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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 853 del 21 maggio 1993
«A seguito della sostituzione del testo dell'art. 118 c.p. ad opera dell'art. 3, L. 7 febbraio 1990, n. 19, al concorrente non si comunicano più le circostanze soggettive concernenti i motivi a delinquere, l'intensità del dolo, il grado della colpa...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5129 del 19 aprile 1980
«L'abitualità nel delitto, anche se presuppone la recidiva, non è a questa assimilabile, giacché essa non realizza una circostanza aggravante del reato, ma un particolare status del reo, che, non influendo sulla quantificazione della pena, mira ad...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 881 del 10 maggio 1967
«Ai fini della dichiarazione di professionalità nel reato non è sufficiente la contestazione della recidiva sia pure nella forma più grave, perché, a norma dell'art. 105 c.p., essa deve fondarsi sulla valutazione di una serie di altre circostanze...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16703 del 29 novembre 1989
«Il delitto di truffa è perseguibile d'ufficio e non a querela allorché sia stata contestata la recidiva che rientra tra le circostanze aggravanti soggettive.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10565 del 25 luglio 1989
«La recidiva, inerendo esclusivamente alla persona dell'imputato, non incide sulla gravità del fatto reato e pertanto non può essere compresa tra le circostanze aggravanti che rendono perseguibile d'ufficio il delitto di truffa.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7391 del 11 luglio 1986
«Poiché la recidiva costituisce circostanza aggravante, il delitto di truffa aggravato dalla recidiva è perseguibile d'ufficio e non a querela di parte, secondo il nuovo testo dell'art. 640 c.p., così modificato dall'art. 98 L. 24 novembre 1981, n....»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 281 del 16 gennaio 1987
«Il reato di cui all'art. 707 c.p. prevede come suo presupposto - e non come elemento costitutivo o condizione di punibilità - che il reo abbia riportato anche e una sola precedente condanna per delitto motivato da lucro, a nulla rilevando che il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8152 del 27 febbraio 2007
«Il divieto di procedere alla sospensione dell'esecuzione di una pena detentiva breve, previsto dall'art. 656, comma nono, c.p.p., come modificato dalla L. n. 251 del 2005, non opera quando la recidiva prevista dall'art. 99, comma quarto, c.p., sia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3656 del 31 gennaio 2007
«L'art. 671, comma secondo bis, c.p.p., come modificato dall'art. 5 della legge n. 251 del 2005, prevede che quando la richiesta di continuazione in sede esecutiva riguardi condanne nelle quali debba ritenersi applicata la recidiva prevista...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5097 del 8 novembre 1999
«L'intervento di una causa estintiva del reato o della pena (nella specie, la causa era costituita dall'avvenuta espiazione) non fa venir meno l'interesse del condannato al riconoscimento della continuazione in sede esecutiva. Ciò non solo al fine...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10011 del 14 marzo 2005
«L'ipotesi prevista dal comma 2 dell'articolo 648 del c.p. costituisce una circostanza attenuante speciale del reato di ricettazione e non una fattispecie autonoma di reato; onde di questa deve tenersi conto nel giudizio di comparazione con le...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3385 del 21 maggio 1986
«Al fine di determinare il valore della causa la quantificazione della perdita pecuniaria conseguente ad una sanzione pecuniaria irrogata dal datore di lavoro ad un suo dipendente costituisce criterio del tutto insufficiente allorquando, ponendosi...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5761 del 15 febbraio 2011
«La causa di giustificazione della legittima difesa (art. 52 c.p.) è applicabile anche nell'ipotesi di detenzione abusiva di armi., sussistendone i presupposti di operatività e cioè previo accertamento della effettiva sussistenza e dell'attualità...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 40114 del 12 novembre 2010
«Nel concorso tra le aggravanti di cui all'art. 628, comma terzo, c.p. e la recidiva specifica reiterata ed infraquinquennale (art. 99, comma quarto, c.p.), la circostanza più grave, ex art. 63, comma quarto, c.p., va identificata nella recidiva.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 18513 del 17 maggio 2010
«Allorché concorrano due circostanze ad effetto speciale (nella specie, recidiva specifica di cui all'art. 99, comma secondo, c.p. e aggravante di cui all'art. 585 stesso codice), è illegittima l'applicazione di distinti aumenti di pena, dovendosi,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 31743 del 28 luglio 2003
