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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 26079 del 30 novembre 2005
«In tema di riscatto agrario, posto che l'acquisto diretto da parte del retraente del fondo dal proprietario venditore è sottoposto alla condizione sospensiva del pagamento del prezzo, consegue, in virtù dell'applicabilità dell'art. 1361 c.c., che...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 9944 del 28 luglio 2000
«Rispetto alla determinazione della natura giuridica di un contratto e al suo inquadramento in uno piuttosto che in altro schema negoziale, non assume rilievo decisivo il nomen iuris eventualmente adottato dalle parti, dovendo la qualificazione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7937 del 29 settembre 1994
«Ai fini della risoluzione del contratto, nell'ipotesi di solo ritardo nell'adempimento, l'importanza di esso, a norma dell'art. 1455 c.c., va stabilita, con riferimento al tempo del ritardo, non solo con riguardo alle oggettive finalità funzionali...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15921 del 17 luglio 2007
«In tema di accertamento del diritto di servitù, è legittimo il richiamo operato dal giudice del merito alle espletate prove per testimoni sul concreto esercizio del diritto, a conferma del risultato interpretativo conseguito sulla base del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1082 del 4 febbraio 1988
«In tema di interpretazione del contratto anche nel caso di formale riproduzione nelle relative clausole di obblighi già nascenti dalla legge o il richiamo espresso di norme di legge comunque integrative della disciplina negoziale l'interprete deve...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13886 del 23 luglio 2004
«La erronea interpretazione del contratto individuale di lavoro da parte del giudice del merito attiene ad un punto decisivo, ed è perciò idonea a comportare la cassazione della sentenza, solo ove si dimostri che con la interpretazione propugnata...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1877 del 21 febbraio 1995
«In base ai principi che regolano la successione delle leggi nel tempo, l'illiceità (e la conseguente invalidità) del contratto deve essere riferita alle norme in vigore nel momento della sua conclusione e, pertanto, il negozio giuridico nullo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1109 del 21 marzo 1977
«I contratti di compravendita di autoveicoli possono essere conclusi anche con il solo scambio orale del consenso, del quale può darsi dimostrazione con ogni mezzo di prova ammesso dalla legge, comprese le presunzioni semplici, costituendo la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2274 del 13 luglio 1971
«Il contratto preliminare, come qualsiasi altro contratto, non può essere sciolto, se non per volontà concorde delle parti o per cause ammesse dalla legge.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8124 del 2 aprile 2010
«In tema di appalti pubblici, qualora un consorzio di cooperative di produzione e lavoro (costituito ai sensi del r.d. 25 giugno 1909, n. 422), aggiudicatario di un appalto, abbia assegnato ad una cooperativa consorziata l'esecuzione dei lavori...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15603 del 12 luglio 2007
«Il principio secondo cui il contratto non può avere effetto che tra le parti, salvo che nei casi previsti dalla legge, esclude che possano ritenersi legittimati ad agire per la nullità di una clausola arbitrale i garanti di una delle parti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3122 del 3 marzo 2003
«La transazione intervenuta tra lavoratore e datore di lavoro è estranea al rapporto tra quest'ultimo e l'Inps, avente ad oggetto il credito contributivo derivante dalla legge in relazione all'esistenza di un rapporto di lavoro subordinato, giacché...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 987 del 12 febbraio 1990
«Il recesso unilaterale, lungi dal costituire una facoltà normale delle parti contraenti, presuppone, invece, a norma dell'art. 1373 c.c., che essa sia specificamente attribuita per legge o per clausola contrattuale e, in quest'ultimo caso, l'onere...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8776 del 26 novembre 1987
«La clausola con la quale si attribuisce ad uno o ad entrambi i contraenti la facoltà di recesso ex art. 1373 c.c., siccome derogativa al principio generale per il quale il contratto ha forza di legge tra le parti, pur non richiedendo alcuna...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3065 del 14 ottobre 1972
«L'art. 1374 c.c. trova applicazione soltanto in sede di integrazione degli effetti di una già manifestata volontà negoziale. Siffatta funzione integrativa non modifica il contratto, con l'aggiungere ad esso qualcosa, in quanto le ulteriori...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 20106 del 18 settembre 2009
