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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 447 del 13 febbraio 1973
«Quando nella vendita le parti si siano riferite al prezzo di piazza, esso va desunto non dai listini e dalle mercuriali del luogo in cui il contratto è stato concluso ma da quelli del luogo in cui la merce deve essere consegnata.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14594 del 22 giugno 2007
«Nei contratti aventi ad oggetto la consegna di una quantità di merce da una parte all'altra, la prova della consegna all'acquirente è libera, nel senso che essa può essere fornita con ogni mezzo, salvo i limiti imposti dalla legge, anche quando...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6073 del 30 maggio 1995
«Il riconoscimento, da parte del venditore, dell'esistenza dei vizi della cosa venduta esime il compratore, a norma dell'art. 1495, secondo comma, c.c., dall'onere di denunziarli e può sanare gli effetti della decadenza, eventualmente verificatasi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15104 del 22 novembre 2000
«La rinunzia, accertata dal giudice di merito, del compratore all'azione di risoluzione malgrado la denunzia dei vizi della merce acquistata, non preclude l'esame dell'azione risarcitoria del medesimo proposta perché detta azione, riconosciuta...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 639 del 21 gennaio 2000
«In tema di compravendita, il legittimo esercizio dell'azione di risoluzione per vizi della cosa alienata non presuppone l'esistenza della colpa dell'alienante, giusta disposto dell'art. 1492 c.c., colpa richiesta, per converso, nella diversa...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5065 del 28 aprile 1992
«Nel caso in cui, trattandosi di vendita a consegne ripartite, l'azione di risoluzione per vizi, nonostante il perimento di una parte dei beni, non sia preclusa, ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 1492 c.c., perché i vizi riguardavano solo alcune...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11036 del 24 ottobre 1995
«In tema di garanzia per vizi della cosa venduta, il principio secondo cui l'azione redibitoria e quella estimatoria (o quanti minoris ), essendo incompatibili tra loro, in quanto preordinate alla tutela di un medesimo diritto l'una attraverso la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 440 del 20 gennaio 1996
«La denunzia dei vizi della cosa venduta, prevista dall'art. 1495 c.c., oltre allo scopo di far conoscere i vizi al venditore che li abbia eventualmente ignorati, ha anche quello di consentire sollecitamente l'accertamento dell'entità e della causa...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1082 del 30 gennaio 1995
«In tema di garanzia per vizi della cosa venduta, ai fini della decorrenza del termine breve di otto giorni per la denuncia, va considerato: che solo per il «vizio apparente», che è quello rilevabile attraverso un rapido e sommario esame del bene...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6855 del 21 giugno 1993
«Qualora l'esecuzione di un contratto di vendita avvenga mediante consegne ripartite di una stessa merce, il termine fissato dalla legge per la denunzia dei vizi — sussistenti fin nella prima partita di merce consegnata — decorre dalla loro...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8226 del 11 agosto 1990
«L'avvocato, ancorché sia iscritto nell'albo dei procuratori del tribunale di un distretto giudiziario diverso da quello del giudice adito, tuttavia può validamente partecipare all'udienza dinnanzi al collegio e chiedere la spedizione della causa a...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 244 del 13 gennaio 1997
«In tema di compravendita, il vizio redibitorio (art. 1490 c.c.) e la mancanza di qualità promesse o essenziali (art. 1497 c.c.), pur presupponendo entrambi l'appartenenza della cosa al genere pattuito, si differenziano in quanto il primo riguarda...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6596 del 11 novembre 1986
«Dal sistema della legge e, in particolare, dalla norma di cui all'art. 2208 c.c., si evince che il titolare dell'impresa è, per presunzione, responsabile di tutti gli atti compiuti in suo nome nella sede dell'impresa stessa, essendo a lui...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2966 del 29 marzo 1999
«L'uso invalso tra le parti di un contratto di vendita di pagare la merce successivamente al domicilio del compratore, al passaggio dell'agente del venditore per ritiro di ordini o consegne, non è inquadrabile tra gli usi diversi, che a norma...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1523 del 11 febbraio 2000
«La disposizione del comma 3 dell'articolo 1498 c.c., a norma della quale il pagamento della merce compravenduta quando non deve essere contestuale alla consegna, deve essere eseguito nel domicilio del creditore, è operante, anche ai fini della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3215 del 27 gennaio 1982