«Il giudice deve motivare la dichiarazione di abitualità a delinquere, fondandola non solo sulla constatazione della recidiva specifica, sia pure reiterata ed infraquinquennale, ma anche sulla valutazione della complessiva condotta di vita tenuta...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8150 del 6 ottobre 1984
«Ai fini della dichiarazione di abitualità a delinquere non basta che sia stata contestata la recidiva specifica reiterata, ma occorre l'indicazione di quegli elementi di fatto che comportano necessariamente la detta dichiarazione.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1839 del 16 febbraio 2000
«È nulla in parte qua per difetto di contestazione la sentenza di condanna con il quale venga ritenuta ai sensi dell'art. 103 c.p. l'abitualità a delinquere, se questa non sia stata contestata all'imputato con l'enunciazione non solo della recidiva...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2536 del 17 marzo 1997
«La semplice constatazione della recidiva specifica, anche reiterata, qualora non contenga alcun valido giudizio critico in ordine alla probabilità o meno della futura commissione di reati, non è, di per sé, sufficiente ai fini della dichiarazione...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4083 del 21 aprile 1982
«L'abitualità a delinquere può essere dichiarata anche in difetto di contestazione specifica qualora sia stata contestata la recidiva specifica reiterata infraquinquennale con indicazione degli elementi di fatto che comportano necessariamente la...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 45351 del 27 dicembre 2010
«L'estinzione del reato in conseguenza della sospensione condizionale della pena non si estende agli effetti penali della condanna, della quale deve, pertanto, tenersi conto ai fini della recidiva.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 23886 del 19 giugno 2007
«È legittima la sentenza con cui il Tribunale applichi la pena, ex art. 444 c.p.p., ritenendo le attenuanti generiche equivalenti alla recidiva specifica e reiterata contestata ed alle aggravanti, considerato che solo il divieto di prevalenza delle...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 39456 del 20 ottobre 2003
«Il giudizio di comparazione di cui all'art. 69 c.p. ha carattere unitario ed inscindibile e deve essere effettuato con la comparazione tra le attenuanti nel loro complesso e la recidiva, sicchè una volta riconosciuta in appello una speciale...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3724 del 11 settembre 1997
«Il giudizio di equivalenza tra circostanze aggravanti ed attenuanti riguarda anche le circostanze inerenti alla persona del colpevole, e cioè anche la recidiva.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1846 del 10 settembre 1993
«Ai fini della configurabilità del delitto di concussione, è sufficiente che ci sia stata costrizione o induzione, effettuata con abuso di poteri o qualità, con la successiva dazione o promessa indebita. Infatti, se non è contestabile che il metus...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6 del 2 gennaio 2014
«Il giudizio di comparazione fissato dall'art. 69 cod. pen. presuppone una valutazione complessiva degli elementi circostanziali, siano essi aggravanti o attenuanti, che trova fondamento nella necessità di giungere alla determinazione del disvalore...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 21263 del 4 giugno 2010
«La disciplina prevista dall'art. 69, comma quarto c.p., che ha sottratto al giudice la facoltà di ritenere prevalenti circostanze attenuanti sulla recidiva reiterata, è applicabile ai reati commessi dopo l'entrata in vigore della L. 5 dicembre...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 5488 del 6 febbraio 2009
«Le circostanze attenuanti devono essere oggetto del giudizio di comparazione con la contestata recidiva reiterata soltanto se il giudice ritenga quest'ultima effettivamente idonea ad influire sul trattamento sanzionatorio.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 45065 del 4 dicembre 2008
«In tema di concorso di circostanze aggravanti ed attenuanti, il divieto di prevalenza delle circostanze attenuanti previsto dall'art. 69, comma quarto, c.p., a seguito delle modifiche introdotte dalla L. 5 dicembre 2005, n. 251, è formulato in...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 27430 del 4 luglio 2008
«Il divieto di ritenere nel giudizio di comparazione prevalenti le circostanze attenuanti sulla contestata recidiva reiterata riguarda tanto le attenuanti relative alla persona dell'imputato che quelle relative alla modalità del fatto, non avendo...»