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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5943 del 23 aprile 2002
«Per stabilire se sussiste la giusta causa di licenziamento e se è stata rispettata la regola codicistica della proporzionalità della sanzione occorre accertare in concreto se —, in relazione alla qualità del singolo rapporto intercorso tra le...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8553 del 23 giugno 2000
«In tema di licenziamento per giusta causa, è irrilevante che i comportamenti addebitati al lavoratore abbiano o meno comportato un danno per il datore di lavoro, essendo invece rilevante solo l'idoneità dei suddetti comportamenti ad incidere...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12759 del 13 dicembre 1995
«Infatti, avendo il licenziamento natura giuridica di diritto potestativo — il cui esercizio è volto a realizzare l'interesse del titolare del potere — non è consentito il riferimento alla nozione tecnica di discrezionalità e all'inerente dovere di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12484 del 4 dicembre 1995
«Con riguardo all'obbligo di valutazione delle proporzionalità — rispetto alla gravità della mancanza del lavoratore — della sanzione del licenziamento, la negazione, da parte del giudice del merito, dello stato di necessità (reale o putativo)...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19232 del 14 settembre 2007
«In tema di licenziamento per giusta causa o giustificato motivo soggettivo, allorquando vengano contestati al dipendente diversi episodi rilevanti sul piano disciplinare, il giudice di merito deve esaminarli non partitamente, ma globalmente al...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10082 del 1 agosto 2000
«La reiterazione di una condotta disciplinarmente rilevante può legittimamente essere considerata nella valutazione della gravità oggettiva e soggettiva del comportamento da ultimo messo in atto dal lavoratore, tanto più quando gli episodi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13633 del 11 giugno 2007
«Con riferimento ad una controversia promossa da un lavoratore per l'impugnazione di un licenziamento irrogato ai sensi dell'art. 34 del contratto collettivo nazionale di lavoro per i dipendenti dell'Ente Poste Italiane 26 novembre 1994,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16260 del 19 agosto 2004
«La previsione di ipotesi di giusta causa di licenziamento contenuta in un contratto collettivo non vincola il giudice, dato che questi deve sempre verificare, stante la inderogabilità della disciplina dei licenziamenti, se quella previsione sia...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5372 del 16 marzo 2004
«L'elencazione delle ipotesi di giusta causa di licenziamento contenuta nei contratti collettivi, al contrario che per le sanzioni disciplinari con effetto conservativo, ha valenza meramente esemplificativa e non esclude, perciò, la sussistenza...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17562 del 10 dicembre 2002
«Poiché la nozione di giusta causa di licenziamento trova la propria fonte direttamente nella legge, l'elencazione delle ipotesi di giusta causa eventualmente contenuta nei contratti collettivi o, come nella specie, in un atto unilaterale del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13983 del 24 ottobre 2000
«In materia di licenziamento per ragioni disciplinari, il principio per cui il giudice di merito deve accertare in concreto, in relazione a clausole della contrattazione collettiva che prevedano per specifiche inadempienze del lavoratore la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6900 del 26 maggio 2000
«Il fatto che la disciplina collettiva preveda un comportamento come giusta causa di licenziamento non esime il giudice, investito della impugnativa della legittimità di tale recesso, dal dovere di valutare — mediante un accertamento che è...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12804 del 18 novembre 1999
«La sentenza pronunciata a norma dell'art. 444 c.p.p., che disciplina l'applicazione della pena su richiesta dell'imputato, non è tecnicamente configurabile come una sentenza di condanna, anche se è a questa equiparata a determinati fini; tuttavia,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15373 del 9 agosto 2004
«Il relativo accertamento costituisce apprezzamento di fatto, riservato al giudice del merito e incensurabile in sede di legittimità se sorretto da motivazione congrua e immune da vizi, fermo restando che, nell'ipotesi di dipendenti di istituti di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11500 del 4 novembre 1995
«I comportamenti tenuti dal lavoratore nella sua vita privata ed estranei perciò all'esecuzione della prestazione lavorativa, se in genere sono irrilevanti ai fini della lesione del rapporto fiduciario possono tuttavia costituire giusta causa di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4163 del 1 marzo 2004
