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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 25222 del 29 novembre 2011
«In tema di risarcimento del danno, il giudice di merito non può rifiutare la quantificazione secondo equità di un pregiudizio certo nella sua esistenza, di cui il danneggiato abbia offerto la prova, attribuendo arbitrariamente esclusiva rilevanza...»
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Cassazione civile, Sez. VI-2, sentenza n. 7761 del 5 aprile 2011
«In tema di impugnazioni, se è vero che è onere dell'impugnante dare la prova della tempestività dell'impugnazione, tuttavia, a norma dell'art. 2697 cod. civ., la parte che nell'impugnazione di una sentenza intenda avvalersi del termine annuale di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8153 del 23 maggio 2012
«Condizioni necessarie per procedere all'ampliamento di una servitù di passaggio coattivo già esistente sono, ai sensi del richiamo operato dal terzo comma dell'art. 1051 c.c., quelle poste dal secondo comma della stessa disposizione, che...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14450 del 7 giugno 2013
«La disposizione dell'art. 10 disp. prel. cod. civ., che subordina l'obbligatorietà dei regolamenti alla loro pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, trova applicazione unicamente per i regolamenti governativi, i quali hanno efficacia "erga omnes",...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 219 del 8 gennaio 2013
«In tema di giudizio di cassazione, la valutazione compiuta dal giudice della sezione apposita di cui all'art. 376 c.p.c. nel trasmettere il ricorso alla sezione semplice, in ordine alla non ricorrenza nella specie delle condizioni per dichiarare...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 28664 del 27 dicembre 2013
«Nel caso di fusione per incorporazione tra due società (secondo la disciplina anteriore alla riforma di cui al d.lgs. 17 gennaio 2003, n. 6), non dichiarata nel corso del giudizio di primo grado, la parte non colpita dall'evento estintivo può...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 9685 del 22 aprile 2013
«L'azione di costituzione coattiva di servitù di passaggio deve essere contestualmente proposta nei confronti dei proprietari di tutti i fondi che si frappongono all'accesso alla pubblica via, realizzandosi la funzione propria del diritto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13244 del 11 giugno 2014
«Tuttavia tale nullità, in applicazione della regola dell'art. 161 cod. proc. civ., può essere fatta valere solo quale motivo di impugnazione, e nei limiti di questa, con l'effetto che non è più proponibile se sia decorso un anno dalla...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 23423 del 4 novembre 2014
«...decisione è "presa" quando si delibera in camera di consiglio, mentre le successive fasi dell'"iter" formativo dell'atto (e cioè la stesura della motivazione, la sua sottoscrizione e la pubblicazione) non incidono sulla sostanza della pronuncia.»
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Cassazione civile, Sez. VI-3, sentenza n. 10854 del 26 maggio 2015
«Ne consegue che i termini per l'impugnazione per revocazione della sentenza rescindente della Corte di cassazione decorrono, in via ordinaria, dalla notificazione o dalla pubblicazione della stessa, ai sensi dell'art. 391 bis, primo comma, cod....»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 17003 del 20 agosto 2015
«L'art. 328, ultimo comma, c.p.c., che prevede la proroga del termine annuale di cui al precedente art. 327 per impugnare la sentenza qualora dopo sei mesi dalla sua pubblicazione sopravvenga alcuno degli eventi contemplati dall'art. 299 del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7468 del 14 aprile 2015
«In tema di costituzione di servitù coattiva di passaggio, qualora il convenuto eccepisca di non essere tenuto a subire la servitù perché l'attore è già titolare di altra servitù su fondo di un terzo che gli consente di raggiungere la pubblica via,...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 21691 del 27 ottobre 2016
«Il ricorso per cassazione per violazione di legge sopravvenuta retroattiva incontra il limite del giudicato, che, tuttavia, ove sia stato proposto appello, sebbene limitatamente al c.p. della sentenza concernente l'illegittimità del termine...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 23469 del 18 novembre 2016
«La richiesta di enunciazione del principio di diritto rivolta alla Suprema Corte dal P.G. ai sensi del vigente art. 363 comma 1, c.p.c., si configura non già come mezzo di impugnazione, ma come procedimento autonomo, originato da un'iniziativa...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2386 del 12 marzo 1985
