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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1416 del 11 febbraio 1985
«Infatti, per contraffazione si intende la creazione di cosa simile ad altra, di norma per imitazione, ma anche con un'alterazione-trasformazione tale da doversi assimilare alla contraffazione. È questo il caso della banconota-fine che è...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5132 del 5 maggio 1978
«In mancanza di una prova diretta la funzione intermediatrice può essere desunta da prove indirette come la scoperta di notevoli quantitativi di moneta falsa e la possibilità di rifornimento da parte dei possessori attraverso la medesima persona,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 32816 del 29 marzo 2007
«Non integra il delitto previsto dall'art. 462 c.p. la contraffazione di biglietti per il trasporto aereo che sia meramente finalizzata alla falsa attestazione di un pregresso espletamento di missioni e non alla loro messa in circolazione quali...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3295 del 20 aprile 1983
«L'uso di valori di bollo contraffatti o alterati, punito dall'art. 464 c.p. come reato autonomo se commesso da chi non sia concorso nella contraffazione o nell'alterazione, è quello conforme alla naturale destinazione dei valori; non vi rientra,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13271 del 26 ottobre 1999
«...del sigillo l'acquisizione del documento agli atti ufficiali. La contraffazione del sigillo recante la dicitura «Repubblica Italiana» e il relativo stemma, in uso presso le Amministrazioni dello Stato, integra invece il reato ex art. 468 c.p..»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1977 del 1 marzo 1997
«In tema di contraffazione del sigillo dello Stato, per «atti del Governo», di cui all'art. 467 c.p., deve intendersi esclusivamente l'attività propria del Governo in senso stretto, quale organo posto al vertice del potere esecutivo, e non...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 42259 del 28 ottobre 2004
«In tema di reati di falso, configura l'ipotesi criminosa di cui all'art. 469 c.p. (contraffazione delle impronte di una pubblica autenticazione o certificazione) il trasferimento dell'impronta genuina su di un documento originariamente privo della...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2515 del 13 marzo 1995
«La contraffazione del numero originale del telaio impresso sul ciclomotore dalla casa costruttrice non integra né l'ipotesi delittuosa di cui all'art. 469 c.p., né quella contravvenzionale di cui all'art. 52 c.s. La prima, infatti, si riferisce...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1702 del 16 gennaio 2014
«Il reato di cui all'art. 469 cod. pen. non concorre con i reati di falsità in atti, ma trovano applicazione solo le disposizioni relative ai secondi, quando il contrassegno apposto sul documento risulti un elemento essenziale di questo, nel senso...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 30120 del 28 luglio 2011
«Non vi è rapporto di specialità tra il reato di contraffazione delle impronte di una pubblica autenticazione o certificazione (art. 469 c.p.) ed il reato di possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi (art. 497 bis c.p.),...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6395 del 3 maggio 1990
«La contraffazione dello stemma della Repubblica sui moduli delle carte di identità integra la fattispecie criminosa di cui all'art. 469 c.p. (contraffazione delle impronte di una pubblica autenticazione o certificazione), in relazione all'art. 468...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8414 del 25 febbraio 2004
«In particolare, con riguardo ai metalli preziosi, il decreto legislativo 22 maggio 1999, n. 251 ha stabilito l'obbligatoria apposizione sugli stessi di marchi di identificazione rispondenti ai requisiti specifici individuati nello stesso...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 18535 del 24 aprile 2013
«Il secondo comma dell'art. 497 bis c.p., che punisce la previa contraffazione del documento ad opera dello stesso detentore, costituisce ipotesi di reato autonoma rispetto a quella del mero possesso prevista dal primo comma essendo la descrizione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12268 del 2 aprile 2012
«Integra il delitto di cui all'art. 497 bis, comma primo, c.p. (Possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi), il mero possesso di un documento falso valido per l'espatrio, considerato che la fattispecie normativa di cui all'art....»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13383 del 28 marzo 2008
«È configurabile il reato di cui all'art. 497 bis c.p. (possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi) anche quando trattisi di possesso di un documento valido per l'espatrio che sia falsificato solo parzialmente, sempre che la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 46831 del 17 dicembre 2007
