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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3148 del 24 maggio 1985
«I verbali redatti dai funzionari degli enti previdenziali o dell'ispettorato del lavoro (che, ex art. 2700 c.c., fanno piena prova, fino a querela di falso, della provenienza del documento dal pubblico ufficiale che lo ha formato, nonché delle...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16199 del 25 luglio 2011
«La legge n. 533 del 1973 non ha fatto venir meno l'ammissibilità del procedimento d'ingiunzione per i crediti di lavoro e previdenziali, ma si è limitata a prevedere l'applicabilità del rito del lavoro nel giudizio di opposizione. Ne consegue che...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 84 del 16 gennaio 1985
«Nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo, la produzione della copia notificata di tale provvedimento non è richiesta a pena di improcedibilità dell'opposizione medesima, stante l'inapplicabilità ad essa, che non è mezzo d'impugnazione,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3792 del 16 aprile 1999
«Tra il procedimento di opposizione a decreto ingiuntivo fondata su incompetenza del giudice, disconoscimento dell'autenticità del documento ed incapacità naturale a contrarre dell'ingiunto, con richiesta di declaratoria di nullità o revoca del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15353 del 6 luglio 2006
«Nell'ipotesi prevista dal primo comma dell'art. 663 c.p.c. titolo esecutivo, generante l'azione esecutiva di rilascio, è l'intimazione di licenza o sfratto convalidata, dovendo il giudice disporre l'apposizione della formula esecutiva in calce...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11185 del 26 ottobre 1998
«Non sussiste il reato di falso documentale per inesistenza dell'oggetto ex art. 49 c.p., quando la falsificazione ha ad oggetto una copia fotostatica, presentata come tale, atteso che quest'ultima non ha, di per sè, valore di documento, e può...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3103 del 15 marzo 1994
«Ogni qualvolta venga eccepita la tardività della querela, la prova del difetto di tempestività dev'essere fornita da chi lo deduce e non può basarsi su semplici presunzioni o mere supposizioni. (Fattispecie in tema di diffamazione a mezzo stampa,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 23036 del 4 giugno 2009
«Non integra il delitto di rivelazione di notizie di cui sia stata vietata la divulgazione la condotta che abbia ad oggetto notizie riservate, così definite dalle amministrazioni pubbliche interessate, estranee agli interessi che giustificano il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3348 del 29 gennaio 2002
«In tema di procacciamento e rivelazione di notizie di carattere segreto o riservato concernenti la sicurezza dello Stato, è sindacabile da parte del giudice il provvedimento impositivo del segreto ovvero del divieto di divulgazione, che concorre...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9880 del 20 novembre 1996
«Per la consumazione del reato previsto dall'art. 278 c.p. - offesa all'onore o al prestigio del Presidente della Repubblica - non è richiesto che l'offesa diretta a quest'ultimo avvenga col mezzo della stampa, essendo sufficiente la semplice...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6532 del 23 gennaio 1998
«Nel vigente ordinamento penale l'ammissibilità del tentativo punibile è esclusa soltanto con riguardo a tre categorie di reati: a) i reati contravvenzionali, riferendosi l'art. 56 c.p. solo ai “delitti”; b) i reati c.d. a consumazione anticipata,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2278 del 16 gennaio 2013
«Integra il delitto di violazione della pubblica custodia di cose, e non quello di peculato, la condotta del funzionario della Motorizzazione civile che, avendo la custodia di una carta di circolazione ritirata dalla P.G. per omesso aggiornamento...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 30024 del 27 agosto 2002
«Non integra il reato di cui all'art. 351 c.p. (violazione della pubblica custodia di cose) la condotta di chi, introdottosi arbitrariamente nel sistema informatico di un pubblico ufficio (il che rende, peraltro, configurabile il diverso ed...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4819 del 11 maggio 1993
«Ai fini della sussistenza del reato di violazione della pubblica custodia di cose (art. 351 c.p.), la qualificazione di cosa «particolarmente custodita» concerne, per l'identità della ratio legis, tutte le categorie di beni menzionate nella...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 18056 del 11 maggio 2002
«Ai fini della legge penale, l'attività di assicurazione del rischio di responsabilità civile derivante dalla circolazione di veicoli e natanti rientra tra i servizi di pubblica necessità, in quanto la sua qualificazione in tal senso ad opera della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1789 del 18 settembre 1998
