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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9896 del 12 novembre 1996
«Nel rito del lavoro l'indicazione specifica, nel ricorso introduttivo, dei mezzi di prova di cui il ricorrente intende avvalersi, prescritta dall'art. 414 n. 5 c.p.c. è stabilita solo ai fini della concentrazione dell'istruttoria nel rispetto del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4330 del 24 ottobre 1989
«Nel nuovo rito del lavoro, che è caratterizzato dall'oralità, dall'immediatezza e dalla concentrazione degli atti processuali nonché dall'accentuata ufficialità del processo, la disciplina dettata dai nn. 3, 4 e 5 dell'art. 414 c.p.c. — secondo la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4690 del 22 febbraio 2008
«Allorché l'amministrazione statale sia costituita in giudizio avvalendosi di un proprio dipendente, secondo la previsione di cui all'art. 417 bis c.p.c., la notifica della sentenza di primo grado ai fini del decorso del termine di impugnazione va...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5122 del 17 ottobre 1985
«Tale necessità invece non sussiste nel caso in cui, iniziato il giudizio con il rito ordinario e proposta in esso ritualmente e tempestivamente la domanda riconvenzionale, si sia già costituito il contraddittorio, mentre solo successivamente sia...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16145 del 21 dicembre 2001
«L'ordine di rinnovo della notificazione dell'atto introduttivo del giudizio (disposto ai sensi dell'art. 421 c.p.c.) è provvedimento che corrisponde ad uno specifico modello processuale, potendo e dovendo essere emesso sempre che si verifichi la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 26289 del 25 novembre 2013
«In materia di licenziamento, l'eccezione di inapplicabilità della tutela reale del lavoratore subordinato ai sensi dell'art. 18 della legge 20 maggio 1970, n. 300 integra una eccezione in senso lato, con la conseguenza che è nella facoltà del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 18924 del 5 novembre 2012
«Ne consegue che, essendo la "prova nuova" disposta d'ufficio funzionale al solo indispensabile approfondimento degli elementi già obbiettivamente presenti nel processo, non si pone una questione di preclusione o decadenza processale a carico della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16542 del 14 luglio 2010
«L'eccezione di interruzione della prescrizione, configurandosi diversamente dall'eccezione di prescrizione come eccezione in senso lato, può essere rilevata anche d'ufficio dal giudice in qualsiasi stato e grado del processo, ma sulla base di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 29006 del 10 dicembre 2008
«Nel rito del lavoro, il giudice, ove si verta in situazione di "semiplena probatio", ha il potere-dovere di provvedere d'ufficio agli atti istruttori idonei a superare l'incertezza dei fatti costitutivi dei diritti in contestazione,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5908 del 24 marzo 2004
«Il mancato esercizio da parte del giudice del relativo potere, anche se sollecitato, non è censurabile in sede di legittimità neppure se il giudice abbia omesso di motivare al riguardo. (Nella specie, il giudice del merito non aveva disposto, su...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3228 del 6 marzo 2001
«Nel rito del lavoro, il corretto esercizio del potere officioso conferito al giudice dalla norma di cui all'art. 421 c.p.c. in tema di ricerca di prove suppletive od integrative a supporto della domanda postula l'esistenza, in seno al processo,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12884 del 19 novembre 1999
«Nel processo del lavoro, è legittima l'utilizzazione delle prove — ritualmente acquisite agli atti — assunte in un precedente giudizio tra le stesse parti e inerenti allo stesso contenzioso sostanziale, considerato l'ampio potere di ammissione di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 310 del 15 gennaio 1998
«Nel rito del lavoro, dove, per la particolare natura dei rapporti controversi il principio dispositivo va contemperato con quello della ricerca della verità materiale mediante una rilevante ed efficace azione del giudice nel processo, quando le...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10522 del 25 ottobre 1997
«In particolare il giudice deve fare applicazione di questo principio, e formulare una richiesta di informazioni a norma dell'art. 213 c.p.c., quando una delle parti abbia la qualità di pubblica amministrazione e sia l'unico soggetto in possesso...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1371 del 5 marzo 1982
«L'esercizio del potere di richiedere informazioni scritte alla pubblica amministrazione, che è ri messo alla discrezionalità del giudice del merito ed è insindacabile in sede di legittimità, può aver luogo, nel nuovo rito del lavoro, che è...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4508 del 11 agosto 1982
