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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 29679 del 16 luglio 2008
«In tema di reato di evasione, non può ravvisarsi, in caso di allontanamento dall'abitazione in cui il soggetto è in stato di restrizione domiciliare, la causa di giustificazione dello stato di necessità per asserito deterioramento dei rapporti con...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10270 del 13 marzo 2001
«La violazione delle prescrizioni previste per il regime della detenzione domiciliare a norma dell'art. 47 ter, ottavo comma, dell'ordinamento penitenziario integra automaticamente il reato di evasione di cui all'art. 385 c.p., in quanto alla...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 19645 del 28 aprile 2004
«Per il reato di evasione commesso da persona in stato di arresti domiciliari, la fattispecie attenuante di cui al comma 4 dell'art. 385 c.p., per la quale la pena è diminuita quando l'evaso si costituisce in carcere prima della condanna, non è...»
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Cassazione penale, Sez. VII, sentenza n. 4186 del 29 gennaio 2003
«L'attenuante di cui all'art. 385, comma 4, c.p., che ha carattere di specialità rispetto a quella prevista dall'art. 62 n. 6 c.p., è applicabile all'imputato evaso dagli arresti domiciliari nelle sole ipotesi in cui questi, prima della condanna,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1777 del 16 gennaio 2003
«L'attenuante della costituzione in carcere prima della condanna (art. 385, comma 4, c.p.) è applicabile, ai sensi del combinato disposto degli artt. 385 c.p. e 47 ter L. 26 luglio 1975 n. 354 (introdotto con l'art. 13 della L. 10 ottobre 1986 n....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1458 del 30 ottobre 1995
«In tema di evasione dagli arresti domiciliari (art. 385, comma 3, c.p.) l'attenuante della costituzione prima della condanna è applicabile solo ove l'evaso si sia costituito in carcere o abbia posto in essere una condotta a questa assimilabile,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 609 del 18 gennaio 1990
«Il fermo in flagranza del reato di evasione esclude di per sé la ricorrenza dell'ipotesi dell'ultimo comma dell'art. 385 c.p., che prevede la costituzione spontanea dell'evaso in carcere prima della condanna e, quindi, l'applicabilità della...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10255 del 29 ottobre 1982
«Il delitto di evasione è regolato nel capo dei delitti contro l'amministrazione della giustizia, perché mira a ripristinare l'ordine stabilito, con la pronuncia giudiziaria. Benché l'aggravante specifica, di cui al capoverso dell'art. 385 c.p.,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2369 del 12 marzo 1985
«In ipotesi di concorso del reato di evasione, circostanziato ai sensi del primo capoverso dell'art. 385 c.p., con il reato di resistenza e con quello di violenza a pubblico ufficiale, la violenza e la minaccia considerate nella norma citata...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 755 del 27 gennaio 1984
«Nell'ipotesi di evasione con uso di violenza o minaccia alle persone, l'eventuale delitto di sequestro di persona concorre e non è assorbito nel reato predetto, poiché la violenza e la minaccia medesime rispondono solo alle previsioni dei reati di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9832 del 19 novembre 1983
«Il reato di tentata evasione aggravata e quello di resistenza a pubblico ufficiale ben possono concorrere tra loro, attesa la diversità di beni giuridici tutelati dalle rispettive norme incriminatrici. Ne consegue che il delitto di resistenza non...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 841 del 11 febbraio 1981
«La violenza e la minaccia considerata nel primo cpv. dell'art. 385 c.p. sono quelle di cui alle previsioni generiche degli artt. 581 e 612 c.p. e, pertanto, non giungono ad integrare una condotta specifica, diversa e più grave, come quella...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1008 del 22 gennaio 1980
«Attesa la diversità degli interessi tutelati con le disposizioni degli artt. 336 e 385 c.p., il reato di violenza o minaccia al pubblico ufficiale concorre con quello d'evasione e non viene assorbito, in funzione di aggravante, nella complessa...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11940 del 21 novembre 2000
«L'allontanamento del detenuto, agli arresti domiciliari e autorizzato al lavoro esterno, dal luogo in cui è previsto che egli svolga la propria attività costituisce reato di evasione, (senza che sia invocabile l'inevitabilità dell'ignoranza della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 475 del 24 gennaio 1997