«Qualora sia convenuto il pagamento di una fornitura di merce a mezzo tratta domiciliata presso il debitore, al fine di considerare tale facilitazione come mezzo esclusivo di soddisfacimento è necessario un preciso accordo delle parti che,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 992 del 18 febbraio 1981
«Qualora l'obbligazione dedotta in giudizio concerna il pagamento del prezzo di merce venduta e consegnata e la modalità di pagamento a mezzo tratta non sia prevista in fattura con carattere di esclusività e con correlativa rinuncia espressa del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 27125 del 19 dicembre 2006
«Nella vendita da piazza a piazza, il venditore con la consegna della merce al vettore si libera nei confronti dell'acquirente solo dell'obbligazione di consegna della cosa venduta, permanendo per contro a suo carico la garanzia per i vizi della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1057 del 19 gennaio 2005
«Nella vendita da piazza a piazza, il contratto si deve ritenere concluso nel luogo dove il venditore lo esegue, mediante la consegna della merce al vettore o allo spedizioniere, senza che rilevi, ai fini della determinazione della competenza per...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7634 del 16 maggio 2003
«In tema di contratto di trasporto, l'accertata assenza di assegni non esclude il diritto del vettore (o del subvettore) di ottenere il pagamento non più dal mittente (o dal submittente), ma dal destinatario, essendo quest'ultimo obbligato ex lege...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14565 del 11 ottobre 2002
«Nelle vendite da piazza a piazza stipulate fra commercianti ed aventi per oggetto merce per sua natura destinata al commercio, ogni qual volta l'ordinazione venga fatta mediante moduli di commissione predisposti da parte venditrice, ai fini della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4344 del 26 marzo 2001
«In tema di vendita di cose mobili da trasportare da un luogo ad un altro, il venditore si libera dall'obbligo di consegnare la merce al compratore, rimettendola al vettore o allo spedizioniere, determinando in caso di vendita di cose determinate...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13957 del 13 dicembre 1999
«Con la consegna della merce al vettore, ai sensi dell'art. 1510 c.c.; la proprietà della stessa ed il rischio del suo perimento si trasferiscono all'acquirente. Ne consegue che l'assicuratore del venditore, se indennizza il proprio assicurato per...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1300 del 7 febbraio 1998
«La rimessione da parte del venditore al vettore o allo spedizioniere delle cose da trasportare in luogo diverso libera per volontà di legge il venditore stesso dall'obbligo della consegna, a norma dell'art. 1510, secondo comma c.c. Tuttavia,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5643 del 23 maggio 1995
«Poiché in materia contrattuale è regola generale quella del carattere vincolante delle pattuizioni in cui si esprime la volontà negoziale (art. 1372 c.c.), deve ritenersi che la clausola che preveda nella vendita con spedizione che la consegna...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4331 del 9 aprile 1993
«L'art. 1510, secondo comma, c.c., che nell'ipotesi di vendita a distanza libera il venditore dall'obbligo di consegna della cosa al compratore con la consegna al vettore o spedizioniere, è applicabile ad altre figure negoziali da cui, comunque,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 49 del 5 gennaio 1996
«In tema di vendita di cose da trasportare, l'art. 1511 c.c. pone a carico del compratore un onere di diligenza consistente nel dovere di esaminare la cosa comprata per rilevarne vizi o difetti apparenti; cosicché il termine per la denunzia dei...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1006 del 17 febbraio 1982
«Qualora il venditore abbia assunto l'obbligo di consegnare la cosa compravenduta al compratore, l'esecuzione del contratto non si esaurisce con l'avvenuto sdoganamento della merce alla frontiera ma solo con l'effettiva consegna al compratore.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 437 del 13 febbraio 1973
«La vendita in danno del compratore di cui all'art. 1515 c.c., forma speciale di esecuzione forzata per espropriazione, di cui il venditore può avvalersi quando la cosa è già diventata di proprietà del compratore, può ritenersi sussistente solo se...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2171 del 11 marzo 1997
«Il mancato esercizio da parte del compratore della facoltà di procurarsi in danno del venditore l'acquisto della merce (art. 1516 c.c.) non incide sul diritto di chiedere il risarcimento del danno per l'inadempimento di questi, mentre l'esercizio...»