«Nella fattispecie criminosa di cui all'art. 374 bis c.p., l'elemento oggettivo si riferisce all'attività di documentazione, risultante da certificati o da atti, di circostanze non rispondenti al vero e richiede che la suddetta attività...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 18068 del 13 maggio 2002
«In tema di falsità in valori di bollo, la legge sul bollo integra un elemento della norma incriminatrice solo per quanto riguarda la individuazione dei valori suddetti e non anche i casi in cui ne è richiesto l'uso; ne consegue che la modifica o...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13271 del 26 ottobre 1999
«In materia di falsità di sigilli, l'art. 467 c.p. indica come oggetto materiale della contraffazione il sigillo dello Stato «destinato a essere apposto sugli atti del Governo», espressione con la quale si intende il cosiddetto grande sigillo dello...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 25004 del 20 giugno 2001
«Si verifica nullità della sentenza, ai sensi dell'art. 522 comma secondo c.p.p., per mancanza di correlazione tra contestazione e pronunzia, nel caso in cui l'imputato, rinviato a giudizio per rispondere del reato di contraffazione di pubblici...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7363 del 24 settembre 1984
«Il reato di falsità materiale commessa dal privato in autorizzazione amministrativa può concorrere con quello previsto dall'art. 468 c.p. (contraffazione di pubblici sigilli o strumenti di un ente pubblico o di un pubblico ufficio).»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 42259 del 28 ottobre 2004
«In tema di reati di falso, configura l'ipotesi criminosa di cui all'art. 469 c.p. (contraffazione delle impronte di una pubblica autenticazione o certificazione) il trasferimento dell'impronta genuina su di un documento originariamente privo della...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4847 del 4 aprile 1990
«Ai fini della sussistenza del delitto di contraffazione delle impronte di una pubblica autenticazione o certificazione, di cui all'art. 469 c.p., anche la traslazione di una impronta genuina su di un documento che ne è privo è un mezzo idoneo alla...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1702 del 16 gennaio 2014
«Il reato di cui all'art. 469 cod. pen. non concorre con i reati di falsità in atti, ma trovano applicazione solo le disposizioni relative ai secondi, quando il contrassegno apposto sul documento risulti un elemento essenziale di questo, nel senso...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 39452 del 29 novembre 2006
«Integra il delitto di cui all'art. 469 c.p. (contraffazione delle impronte di una pubblica autenticazione o certificazione e uso della cosa contraffatta) — e non quello di cui all'art. 489 c.p. (uso di atto falso) — la condotta di colui che...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4313 del 26 aprile 1996
«Il reato di falso ideologico in atto pubblico concorre con quello di frode fiscale ipotizzato dall'art. 4 della L. 7 agosto 1982, n. 516. È pur vero, infatti, che tale norma prevede un'ipotesi di falsità ideologica, punendo l'emissione di fatture...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 18535 del 24 aprile 2013
«Il secondo comma dell'art. 497 bis c.p., che punisce la previa contraffazione del documento ad opera dello stesso detentore, costituisce ipotesi di reato autonoma rispetto a quella del mero possesso prevista dal primo comma essendo la descrizione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12268 del 2 aprile 2012
«Integra il delitto di cui all'art. 497 bis, comma primo, c.p. (Possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi), il mero possesso di un documento falso valido per l'espatrio, considerato che la fattispecie normativa di cui all'art....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5061 del 9 febbraio 2012
«Il possesso di una carta d'identità contraffatta integra il delitto previsto dall'art. 497 bis c.p. solo se il documento contenga la clausola di validità per l'espatrio.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 17673 del 5 maggio 2011
«Integra il reato di cui all'art. 497 bis, comma secondo, c.p. (possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi), il possesso di un passaporto di provenienza furtiva contraffatto dallo stesso possessore, considerato che la "ratio" di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 15833 del 23 aprile 2010
«Il delitto di possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi (art. 497 "bis" c.p.) si distingue da quello di uso di atto falso (art. 489 c.p.) in quanto, sul piano strutturale, prescinde dall'esclusione di qualsiasi forma di...»