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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 36988 del 29 settembre 2008
«La mancata nomina di un interprete non è causa d'inutilizzabilità né di nullità delle dichiarazioni di denuncia e delle successive dichiarazioni rese in sede di ricognizione personale fotografica dalla persona offesa alloglotta, che non conosca la...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 8272 del 2 marzo 2011
«Al riconoscimento fotografico smentito da una successiva ricognizione personale operata dalla stessa persona non possono essere attribuiti attendibilità ed efficacia probatoria superiori rispetto alla seconda, a meno che quest'ultima non risulti,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 4580 del 4 maggio 1996
«Il giudice di merito può trarre il proprio convincimento da ogni elemento probatorio o indiziante e, quindi, anche da ricognizioni informali e da riconoscimenti fotografici, che vanno tenuti distinti dalla ricognizione personale prevista dall'art....»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 40405 del 14 ottobre 2004
«In tema di valutazione della prova, non può, in linea di principio, attribuirsi maggiore attendibilità, in sè e per sè, al pur lecito ed utilizzabile riconoscimento in udienza dell'imputato da parte del teste, rispetto al precedente atto di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6922 del 11 giugno 1992
«Deve ritenersi valido e processualmente utilizzabile il riconoscimento operato in udienza dalla persona offesa, nel corso dell'esame testimoniale, nei confronti dell'imputato presente. Anche nella vigenza del nuovo c.p.p., invero conserva validità...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9099 del 16 luglio 1999
«L'individuazione dell'autore del reato è istituto diverso e autonomo rispetto alla ricognizione formale prevista dall'art. 213 ss. c.p.p., e non è, quindi, soggetto alle forme stabilite per quest'ultima; in particolare esso è inquadrabile tra le...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6422 del 1 giugno 1994
«Il diritto alla prova riconosciuto alle parti dall'art. 190, primo comma, c.p.p., implica la corrispondente attribuzione del potere di escludere le prove manifestamente superflue ed irrilevanti, secondo una verifica di esclusiva competenza del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 44595 del 29 novembre 2008
«In tema di svolgimento della ricognizione personale, non è causa di nullità o di inutilizzabilità dell'atto l'inosservanza delle formalità previste dagli artt. 213 e 214 c.p.p. al fine di assicurare la partecipazione di persone il più possibile...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5043 del 9 febbraio 2004
«In tema di misure cautelari personali, poiché i gravi indizi di colpevolezza sono quegli elementi a carico, di natura logica o rappresentativa, idonei a fondare il convincimento di qualificata probabilità di colpevolezza, l'individuazione...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 14855 del 31 marzo 2003
«Qualora sussista discrasia tra l'esito della ricognizione fotografica eseguita dinanzi alla polizia giudiziaria e quello della ricognizione personale esperita nel corso del dibattimento, la possibilità di ritenere prevalente il primo sul secondo è...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 484 del 20 marzo 1997
«La identificazione effettuata in sede dibattimentale non obbedisce alle formalità previste per la ricognizione in senso proprio, di cui agli artt. 213 e seguenti c.p.p., siccome riferibile esclusivamente al contenuto di identificazioni orali del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10162 del 26 novembre 1996
«Le argomentazioni che specificamente riguardano le ragioni per le quali il giudice ritiene non attendibili le prove a favore dell'imputato devono avere lo stesso spessore di adeguatezza e coerenza richiesto per la motivazione delle prove a carico;...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8455 del 26 luglio 1995
«La dichiarazione del teste che, nel corso dell'esame in sede dibattimentale, afferma di riconoscere l'imputato, è parificabile a tutte le altre rese dal teste e quindi ben distinto, sul piano strutturale, dalla ricognizione formale disciplinata...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 734 del 23 gennaio 1995
«L'«individuazione fotografica» costituisce prova atipica, in quanto non disciplinata dalla legge né collocabile nell'ambito della «ricognizione», e legittimamente può essere assunta, se ritenuta dal giudice idonea ad assicurare l'accertamento dei...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 503 del 11 luglio 1992
«La ricognizione di voce o di persona che diventa inutilizzabile, sotto il profilo probatorio, a norma dell'art. 191 c.p.p., ove compiuta in violazione del disposto degli artt. 213 ss. c.p.p., come traspare dal tenore delle norme in questione, è...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10141 del 5 ottobre 1995
