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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10069 del 11 agosto 1999
«Il giudice di appello che, nel confermare la responsabilità dell'imputato, operi, ferma restando la identità del fatto, derubricazione del reato ritenuto in primo grado, può procedere a nuovo giudizio di prevalenza od equivalenza tra circostanze;...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 7346 del 24 giugno 1994
«In tema di cognizione del giudice d'appello, l'art. 597, comma 5, c.p.p., nello stabilire, tra l'altro, che «può essere altresì effettuato, quando occorre, il giudizio di comparazione» tra circostanze a norma dell'art. 69 c.p., ha attribuito al...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2106 del 3 marzo 1993
«L'ultimo comma dell'art. 597 c.p.p. attribuisce al giudice di appello anche la facoltà di effettuare il giudizio di comparazione fra circostanze a norma dell'art. 69 c.p. «quando occorre». Tale inciso chiarisce e precisa che il giudice d'appello,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9725 del 12 ottobre 1992
«Il delitto di associazione per delinquere finalizzata al contrabbando ed a reati contro la fede pubblica può dare luogo a risarcimento del danno, poiché l'ordine pubblico, tutelato dall'art. 416 c.p., non va inteso in senso riduttivo e cioè...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 44408 del 12 novembre 2004
«Il giudizio di comparazione fra le circostanze di cui all'art. 69 c.p. è previsto unicamente per la determinazione della pena e non vale a configurare giuridicamente il reato come ipotesi semplice e non circostanziata, sicchè nel caso di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 14502 del 23 dicembre 1999
«Il giudizio di comparazione delle circostanze è previsto solo “quoad poenam” e non vale a configurare giuridicamente il reato come ipotesi semplice, e non circostanziata, né influisce sulla procedibilità. Ne consegue che la novella introdotta...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 10212 del 26 agosto 1999
«Il giudizio di equivalenza, o di subvalenza, delle circostanze aggravanti rispetto a quelle attenuanti, ai sensi dell'art. 69 c.p., rilevando solo quoad poenam, non influisce sulla ontologica sussistenza del fatto-reato, come circostanziato dalle...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4609 del 7 maggio 1996
«In tema di reato continuato, il giudizio di bilanciamento delle circostanze va distinto dall'aumento di pena ex art. 81 cpv. c.p. La prima operazione deve riguardare il reato più grave, mentre eventuali circostanze che abbiano relazione con i...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10266 del 11 ottobre 1991
«In tema di reato continuato, il giudizio di comparazione ex art. 69 c.p. va instaurato solo tra le circostanze aggravanti e le circostanze attenuanti relative al reato - base, cioè a quello ritenuto in concreto più grave, mentre delle circostanze...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 12275 del 18 settembre 1989
«Nel caso di unificazione per continuazione di reati dell'attuale procedimento con altri già definitivamente giudicati, i giudici del merito non sono vincolati al precedente giudizio di comparazione — nella specie di prevalenza delle attenuanti...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7536 del 30 giugno 1988
«In tema di reato continuato, il giudizio di comparazione ai sensi dell'art. 69 c.p., va compiuto soltanto in rapporto alla violazione più grave al fine di determinares la pena base, mentre in relazione ai reati meno gravi le circostanze ad essi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1450 del 7 febbraio 1987
«Nella continuazione di reati circostanziati il giudizio di comparazione tra circostanze aggravanti e circostanze attenuanti adempie ad una finalità ed ha, corrispondentemente, una dimensione parzialmente diversa, secondo che si riferisca al reato...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2134 del 20 gennaio 2009
«In tema di stupefacenti, quando la circostanza aggravante ad effetto speciale, prevista dall'art. 80, comma secondo, d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, concorre con le circostanze attenuanti generiche, si applica la previsione dell'art. 69, comma...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 37016 del 5 novembre 2002
«In tema di stupefacenti, quando la circostanza attenuante ad effetto speciale della lieve entità del fatto, prevista dall'art. 73 comma 5 del D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, concorre con una circostanza aggravante, si applica la previsione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 43241 del 30 novembre 2001
