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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15355 del 28 giugno 2010
«L'interesse ad agire richiede non solo l'accertamento di una situazione giuridica, ma anche che la parte prospetti l'esigenza di ottenere un risultato utile giuridicamente apprezzabile e non conseguibile senza l'intervento del giudice, poiché il...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 26906 del 15 dicembre 2006
«Solo nell'ambito del medesimo processo (e delle diverse fasi di impugnazione ) è consentito dedurre errori, nullità, illegittimità o irregolarità in esso verificatesi, ed ove tali deduzioni intervengano in un diverso processo il giudice adito non...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10062 del 9 ottobre 1998
«L'interesse ad agire, previsto quale condizione dell'azione dall'art. 100 c.p.c., con disposizione che consente di distinguere fra le azioni di mera iattanza e quelle oggettivamente dirette a conseguire il bene della vita consistente nella...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1755 del 27 gennaio 2006
«...qualificazione della domanda proposta in giudizio nei di lui confronti, senza specificare quale danno tale omissione aveva in concreto arrecato all'esercizio dei suoi diritti nel processo, né in che modo essa aveva inciso sull'esito della lite).»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12049 del 9 agosto 2003
«In tema di assicurazione della responsabilità civile, nel caso di confluenza nello stesso processo della causa di risarcimento dei danni proposta dal danneggiato contro il responsabile e della causa di garanzia proposta da questo contro...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1103 del 22 gennaio 2004
«Ne deriva che, ove il giudizio si svolga anche in contraddittorio dell'alienante il fondo, perchè contro quest'ultimo il retrattato ha proposto domanda di danni, si verifica un'ipotesi di litisconsorzio facoltativo, nella quale i due giudizi...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15362 del 6 luglio 2006
«In tema di intervento nel processo di un terzo su istanza di parte ai sensi dell'articolo 106 c.p.c., rientra nei poteri discrezionali del giudice istruttore autorizzare o non autorizzare la chiamata in causa, ma non anche autorizzare la chiamata...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 315 del 9 gennaio 2013
«Ove, peraltro, la notifica al terzo sia nulla (nella specie, per mancata spedizione, a seguito di notificazione a mezzo del servizio postale, dell'ulteriore avviso per raccomandata imposto da Corte cost. 22 settembre 1998, n. 346), il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 22419 del 5 settembre 2008
«Ne consegue che il giudice di appello non può far altro che constatare la rituale dichiarazione di intervenuta estinzione del giudizio da parte del giudice di primo grado, ove non si sia provveduto alla riassunzione del processo, con...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 187 del 10 gennaio 2003
«L'attribuzione della qualità di parte all'interventore nel processo iussu iudicis non postula la proposizione di domande da parte del medesimo (né che domande siano, viceversa, formulate nei suoi confronti), essendo, per converso, sufficiente la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14266 del 20 giugno 2006
«In tema di successione nel processo, la disposizione dell'art. 110 c.p.c. — il quale stabilisce che, quando la parte viene meno per morte od altra causa, il processo è proseguito dal successore universale o in suo confronto — presuppone la qualità...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8452 del 2 agosto 1995
«Per il disposto dell'art. 110 c.p.c. gli eredi della parte deceduta nel corso del processo debbono tutti partecipare al giudizio, quali litisconsorti necessari, essendo irrilevante la trasmissione all'uno o all'altro di essi per effetto di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9357 del 7 agosto 1992
«L'art. 110 c.p.c., secondo il quale, in caso di morte di una parte, il processo è proseguito dal successore universale o nei suoi confronti, esaurisce i propri effetti nella sfera processuale e non si estende fino alla creazione di una...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5875 del 1 luglio 1997
«Ne consegue che, verificatasi la successione nel processo, espressamente prevista dall'art. 100 c.p.c., sotto il profilo sostanziale si determina, in capo all'erede, la trasmissione della medesima situazione attiva o passiva già propria del de...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 9110 del 6 giugno 2012
«Ne consegue che, nei processi in corso, anche se essi non siano interrotti per mancata dichiarazione dell'evento interruttivo da parte del difensore, la legittimazione sostanziale e processuale, attiva e passiva, si trasferisce automaticamente, ex...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 2637 del 8 febbraio 2006