«In tema di configurabilità del reato continuato, mentre l'unicità del disegno criminoso, pur in assenza di una incompatibilità ontologica, mal si concilia in linea di principio con il reato di evasione dal carcere, essa può invece ben ricorrere...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16460 del 11 febbraio 2015
«Ai fini della configurabilità del delitto di procurata evasione, è sufficiente che il soggetto in cui favore la condotta venga compiuta sia "legalmente" arrestato in relazione alle circostanze obiettivamente sussistenti al momento dei fatti, anche...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15915 del 16 aprile 2015
«Ai fini della configurabilità del reato previsto dall'art. 388, comma sesto, cod. pen., che sanziona la condotta del debitore il quale, invitato dall'ufficiale giudiziario a indicare le cose o i crediti pignorabili, omette di rispondere nel...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 51218 del 10 dicembre 2014
«Ai fini della configurabilità del reato di mancata esecuzione dolosa di provvedimento del giudice (art. 388 c.p.), è necessario e sufficiente che vi sia stata una richiesta di adempimento (o una messa in mora), anche informale, purché si tratti di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 50097 del 12 dicembre 2013
«Ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 388, primo comma, cod. pen., l'ingiunzione ad adempiere, che costituisce condizione di punibilità del reato, può consistere anche in una richiesta di adempimento informale o addirittura...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 41682 del 25 ottobre 2012
«Ai fini della sussistenza del reato previsto dal comma sesto dell'art. 388 c.p. l'invito dell'ufficiale giudiziario al debitore deve contenere espressamente l'avvertimento della sanzione penale per l'omessa o falsa dichiarazione nonché...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 17212 del 4 maggio 2007
«In tema di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice, con riferimento all'ipotesi di cui al secondo comma dell'art. 388 c.p., il reato si consuma nel momento in cui l'agente elude — sia attraverso una condotta commissiva, compiendo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16562 del 24 aprile 2007
«Integra il reato di cui all'art. 388 c.p. l'elusione dell'esecuzione di un provvedimento del giudice civile, che ordini la reintegrazione dell'altro coniuge nel compossesso dell'abitazione coniugale, consistita nell'aver, con azione commissiva,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 17543 del 22 maggio 2006
«In assenza di comportamenti fraudolenti, la violazione dell'obbligo assunto dal coniuge, con la sentenza dichiarativa della cessazione degli effetti civili del matrimonio, di costituire in favore dell'altro coniuge il diritto di usufrutto su un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15186 del 3 maggio 2006
«Risponde del reato di cui all'art. 388, commi terzo e quarto c.p. anche il terzo possessore della cosa del debitore sottoposta a pignoramento presso di lui, che spostandola senza autorizzazione dal luogo in cui è custodita, la sottrae all'esecuzione.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 44936 del 7 dicembre 2005
«Il reato di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice, di cui all'art. 388, comma primo, c.p., è a consumazione istantanea e si perfeziona nel momento in cui il debitore non ottempera alla ingiunzione di adempiere, in quanto il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 48708 del 18 dicembre 2004
«È configurabile il reato di cui all'art. 388 c.p. anche in relazione alla mancata esecuzione dolosa di un lodo arbitrale.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 49678 del 6 luglio 2001
«Il reato di cui all'art. 388, comma 2, c.p. (elusione dell'esecuzione di un provvedimento del giudice civile concernente taluna delle materie indicate nella norma incriminatrice), è configurabile, nel caso di provvedimento consistente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5551 del 11 maggio 2000
«In tema di mancata esecuzione di un provvedimento del giudice civile che prescrive misure cautelari a difesa della proprietà, del possesso o del credito, prevista dall'art. 388, comma secondo, c.p., presupposto del reato è l'esistenza di un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14367 del 20 dicembre 1999
«In tema di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice, integra il reato di cui all'art. 388, comma primo, c.p., il coniuge che, attraverso la sostituzione della serratura della casa coniugale, si sottrae al provvedimento con il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2559 del 27 ottobre 1993
«Ai fini della configurazione del reato di cui all'art. 388, primo comma, c.p., l'ingiunzione di ottemperanza, che si configura come condizione di punibilità del reato, non deve necessariamente essere fatta valere coattivamente con le forme e con i...»