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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3742 del 27 marzo 1992
«Le esimenti di cui agli artt. 54 e 384 c.p. sono inapplicabili alla condotta favoreggiatrice di chi neghi di aver aderito a richiesta estorsiva, assicurando così all'estorsore il prezzo o il profitto del reato.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12795 del 11 aprile 2006
«Il reato di evasione non è configurabile nella ipotesi di un internato per esecuzione di una misura di sicurezza e ammesso al regime di semilibertà, il quale non rispetti l'orario di rientro nella casa circondariale, non essendo assimilabile la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4406 del 30 aprile 1996
«Deve escludersi la configurabilità del reato di evasione con riguardo all'allontanamento del minore dalla casa in violazione della prescrizione dell'obbligo della permanenza in essa, impostogli ai sensi dell'art. 21 del processo minorile. Invero...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6223 del 27 maggio 1994
«Poiché il minorenne obbligato alla permanenza in casa ovvero collocato in comunità viene considerato in stato di custodia cautelare ai soli fini del computo della durata massima della misura e del calcolo della pena da scontare, mentre per il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15208 del 8 aprile 2009
«La sussistenza del reato di evasione dagli arresti domiciliari disposti a seguito di aggravamento della misura cautelare dell'obbligo di dimora non è esclusa qualora sia stata successivamente accertata la carenza dei presupposti in fatto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 30983 del 30 luglio 2007
«In caso di evasione cosiddetta impropria, la condotta tipica è individuata nell'allontanamento dal luogo in cui si ha l'obbligo di rimanere. Per abitazione, individuata come luogo dove rimanere agli arresti, deve intendersi soltanto il luogo in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14250 del 15 aprile 2005
«In tema di evasione, la responsabilità dell'agente non è esclusa quando, dopo il fatto, intervenga sentenza di proscioglimento in ordine al reato per il quale era stata disposta la custodia cautelare. (Fattispecie relativa ad allontanamento dal...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 21211 del 24 maggio 2001
«Non integra il reato di evasione l'allontanamento dal luogo degli arresti domiciliari del soggetto nei cui confronti sia già intervenuta sentenza di condanna a pena non detentiva, ancorché non sia ancora stato adottato un formale provvedimento di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10282 del 13 marzo 2001
«È da escludere la configurabilità del reato di evasione, mancando il presupposto della legalità della detenzione, qualora il fatto sia stato commesso dopo la scadenza del termine di durata massima della custodia cautelare, cui non abbia fatto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9560 del 12 novembre 1983
«Il reato di evasione non è configurabile nell'ipotesi di un internato per esecuzione di una misura di sicurezza e ammesso al regime di semilibertà, il quale non rispetti l'orario di rientro nella casa circondariale. La figura dell'internato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11679 del 27 marzo 2012
«Integra il reato di evasione qualsiasi allontanamento dal luogo degli arresti domiciliari senza autorizzazione, non assumendo alcun rilievo, a tal fine, la sua durata, la distanza dello spostamento, ovvero i motivi che inducono il soggetto ad...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 35074 del 19 settembre 2007
«Integra la condotta del reato di evasione, e non l'ipotesi di mera trasgressione delle prescrizioni imposte, l'allontanamento del condannato dal luogo di espiazione della pena in regime di detenzione domiciliare in orario diverso da quello...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7597 del 30 giugno 1988
«Il concetto di evasione non postula necessariamente la fuga o l'allontanamento definitivo, essendo sufficiente ad integrarlo anche la sottrazione temporanea del detenuto allo stato di costrizione personale cui è sottoposto. (Nella specie...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 31995 del 29 luglio 2003
«Il reato di evasione non è a dolo specifico, essendo sufficiente, per la sussistenza dell'elemento soggettivo, la consapevolezza e volontà del reo di usufruire di una libertà di movimento vietata dal precetto penale, voluta anche unicamente come...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 12301 del 29 novembre 2000
