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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11034 del 12 maggio 2006
«L'interesse che determina l'incapacità a testimoniare, ai sensi dell'art. 246 c.p.c., è solo quello giuridico, personale, concreto ed attuale, che comporta o una legittimazione principale a proporre l'azione ovvero una legittimazione secondaria ad...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9832 del 3 ottobre 1998
«L'interesse che dà luogo ad incapacità a testimoniare a norma dell'art. 246 c.p.c. è solo quello giuridico, personale, concreto ed attuale, che comporta o una legittimazione principale a proporre l'azione, ovvero una legittimazione secondaria ad...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3432 del 3 aprile 1998
«L'interesse a partecipare al giudizio previsto come causa d'incapacità a testimoniare dall'art. 246 c.p.c. si identifica con l'interesse a proporre la domanda e a contraddirvi previsto dall'art. 100 dello stesso codice, sicché deve ritenersi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9126 del 28 agosto 1993
«La capacità di testimoniare differisce dalla valutazione della attendibilità del teste operando su piani diversi, perché l'una, ai sensi dell'art. 246 c.p.c., dipende dalla presenza di un interesse giuridico (non di mero fatto) che potrebbe...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 21670 del 23 settembre 2013
«Il ricorso per cassazione proposto dai genitori quali esercenti la potestà sul figlio, quando lo stesso sia già divenuto maggiorenne, con riguardo a giudizio per i danni da questo subiti in un infortunio scolastico, rimanendo inammissibile in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6383 del 1 giugno 1998
«L'atto di impugnazione deve contenere, a pena di inammissibilità, rilevabile d'ufficio in ogni stato e grado del procedimento, i motivi con l'indicazione specifica delle ragioni di diritto e degli elementi di fatto che sorreggono ogni richiesta....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11083 del 11 giugno 2004
«L'azione revocatoria fallimentare prevista dall'art. 67 legge fall. non viola la previsione, protetta dalle norme costituzionali di cui agli artt. 1,4, 35 e 36 Cost., del diritto del lavoratore nei confronti del datore di lavoro al pagamento degli...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3956 del 18 marzo 2003
«Ove la capacità a deporre del teste non possa essere messa in discussione per non essere state la relativa questione tempestivamente sollevata, il giudice del merito non è esonerato dal potere-dovere di esaminare l'intrinseca attendibilità di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7028 del 17 luglio 1998
«Il giudice di merito, nel provvedere in ordine all'eccezione di incapacità di un testimone, che si deduca essere portatore di un interesse idoneo a legittimare la sua partecipazione al giudizio (nella specie, sulla base dell'allegazione di...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 21 del 11 febbraio 1995
«La mancanza, nell'atto di impugnazione, dei requisiti prescritti dall'art. 581 c.p.p., compreso quello della specificità dei motivi, rende l'atto medesimo inidoneo ad introdurre il nuovo grado di giudizio ed a produrre, quindi, quegli effetti cui...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4957 del 30 aprile 1994
«Poiché l'atto di impugnazione nel codice vigente si articola nella dichiarazione e nella contestuale enunciazione di motivi e la mancanza del requisito della specificità dei motivi determina una causa di inammissibilità originaria, rendendo l'atto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 539 del 19 gennaio 1998
«Il delitto di favoreggiamento personale consiste nel turbamento della funzione giudiziaria e non richiede che le investigazioni dell'autorità siano effettivamente fuorviate, bastando che la condotta dell'agente abbia l'attitudine e possa...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6494 del 26 giugno 1990
«Nel giudizio di opposizione alla dichiarazione dello stato di adottabilità di un minore le persone che debbono essere sentite dal giudice non prestano il giuramento previsto in tema di assunzione della prova testimoniale dall'art. 251 c.p.c.,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4404 del 4 maggio 1998
«La parte rimasta contumace in primo grado non può godere, nel giudizio di appello, di diritti processuali più ampi di quelli spettanti alla parte ritualmente costituita in quel primo giudizio, e deve, conseguentemente, accettare il processo nello...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 29420 del 17 dicembre 2008
«Qualora sia stata proposta un'azione revocatoria ordinaria per fare dichiarare inopponibile ad un singolo creditore un atto di disposizione patrimoniale compiuto dal debitore e, in pendenza del relativo giudizio, a seguito del sopravvenuto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11763 del 19 maggio 2006
«Qualora, dopo la proposizione dell'azione revocatoria ordinaria, sopravvenga il fallimento del debitore, la legittimazione all'esercizio dell'azione spetta al curatore, il quale agisce come sostituto processuale della massa dei creditori, senza...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11760 del 6 agosto 2002
«Qualora, dopo la proposizione dell'azione revocatoria, sopravvenga il fallimento del debitore, la legittimazione alla prosecuzione del giudizio spetta esclusivamente al curatore, il quale agisce come sostituto processuale della massa dei...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 18370 del 6 agosto 2010
«In tema di rapporti tra revocatoria fallimentare e revocatoria ordinaria, l'art. 67 della legge fall., non facendo alcun riferimento alla sorte dei diritti di coloro che abbiano subacquistato dal primo acquirente del debitore fallito, è...»
