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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1642 del 12 marzo 1980
«Pertanto, avverso le delibere adottate da detti consorzi, con le prescritte maggioranze, in ordine alle spese per servizi comuni ed ai relativi criteri di ripartizione, l'impugnativa del singolo partecipante dissenziente può essere solo diretta a...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10681 del 7 marzo 2003
«Ordinamento penitenziario), secondo cui i magistrati che esercitano funzioni di sorveglianza non debbono essere adibiti ad altre funzioni giudiziarie, non prevede una incompatibilità volta ad assicurare l'imparzialità del giudice in uno specifico...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4660 del 14 aprile 1999
«Inoltre, a prescindere dal fatto che l'adesione all'astensione collettiva dalle udienze, deliberata dall'associazione di categoria, possa o meno considerarsi come legittimo impedimento del difensore, essa certamente deve essere comunicata, non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2646 del 25 giugno 1996
«L'adesione del difensore all'astensione collettiva dalle udienze deliberata dall'associazione di categoria non costituisce legittimo impedimento a norma dell'art. 486, comma 5, c.p.p. Ne consegue che il rinvio del dibattimento riconducibile a tale...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 39928 del 26 novembre 2002
«L'inosservanza dell'art. 125, comma 4, c.p.p., secondo il quale il giudice decide in camera di consiglio senza la presenza dell'ausiliario designato ad assisterlo e delle parti e la sua deliberazione è segreta, è sfornita di sanzione processuale;...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1990 del 12 luglio 1999
«Non è sufficiente pertanto ad integrare l'esigenza cautelare suddetta la circostanza che l'indagato straniero, si sia portato, dopo la commissione del fatto addebitatogli, nel suo paese d'origine e di abituale dimora, apparendo tale spostamento,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6868 del 6 febbraio 1997
«La nullità prevista dall'art. 292, comma secondo, lett. c) e c bis), c.p.p. per il caso di mancata esposizione, nel provvedimento applicativo di una misura cautelare personale, delle specifiche esigenze cautelari, degli indizi e dei motivi per i...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2218 del 8 maggio 1998
«Ai fini della legittimità del provvedimento con il quale, ai sensi dell'art. 300, comma 5, c.p.p., venga disposta la riapplicazione di una misura coercitiva nei confronti di imputato già prosciolto o assolto e successivamente condannato per lo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6101 del 12 marzo 2013
«La responsabilità per i danni cagionati da cose in custodia, di cui all'art. 2051 c.c., opera anche per la P.A. in relazione ai beni demaniali, con riguardo, tuttavia, alla causa concreta del danno, rimanendo l'amministrazione liberata dalla...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, ordinanza n. 30326 del 11 settembre 2002
«La qualificazione del ricorso per cassazione come appello e la conseguente trasmissione degli atti, a norma dell'art. 568, comma 5, c.p.p., al giudice competente non è impedita dalla sopravvenienza della remissione di querela e della relativa...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 37954 del 20 ottobre 2011
«Non integra il reato di appropriazione indebita, ma mero illecito civile, la condotta del datore di lavoro che, in caso di cessione di quota della retribuzione da parte del lavoratore, ometta di versarla al cessionario. (In motivazione, la Suprema...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 3027 del 25 gennaio 2002
«Avverso la predetta sentenza, anche se deliberata al di fuori delle ipotesi previste dalla legge, l'unica impugnazione ammessa è il ricorso per cassazione. (Nella specie, la Corte, in accoglimento dell'impugnazione del P.M., denominata appello, ma...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2548 del 17 marzo 1993
«L'art. 525, primo comma, c.p.p. dispone che la sentenza è deliberata subito dopo la chiusura del dibattimento, ma ciò non significa che il giudice, una volta entrato in camera di consiglio, debba necessariamente uscirne con la sentenza già...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1759 del 17 gennaio 2012
«Non sussiste alcuna violazione del principio di immutabilità del giudice qualora, in grado d'appello, la sentenza venga deliberata dal giudice collegiale che ha provveduto all'assunzione della prova, precostituita o meno che sia, sebbene in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9362 del 13 agosto 1998
«Il principio dell'immutabilità del giudice non è violato qualora la sentenza sia deliberata dal giudice che ha partecipato all'intero dibattimento ed ha provveduto, direttamente, alle acquisizioni probatorie, alla risoluzione di questioni...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 49388 del 24 dicembre 2003