«L'a rt. 421 c.p.c., nello stabilire che il giudice dispone su istanza di parte l'accesso sul luogo del lavoro, purché necessario al fine dell'accertamento dei fatti, non solo esclude che tale accesso sia obbligatorio per il fatto che la parte ne...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3302 del 8 aprile 1994
«La facoltà del giudice di ordinare la comparizione di persone di cui sia contestata la capacità di testimoniare a norma dell'art. 246 c.p.c., può essere esercitata, secondo le previsioni dell'ultimo comma dell'art. 421 dello stesso codice, solo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19234 del 21 settembre 2011
«In tema di licenziamento per superamento del periodo di comporto, qualora il dipendente abbia impugnato in sede giudiziale il licenziamento, contestando l'avvenuto superamento del periodo, per essere applicabile nel caso di specie il termine...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9694 del 23 aprile 2010
«Il processo erroneamente introdotto con il rito ordinario è regolato dal rito speciale non dal momento in cui ne viene statuita la natura, bensì dal momento in cui il giudizio ha inizio in applicazione del relativo rito, in quanto in precedenza...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9550 del 22 aprile 2010
«Il mutamento del rito da ordinario a speciale non determina - neppure a seguito di fissazione del termine perentorio di cui all'art. 426 c.p.c. per l'integrazione degli atti introduttivi - la rimessione in termini rispetto alle preclusioni già...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1330 del 24 gennaio 2006
«Nel rito del lavoro, applicabile alle controversie in materia di locazione, la regola desumibile dall'art. 416 c.p.c., secondo la quale il convenuto è tenuto a proporre con la memoria di costituzione tutte le eccezioni, processuali e di merito,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5971 del 27 maggio 1995
«Ai sensi dell'art. 426 c.p.c., il passaggio dal rito ordinario al rito speciale e la conseguente possibilità per le parti di provvedere ad integrare gli atti carenti (ferme restando le sole preclusioni eventualmente già maturate alla stregua della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7368 del 2 giugno 2000
«In relazione all'ipotesi di incompetenza prevista dal l'art. 428 c.p.c., qualora il giudice erroneamente fissi per la riassunzione della causa dinanzi al giudice competente un termine superiore a quello massimo di trenta giorni previsto dal...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9693 del 23 aprile 2009
«La sentenza di condanna del datore di lavoro al pagamento di un determinato numero di mensilità di retribuzione costituisce valido titolo esecutivo per la realizzazione del credito anche quando, nonostante l'omessa indicazione del preciso...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15021 del 21 novembre 2000
«Il terzo e il quarto comma dell'art. 431 c.p.c. contemplano un'ipotesi di sospensione dell'esecuzione provvisoria del dispositivo della sentenza favorevole al lavoratore, cosicché l'ordinanza di sospensione adottata sulla base delle richiamate...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3738 del 21 giugno 1985
«La provvisoria esecutività riconosciuta dal primo comma dell'art. 431 c.p.c. riguarda solo le sentenze contenenti una condanna al pagamento (in favore del lavoratore e per crediti derivanti dal rapporto di lavoro) di somme di denaro, come...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 682 del 14 gennaio 2005
«Ciò, in ossequio al principio della ultrattività del rito, che quale specificazione del più generale principio per cui l'individuazione del mezzo di impugnazione esperibile deve avvenire in base al principio dell'apparenza, cioè con riguardo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2543 del 28 marzo 1990
«Per il principio della cosiddetta ultrattività del rito, qualora una controversia sia stata trattata con il rito ordinario, anziché secondo le norme del processo del lavoro, l'impugnazione - quale che sia il suo oggetto - deve essere proposta con...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13984 del 24 ottobre 2000
«Nel processo del lavoro, non è configurabile un onere di impugnazione rispetto al dispositivo letto in udienza; infatti il potere di impugnazione postula che sia stata depositata la sentenza completa di tutti i suoi elementi costitutivi e l'art....»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12101 del 18 maggio 2010
«Ne consegue che ove sia stata rilevata la nullità dell'introduzione del giudizio, determinata dall'inosservanza del termine dilatorio di comparizione stabilito dall'art. 415, quinto comma, c.p.c., il giudice d'appello non può limitarsi a...»