«La circostanza attenuante ad effetto speciale prevista dall'art. 8 D.L. 13 maggio 1991 n. 152, convertito in legge 12 luglio 1991 n. 203 - la quale comporta una diminuzione delle pene temporanee da un terzo alla metà e la sostituzione...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2107 del 20 febbraio 1998
«In tema di reato continuato la valutazione del giudice circa la identità del disegno criminoso costituisce il solo criterio per la unificazione fittizia quoad poenam della pluralità degli illeciti commessi dall'agente con una molteplicità di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7089 del 18 luglio 1997
«Nel caso in cui in un giudizio in corso sia stata riconosciuta la continuazione tra i reati sub iudice e reati già giudicati con sentenza irrevocabile ed il giudice abbia ritenuto meno gravi i primi, alla pena inflitta con la sentenza irrevocabile...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6496 del 5 luglio 1997
«In tema di reato continuato la valutazione del giudice circa l'identità del disegno criminoso costituisce il solo criterio da adottare, nonché l'istituto della continuazione può essere applicato anche quando sia stata già pronunciata una sentenza...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 723 del 21 gennaio 1989
«Stabilire se un soggetto, nei singoli casi, sia nel momento del fatto privo di capacità di intendere e di volere, ovvero abbia la stessa grandemente scemata ovvero lo stabilire se trattasi di soggetto con personalità anormale, costituisce una...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4385 del 24 aprile 1982
«L'accertamento sull'infermità di mente dell'imputato va compiuto in relazione al fatto concreto addebitato ed al tempo in cui il fatto medesimo è stato commesso. L'indagine già esperita in altro processo non è pertanto mai vincolante nel...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 29106 del 18 luglio 2001
«L'accertamento del fatto-reato in tutte le sue componenti, comprese quelle circostanziali, presenta carattere di priorità rispetto a quello dell'imputabilità del soggetto cui il fatto medesimo viene attribuito. (Nella specie, in applicazione di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13010 del 2 ottobre 1989
«L'accertamento sull'infermità di mente dell'imputato deve essere compiuto in relazione al fatto concreto addebitato ed al tempo in cui il fatto medesimo è stato commesso. L'indagine già esperita in altro procedimento non è vincolante nel...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 40812 del 18 novembre 2010
«Il vizio parziale di mente, attenendo alla sfera dell'imputabilità, è una circostanza inerente alla persona del colpevole ed è pertanto soggetto al giudizio di comparazione, che ha carattere unitario.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 26678 del 19 giugno 2013
«Il rinvio facoltativo dell'esecuzione della pena nei confronti di madre di prole di età inferiore a tre anni richiede esclusivamente la prova della nascita del figlio ed un giudizio prognostico in ordine alla sussistenza del concreto pericolo di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6283 del 4 febbraio 1997
«La ragione ispiratrice della disposizione dell'art. 147 comma primo n. 2 c.p. — che consente il rinvio dell'esecuzione della pena per grave infermità fisica — è quella di evitare al condannato trattamenti inumani e la sua sottomissione ad una pena...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1121 del 16 dicembre 1993
«Il giudizio sulla congruità della pena richiesta dalle parti va riferito alle peculiarità oggettive e soggettive della fattispecie contestata, in base ai criteri indicati dagli artt. 133 e 133 bis c.p., e non già alla gravità, in astratto, del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 44968 del 24 novembre 2009
«Il Tribunale di sorveglianza deve decidere sulla domanda di differimento della pena, avanzata in relazione alla presentazione della domanda di grazia, sulla base di un giudizio prognostico circa la concedibilità della grazia, a nulla rilevando se...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1174 del 1 febbraio 1996
«In caso di reato permanente, ove la cessazione della permanenza non sia specificata nel capo di imputazione e emerga la continuazione della condotta anche nel corso del giudizio di primo grado è possibile l'affermazione di responsabilità anche in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2125 del 22 giugno 1992
«In tema di applicazione di amnistia occorre avere riguardo alla qualificazione del fatto giudicato, considerato nel momento della contestazione e del giudizio, mentre non assume rilievo la quantità della pena in concreto inflitta. (Nella specie il...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 15196 del 19 novembre 1990
«La declaratoria di estinzione del reato per amnistia prevale sulla formula di proscioglimento per concessione del perdono giudiziale, che presuppone un giudizio di colpevolezza dell'imputato.»