«I princìpi di correttezza e buona fede nell'esecuzione e nell'interpretazione dei contratti, di cui agli artt. 1175, 1366 e 1375 c.c., rilevano sia sul piano dell'individuazione degli obblighi contrattuali, sia su quello del bilanciamento dei...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 24274 del 14 novembre 2006
«In tema di contratto di agenzia, l'art. 1750, comma quarto, c.c., nel porre la regola inderogabile secondo cui i termini di preavviso devono essere gli stessi per le due parti del rapporto, esprime un precetto materiale che vieta pattuizioni che...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5240 del 15 marzo 2004
«La clausola generale di buona fede nell'esecuzione del contratto impone a ciascuna delle parti del rapporto obbligatorio il dovere di agire in modo da preservare gli interessi dell'altra, a prescindere dall'esistenza di specifici obblighi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8107 del 14 giugno 2000
«La «dematerializzazione» (o «decartolarizzazione») dei titoli di credito, secondo il regime compiutamente attuato dalla legge n. 231 del 1998, supera la fisicità del titolo, consentendone forme di consegna e di trasferimento virtuali (agli...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 590 del 30 gennaio 1982
«La diffida ad adempiere, che non prefigga il preciso termine entro cui il contraente inadempiente deve adempiere sotto pena di risoluzione del contratto, è in contrasto con il precetto dell'art. 1454 c.c., in quanto determina nel diffidato una...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 995 del 28 marzo 1972
«Nel caso di clausola penale stipulata per il ritardo nell'inadempimento, al verificarsi del ritardo sorge l'obbligazione nascente dalla clausola penale, che diviene operativa; se poi intervenga l'inadempimento, in forza della legge sorgerà...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 15110 del 30 giugno 2006
«In tema di riscossione delle imposte sui redditi, l'istituto di credito che non versi alla tesoreria provinciale dello Stato, nel termine previsto, le somme al cui pagamento sia stato delegato dal contribuente è soggetto alla penale, nella misura...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 24458 del 24 novembre 2007
«La riduzione della penale pattuita ex contractu ove invocata dalla parte interessata non in via di azione ma in via di eccezione, può essere proposta per la prima volta anche nel giudizio di appello; peraltro il relativo potere del giudice,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5324 del 4 aprile 2003
«In tema di contratto di mutuo, l'art. 1 della L. n. 108 del 1996, che prevede la fissazione di un tasso soglia al di là del quale gli interessi pattuiti debbono essere considerati usurari, riguarda sia gli interessi corrispettivi che gli interessi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 17923 del 23 agosto 2007
«La caparra confirmatoria di cui all'art. 1385 c.c. assume la funzione di liquidazione convenzionale del danno da inadempimento qualora la parte non inadempiente abbia esercitato il potere di recesso conferitole dalla legge e in tal caso, essa è...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 26724 del 19 dicembre 2007
«In relazione alla nullità del contratto per contrarietà a norme imperative, in difetto di espressa previsione in tal senso (c.d. «nullità virtuale»), deve trovare conferma la tradizionale impostazione secondo la quale, ove non altrimenti stabilito...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8236 del 24 maggio 2003
«La violazione di una norma imperativa non dà luogo necessariamente alla nullità del contratto giacché l'art. 1418, primo comma, c.c., con l'inciso «salvo che la legge disponga diversamente», esclude tale sanzione ove sia predisposto un meccanismo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5372 del 5 aprile 2003
«Nel sancire la nullità del contratto per contrasto con norme imperative, l'art. 1418 c.c. fa salvo il caso in cui «la legge disponga diversamente». Ne consegue che tale nullità va esclusa sia quando risulta espressamente prevista una diversa forma...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10119 del 19 novembre 1996
«La nullità di una clausola di un contratto collettivo per contrasto con norma imperativa (art. 1418, primo comma, c.c.) sussiste anche nell'ipotesi in cui la suddetta clausola preveda, come presupposto per la propria operatività, l'abrogazione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1901 del 13 maggio 1977
«L'ipotesi di nullità del contratto per contrarietà alle norme imperative si verifica, salvo che la legge disponga altrimenti, indipendentemente da una espressa comminatoria della sanzione di nullità nei singoli casi. Infatti, la norma dell'art....»