«Mentre il fallimento dell'alibi non può essere posto a carico dell'imputato come elemento sfavorevole, non essendo compito di quest'ultimo dimostrare la sua innocenza, ma onere dell'accusa di provarne la colpevolezza, l'alibi falso, cioè quello...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9676 del 7 settembre 1994
«È irrilevante la circostanza che, nel corso della ricognizione di persone, l'indagato venga collocato fra due persone con caratteristiche fisiche completamente diverse, atteso che le prescrizioni di cui agli artt. 213 e 214 c.p.p. non sono...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1061 del 5 febbraio 1993
«Se è vero che le norme generali degli artt. 213, 217 c.p.p. prevedono una forma vincolata per la ricognizione, nel senso di un suo caratteristico allestimento formale con conseguente nullità per l'inosservanza di tali formalità, ciò non significa...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5926 del 20 maggio 1998
«Per il riconoscimento della refurtiva da parte del derubato non devono essere necessariamente osservate le formalità stabilite per la ricognizione di cose; in questo caso, infatti, il derubato, avendo avuto il possesso delle cose rubate, è in...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9256 del 12 settembre 1991
«In tema di utilizzabilità nel giudizio abbreviato degli atti di polizia giudiziaria, l'identificazione di cose sequestrate oggetto del reato da parte della persona offesa, eseguita su iniziativa della polizia giudiziaria anche al fine della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 21034 del 14 aprile 2005
«Il riconoscimento di un oggetto di percezione sensoriale, quale uno scritto privo di firma, effettuato nel corso della deposizione di persona esaminata nelle forme di cui all'art. 210 c.p.p., che ha esibito l'atto, trova il suo paradigma nella...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9693 del 3 marzo 2003
«Deve ritenersi valido e processualmente utilizzabile il riconoscimento operato in udienza dalla persona offesa, nel corso dell'esame testimoniale, nei confronti dell'imputato presente. Anche nella vigenza del nuovo c.p.p., invero conserva validità...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 42178 del 21 dicembre 2006
«Presupposti della intercettazione sono la sua indispensabilità ai fini delle indagini e la sussistenza dei gravi indizi di reato. Tale secondo requisito va inteso non in senso probatorio (ossia come valutazione del fondamento dell'accusa), ma come...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 3 del 10 marzo 1999
«In tema di misure coercitive, ove il giudice non ritenga di accogliere, sulla base degli atti, la richiesta di revoca o di sostituzione della custodia cautelare in carcere basata sulla prospettazione di condizioni di salute incompatibili con lo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19452 del 9 novembre 2012
«La liquidità e l'esigibilità del credito, necessari perché questo produca interessi ai sensi dell'art. 1282 c.c., possono essere escluse anche da circostanze e modalità di accertamento dell'obbligazione in ragione della natura pubblicistica del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1824 del 28 gennaio 2013
«La forma del contratto di agenzia, essendo prevista da una fonte negoziale, deve ritenersi prescritta "ad probationem" con la conseguenza che, in mancanza di essa, è valida l'esecuzione volontaria del contratto, la conferma di esso e la sua...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13689 del 31 luglio 2012
«La promessa di pagamento, al pari della ricognizione di debito, comporta la presunzione fino a prova contraria del rapporto fondamentale, differenziandosi dalla confessione,che ha per oggetto l'ammissione di fatti sfavorevoli al dichiarante e...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6473 del 24 aprile 2012
«La ricognizione di debito e la promessa di pagamento, pur non avendo natura giuridica di confessione, consistendo la prima in una dichiarazione di scienza e la seconda in una dichiarazione di volontà, devono comunque provenire da soggetto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2104 del 14 febbraio 2012
«Il riconoscimento e la ricognizione di debito, che ai sensi dell'art. 1988 c.c. costituiscono dichiarazione unilaterale recettizia, non rappresentano una fonte autonoma di obbligazione, ma hanno soltanto un effetto confermativo di un preesistente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5401 del 8 maggio 2000
«Alla ammissione di una prova nuova ai sensi dell'art. 507 c.p.p., il giudice non può non far seguire l'ammissione anche delle eventuali prove contrarie. Pertanto, l'istanza di ammissione di queste ultime, che non può essere avanzata se non dopo la...»