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Cassazione civile, sentenza n. 1322 del 31 luglio 1948
«Pur non risultando sufficienti elementi per l'applicazione degli artt. 246 (rilevante la incapacità a testimoniare di persone che abbiano giuridico interesse a partecipare al giudizio) e 256 del codice di procedura civile (sulla perseguibilità in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2670 del 26 maggio 1978
«La necessità — prevista dall'art. 257 c.p.c. (applicabile anche al giudizio di appello, ai sensi dell'art. 359 dello stesso codice) — di procedere ad ulteriore istruttoria mediante il riesame dei testi (al limitato fine di chiarire le loro...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11436 del 1 agosto 2002
«L'art. 365 del c.p.c., che impone che il ricorso per cassazione sia sottoscritto per la parte da difensore munito di procura speciale, non trova applicazione allorquando la stessa parte ricorrente o la persona che agisca per suo conto avendo il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18607 del 5 dicembre 2003
«L'azione revocatoria ordinaria prevista dall'art. 66, l. fall., e l'azione revocatoria fallimentare ex art. 67, l. fall., benché siano entrambe dirette a tutelare i creditori nei confronti di atti di disposizioni pregiudizievoli delle loro...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16915 del 11 novembre 2003
«Nell'azione revocatoria ordinaria il pregiudizio arrecato alle ragioni del creditore consiste nella insufficienza dei beni del debitore ad offrire la garanzia patrimoniale, essendo irrilevante una mera diminuzione di detta garanzia; nell'azione...»
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Cassazione civile, sentenza n. 2386 del 10 ottobre 1967
«Le riproduzioni meccaniche, prodotte dalla parte, sono precostituite al processo e formano piena prova, in analogia a quanto disposto per le scritture private, se la parte contro cui sono prodotte non ne disconosce la conformità ai fatti da esse...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12463 del 10 novembre 1999
«Il procedimento di rendiconto di cui agli artt. 263 ss. c.p.c. è fondato sul presupposto dell'esistenza dell'obbligo legale o negoziale di una delle parti di rendere il conto all'altra, facendo conoscere il risultato della propria attività in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19443 del 6 ottobre 2005
«La sopravvenuta chiusura del fallimento comporta la cessazione della materia del contendere in ordine all'azione revocatoria ordinaria, esperita dal curatore ai sensi dell'art. 66 legge fall., la quale, non diversamente dalla revocatoria...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4568 del 15 aprile 1992
«Nel giudizio di rendiconto promosso nei confronti del soggetto obbligato alla presentazione del conto al fine di ottenere il pagamento del saldo di gestione, tale soggetto è tenuto, a prescindere dalla sua formale funzione di convenuto, a fornire...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13663 del 7 dicembre 1999
«L'azione che la curatela del fallimento può intentare, ai sensi dell'articolo 68 L. fall., contro l'ultimo obbligato in via di regresso non è subordinata al positivo esercizio (nello stesso o in un precedente giudizio) di un'azione revocatoria...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3905 del 3 aprile 1995
«Il terzo, che intende intervenire nel giudizio, deve costituirsi con la comparsa prevista dall'art. 267 c.p.c., che può presentare in udienza o depositare in cancelleria. Nella prima ipotesi il contraddittorio con le parti si instaura...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3692 del 23 giugno 1984
«L'ammissibilità dell'intervento del terzo nella nuova fase innanzi all'istruttore, che sia riaperta da un provvedimento di natura esclusivamente istruttoria o anche da provvedimenti diversi, deve essere accertata di volta in volta in relazione...»