«Qualora il provvedimento di arresti domiciliari faccia generico riferimento, quale luogo in cui deve essere osservato, ad un campo nomadi, può sorgere da parte del destinatario la possibilità di equivoco circa l'ambito applicativo con la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7842 del 5 luglio 2000
«Il dolo del reato di evasione per abbandono del luogo degli arresti domiciliari è generico, essendo necessaria e sufficiente — in assenza di autorizzazione — la volontà di allontanamento nella consapevolezza del provvedimento restrittivo a proprio...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 25976 del 7 luglio 2010
«Il delitto di evasione, che è reato istantaneo con effetti permanenti, si consuma nel momento stesso in cui il soggetto attivo si allontana dal luogo della detenzione o degli arresti domiciliari. Ne consegue che l'effetto permanente cessa quando...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3948 del 25 marzo 1999
«Il reato di cui all'art. 385 c.p. si consuma con il semplice volontario allontanamento dal luogo degli arresti domiciliari, indipendentemente dall'asserita intenzione di farvi ritorno. (Nella specie, peraltro, l'intenzione di rientrare nel luogo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5823 del 11 giugno 1982
«Il reato di evasione, anche quando consiste nel mancato rientro alla scadenza di un permesso, non costituisce reato permanente, bensì istantaneo con effetti permanenti, che si consuma nel momento e nel luogo del mancato rientro.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10605 del 24 novembre 1981
«Il reato di evasione è delitto di danno, a carattere commissivo e permanente e, mentre il suo momento consumativo coincide con l'illegittima conquista della libertà da parte di chi se ne trovi legalmente privato, lo stato di consumazione perdura...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3504 del 17 aprile 1981
«Il reato di evasione si consuma con la completa sottrazione alla vigilanza degli agenti, senza che sia necessaria la fuoriuscita del detenuto dal recinto dello stabilimento penitenziario.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3052 del 14 aprile 1983
«Il reato di evasione, anche nell'ipotesi del tentativo, non può assorbire come aggravante quello di resistenza a pubblico ufficiale, che tutela un differente bene giuridico.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10082 del 15 marzo 2005
«Integra gli estremi del reato di evasione (art. 385 c.p.) la condotta del detenuto agli arresti domiciliari che si allontani dal luogo in cui è autorizzato a svolgere l'attività lavorativa, considerato che detta autorizzazione non sospende il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 41968 del 27 ottobre 2004
«Risponde del reato di cui all'art. 385 c.p. il condannato, che sottoposto al regime di detenzione domiciliare con autorizzazione a recarsi fuori dalla propria abitazione per svolgere un'attività lavorativa, si sia allontanato dal luogo di lavoro,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1752 del 16 gennaio 2003
«Integra il reato di evasione la condotta della persona ristretta agli arresti domiciliari che, autorizzata dal giudice a svolgere attività lavorativa, rientri nella propria abitazione con trenta minuti di ritardo, rispetto all'orario stabilito...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 781 del 13 marzo 1997
«La condotta di colui che, colpito dalla misura cautelare degli arresti domiciliari ed autorizzato ad assentarsi ai sensi dell'art. 284 comma terzo c.p.p., si assenta per ragioni diverse da quelle per le quali è stata concessa l'autorizzazione non...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8145 del 22 luglio 1992
«Il reato di allontanamento dagli arresti domiciliari, previsto dall'art. 385, terzo comma, c.p., non richiede, per la sua integrazione, un allontanamento definitivo o la mancanza dell'animus revertendi.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8150 del 20 luglio 1995
«È configurabile il reato di evasione nel fatto del soggetto agli arresti domiciliari che venga sorpreso dai carabinieri nel cortile condominiale, a pochi metri dalla sua abitazione.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11000 del 3 novembre 1994
«A norma dell'art. 385, comma 3, c.p., risponde del reato di evasione l'imputato che, essendo agli arresti nella propria abitazione — intesa come il luogo in cui la persona conduce la propria vita domestica e privata, con esclusione di ogni altra...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 22109 del 29 maggio 2014
«Integra il reato di evasione la condotta di volontario allontanamento dal luogo di restrizione domiciliare e di presentazione presso la stazione dei Carabinieri ancorché per chiedere di essere ricondotto in carcere. (Nel caso di specie l'imputato...»