«In un giudizio di impugnativa di un licenziamento per giusta causa intimato a lavoratore risultato assente a visita domiciliare di controllo, è affetta da vizio di motivazione, rilevante a norma dell'art. 360, primo comma n. 5, c.p.c., la sentenza...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15916 del 19 dicembre 2000
«Il lavoratore al quale sia contestato in sede disciplinare di avere svolto un altro lavoro durante un'assenza per malattia ha l'onere di dimostrare la compatibilità dell'attività con la malattia impeditiva della prestazione lavorativa contrattuale...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1035 del 2 febbraio 1991
«In ipotesi di assenza di lavoro per malattia, l'inosservanza, da parte del lavoratore, della disciplina dettata dall'art. 2 del D.L. 30 dicembre 1979 n. 663 (cony., con modifiche, dalla L. n. 33 del 1980), in tema d'invio della documentazione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8716 del 17 giugno 2002
«Nell'ottica dell'autonomia tra il giudizio civile e quello penale, la gravità della condotta ascritta al dipendente licenziato per giusta causa può avere un sufficiente rilievo disciplinare ed essere idonea a giustificare il licenziamento anche...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10315 del 5 agosto 2000
«Il giudice del lavoro adito con impugnativa di licenziamento, ove pure comminato in base agli stessi comportamenti che furono oggetto di imputazione in sede penale, non è affatto obbligato a tener conto dell'accertamento contenuto nel giudicato di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11806 del 25 novembre 1997
«Il merito alla rilevanza, ai fini del suo licenziamento, del comportamento del lavoratore che si impossessi abusivamente di beni dell'azienda, la modesta entità del fatto può ritenersi non tanto con riferimento alla tenuità del danno patrimoniale,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5601 del 23 giugno 1997
«In considerazione della necessaria proporzionalità tra infrazione compiuta dal lavoratore e conseguente sanzione disciplinare e della gravità degli effetti del licenziamento per il lavoratore e la sua famiglia, risponde ai principi che...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5967 del 27 maggio 1995
«Non è affetta da violazione dell'art. 2106 c.c. la sentenza di merito che ritenga non sufficientemente grave da giustificare il licenziamento, ancorché abbastanza grave da determinare l'irrogazione di una sanzione disciplinare conservativa, il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5546 del 8 marzo 2010
«In ogni caso, la valutazione della tempestività della contestazione costituisce giudizio di merito, non sindacabile in cassazione ove adeguatamente motivato. (Nella specie, la S.C. ha confermato la sentenza impugnata, che, in riferimento al...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10547 del 9 maggio 2007
«Nel caso di irrogazione di licenziamento per giusta causa conseguente all'espletamento di procedimento disciplinare, ai fini della valutazione della tempestività della sanzione espulsiva, deve distinguersi tra la contestazione disciplinare, che...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13294 del 10 settembre 2003
«Ai fini dell'accertamento della sussistenza del requisito della tempestività del licenziamento, in caso di intervenuta sospensione cautelare di un lavoratore sottoposto a procedimento penale, la definitiva contestazione disciplinare ed il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 884 del 1 febbraio 1996
«Quanto ai comportamenti pregressi, mentre è necessario che ne sia stata portata a conoscenza del lavoratore la valutazione negativa del datore di lavoro in tempo utile perché possa evitarne la reiterazione, non è configurabile a carico del datore...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 96 del 8 gennaio 2003
«Infatti il TFR costituisce un istituto di retribuzione differita che matura anno per anno attraverso il meccanismo dell'accantonamento e della rivalutazione. (Nella specie la S.C. ha ritenuto congruamente e correttamente motivata la sentenza di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4251 del 23 marzo 2001
«Il principio dell'onnicomprensività della retribuzione, adottato dal secondo comma dell'art. 2120 c.c., nel testo novellato dalla legge n. 297 del 1982, benché derogabile, comporta che se la prestazione di lavoro non è occasionale, la relativa...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17614 del 10 agosto 2007
«In tema di determinazione del trattamento di fine rapporto, il principio, secondo il quale la baie di calcolo va di regola determinata in relazione al principio della onnicomprensività della retribuzione di cui all'art. 2120 c.c., nel testo...»