«Integra il delitto di possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi (art. 497 bis c.p.), il possesso di una carta di identità falsa rilasciata dall'autorità bulgara, considerato che il passaggio dallo Stato di appartenenza ad...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 35885 del 1 ottobre 2007
«Integra il delitto di cui all'art. 497 bis c.p. (possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi) — introdotto dall'art. 10, comma quarto, D.L. 27 gennaio 2005, n. 144, convertito, con modificazioni, nella L. 31 luglio 2005, n. 155...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 35094 del 14 agosto 2013
«Integra il reato di cui all'art. 497 ter, comma primo, n. 1, seconda parte, c.p. (possesso di segni distintivi contraffatti), la detenzione di un contrassegno (nella specie una paletta segnaletica), ancorché attualmente non più in uso alla...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5534 del 3 maggio 1999
«L'art. 498 c.p. considera due distinte ipotesi delittuose; mentre quella di usurpazione di titolo del primo comma richiede per la sua punibilità la pubblicità (... abusivamente portata in pubblico, ... indossa abusivamente in pubblico) in quanto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11224 del 16 novembre 1995
«È insindacabile in cassazione, se sorretta da congrua motivazione, la valutazione dei giudici di merito di insussistenza dell'elemento soggettivo del reato di cui all'art. 498 c.p. nel fatto dell'apposizione di targa all'ingresso di uno studio...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3072 del 4 aprile 1985
«Il reato di usurpazione di titoli o di onori, di cui all'art. 498 c.p., non può considerarsi assorbito da quello di abusivo esercizio di una professione, di cui all'art. 348 stesso codice. I due reati, infatti, possono concorrere materialmente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3329 del 14 marzo 1988
«In ordine al reato di lesioni volontarie il dolo consiste nella cosciente volontà del fatto e, inoltre, nella volontà dell'evento giuridico e cioè dell'offesa dell'interesse tutelato dalla norma, e poiché tale risultato si considera voluto non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7388 del 23 luglio 1985
«Pertanto, nel caso in cui, a seguito delle percosse subite, la vittima riporta un trauma contusivo, che determini un'alterazione delle normali funzioni fisiologiche dell'organismo della parte lesa, da richiedere un processo terapeutico con...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5589 del 12 maggio 1993
«In relazione ad un'attività sportiva, come il gioco del calcetto, al cui contenuto regolamentare è estranea la violenza fisica, l'illecito sportivo è configurabile quando la condotta lesiva, quale il diretto controllo e il tiro del pallone, il...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10734 del 10 marzo 2008
«Non ricorre la causa di giustificazione non codificata dell'esercizio di attività sportiva allorché un calciatore colpisca l'avversario fratturandogli il setto nasale nel momento in cui l'arbitro assegni un calcio di punizione, in quanto, in tale...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 31134 del 31 luglio 2007
«In tema di lesioni aggravate, il pericolo di vita di cui all'art. 583, comma primo, n. 1, c.p. — e cioè la probabilità che la morte si verifichi in un momento qualunque del corso del processo morboso — deve essere desunto secondo l'id quod...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 41017 del 19 ottobre 2012
«Ai fini dell'integrazione dell'omicidio preterintenzionale è necessario che l'autore dell'aggressione abbia commesso atti diretti a percuotere o ledere e che esista un rapporto di causa ed effetto tra gli atti predetti e l'evento letale, senza...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 14063 del 13 dicembre 1986
«L'omicidio preterintenzionale richiede che l'autore della aggressione abbia commesso atti diretti a percuotere o ledere e che esista un rapporto di causa ad effetto tra i predetti atti e l'evento letale senza la necessità che la serie causale, che...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5544 del 12 maggio 1992
«Ai fini del delitto di omicidio preterintenzionale, l'elemento psicologico consiste nell'aver voluto l'evento minore (percosse o lesioni) e non anche l'evento più grave (morte) che costituisce solo la conseguenza diretta della condotta...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6403 del 3 maggio 1990
«Nella preterintenzionalità è necessario che la lesione giuridica si riferisca allo stesso genere di interessi giuridici (es. incolumità e vita), mentre nell'ipotesi di cui all'art. 586 la morte o la lesione deve essere conseguenza di delitto...»