-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 32325 del 26 agosto 2010
«L'esimente di cui all'art. 598 c.p. - secondo il quale non sono punibili le offese contenute negli scritti e nei discorsi pronunciati dinanzi alle autorità giudiziarie o amministrative - non si applica alle accuse calunniose contenute in tali...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3092 del 11 febbraio 2014
«In tema di passaggio coattivo, la disposizione dell'art. 1051, terzo comma, cod. civ., essendo diretta a consentire l'adeguamento della servitù alle esigenze del fondo che ne beneficia, mediante ampliamento della sede del transito già esistente...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5931 del 13 marzo 2014
«Ai sensi dell'art. 15 del r.d. 21 giugno 1942, n. 929, nel testo applicabile "ratione temporis", anteriore alle modifiche introdotte dal d.lgs. 4 dicembre 1992, n. 480, e dell'art. 2567 cod. civ. il marchio può essere trasferito solo in occasione...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8564 del 20 luglio 1996
«Poiché il trattamento sanzionatorio per la nuova figura di reato è molto più grave (reclusione da sei a dodici anni, a fronte di una reclusione da due a sei anni e otto mesi), a norma del terzo comma dell'art. 2 c.p. si deve applicare la...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9235 del 8 marzo 2012
«Il riferimento contenuto nel primo comma dell'art. 615 bis c.p. ai luoghi indicati nell'art. 614 dello stesso codice ha la funzione di delimitare gli ambienti nei quali l'interferenza nella altrui vita privata assume penale rilevanza, ma non anche...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11360 del 28 ottobre 1998
«Infatti, la clausola «se il fatto non è preveduto come reato da altra disposizione di legge», contenuta nell'art. 616 c.p., va interpretata con riferimento al fatto tipico della presa di cognizione del contenuto di una corrispondenza, ovvero della...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6555 del 27 giugno 1985
«Infatti, in detto caso, i manufatti costruiti passano, per accessione, immediatamente in proprietà dello Stato: quindi osta alla configurabilità del reato permanente il presupposto del potere di disposizione o demolizione delle opere innovative,...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16737 del 8 aprile 2004
«Non è configurabile, in capo al lavoratore dipendente, l'attenuante di cui all'art. 114, comma secondo, c.p. (consistente nel fatto di chi sia stato determinato a commettere il reato o a cooperare in esso, quando ricorrono le condizioni stabilite...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 18762 del 29 aprile 2013
«Nel delitto di truffa, mentre il requisito del profitto ingiusto può comprendere in sé qualsiasi utilità, incremento o vantaggio patrimoniale, anche a carattere non strettamente economico, l'elemento del danno deve avere necessariamente contenuto...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9773 del 3 marzo 2009
«Ricorre il delitto di truffa, e non l'ipotesi contravvenzionale di cui all'art. 16, comma terzo, D.L.vo Lgt. n. 788 del 1945 relativa all'indebita percezione delle prestazioni di cassa integrazione, se la condotta tenuta per conseguire l'indebita...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11259 del 21 maggio 2014
«La predisposizione ad opera del giudice, prima dell'udienza di precisazione delle conclusioni e della discussione orale, di una bozza di decisione da rendere ai sensi dell'art. 281 sexies c.p.c., non è nulla, né lesiva del diritto di difesa delle...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 12969 del 29 marzo 2007
«In tema di delitto di truffa, se la condotta tipica cagiona danno non solo al soggetto che, per effetto degli artifici e raggiri, pone in essere l'atto di disposizione patrimoniale pregiudizievole, ma anche ad altri, seppure nella forma della...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 47671 del 12 dicembre 2003
«Il compimento di atti idonei diretti in maniera non equivoca a manomettere un apparecchio telefonico per ottenere un accredito per la fruizione del servizio integra gli estremi del tentativo di furto e non di tentata truffa, in quanto l'indebita...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 17642 del 14 aprile 2003
«In tema di millantato credito, la ipotesi di cui al secondo comma dell'art. 346 c.p. - contenente la previsione di un titolo autonomo di reato rispetto alla fattispecie descritta nel primo comma della medesima disposizione - si differenzia dal...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11446 del 17 novembre 1994
«I delitti di truffa e di millantato credito si differenziano oltre che per la diversità dell'oggetto della tutela penale, che nella truffa è il patrimonio e nel millantato credito è il prestigio della pubblica amministrazione, anche per il mezzo...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 39314 del 9 ottobre 2009
