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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 22926 del 29 ottobre 2009
«Nel procedimento per la dichiarazione di fallimento, divenuto - per effetto delle modifiche all'art. 15 della legge fall. introdotte dal D.L.vo n. 5 del 2006, nel testo "ratione temporis" applicabile - un procedimento a cognizione piena, il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9156 del 30 agosto 1995
«Ogni dichiarazione di fallimento assume effetti dal momento della pronuncia ed il rispetto del principio espresso dall'art. 15 legge fall. (nel testo risultante dalla sentenza della Corte costituzionale n. 141 del 16 luglio 1970) richiede che...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5257 del 2 aprile 2012
«Al reclamo avverso la sentenza dichiarativa di fallimento non si applicano, per la sua specialità, i limiti previsti in tema di appello dagli artt. 342 e 345 c.p.c. ed il relativo procedimento è quindi caratterizzato da un effetto devolutivo...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 3071 del 8 febbraio 2011
«La notifica dell'impugnazione relativa a cause inscindibili - sia nell'ipotesi di litisconsorzio necessario sostanziale che processuale - eseguita nei confronti di uno solo dei litisconsorti nei termini di legge, introduce validamente il giudizio...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18618 del 28 agosto 2006
«Ai sensi dell'art. 2495, secondo comma, c.c., nel testo introdotto dall'art. 4 del D.L.vo 17 gennaio 2003, n. 6 ed entrato in vigore il 1° gennaio 2004, la cancellazione dal registro delle imprese produce l'effetto costitutivo dell'estinzione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 22546 del 5 novembre 2010
«Nel giudizio di impugnazione avverso la sentenza dichiarativa di fallimento, quanto ai procedimenti in cui trova applicazione la riforma di cui al d.l.vo n. 169 del 2007, che ha modificato l'art. 18 legge fall., ridenominando tale mezzo come...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 22110 del 28 ottobre 2010
«Nel giudizio di impugnazione avverso la sentenza dichiarativa di fallimento, quanto ai procedimenti in cui trova applicazione la riforma di cui al d.l.vo n. 169 del 2007, che ha modificato l'art. 18 legge fall., ridenominando tale mezzo come...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3274 del 17 maggio 1986
«La procura conferita per resistere alla domanda attrice abilita il difensore del convenuto a chiamare in causa un terzo in garanzia cosiddetta propria, o comunque per esigenze difensive, non anche ad esperire contro detto terzo azioni fondate su...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 24532 del 20 novembre 2009
«Nel processo di esecuzione il diritto del cittadino al giusto processo, ai sensi dell'art. 111 Cost. (come modificato dalla L. costituzionale n. 2 del 1999), deve essere soddisfatto attraverso il contraddittorio tra le parti in ogni fase...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19937 del 6 ottobre 2004
«La decisione dell'impugnazione sulla questione principale può comportare la modificazione, in virtù del cosiddetto «effetto espansivo interno» anche della questione dipendente (nella specie, riguardante gli accessori del credito), pur se autonoma...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1103 del 22 gennaio 2004
«In materia di contratti agrari, in caso di esercizio, da parte del coltivatore diretto di un fondo compravenduto, del diritto di riscatto di cui all'art. 8 legge 26 marzo 1965 n. 590, contraddittore necessario nel relativo giudizio è unicamente...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 998 del 16 gennaio 2009
«Qualora il convenuto evocato in causa estenda il contraddittorio nei confronti di un terzo assunto come l'effettivo titolare passivo della pretesa dedotta in giudizio dall'attore, se quest'ultimo non invochi la condanna del terzo chiamato in causa...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15362 del 6 luglio 2006
«In tema di intervento nel processo di un terzo su istanza di parte ai sensi dell'articolo 106 c.p.c., rientra nei poteri discrezionali del giudice istruttore autorizzare o non autorizzare la chiamata in causa, ma non anche autorizzare la chiamata...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4921 del 17 aprile 2000
«Quando il convenuto chiami in causa un terzo per ottenere la declaratoria della sua esclusiva responsabilità e la propria liberazione dalla pretesa dell'attore la causa è unica ed inscindibile, potendo la responsabilità dell'uno comportare...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 512 del 18 gennaio 1995
«Nel caso di chiamata per garanzia impropria, come in ogni altro caso nel quale non sia imposta dalla necessità di integrare il contraddittorio, la chiamata in causa del terzo autorizzata dal giudice ai sensi dell'art. 269 c.p.c., a seguito...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 315 del 9 gennaio 2013
