegabile che, sotto il profilo meramente ontologico, studi di liberi professionisti...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1617 del 14 febbraio 2000
«...sleale nell'attività di una società che offriva prodotti per il corpo direttamente a domicilio dei consumatori, attraverso un particolare sistema di concessionarie, già adottato da altra società, produttrice di contenitori di uso casalingo).»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13067 del 21 maggio 2008
«In tema di concorrenza sleale, la funzione dell'azione inibitoria di cui all'art. 2599 c.c. mette capo ad una pronuncia che, sebbene non suscettibile di attuazione diretta nelle forme dell'esecuzione forzata, può costituire oggetto di giudicato,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11404 del 20 dicembre 1996
«La sussistenza di tale legittimazione presuppone quindi necessariamente il carattere plurioffensivo della condotta della quale si chiede la repressione, nel senso che essa, oltre a ledere l'interesse di uno o più imprenditori, deve implicare la...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1642 del 12 marzo 1980
«Pertanto, avverso le delibere adottate da detti consorzi, con le prescritte maggioranze, in ordine alle spese per servizi comuni ed ai relativi criteri di ripartizione, l'impugnativa del singolo partecipante dissenziente può essere solo diretta a...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4125 del 21 marzo 2003
«Il problema della normativa ad essi applicabile va, peraltro, risolto alla luce della considerazione che, accanto all'innegabile connotato associativo, essi si caratterizzano anche per un forte profilo di realità in quanto il singolo associativo,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3664 del 21 febbraio 2006
«...crea una duplice legittimazione passiva del consorzio e del consorziato, anche senza spendita del nome di quest'ultimo, la cui obbligazione sorge, quindi, direttamente in capo a lui, per il solo fatto che sia stata assunta nel suo interesse.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9509 del 27 settembre 1997
«...in ipotesi di obbligazioni contratte per conto del singolo consorziato, non richiede la spendita del nome di quest'ultimo, la cui obbligazione sorge, quindi, direttamente in capo a lui, per il solo fatto che sia stata assunta nel suo interesse.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 29268 del 20 luglio 2007
«...cui al vigente art. 2634 è reato di evento, richiedendo la sussistenza di un danno patrimoniale, intenzionalmente arrecato alla società, che deve essere, pertanto, previsto e legato alla condotta da un rapporto di diretta ed immediata causalità.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 37033 del 9 novembre 2006
«La legittimazione alla proposizione della querela per il reato di infedeltà patrimoniale dell'amministratore prevista dal vigente testo dell'art. 2634 c.c., introdotto dal D.L.vo n. 61 del 2002, spetta non solo alla società nel suo complesso ma...»