«In motivazione la Corte ha osservato come proprio il tenore del secondo comma dell'art. 546 c.p.p., ove si disciplina il caso della «morte o altro impedimento» del giudice, documenti che la legge considera equivalenti le due situazioni quando si...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7551 del 11 giugno 1999
«In tema di diffamazione commessa mediante scritti, il requisito della comunicazione con più persone non sussiste qualora la propagazione dell'offesa, contenuta in una lettera diretta ad un determinato soggetto, non sia voluta dall'agente, ma sia...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6617 del 5 aprile 2004
«In tema di competenza del giudice per valore, nella controversia promossa da un condomino che agisca nei confronti del condominio per sentir dichiarare l'inesistenza del suo obbligo personale di pagare la quota a suo carico della spesa deliberata...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1201 del 22 gennaio 2010
«Ai fini della determinazione della competenza per valore in relazione ad una controversia avente ad oggetto il riparto di una spesa approvata dall'assemblea di condominio, se il condomino agisce per sentir dichiarare l'inesistenza del suo obbligo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 394 del 16 gennaio 1991
«Il delitto di maltrattamenti previsto dall'art. 572 c.p. può essere realizzato anche mediante condotte omissive, individuabili pure nel deliberato astenersi da parte dei responsabili di una pubblica struttura di assistenza e cura — in presenza del...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 15603 del 10 dicembre 2001
«L'ammissibilità del ricorso per cassazione, proposto dal Sindaco in rappresentanza del Comune, non resta esclusa per il fatto che la deliberazione della Giunta municipale, autorizzativa di tale impugnazione, sia intervenuta successivamente alla...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2815 del 10 marzo 1995
«La nullità della sentenza deliberata da giudici diversi da quelli che hanno assistito alla discussione, che è insanabile e rilevabile d'ufficio ai sensi dell'art. 158 c.p.c., può essere dichiarata solo quando vi sia la prova della non...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16920 del 21 luglio 2009
«La diversità fra la data di deliberazione della sentenza indicata in calce alla medesima e la data dell'udienza collegiale fissata per tale deliberazione non è di per sé sola sufficiente a far ritenere, nel caso che quest'ultima sia successiva,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4771 del 14 maggio 1999
«La ratio del combinato disposto degli artt. 132, comma terzo, e 161, comma secondo, c.p.c. consiste nell'esigenza di sicura identificazione della sentenza pubblicata come decisione riferibile al collegio che l'ha, con quella motivazione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4855 del 4 aprile 1990
«L'attenuante di cui al quarto comma dell'art. 289 bis c.p. è applicabile non solo quando uno dei concorrenti si dissoci e si adoperi per la liberazione dell'ostaggio, ma anche quando detta liberazione avvenga per decisione unanime di tutti i...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7338 del 25 febbraio 2002
«Ne consegue, quindi, che in detta ipotesi il pubblico ministero, quale organo dell'esecuzione, è legittimato a porre direttamente in esecuzione la pena già coperta dal beneficio caducato, sempre che, nel contempo, chieda al competente giudice...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 35066 del 19 settembre 2007
«Non è configurabile il concorso formale tra il reato di bancarotta fraudolenta e quello di bancarotta impropria di cui all'art. 223 comma secondo n. 2 che deve considerarsi assorbito nel primo quando l'azione diretta a causare il fallimento sia la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 45407 del 23 novembre 2004
«Mentre, si fuoriesce dall'eccesso colposo tutte le volte in cui i limiti imposti dalla necessità della difesa vengano superati in conseguenza della scelta deliberata di una condotta reattiva, la quale comporta il superamento, cosciente e...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8773 del 5 agosto 1992
«La scelta deliberata di una determinata condotta, ancorché reattiva, la quale superi i limiti imposti dalla necessità della difesa, e non per precipitazione, imprudenza od errata valutazione delle circostanze di fatto, bensì per consapevole...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8133 del 25 luglio 1991
«...e l'evento sono volontari e previsti. La scelta deliberata di una condotta reattiva supera, in tal caso, i limiti imposti dalla necessità della difesa e non per precipitazione, imprudenza od errata valutazione, bensì per consapevole...»