«Ai sensi del nuovo art. 2505 bis c.c., conseguente alla riforma del diritto societario (D.L.vo 17 gennaio 2003, n. 6), la fusione tra società non determina, nelle ipotesi di fusione per incorporazione, l'estinzione della società incorporata, né...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4208 del 16 marzo 2012
«La successione nel diritto controverso non determina una questione di legittimazione attiva o di "legitimatio ad processum", ma una questione di merito, attinente alla titolarità del diritto, da esaminare con la decisione sulla fondatezza della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 18483 del 24 agosto 2006
«...finché non sia estromesso, rimane nel processo come litisconsorte necessario, e la sua mancata partecipazione al giudizio di gravame determina un difetto di integrità del contraddittorio, rilevabile in sede di legittimità anche d'ufficio.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4985 del 11 marzo 2004
«In pendenza del processo esecutivo, la successione a titolo particolare nel diritto del creditore procedente non ha effetto sul rapporto processuale che, in virtù del principio stabilito dall'art. 111 c.p.c., detto per il giudizio contenzioso ma...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12126 del 19 agosto 2003
«Ne consegue che, nel caso in cui il giudice di primo grado erroneamente dichiari interrotto il processo per la successione intervenuta nel corso del giudizio (che, invece, doveva proseguire nei confronti della medesima USL, benché mediante la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8100 del 27 agosto 1997
«La successione a titolo particolare nel processo (effetto del mero trasferimento della res litigiosa in corso giudizio), di cui all'art. 111 c.p.c., va distinta dal (diverso) istituto della successione nel processo (art. 110 stesso codice) perché,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6945 del 22 marzo 2007
«Tale principio deve quindi ritenersi violato ogni qual volta il giudice, interferendo nel potere dispositivo delle parti, alteri alcuno degli elementi obiettivi di identificazione dell'azione (petitum e causa petendi), attribuendo o negando ad...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18937 del 1 settembre 2006
«Il soggetto che interviene nel processo — a norma dell'art. 111, comma terzo, c.p.c. — quale successore a titolo particolare nel diritto controverso fa valere un autonomo interesse a partecipare al giudizio che deriva dal fatto che egli è...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 22727 del 3 novembre 2011
«In caso di successione a titolo particolare nel diritto controverso, il processo prosegue fra le parti originarie e, anche quando non vi sia estromissione del convenuto ai sensi dell'art. 111, terzo comma, c.p.c., la sentenza ha comunque effetto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 601 del 17 gennaio 2003
«Nel caso di successione a titolo particolare tra vivi nel diritto controverso, la sentenza pronunciata contro l'alienante è efficace nei confronti dell'avente causa anche quale titolo esecutivo, nei limiti dell'accertamento in essa contenuto....»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13945 del 3 agosto 2012
«Pertanto incorre nel vizio di ultrapetizione la decisione che, a fronte di una domanda di risoluzione della locazione per inadempimento del conduttore e di conseguente condanna al rilascio dell'immobile locato, accolga la domanda di rilascio...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14581 del 22 giugno 2007
«Ne consegue che (fatti salvi casi particolari) è vietato al giudice porre alla base della propria decisione fatti che non rispondano ad una tempestiva allegazione delle parti, ovvero il giudice non può basare la propria decisione su un fatto,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11108 del 15 maggio 2007
«Posto, in generale, il principio secondo cui tutte le ragioni che possono condurre al rigetto della domanda per difetto delle sue condizioni di fondatezza, o per la successiva caducazione del diritto con essa fatto valere, possono essere rilevate...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19693 del 17 luglio 2008
«La sentenza di rigetto dell'opposizione all'esecuzione per essere stata erroneamente proposta in luogo di quella agli atti esecutivi (nella specie per essere l'opposizione fondata su irregolarità formali del precetto), non è appellabile, come...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11455 del 19 giugno 2004
«Il principio della corrispondenza tra il chiesto ed il pronunciato, fissato dall'art. 112 c.p.c. — che implica il divieto per il giudice di attribuire alla parte un bene non richiesto o comunque di emettere una statuizione che non trovi...»