«Qualora il giudice ordini l'intervento di un terzo a seguito delle difese svolte dal convenuto, il quale, contestando la propria legittimazione passiva, indichi quello come responsabile della pretesa fatta valere in giudizio, ricorre un'ipotesi...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1291 del 30 gennaio 2012
«Quando il convenuto contesti di esser titolare dell'obbligazione dedotta in giudizio indicando un terzo quale esclusivo soggetto passivo della pretesa attrice, non v'è necessità di integrare il contraddittorio nei confronti di quest'ultimo, in...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 3717 del 17 febbraio 2010
«La chiamata del terzo "iussu iudicis" di cui all'art. 107 c.p.c. determina una situazione di litisconsorzio necessario cd. "processuale", non rimuovibile per effetto di un diverso apprezzamento del giudice dell'impugnazione, salva l'estromissione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 22419 del 5 settembre 2008
«La chiamata in causa di un terzo ai sensi dell'art. 107 c.p.c. è sempre rimessa alla discrezionalità del giudice di primo grado, involgendo valutazioni circa l'opportunità di estendere il processo ad altro soggetto, onde l'esercizio del relativo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10023 del 25 maggio 2004
«Qualora il convenuto, nel resistere alla domanda attrice, indichi un terzo quale responsabile dei fatti contestati e il giudice, ritenendo la comunione di cause, ordini la chiamata in causa di detto terzo, qualora venga accolta, anche...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 187 del 10 gennaio 2003
«L'attribuzione della qualità di parte all'interventore nel processo iussu iudicis non postula la proposizione di domande da parte del medesimo (né che domande siano, viceversa, formulate nei suoi confronti), essendo, per converso, sufficiente la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4051 del 21 marzo 2002
«L'esercizio, da parte del giudice, del potere-dovere di ordinare, anche d'ufficio, l'integrazione del contraddittorio, postulando il positivo esito della preliminare indagine circa la ricorrenza dei presupposti che rendono necessaria...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 459 del 23 gennaio 1982
«Il terzo chiamato in causa iussu iudicis — sia quando l'ordine del giudice si ricollega a ragioni di semplice opportunità, sia, ed a maggior ragione, quando esso è dettato dall'esigenza di assicurare l'integrità del contraddittorio — assume nel...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 596 del 24 gennaio 1980
«La domanda di revindica proposta con la connessa declaratoria di inefficacia nei confronti del rivendicante di un contratto di compravendita del bene rivendicato intercorso tra il convenuto ed un terzo, non importa un litisconsorzio necessario nei...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3771 del 17 agosto 1977
«All'ipotesi di rimessione della causa dal giudice d'appello al primo giudice, che si realizza per essere stata illegittimamente estromessa dal giudizio di primo grado una parte necessaria del processo, è assimilabile l'ipotesi in cui il primo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 25341 del 15 dicembre 2010
«L'onere di provare la qualità di erede, gravante sul soggetto che agisce in giudizio in tale qualità, viene meno quando la controparte abbia tardivamente sollevato eccezioni in proposito (nella specie con la comparsa conclusionale di primo grado),...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4762 del 14 maggio 1999
«In caso di morte di una parte nel corso del giudizio tutti gli eredi assumono, a norma dell'art. 110 c.p.c., la veste di litisconsorti necessari, sicché in caso di impugnazione proposta nei confronti di alcuni soltanto, il giudice, anche...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2274 del 14 marzo 1997
«Quando, a seguito della morte di una parte, del soggetto costituitosi in giudizio in suo luogo viene contestata non già la sua dichiarata qualità di erede del de cuius, ma, al fine di mettere in dubbio l'integrità del contraddittorio, la sua...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8452 del 2 agosto 1995
«Per il disposto dell'art. 110 c.p.c. gli eredi della parte deceduta nel corso del processo debbono tutti partecipare al giudizio, quali litisconsorti necessari, essendo irrilevante la trasmissione all'uno o all'altro di essi per effetto di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 28409 del 28 novembre 2008
«In tema di integrazione del contraddittorio nei confronti di un litisconsorte necessario, a seguito della dichiarazione di interruzione del processo nella specie, per fallimento dell'opponente agli atti esecutivi la mancata riassunzione nei...»