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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 40992 del 4 ottobre 2013
«In tema di reati tributari, il tribunale del riesame, chiamato a decidere sul sequestro preventivo funzionale alla confisca per equivalente, non può rideterminare l'ammontare della imposta evasa (nella specie, calcolata induttivamente mediante...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2246 del 1 marzo 1996
«L'autonomia del procedimento penale rispetto a quello tributario non esclude che, ai fini della formazione del suo convincimento, il giudice penale possa avvalersi degli stessi elementi che determinano presunzioni secondo la disciplina tributaria,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3519 del 23 marzo 1994
«La documentazione contabile, acquisita nel corso di una ispezione a carico di un contribuente, può costituire valido elemento di prova nei confronti di altro contribuente, al quale l'incartamento si riferisca, quando i dati riscontrati per la loro...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5270 del 6 maggio 1998
«In tema di attendibilità intrinseca delle dichiarazioni rese da collaboranti, l'interesse a collaborare — che può animare il collaborante, in considerazione della possibilità di beneficiare delle misure previste dalle leggi speciali sui...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1982 del 18 febbraio 1994
«Nella valutazione delle risultanze processuali, la scelta che il giudice del merito compie in ordine all'attendibilità delle dichiarazioni testimoniali rese nella fase delle indagini di polizia giudiziaria o in sede di interrogatorio davanti al...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8057 del 20 febbraio 2013
«In tema di reati sessuali, una volta accertata la capacità di comprendere e riferire i fatti della persona offesa minorenne, la sua deposizione deve essere inquadrata in un più ampio contesto sociale, familiare e ambientale, al fine di escludere...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3256 del 22 gennaio 2013
«In tema di reati sessuali, è legittima la valutazione frazionata delle dichiarazioni della parte offesa e l'eventuale giudizio di inattendibilità, riferito ad alcune circostanze, non inficia la credibilità delle altre parti del racconto, sempre...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1235 del 10 gennaio 2013
«La valutazione del giudice in ordine all'attitudine a testimoniare e alla credibilità del minore vittima di reati sessuali deve essere fondata su una perizia e, qualora tale accertamento non sia stato svolto o non abbia rispettato i protocolli...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 38149 del 21 settembre 2015
«La confessione stragiudiziale dell'imputato assume valore probatorio secondo le regole del mezzo di prova che la immette nel processo e, ove si tratti di prova dichiarativa, con l'applicazione dei relativi criteri di valutazione. (Fattispecie in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 47602 del 18 novembre 2014
«In tema di valutazione della prova, il giudice di merito, in base al principio della scindibilità delle dichiarazioni, ben può ritenere veridica solo una parte della confessione resa dall'imputato, e nel contempo disattenderne altre parti,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1699 del 21 febbraio 1995
«Allorquando la chiamata di correo o la confessione siano seguite da ritrattazione, il giudice del merito è tenuto a sottoporre ciascuna dichiarazione a rigorosa analisi critica in modo da comprendere le ragioni che hanno dato luogo all'una e, poi,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3643 del 19 settembre 1997
«In tema di valutazione del contenuto di intercettazioni telefoniche, il significato attribuito al linguaggio criptico utilizzato dagli interlocutori, e la stessa natura convenzionale di esso, costituiscono valutazioni di merito insindacabili in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4888 del 20 aprile 2000
«In tema di valutazione della prova, la chiamata di correo ha valore di prova diretta contro l'accusato, in presenza di tre requisiti, che devono in concreto essere accertati dal giudice di merito e che consistono: a) nell'attendibilità del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7322 del 25 luglio 1997
«In tema di attendibilità intrinseca della chiamata in correità, il requisito del disinteresse costituisce uno solo dei criteri con i quali si misura la affidabilità della chiamata, di talché, come la sua presenza non può portare automaticamente a...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8724 del 26 settembre 1996
«La valutazione delle dichiarazioni confessorie dell'imputato ai fini del giudizio di responsabilità a suo carico deve essere condotta e motivata in base ai criteri indicati nel primo comma dell'art. 192 c.p.p., poiché essa si distingue nettamente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 661 del 19 gennaio 1996