«La condotta di chi, inducendo in errore il giudice in un processo civile o amministrativo mediante artifici o raggiri, ottenga una decisione favorevole non integra il reato di truffa, per difetto dell'elemento costitutivo dell'atto di disposizione...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3135 del 22 gennaio 2003
«La cosiddetta truffa processuale consistente nel fatto di chi, inducendo in errore il giudice in un processo civile o amministrativo mediante artifici o raggiri, ottenga una decisione favorevole non integra il reato di cui all'art. 640 c.p., in...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7346 del 20 luglio 1996
«In tale caso, infatti, viene a mancare l'atto di disposizione patrimoniale da parte di colui che viene ingannato, che è essenziale nel delitto p. e p. dall'art. 640 c.p., poiché il giudice esercita un potere giurisdizionale avente carattere...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1539 del 16 gennaio 2006
«Integra il delitto di truffa, fuori dall'ipotesi dell'amministratore unico di una società per azioni che ne sia anche unico azionista, il compimento da parte dell'amministratore di una S.p.A., in accordo col soggetto estraneo alla società, di un...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16575 del 3 maggio 2005
«In tema di circonvenzione di persone incapaci, ai fini della sussistenza dell'elemento dell'induzione debbono essere presi in considerazione non solo le condotte tenute dall'imputato al momento della commissione degli atti pregiudizievoli, ma...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2295 del 16 aprile 1981
«A differenza del termine per la riassunzione del processo in caso di sospensione necessaria, che è espressamente definito perentorio dal legislatore (art. 297 c.p.c.), quello previsto per la riassunzione in caso di sospensione facoltativa o su...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7820 del 8 luglio 1992
«La capacità richiesta per gestire il patrimonio e valutare le conseguenze degli atti di disposizione è diversa e maggiore da quella richiesta per rendersi conto di atti lesivi della propria integrità fisica. Pertanto non è contraddittoria la...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 31683 del 24 agosto 2001
«Sussiste continuità normativa tra l'art. 644 bis c.p., formalmente abrogato dalla legge 7 marzo 1996, n. 108 (art. 1, comma 2) e la fattispecie criminosa inserita nel terzo comma del precedente art. 644, come modificato dall'art. 1 della stessa...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 45993 del 10 dicembre 2007
«In tema di prescrizione del reato di usura, nel caso in cui il capo di imputazione faccia riferimento ad un fatto temporale limitato, la disposizione di cui all'art. 644 ter c.p. non consente di spostare in avanti la protrazione del reato in...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8633 del 8 ottobre 1985
«In tal caso il possesso (inteso secondo i principi penalistici) non conferisce il potere di compiere atti di disposizione non autorizzati o, comunque, incompatibili con il diritto prevalente del proprietario e, ove ciò avvenga, l'agente commette...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 15879 del 16 aprile 2008
«L'infedeltà patrimoniale tipizza la necessaria relazione tra un preesistente conflitto di interessi, con i caratteri dell'attualità e dell'obiettiva valutabilità, e le finalità di profitto o altro vantaggio dell'atto di disposizione, finalità che...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8179 del 18 luglio 1988
«Ne consegue che qualora il direttore di un istituto bancario, in collusione con un cliente ed omettendo i doverosi controlli interni, metta a disposizione dello stesso somme di danaro, accreditando sul di lui conto o pagando direttamente assegni...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 17295 del 4 maggio 2011
«Non integra il delitto di appropriazione indebita il creditore che, a fronte dell'inadempimento del debitore, eserciti a fini di garanzia del credito il diritto di ritenzione sulla cosa di proprietà di quest'ultimo legittimamente detenuta in...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5905 del 17 marzo 2006
«La procura alle liti abilita il procuratore, per la discrezionalità tecnica che gli spetta nell'impostazione della lite, a scegliere, in relazione anche agli sviluppi della causa, la condotta processuale da lui ritenuta più rispondente agli...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 11148 del 31 ottobre 2000
«In tema di appropriazione di cosa smarrita, per l'affermazione della penale responsabilità, occorre accertare che il soggetto abbia manifestato nei confronti della cosa rinvenuta la volontà di comportarsi uti dominus; tale volontà va esclusa non...»