«...danneggiato dei veicoli parcheggiati sulla pubblica via escludendo la colpa con previsione dell'evento configurabile quando l'evento si presenti come possibile e probabile, ma non sia dall'autore né voluto né considerato di sicuro accadimento).»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4671 del 14 aprile 1988
«In tema di furto di autoveicolo lasciato sulla pubblica via, la circostanza aggravante inerente alla pubblica fede non è esclusa dalla possibilità di una sorveglianza eventuale e saltuaria da parte del proprietario del veicolo, ricorrendo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12766 del 22 settembre 1989
«Ai fini della sussistenza dell'ipotesi delittuosa prevista dall'art. 468 cpv. c.p. non basta che il contrassegno, originariamente creato per un'attività privata o comunque non recante alcun elemento di riferimento alla funzione di pubblica...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4285 del 28 marzo 1989
«Devono essere ritenute compatibili la circostanza aggravante prevista dall'art. 625, n. 7 c.p. (furto commesso su cose esposte alla pubblica fede) e quella di cui all'art. 61, n. 5 stesso codice (minorata difesa), in quanto la prima concerne...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 164 del 15 gennaio 1990
«In caso di furto di autovettura lasciata incustodita sulla pubblica via, l'aggravante della esposizione per consuetudine alla pubblica fede, non presupponendo la predisposizione di un qualsiasi mezzo di difesa avverso eventuali azioni criminose,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3009 del 8 marzo 1991
«...o di racchiudere in congegni materiali la res serbanda, valga a manifestare la volontà pubblica di intangibilità di una determinata cosa mobile o immobile al fine di assicurarne la conservazione, l'identità e la consistenza oggettiva.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5554 del 22 maggio 1991
«...evaso, che tutt'al più può costituire la base per la concreta valutazione del danno stesso. Il danno risarcibile è infatti costituito dallo sviamento e turbamento dell'attività della pubblica amministrazione diretta all'accertamento tributario.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8798 del 5 settembre 1991
«In tema di furto, la circostanza aggravante dell'esposizione alla pubblica fede è configurabile anche quando la cosa si trova in luogo privato, ma aperto al pubblico o comunque facilmente accessibile, ovvero in un cortile di casa di abitazione in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6928 del 11 giugno 1992
«...che disciplinano l'esercizio di una determinata professione o di un determinato mestiere rumoroso, la produzione di rumori per la necessità di tale professione o mestiere non è punibile, pur se ne derivi disturbo alla quiete pubblica.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2486 del 16 novembre 1993
«...la norma specificamente ad oggetto la tutela dell'ordine pubblico, tale tutela ben può estendersi anche alla tranquillità del privato, dal momento che la violazione di questa ultima non può avere riflessi negativi sulla tranquillità pubblica.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6361 del 23 giugno 1993
«Infatti seppur a norma dell'art. 598 c.p.p. valgono per il giudizio di appello le norme relative a quello di primo grado, in quanto applicabili, e fra queste rientri quella di cui all'art. 471, comma primo, c.p.p. secondo la quale «l'udienza è...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6986 del 14 luglio 1993
«Il non impedire gli strepitii di un merlo indiano esposto sulla pubblica via, esclusa al traffico, integra, per le caratteristiche dei suoni emessi dal volatile, il reato di cui all'art. 659 c.p.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1317 del 4 febbraio 1994
«La violazione dell'ordinanza sindacale emessa per ragione di pubblica igiene, che sia sganciata da leggi e da regolamenti e tenda ad ovviare a fatti gravi, quali pubbliche calamità o gravi epidemie, è punita a norma dell'art. 650 c.p. Invece, le...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2888 del 17 marzo 1995
«Ove non sia prevista la pubblicazione della sentenza o del provvedimento tramite lettura, come nei procedimenti camerali, la mancata lettura del dispositivo non dà luogo ad alcuna nullità, mentre la lettura che il giudice abbia comunque effettuato...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11581 del 15 dicembre 1997
«La violazione dell'ordinanza sindacale emessa per ragioni di pubblica igiene, che sia sganciata da leggi e da regolamenti e tenda ad ovviare a fatti gravi, quali pubbliche calamità o gravi epidemie, è punita a norma dell'art. 650 c.p., mentre le...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3508 del 11 dicembre 1998
«...è idoneo a ledere, oltre all'interesse pubblico al buon andamento e alla trasparenza della pubblica amministrazione, il concorrente interesse del privato a non essere turbato nei suoi diritti dal comportamento illegittimo del pubblico ufficiale.»