«La chiamata in correità richiede un cauto e prudente apprezzamento da parte del giudice di merito, che è tenuto a verificare se sia intrinsecamente attendibile, con riferimento alla sua genuinità, alla veridicità, alla spontaneità, alla costanza...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11084 del 11 novembre 1995
«In tema di chiamata in correità, allorquando il giudice del merito è chiamato a valutare l'attendibilità intrinseca di un collaborante, già ritenuto attendibile in altro procedimento definito con provvedimento irrevocabile, tale apprezzamento, pur...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7997 del 24 agosto 1993
«La chiamata in correità richiede un cauto, prudente apprezzamento da parte del giudice di merito, che è tenuto a verificare se essa sia intrinsecamente attendibile, con riferimento alla sua genuinità, alla spontaneità, al disinteresse, alla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 43928 del 6 dicembre 2001
«La valutazione di plurime chiamate in correità, quantunque convergenti, deve essere compiuta dal giudice di merito caso per caso, con un prudente grado di flessibilità correlato alla consistenza delle chiamate stesse, tenendo conto sia della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2845 del 30 giugno 1995
«In tema di misure cautelari, in ordine al valore di riscontro che una dichiarazione accusatoria, resa da collaboratore di giustizia, assume nei confronti di altra chiamata in reità o correità, resa da altro soggetto parimenti qualificato,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6182 del 25 giugno 1997
«In tema di prove, la disposizione di cui al terzo comma dell'art. 192 del codice di procedura penale — valutazione delle dichiarazioni rese dal coimputato del medesimo reato o da persona imputata in un procedimento connesso — non rappresenta un...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5036 del 29 maggio 1997
«Ai sensi dell'art. 192, comma terzo, c.p.p., per ritenere la responsabilità di un imputato sulla base delle dichiarazioni accusatorie di un coimputato o di persona imputata in un procedimento connesso è necessario che le dette dichiarazioni siano...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7252 del 27 marzo 2014
«Lo stato di insolvenza richiesto ai fini della pronunzia dichiarativa del fallimento dell'imprenditore non è escluso dalla circostanza che l'attivo superi il passivo e che non esistano conclamati inadempimenti esteriormente apprezzabili. In...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5402 del 7 marzo 2014
«Ai fini della valutazione dello stato di insolvenza di una società in liquidazione ex art. 5 della legge fall. non costituisce vizio di motivazione della sentenza di merito, impugnabile in cassazione ai sensi dell'art. 360, primo comma, n. 5, cod....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18175 del 16 agosto 2006
«Il giuramento suppletorio, così come quello decisorio e l'interrogatorio formale, anche se il curatore fallimentare non si opponga, non possono essere deferiti al fallito che nel giudizio di merito non abbia conservato la veste di parte (nella...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14481 del 9 luglio 2005
«In tema di valore probatorio della quietanza nei confronti della curatela fallimentare, dalla anteriorità, con atto di data certa, della quietanza al fallimento non può ricavarsi anche la certezza della effettività del pagamento quietanzato,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14981 del 28 giugno 2006
«In caso di dichiarazione di fallimento del debitore ingiunto nelle more del giudizio di primo grado di opposizione a decreto ingiuntivo, il giudice d'appello non può dichiarare inammissibile l'appello proposto dal fallito, sul rilievo della...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 2756 del 8 marzo 1993
«Il processo di cassazione, caratterizzato dall'impulso di ufficio, non è soggetto ad interruzione in presenza degli eventi previsti dagli artt. 299 e seguenti c.p.c. — ivi compresa la dichiarazione del fallimento di una delle parti — poiché tali...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18428 del 3 dicembre 2003
«La compensazione in materia fallimentare, regolata dall'art. 56, l. fall., presenta elementi di specialità rispetto alla disciplina ordinaria, in quanto opera anche se il credito vantato nei confronti del fallito non è esigibile, ferma restando la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17524 del 1 settembre 2004
«In tema di revocatoria fallimentare, la legge in nessun caso richiede l'accertamento di un'effettiva incidenza dell'atto che ne è oggetto sulla par condicio creditorum sicché è evidente che la funzione dell'azione revocatoria fallimentare è...»